L’Eden marino di Versace

L’Eden marino di Versace

Utopia ecologica griffata Versace. A Milano Donatella Versace si immerge negli abissi del magico mondo di Atlantide trasfigurato in ‘Versaceopolis’, fra flessuose sirene, divinità epiche come la dea Calipso e tritoni redivivi convertiti in aitanti surfisti digitali, svelando un mondo decorativo ricco e immaginifico fatto di stelle marine ricamate di strass, abiti plissettati finemente, e stampati a motivi di fauna marina, maglie sottili con i giochi grafici di Vasarely e fourreau spagnoleggianti zampillanti rouches e volants stile Flamenco. La palette é come di consueto esplosiva, in linea con l’edonismo vibrante che da sempre definisce lo spirito della maison: verde menta brillante, arancio, rosa, azzurro intenso, blu oltremare accostati e giustapposti con un’energia incontenibile e un inarrestabile vitalismo che nel menswear ricordano la primavera-estate 1993.

Il nero inappuntabile ma sexy dei gessati da executive hot che aprono lo show é illuminato da imprimé esuberanti che rifanno il verso alle collezioni di Gianni Versace del 1992 e a quella del 1994 con i barré adrenalinici verticali dai toni carioca, con i pants zampa d’elefante. Le tunichette succinte terminano con rouches scultoree mentre i doviziosi ricami esprimono l’amore per il mondo ittico con coralli e stelle marine. Bello il coat maschile di nappa finemente pieghettata, fascinoso il suit rosa pastello e quello verde menta pensati per un uomo che non ha bisogno di sentirsi macho per esibire la sua virilità. Il tema marino è declinato dal formalwear alle mises balneari con una vena glamour e originale. Le maglie da surfista hanno una attitude rilassata. Il seno é incorniciato da reggiseni e top sovrapposti che fasciano ed enfatizzano l’ubertosa bellezza delle modelle in omaggio al mantra bodyconscious di Versace.

Chiude lo show, ambientato in un setting onirico che coniuga le atmosfere di De Chirico e le scenografie dei film peplum con tanto di Ercole Farnese e torso del Belvedere in primo piano, la bellissima top russa Irina Shaik con un favoloso abito celeste in cadì con il corpino gioiello rosso corallo, un abbinamento cromatico che Gianni Versace propose in passerella per la prima volta su Claudia Schiffer nel 1996. La collezione é molto green: la bionda stilista paladina dell’epowerment femminile fa sapere che per questa collezione, presentata davanti a un pubblico composto solo dai dipendenti della maison tutti rigorosamente negativi al Covid, ha utilizzato cotoni organici e poliammide riciclato proprio con l’intento di preservare l’ecosistema.

La nuova linea di borse Medusa, lanciata questa stagione, prende il nome dalla firma iconica del brand. Il volto di Medusa decora le porte del bellissimo palazzo Rizzoli di Via Gesù, headquarter milanese di Versace, e fa parte della storia del brand fin dalle sue origini. La Medusa è una borsa comoda e sofisticata creata in pelle pregiata con una silhouette morbida e giovanile. Questa linea di borse si declina in una serie di colori pop ma in tutti i modelli la fodera è lilla. La tracolla Greca, realizzata in un caleidoscopio di colori, accentua il carattere ludico che caratterizza questo nuovo modello. Versace si riorganizza anche a livello di home collection e di linee young. Dalla maison fanno sapere che l’azienda, oggi controllata da Capri Holdings, ha siglato un accordo di licenza con Lifestyle Design, la divisione tricolore della compagnia americana Haworth Group, per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione dell’arredo Versace Home. Inoltre oggi la maison continua a diversificare sempre nel segno dell’eccellenza firmando una riuscita linea di accessori connotati dal logo reinventato della V decorata da foglie di acanto, e anche Versace Jeans Couture che ha ingaggiato una serie di artisti multimediali con il compito di esplorare, attraverso uno strumento espressivo a loro scelta, la loro personale visione per il futuro. Il brand ha scelto la nuova generazione di creativi per creare contenuti social, esplorando temi come l’amore, l’unità e la solidarietà in modo ludico e ottimista. I video legati a questo progetto ad alto tasso di sostenibilità sono già visibili sul portale della maison, www.versace.com

Eccellenza pura anche per la linea Atelier che per l’autunno-inverno 2020-21riedita nel segno dell’esclusività, il meglio dello heritage della maison attraverso un sapiente e seducente impiego di pizzo e maglia metallica, ma anche charmeuse e sete preziose che accarezzano il corpo senza mai strizzarlo, in un tripudio di sinuosi drappeggi, conturbanti asimmetrie, panneggi da dea greca, finissime pieghettature e soluzioni decorative di grande malia e suggestione che riecheggiano la sensualità delle sirene impreziosendo le toilette di gala con scintillanti ricami in stile via lattea. Il tutto tradotto in nuance estremamente delicate e suadenti, dal rosa peonia al verde chartreuse, dal glicine all’oro rosé fino al turchese squillante, al color pepita, all’arancio carioca, al magenta e al nero sublime, attraverso forme scultoree, riflessi iridescenti e vertiginosi virtuosismi sartoriali che da sempre definiscono l’identità sperimentale e body conscious della maison della medusa.