Zara sembra sfornare per ogni stagione dei capi di tendenza.
Il colosso del fast fashion non sbaglia un colpo: dopo la biker jacket gialla, si fa strada un cappotto che piace davvero a tutte, è il “that coat“.
“That coat” possiede anche un profilo Instagram che raccoglie al momento solo 200 foto, un piccolo numero, simbolico, eppure emblema della condivisione, della viralità.
Un sistema forse, e sarebbe davvero geniale, per far conoscere e far circolare il cappotto.
Ricercando attraverso l’hashtag #thatcoat, si susseguono milioni e milioni di foto da parte di utenti di tutto il mondo, con prevalenza su Londra.
“L’ho visto anche io“, “ero in un supermercato e l’ho visto almeno tre volte in un’ora soltanto“, “mi chiedevo se avessi le allucinazioni, ma #thatcoat è davvero ovunque!“, questi i commenti degli utenti Instagram, tra reazioni incredule e sorprese.
Così, questo cappotto dalla trama bon ton che ricorda vagamente lo stile e l’allure di Chanel, si presenta bianco e blu, senza alcun bottone e alcuna zip.
Semplice ed elegante, ha conquistato presto il cuore delle donne.
Zara non possiede rivali, permette di indossare in maniera economica alcuni capi visti sulle ultime passerelle facendone un copia e incolla perfetto.
Copia e incolla che necessita essenzialmente di un sistema di velocità, infatti è il primo fast fashion a subire il fascino dell’immediatezza.
Negli store sono già presenti, quasi da qualche giorno dopo la loro visione, i capi più cool della stagione attuando la formula dell’imminenza, quasi come quella del “see-now-buy-now” tipica delle ultime passerelle allestite durante le Fashion Weeks.
I risultati della condivisione, riconducono inevitabilmente al fenomeno dell’omologazione.
E seppur appaia semplice nell’era dell’apparenza sentirsi e mostrarsi diversi, molto meno lo è comunicando uno stesso messaggio visivo attraverso l’estetica del vestire.
Il consenso simulato per un tale oggetto o indumento qual sia attraverso i social sites, è il primo esempio di pubblicità gratuita e favorita che arriva agli utenti come sinonimo di scelta, eppure non è scelta, è accettare la massificazione.
Vestirsi non è coprirsi e non è assomigliarsi, è unicità da esprimere, mettendo da parte l’ansiogena paura del sentirsi soli.