Nel centesimo défilé della maison, Dries Van Noten sceglie di portare sulla passerella del prêt-à-porter i capi e i volti che hanno incarnato la maison dagli albori, contribuendo a renderne iconico lo stile. Un femminismo in chiave fashion diviene protagonista assoluto della collezione autunno/inverno 2017-18. Correva l’anno 1992 quando lo stilista sfilava per la prima volta: un’anniversario che Van Noten decide di celebrare in grande stile, senza lasciarsi andare ad echi nostalgici ma giocando molto con le ispirazioni eterogenee che hanno contraddistinto gli ultimi venticinque anni della sua estetica. Calcano la passerella parigina le top model che hanno incarnato al meglio lo stile del brand, alternandosi come vestali strette in maxi dress e tailleur oversize in stampa floreale: ecco Kristina de Conick, che apre il défilé seguita dai volti più celebri degli anni Novanta, come Amber Valletta, Anne Catherine Lacroix, la sempre splendida Carolyn Murphy, Alek Wek, Cecilia Chancellor, Élise Crombez, Erin O’Connor, Esther de Jong, Guinevere Van Seenus, Kirsten Owen, Liya Kebede e Nadja Auermann —che si sono alternate ai volti di oggi. Una collezione pervasa da note strong, che omaggia una femminilità audace che non lesina in self-confidence. Bella e consapevole, la donna di Van Noten utilizza l’abito come mezzo per esprimere se stessa. Potenti gli echi immaginativi veicolati dalle stampe che si alternano in passerella, tra silhouette costantemente in bilico tra i gender, in una mirabile bilancia tra note mannish ed audace femminilità: se le spalle tendono ad essere oversize, impregnate da tagli sartoriali ad alto impatto scenografico, le maniche in fake fur che impreziosiscono certi capispalla accanto a grafismi optical indugiano invece ad una dolcezza tipicamente femminile. Velluti preziosi e sete si alternano a pellicce, rigorosamente fake, tra capispalla sartoriali e note teatrali, che trovano apogeo nel finale del défilé, che vede circa 50 mannequin invadere la passerella, come in una marcia iconica, che celebra la valchiria di Dries Van Noten.