La favola Giap di Antonio Marras
Di Enrico Maria Albamonte
“Ho voluto ricreare un ponte fra la mia terra, la Sardegna, e il Giappone attraverso la moda che è cultura, bellezza e artigianato. Ho scelto di sfilare al Teatro dell’Elfo perché qui ho compiuto la mia prima esperienza da regista di cui in questi giorni potete vedere gli esiti. Per la mia nuova collezione primavera-estate 2020 ho sviluppato il concetto del kimono ispirandomi alle stampe di Lucia Pescador e ai capi vintage orientali che ho sempre collezionato”, così Antonio Marras, lo stilista di Alghero famoso in tutto il mondo per il suo stile etno-chic, chiosa la sua ultima collezione femminile, affiancato dal figlio Efisio Marras che già disegna la linea più giovane dell’azienda. Più che una vera e propria sfilata quella di Antonio Marras è una performance teatrale, animata da ballerine e geishe dalle ipnotiche movenze che insieme alle modelle che sfilano sul palcoscenico formano suggestivi tableau vivants. I capi non si vedono in modo molto nitido ma sono sicuramente ricchi di soluzioni stilistiche di grande impatto e di sofisticata ricercatezza dalla vena glocal. Il nuovo nomadismo chic veleggia verso la favola giap della principessa Shiro innamorata del pastore Bangioi. Gli abiti fazzoletto si alternano al denim ricamato, i kimono di seta liquida scivolano piacevolmente sul corpo, alcuni completi sono in patchwork e alcuni calzoni pigiama sono ripresi alla caviglia, il rosa geranio si alterna all’azzurro più soave, il trench si avvicenda al completo tricot dai motivi geometrici, gli outfit in bianco e nero sembrano pennellati ad arte. Lampi di rosso e black per la sera che è il coronamento di una collezione complessa e fin troppo doviziosa dove il talento sartoriale e la sensibilità decorativa si stemperano nell’armonia compositiva, laddove il caos trova una ragion sufficiente nell’ordine intrinseco alla estetica magniloquente del grande creatore che ricordiamo con piacere come direttore creativo di Kenzo.