Annullare ogni dettame di sensualità forzata per descrivere una donna affascinante ed elegante con capi casti e dalla linea prettamente maschile.
Giorgio Armani chiude la settimana della moda milanese con una collezione che invalida la miriade di colori presentati sinora, di capi succinti e accostamenti osati a favore di una individuale e sorprendente austerità e l’abuso convincente di toni cupi che depurano da ogni eccesso il défilé più atteso degli ultimi appuntamenti della fashion week nostrana.
La classe di Re Giorgio passa innanzitutto dal velluto: tessuto regale della collezione, adoperato sia su pantaloni comodi che su giacche a doppio petto e su abiti da sera.
Giorgio, attraverso questo progetto creativo, insegna che l’eleganza non ha bisogno di orpelli o declamate dichiarazioni di stile, nemmeno di effetti scenografici imponenti.
La collezione autunno/inverno 16-17 potrebbe essere definita, peraltro, la sintesi del pensiero del couturier italiano: “L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”.
L’impianto esecutivo della collezione si sviluppa sul concetto di abolizione di genere tra uomo e donna, idea nutrita ed applicata ormai da anni, dallo stilista.
L’eleganza della donna pensata da Giorgio Armani si insinua, infatti, nella sua classe innata. Capi essenziali, mocassini e clutch. Linee pulite, giacche aderenti e farfalle bijoux che impreziosiscono gli outfit di una semplicità disarmante.
Ricami, timide ruches, fiocchi, lavorazioni dévoré e fantastici fiori stilizzati, galvanizzano la collezione a livelli altissimi.
Nessuna vanità, alcuna ostentazione: i capi proposti da Giorgio Armani sono stati creati per essere acquistati da chiunque e indossati in svariate situazioni.
Del resto, la moda si avvicina sempre più alla gente comune e Re Giorgio è a tutti gli effetti il precursore di questa tendenza.
Immagine copertina d.repubblica.it