L’erotismo emancipato di N.21
Di Enrico Maria Albamonte
Asimmetrie, giochi di tagli sartoriali, colori squillanti o estremamente sommessi, linee fluide e calibrate ma anche morbidamente sensuali. La nuova collezione primavera-estate 2020 di N.21 presentata a Milano in via Archimede, nello spazio di Alessandro Dell’Acqua che oltre a essere direttore creativo di N.21 è anche stilista della maison Rochas, è un inno alla moda genderless: la sfilata è una co-ed, la prima realizzata in questa formula dal brand N.21. Il tema botanico dei primi exit, declinati sia al maschile che al femminile con il giromanica aperto ad asola sotto il braccio, cede lentamente il passo agli abiti drappeggiati per lei in rosa pallido e ad abiti in chiffon che diventano sottovesti quando perdono le maniche. Il verde smagliante in tonalità smeraldo domina le tuniche a rete ricamate di paillettes, il nylon stampato è virato in abiti paracadute, gli abiti da sera total black sono ornati da civettuoli nodi di lustrini e svelano la schiena nuda, le gonne plissettate sono metà in pelle e metà in chiffon. L’uomo, quasi sempre in bermuda, realizzati anche in materiali couture come il faille di seta lucido, sfoggia look rilassati e dégagé corredati da stivaletti, indossa camicie in cady con lunghi fiocchi e maglie spalmate di cristalli. Dice lo stilista commentando la sua ultima collezione: “Ho voluto una sfilata co-ed con le collezioni femminile e maschile perché mi interessa dare un’unità narrativa alla mia idea di moda. Credo che la Moda sia un concetto unico e globale e che soltanto chi indossa gli abiti che ne sono espressione la personalizza, cioè la rende del proprio genere e le trasferisce la propria personalità. E da questa convinzione è sempre partito il mio metodo di lavoro. Ecco perché la prima ispirazione di questa collezione è un senso di erotismo che si emancipa dalle espressioni esclusivamente sessuali e diventa un mezzo per parlare con il corpo. Ed ecco anche perché ho disegnato degli abiti uguali per la donna e per l’uomo, senza cadere nella trappola del no-gender ma facendo incontrare i due generi –femminile e maschile -nell’intreccio continuo delle referenze delle linee, dei volumi e dei tessuti”. E sicuramente la collezione corrisponde alle intenzioni dello stilista napoletano.