L’opulenza sostenibile di Versace
Di Enrico Maria Albamonte
Incede imperiosa sulla lunga passerella rasoterra issata su vertiginosi tacchi a stiletto, sfidando le insidie della giungla metropolitana sulle note di un sound martellante e ipnotico, molto rock. La password della moda primavera-estate 2020 è giungla. La musa di Donatella Versace è sempre stata self conscious, assertiva e indipendente e oggi guarda con attenzione e preoccupazione alla questione cruciale della salvaguardia del pianeta. La foresta amazzonica, polmone globale, è in fiamme? Donatella Versace non ci sta. E con la sua collezione per la prossima stagione calda abbraccia la causa ecologica rieditando un abito che dopo 20 anni è ancora attualissimo: il jungle dress, sfoggiato da Jennifer Lopez nel 2000 in occasione dei Grammy Awards dove si presentò a braccetto di Puff Daddy per ritirare un premio ambito al suo talento canoro, consegnatole da David Duchovny. In quell’occasione, come racconta la bionda stilista della griffe della medusa, Google lanciò Google images, un autentico serbatoio iconografico volto a sopperire alla carenza di immagini del mitico abito, portato in passerella nel 2000 a Milano da già Amber Valletta che chiude la pedana di Versace con un lungo abito scollato in cady di seta nero con uno spacco vertiginoso, un modello di archivio di atelier rivisitato.
Il tropical glamorama di Versace è allestito sotto una cupola ricreata ad hoc in memoria del retaggio neoclassico della maison e fulcro dell’ariosa scenografia, ed esplode affrescando la lunga parete che scorre attorno alla passerella. Sensuale e sinuosa, la sirena di Versace è definita innanzitutto da una silhouette boyconscious a T, scultorea e conturbante, che acquista carattere grazie alle spalle imbottite (forgiate da Gianni Versace negli anni’70 dopo aver visto Star Wars) e dal busto triangolare per poi valorizzare seno, vita e fianchi enfatizzati da corsetti scollati a cuore e a quadrifoglio e dalle forme ad anfora.
La lussureggiante foresta tropicale ammalia in verde e blu ma anche, nella versione più lisergica e flamboyant, in fucsia e arancio, traducendosi in look eleganti e grintosi che riesumano il total look anni’80. Il gusto dei coordinati perfettamente abbinati si coglie nei completi in nappa dipinta a mano in nero e verde alga, come pure nei tailleur pantaloni in principe di Galles volutamente ‘sporcato’ dalla tecnica tie-die, nel denim fantasia jungle in cui le maxi bag e gli spolverini-trench in pvc trasparente, come pure le calze e i collant, assecondano il mood eco-glamour delle sgargianti fantasie del fashion show. Il colore prima di tutto, che è poi la poesia dell’anima. La blusa in seta laccata dalle spalle ad arco e dalle maniche importanti percorse da arricciature arancio, è abbinata alla gonna nera a matita longuette e si porta con gli occhiali a maschera (un’altra autocitazione anni’80 dell’archivio) in tinta sia con il parka in plastica laccata sia con l’elegante dress in jersey che scivola sul corpo. L’oro, epitome dell’opulenza medusa style, impera come un tocco di Mida in tutta la collezione: nei dettagli delle spille da balia e dei bottoni, sulle aste degli occhialoni scuri e coloratissimi, nelle catene delle borsette da sera, nei portasigarette in metal mesh che si portano come un collier, nei braccialetti che ornano le caviglie delle modelle. Oro a profusione anche nei bijoux ricchissimi dalle forme floreali anni’40 che non fanno rimpiangere l’alta gioielleria. Dopo la parata dei modelli in nero assolutamente vamp, dalla giacca in pelle doppiopetto all’abito con le spalle drappeggiate, dal minidress punteggiato da fiori di paillettes anch’esse nere alla princesse con lo scollo sagomato in crepe di seta, arriva la gran sera.
Era forse il cast più favoloso quello delle super top che sfilano in pedana da Versace: Iman Amman, Gigi Hadid, Irina Shayk, kaia Gerber, Kendall Jenner, Amber Valletta e le più strepitose modelle ebony che calcano le più prestigiose passerelle della moda. Femminilità senza compromessi e seduzione esplosiva negli abiti da gran sera, spesso longuette o mini: sono in maglia metallica stampata jungle, ricamata di fiori 3D in plexi e petali di pelle e cristalli con frange di pvc multicolori, oppure sono tempestati da un diluvio di paillettes. L’estetica eco-glam culmina nell’uscita finale dello show che è anche il fashion moment più cliccato e fotografato della fashion week di Milano: volteggia provocante orgogliosa dei suoi 50 anni Jennifer Lopez, attrice e cantante portoricana, avvolta nel jungle dress verde e blu e con la gonna che si solleva altezza inguine, aprendosi sul pube tempestato di cristalli, sulla falsariga della spettacolarizzazione della malia femminile della gonna plissé dell’abito sexy e immacolato di Marylin nel film ‘Quando la moglie è in vacanza’. La diva, che a 50 anni compiuti sfoggia un fisico flessuoso e invidiabile modellato dalla pole dance, è la protagonista del film ‘Hustlers’ che sta per uscire sui nostri schermi e racconta la storia di un gruppo di spogliarelliste che si improvvisano rapinatrici. Un nuovo capitolo arguto e ironico sull’empowerment femminile, vangelo di Donatella Versace che tuttora le donne più belle del mondo.