Inversione di rotta in passerella da Marco De Vincenzo: da sempre fautore di un’estetica irriverente e fortemente proiettata in un futuro dai risvolti onirici e dagli scenari incerti, lo stilista messinese sceglie questa volta di guardare al passato, attingendo le sue ispirazioni da un’epoca lontana. L’ex enfant prodige della moda italiana porta sulle passerelle milanesi una collezione che ne decreta la raggiunta maturità: largo a suggestioni timeless, per una collezione cui il designer si cimenta in un’operazione inedita.
De Vincenzo rielabora infatti i classici del guardaroba femminile attraverso il suo occhio critico: ecco quindi che i pezzi intramontabili dell’armadio di ogni donna vengono sapientemente rielaborati in un sincretismo stilistico tra passato e presente. In bilico tra echi nostalgici rispetto ad un passato non meglio identificato e la coerenza con uno stile fortemente personale, che ha contribuito negli ultimi anni all’ascesa dello stilista nell’olimpo della moda mondiale, la collezione è permeata da un velo di nostalgia rispetto al glamour del passato: è una donna borghese, stretta in cappottini dal piglio bon ton e dalle suggestioni ladylike, la musa a cui si rivolge De Vincenzo.
Lo stilista si inoltra attraverso territori inesplorati, riuscendo a tenere ben salde le redini di una collezione per lui fortemente eclettica: il rigore formale viene stemperato attraverso atmosfere oniriche e quasi surreali, proiettato così in uno scenario futurista. Ecco che sfila il futuro visto da Marco De Vincenzo: un mondo ideale, in cui la creatività tocca vette inusitate, permeate da atmosfere alla Space oddity. Non mera immagine ma rappresentazione allegorica di una riflessione assai profonda sulla contemporaneità: “Ogni volta che qualcuno mi interroga sul futuro della moda, ho molte risposte”, così ha commentato lo stilista. “Questa stagione avevo bisogno di ripensare al passato, a qualcosa di familiare come le pieghe, la pelliccia e le perle che sono considerate un classico del guardaroba di ogni donna, e di aggiungervi un tocco contemporaneo”, ha aggiunto De Vincenzo.
Lo stilista sceglie di rifugiarsi nella rassicurante serenità di uno stile ancorato alla tradizione, che si erge come porto sicuro in cui trovare riparo in un’epoca in cui vige la più totale anarchia e un assordante vuoto di valori, anche estetici. Ma, lungi dal cullarsi in anacronistiche fughe dalla realtà, De Vincenzo apporta un significativo contributo nel tentare di rovesciare i valori del passato sostituendoli con visioni inedite legate alla contemporaneità.
In passerella si alternano gonne al ginocchio in seta plissettata e tartan all over, alternate ad abitini plissé, camicie classiche e vestaglie dalle note homewear. Tripudio di animalier per capispalla bon ton e fur coat in ecopelliccia, percorsi da caleidoscopiche stampe raffiguranti galassie sconosciute e città futuriste. I capi sono impreziositi da decorazioni 3D, come le frange in PVC. Largo a dress che ricordano i grembiuli, tra stampe eccentriche ed iridescenti. Plexiglass anche nei gioielli, come il filo di perle, e nelle scarpe. Note sartoriali per l’uomo, tra tute workwear e coat in ecopelliccia.