Il soft tailoring di Brunello Cucinelli
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Diceva Kofi Annan, compianto segretario generale dell’Onu che “solo i ladri e i venditori ambulanti urlano”. E Brunello Cucinelli è di questa stessa scuola: invece di parlare sussurra, invece di gridare bisbiglia, parole di stile, pillole di eleganza. Un certo mondo lo segue come un vate dello stile, come un sapiens che vede aldilà e lui non li delude mai. Chi lo conosce sa che è una persona discreta, gioviale, affabile e brillante senza contare il suo innato magnetismo personale, che rispecchia quello che fa e che ama con coerenza, da sempre. Le sue collezioni riflettono il suo spirito illuminato da umanista colto e raffinato e il suo senso effortless per un’eleganza che non cambia perché un abito di qualità è per sempre. I cambiamenti nelle sue collezioni in verità ci sono ça va sans dire, ma sono impercettibili così come deve essere, perché oggi vince chi ha un’identità e sa sintetizzarla intorno a pochi capisaldi. Proprio come Brunello Cucinelli.
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Dal borgo di Solomeo nella ridente Umbria dai paesaggi incantati, le sue lavorazioni certosine, la sua maglieria soffice e all’avanguardia, i suoi filati ricchi ma sobri, gli abbinamenti insoliti e piacevolmente inconsueti da outsider della moda ammantano la silhouette di naturale morbidezza e di tinte pastose e neutrali come neutrale è lo stile che non passa mai di moda. Si può parlare di minimalismo a proposito delle sue creazioni? Forse sì ma non in un’accezione né letterale né restrittiva del termine e soprattutto non in una versione didascalica.
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Il manufatto italiano emerge in tutta la sua potente energia trasfiguratrice infondendo una verve decorativa all’insieme dei look: per la collezione autunno-inverno 2020-21 il creativo sviluppa il tema dell’androginia in modo gentile, senza calcare mai la mano. I materiali no season e le combinazioni dal gusto contemporaneo rendono versatile e fresco lo stile delle gonne. Fluide e impalpabili, in tulle, in nappa, laminate, a pieghe e a pannelli, le jupes rispondono a un crescente desiderio di una nuova femminilità.
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Delicate stampe floreali, effetti dégradé in tulle e in tela di lana, lavorazioni embossed, sono tutti interventi artigianali che ne accrescono il valore. Un understatement romantico conferisce carattere agli outfit dal timbro equestre, in omaggio a un dress code blasé e vagamente snobbish, assolutamente irresistibile. Il cuore della collezione è come sempre la maglieria, preziosa e blasonata come non mai. Effetti ramage, corteccia, feuillage sono tradotti in punti tridimensionali, irregolari, fatti all’uncinetto, intarsiati o ricamati. Anche tutti i punti della tradizione, trecce, maglie inglesi, coste e punti nordici si alleggeriscono grazie a lavorazione traforate e a rete per acquisire un’allure più delicata e femminile.
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La lavorazione più strepitosa è una maglia tridimensionale muschi e licheni ispirata al mondo organico mentre per alcuni, esclusivi pezzi in knitwear della capsule Opera che evoca il mondo naturale, sono occorse circa 20 ore di lavorazione manuale. E poi c’è la over shirt, nuova protagonista del guardaroba femminile: la camicia sconfina dal proprio ruolo e si impone come giubbotto, in alpaca imbottita o in pelle sopra abitini o maglie a collo alto; come cappotto, in montone, in double di lana o in cashmere; infine come outerwear, in tessuti moderni, anche imbottita con soffice piumino. Fondamentali le giacche, declinate in una ricca varietà di stili: con spalle importanti e belted waist, sagomate dal gusto equestre con punto vita segnato da pinces e impunture, e soprattutto in volume over per rivoluzionare audacemente lo styling, da indossare sopra leggerissimi abiti e con stivali da amazzone, ricordando Marie Antoinette e Sissi. La sobrietà del tailleur è mitigata dall’uso del colore o dai volumi loose dei pantaloni, oppure si rinnova attraverso gonne e tailored bermuda. Eleganza senza tempo e femminilità si uniscono per esprimere un nuovo soft power dressing e soddisfare, in un giusto equilibrio, le necessità della vita professionale e della vita privata. Quando la semplicità diventa arte.
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