Lo charme contemporaneo di Valentino
Una grazia leggiadra volteggia in passerella. Lo spirito di Valentino rivive in creazioni palpitanti e romantiche fatte di pizzo e chiffon, di seta e di pelle in una sinfonia di stile che evoca in parte la dolce giovinezza di Brooke Shields, icona di Valentino nei primi anni’80. Per l’estate 2021 Pierpaolo Piccioli, direttore creativo della maison fondata nel 1959 da Valentino Garavani, e oggi consigliere di stile di Jennifer Lopez, Lady Gaga, e Mika, riformula il lessico del marchio con la prima sfilata offline a Milano dopo anni di assenza della maison dall’Italia. Era il 1989 quando Valentino decise di lasciare la passerella di Roma per presentare la sua couture a Parigi, mentre dagli anni’70 la ville lumière è la cornice d’eccezione del ready to wear femminile; solo il menswear, insieme alla linea valentino Night, invece veniva svelato a Milano soprattutto negli anni’90. Il ritorno di Valentino, oltretutto con una sfilata in presenza, è un segnale: “Credo che, in questo periodo storico, sia di fondamentale importanza rimanere concentrati sul lavoro da compiere. È stimolante poter pensare a nuove idee, e questo è il tempo, in cui le idee possono crescere e diffondersi. Milano è una nuova opportunità, un grande progetto che sto sviluppando con i miei team, sul concetto di identity”, parola di Piccioli. E la sfilata coed, che è stata ospitata negli spazi post-industriali di un’acciaieria meneghina trasformata in un grande open space fiorito allietato da una performance musicale live, è un esempio di come questa nuova identità, egualitaria e plurima, ibrida ma decisa, possa moltiplicarsi in passerella attraverso un casting fatto di individui visti attraverso un prisma di forme e colori.
Il nuovo normcore imposto dall’austerity imperante, si affaccia nel nuovo guardaroba proposto da Valentino fin dal mattino e dal daywear: gli orli sono succinti o lunghi fino ai piedi, le linee fluide e danzanti accarezzano il corpo, le fantasie macro e squillanti si alternano a colori saturi che bruciano la retina, ingentiliti da un tourbillon di rouche e volant, dettagli decorativi cari al civettuolo e spumeggiante linguaggio stilistico della maison.
Le trine, realizzate anche in paglia e in forma di crochet, imperversano ovunque in omaggio a una nuova gentilezza di cui abbiamo un urgente e disperato bisogno. Giacche destrutturate in versione fustellata e gonne traforate effetto macramé nobilitano gli outfit apparentemente più basici guidati da un’idea della semplificazione generale delle fogge suggerita anche dall’ubiquità del denim.
Anche le bluse maschili sono declinate in aereo chiffon. E la couture diventa craft, artigianalità da vivere nel quotidiano. Gli accessori di punta del brand capitolino soffrono di gigantismo: la rose bag, che ha esordito nel défilé autunno-inverno 2020-21, assume dimensioni maxi, le bags di collezione hanno una allure materica, grandi fiori sbocciano sui sandali, le ormai iconiche rockstud, assurte a talismani di eleganza moderna, si alternano ai boots dalla presenza assertiva. La sera si accende di una luce che fende le tenebre.