Milano Moda Donna: chinoiserie à la Gucci

Audace, irriverente, iconica la collezione Autunno/Inverno 2017-2018 di Gucci, che ha sfilato nell’ambito di Milano Moda Donna: tripudio di colori e tapestry floreale dal retrogusto vintage per tailleurini, lunghi abiti a stampa patchwork e predisole dal sapore asiatico. Sulla passerella si alternano note botaniche e simboli esoterici, in un crogiolo di ispirazioni che spaziano dall’antico Egitto al punk. Alessandro Michele si conferma mirabile alchimista, deus ex machina capace di dare voce ai suoi personaggi, che sfoggiano stampe floreali e cappucci in cristallo che fungono da maschera. Quasi un velo a separare l’universo Gucci dal resto del mondo: in un Eden grintoso si alterna una parata di simboli egizi, come scarabei e fiori, che sfilano in un giardino incantato accanto a tendoni viola di ispirazione circense. In una dimensione onirica ed atemporale si consuma la masquerade Gucci, saldamente ancorata alla contemporaneità ma bisognosa di evadere anche attraverso la cultura. Così Alessandro Michele inserisce all’interno di ogni borsa dei libri, talvolta sfoggiati dalle mannequin come ciondoli che sbucano dai polsi. Un’allegoria potente, che sottrae l’uomo ai vizi di un edonismo sterile rendendolo schiavo della cultura. Sulle note degli AcDc sfilano sontuosi maxidress impreziositi da balze e rouches, in un romanticismo rivisitato. L’uomo sfoggia maxi vestaglie in jacquard prezioso con tanto di logo. Non mancano citazioni Eighties e richiami punk nei piercing al naso, sfoggiati persino dalla dama più sofisticata, in un sincretismo stilistico dal grande impatto scenografico. Sagace Alessandro Michele, cavalca l’estetica da lui (ri)fondata, tra tocchi ironici e sovrapposizioni dal sapore grunge, tra mirabolante streetwear e salopette irriverenti. Polvere di stelle si alterna al mood botticelliano, tra rimandi glam rock e pantaloni scampanati: back to Seventies, si potrebbe dire, ma gli hippie sembrano lontani. Qui sfila invece una donna consapevole, una musa eterea ma dall’animo rock. Lo stilista resta fedele all’identità che lo ha consacrato come uno dei nomi più influenti (e copiati) della moda contemporanea: eccentrico ed ermetico, il suo personale universo estetico è intriso di note eterogenee, che trattengono a stento una creatività borderline. Come infiniti capitoli di una stessa storia, le sue collezioni traslitterano la sua ideologia in preziose alchimie stilistiche che rendono la moda un interessante esperimento, un Carnevale ricco di citazioni più o meno erudite: dall’Oriente ai Forties, dai bestiari animali di ispirazione medievale al rock anni Ottanta, fino alla contemporaneità, quella che Michele cavalca attraverso un uso magistrale dei social media, nuovi arbiter elegantiae.



(Foto: WWD)