COLLEZIONE PRIMAVERA ESTATE 2019 FRANKIE MORELLO
“Quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco perché non osservi più nulla. Io viaggio per non diventare cieco“, così recitava Josef Koudelka, fotografo ceco amico di Henri Cartier-Bresson.
Ogni viaggio è l’inizio di una scoperta verso qualcosa di ignoto e questo Frankie Morello lo sa bene, che porta in giro per l’Universo ogni collezione, anche questa della primavera estate 2019.
E’ la necessità di evoluzione che spinge Frankie Morello a cercare l'”altrove”, altrove; è un viaggio che inizia da molto lontano, da Nazareth, dove tutto nacque.
Il bagaglio di cultura, riti, costumi, lo porta con sé nella navicella che ha come direzione lo Spazio.
Le icone sacre a cui siamo abituati cambiano forma e verbo, la Madonna si presenta a noi come una moderna pop star, le preghiere della gente verranno esaudite dalla luce della spaceship che distribuirà, non più pane e pesci, ma iPhone, iPad e oggetti di ultima generazione. E’ un Dio visibile quello che crediamo compiacere, è l’ossessione compulsiva della #technologydevotion.
Se credete che Frankie Morello accarezzi questo tema, vi sbagliate.
Lo specchio che ci mette di fronte è esattamente quello che la Strega di Biancaneve non vorrebbe vedere…e siamo noi, nessuno escluso, con le nostre brutture, il nostro attaccamento morboso ai cellulari, al dio web che risponde ad ogni nostra domanda, mai sazi, coltivatori di solitudine e chat vuote.
Nicholas Poggioli, art director del brand, ci regala questo viaggio ultraterreno con lo scopo di riportarci sulla terra, per recuperare quel calore e quell’umanità che stiamo perdendo.
Ci accompagna in una collezione uomo donna tra figure mitologiche e ambigui putti, le donne conservano quell’alluce sexy tipica di F.M., indossano tute in latex silver, come le divise da astronauta dell’uomo, cangianti in pvc e in blu elettrico con paillettess. Le strutture sono over sopra, mentre si stringono i volumi nella parte inferiore come delle guaine.
Gli occhi degli esseri che si imbarcano in questa specie di Arca di Noè, sono bianchi, hanno perso identità e consistenza, riprendono profondità solo dopo la “riscoperta”, come nei dipinti di Amedeo Modigliani, sguardi vuoti che prendono colore dopo aver trovato il suo unico amore: Jeanne.
A ciascuno il suo. Buon viaggio.
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