La ‘maglifica ossessione’ di Missoni

La ‘maglifica ossessione’ di Missoni

L’ordine geometrico, frutto della metodica disciplina del Nord e di una matrice ideologica calvinista, è un linguaggio decorativo che viene da lontano, da Spinoza e da Mondrian, e che da Missoni si ingentilisce con un nuovo femminilismo che coniuga il potere delle donne con la percezione di una nuova, insolita morbidezza espressione di quello che Pascal avrebbe definito ‘esprit de finesse’. E così grafismi e linee rette perdono ogni spigolosità per comporre quadri degni delle avanguardie pittoriche del primo Novecento, ma senza retromania. L’archivio della casa è dovizioso e Angela Missoni e il suo staff creativo sanno come valorizzarlo, proiettandolo nel futuro con uno spirito di libertà che, scaturito dalla fronda studentesca, continua a incontrare consensi. La collezione, ricca, importante, di nuovo basata sul sincretismo di maschile e femminile e presentata con una formula coed, è di disarmante modernità. la maison di Sumirago non è mai apparsa in tale stato di grazia, di freschezza, di spumeggiante charme.

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E’ una collezione ‘maglifica’ che cioè eleva al rango di magnificenza immaginifica una maglieria che ha fatto la storia del Made in Italy e che ha ancora tanto da raccontare in termini di classe, qualità, creatività, in una parola comfort lussuoso, endiade assolutamente desiderabile. E’ una sequenza galvanizzante di tableaux vivant, fatta di oufit fluidi nati per essere indossati, questa crestomazia di fantasia e bellezza allo stato puro. Dove trovano spazio anche i capi maschili, perfettamente complementari alla proposta per lei. Il cardigan blouson è il capo chiave di questa superba collezione che parte dai caratteristici arazzi che il leggendario Tai Missoni era solito comporre per estro e per piacere. Il comfort che diventa sexy per assumere nuove connotazioni è perfettamente coerente con il cosiddetto ‘heritage’ di questo fortunato, iconico brand. Fu di Ottavio e Rosita Missoni appunto, pionieri della rivoluzione dello stile tricolore l’intuizione brillante di mandare in pedana a Firenze nella mitica Sala Bianca di Palazzo Pitti abiti di lurex scintillanti e trasparentissimi portati senza lingerie, trovata spudorata che all’epoca suscitò scalpore: fu così che iniziò l’epica parabola dell’italian style.

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Il soft suit anni’80 codificato dagli stilisti dell’epoca, torna ora riletto con proporzioni nuove, adatte ai fan di Instagram, ma ancora easy, a misura di donna, e di uomo. Si materializza in passerella, attraverso le silhouette di Gigi e Bella Hadid, una nuova visione dei japonismes, tipici di quell’epoca gloriosa, che Angela Missoni rielabora nei volumi generosi dei kimono di maglia, avvolgenti come vestaglie, caldi come abbracci ai quali fanno da contrappunto i leggings dai disegni astratti e le tuniche drappeggiate come pure i lineari tailleur pantalone di gusto tailoring in cui i pants si infilano negli stivali. Le nuove borse i cui sciarpe strette soppiantano le tracolle, hanno una presenza geometrica assertiva come anche i gioielli voluminosi e i berretti molli da pittore. La metrica del knitwear missonologico degna di un poeta ha un appeal romantico e contemporaneo: i pattern stilizzati dal sapore tribale, fiore all’occhiello della maison, sembrano cortocircuiti cinetici illuminati da trame shiny di lurex, come negli anni’70 quando il vento della ribellione soffiava sulla moda preparando una svolta profonda quanto radicale.

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La dandificazione dell’uomo Missoni passa per camicie patchwork che riproducono i temi dei pullover da giorno, gli smart suit dai disegni marezzati conciliano rigore e magia, stile e fantasia, attraverso lunghezze e fit più moderni, aderenti ma anche no. L’immaginazione al potere, come diceva Marcuse, si avvale della tavolozza più dégagé: al posto della giacca un maglia, da portare con nonchalance dalla mattina alla sera nel segno di una studiata, raffinatissima casualità. Non è da tutti assemblare un pentagramma di toni tanto in armonia fra loro, come nella sinfonia del più grande dei compositori: i toni metallici e bruciati della palette invernale si accendono di lampi di rosso, giallo e turchese con un impatto visivo davvero suggestivo ma senza clamori. Il patchwork consente infinite variazioni caleidoscopiche e come tale, è una narrazione sontuosa, che finalmente dimostra il teorema: il potere emotivo della geometria è assoluto. Il put together, gli chevron, i fiammati: in una parola il Missonismo acquista un risalto 3D in questa magistrale collezione. 

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