Dimenticate i confini ed ogni status quo: Nicolas Ghesquière propone alla settimana della moda parigina una collezione che mixa le differenze, in un melting pot ad alto tasso scenografico. Che si tratti di confini geografici o delle differenze tra i generi, o ancora del code dress in chiave day e night, da Louis Vuitton la parola d’ordine è osare: sulla passerella della collezione autunno/inverno 2017-18 vige la più totale anarchia, in un esercizio stilistico che regala all’heritage della maison del lusso una nuova linfa vitale. Ecco alternarsi sul catwalk bomber in pelliccia caratterizzati da patchwork cromatici, mini borchie strong su giacche biker, maxi fur coat da diva contemporanea, tute da motociclista con impunture a contrasto che strizzano l’occhio a note workwear, e ancora satin e sete preziose nei maxi dress dal piglio iperfemminile, accanto a catene e decorazioni ad effetto. Dominano note sportswear, declinate però in chiave luxury, per una valchiria contemporanea che ama esplorare il mondo a bordo della sua motocicletta. Nella cornice della Cour Marly, al Museo del Louvre, sfila un capitolo nuovo per il brand, che attinge ad immagini eterogenee, in uno stile Magpie: il risultato è una moda nomade, on the road, che intende travalicare ogni confine sdoganando un’estetica che elimina i confini tra le stesse stagioni, offrendo una vasta gamma di proposte perfette per affrontare tanto il rigore invernale quanto le stagioni miti. Tripudio di giacche in pelle, che si preannunciano già must have indiscusso della prossima stagione invernale, accanto a pellicce di ispirazione boho-chic, impreziosite da audaci patchwork cromatici, in un mix & match che non smette di affascinare. Largo anche a sete preziose e broccati, il cui romanticismo viene sapientemente smitizzato dagli ankle boots indossati ad ogni uscita dalla modelle.