Molteplici le immagini da cui Alessandro Dell’Acqua si lascia ispirare per la collezione autunno/inverno 2017-2018 di N°21: sullo sfondo gli echi del Sessantotto e le manifestazioni dei giovani rivoluzionari degli anni Settanta. Una moda ribelle, la sua, che ridefinisce i codici del momento culturale attuale, imprimendovi suggestioni inedite tratte dal passato.
La collezione N°21 per la prossima stagione invernale celebra non solo un’estetica forse oggi démodé ma un modus vivendi, uno spirito fieramente rivoluzionario, utile per elaborare anche oggi una nuova protesta, necessaria all’uomo per riportarlo al centro della scena culturale e politica. Tanti sono gli accenni a correnti eterogenee che ispirano al direttore creativo di N°21 una collezione ricca di spunti: tripudio di camouflage all over declinato su giacche e blouson dal piglio aggressivo, classico tartan di ispirazione British che si alterna a suggestioni biker e dettagli sportswear.
La moda di Dell’Acqua è impegnata e non lesina in riflessioni filosofiche sul presente: dimenticatevi tuttavia nostalgici déjavù, lo stilista preferisce fomentare una nuova rivoluzione, nel segno dello stile. «Sono partito dalle atmosfere delle foto delle manifestazioni e delle riunioni nei circoli degli Anni 70. Di quelle immagini, più che il modo di vestire o le scritte degli striscioni, mi ha colpito l’atmosfera, molto permeata da quello spirito di libertà che corrispondeva sia al pensiero sia alla vita degli uomini e delle donne di quegli anni. Uno spirito libero che si rifletteva anche nell’abbigliamento. Così, in questa collezione, più che ripetere i canoni della moda, mi sono lasciato trasportare proprio dalle associazioni libere dei pensieri, delle parole, delle azioni e dei modi di vivere che creavano quelle atmosfere», così Alessandro Dell’Acqua ha commentato la collezione.
Largo a parka in nylon e montone, a caban in tartan rivisitato, a cappotti che mixano lana e neoprene, fino al tripudio di camouflage, che domina la passerella. Non mancano cappotti dal taglio sartoriale, che rivelano inediti dettagli in nylon, e bomber oversize, che si alternano a giacche in montone e nappa e pellicce a pelo lungo. L’uomo N°21 affronta il rigore invernale avvolto in candidi cardigan in mohair a righe e morbide maglie norvegesi.
Suggestioni sporty nelle scarpe con borchie e suola a carrarmato. Must have il cappuccio impreziosito da paillettes, accessorio culto perfetto per accompagnare ogni outfit. Sfilano anche giubbotti biker e pantaloni sartoriali dal piglio quasi esistenzialista, declinati in nuance calse come beige, cammello e marrone, con tocchi di giallo e rosso. L’uomo che calca la passerella ricorda un giovane studente impegnato in una delle manifestazioni di protesta che caratterizzavano gli anni di piombo. La sfilata si pone come un inno alla libertà e un monito rivolto ai giovani per esprimersi e non sottostare alle regole preconfezionate. Chapeau.