Dolce & Gabbana omaggiano Giuseppe Verdi

E’ il Teatro alla Scala la location scelta da Domenico Dolce e Stefano Gabbana per la sfilata di haute couture Primavera/Estate 2017. Una tre giorni esclusiva per celebrare l’alta sartoria e l’alta artigianalità italiana, nel cuore della lirica. Un défilé poetico che omaggia Giuseppe Verdi e le eroine dei suoi drammi.

«Abbiamo reso omaggio a Giuseppe Verdi, attraverso un ritratto più intimo e personale», così ha commentato il duo di stilisti, dal 2015 soci sostenitori del Teatro alla Scala. Qui sfila tra le poltrone una donna altera ed irraggiungibile, incarnazione verdiana, mentre il palcoscenico è riservato al pubblico, in una inedita collocazione. Non sbagliano un colpo Dolce & Gabbana, da sempre sostenitori dell’italianità, declinata in ogni forma.

E Verdi diviene deus ex machina di una collezione che omaggia non solo il bel canto ma anche la sartoria italiana, che viene celebrata con una vera e propria maratona: non solo l’haute couture ma anche l’alta gioielleria e il menswear vengono consacrati in un evento esclusivo della durata di tre giorni. Fasti imperiali che si sono conclusi con un party al Metropol, che ha visto la presenza tra gli altri di Pixie Lott e Oliver Cheshire.

«Questi momenti servono a raccontare il nostro universo e le bellezze del savoir faire italiano… Qualcosa che ci rende unici nel mondo intero», così gli stilisti hanno commentato la maratona del lusso che li ha visti protagonisti. «Per noi è davvero una grande emozione essere qui oggi…. La Scala è un luogo sacro da trattare con i guanti, con grande rispetto», hanno poi aggiunto. Le prime uscite della collezione sfilano sulle note del Va pensiero: in passerella si alternano 101 look che tracciano il ritratto di un gentleman contemporaneo, che sfoggia dippiopetto nero e una tuba in testa. «Abbiamo voluto raccontare un Giuseppe Verdi inedito e speciale, abbiamo cercato di indagare nel suo privato lasciandoci ispirare dal suo volto più intimo, di raffinato e fascinoso viveur che amava godersi la vita». La figura del grande compositore viene studiata in modo approfondito attraverso alcune ricerche che hanno avuto luogo nell’Archivio storico Ricordi.

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Molte stampe della collezione ripropongono le copertine originali delle opere verdiane, come anche i bozzetti del teatro e gli spartiti delle opere. Ecco che i manifesti del Nabucco divengono stampe patchwork che impreziosiscono una felpa, mentre il Falstaff fa capolino da un pull, insieme a stampe tratte dal Rigoletto e dalla Traviata, che si alternano su cappotti preziosi e su coat di pelliccia, tra tessuti jacquard e damasco pregiato di ispirazione barocca: largo a velluto e suggestioni esotiche, sapientemente impreziosite da rimandi all’Aida, all’Otello e ai Vespri siciliani. Sontuosa eleganza e mirabili ispirazioni si uniscono in un suggestivo gioco di rimandi dai risvolti quasi onirici: la storia del Bel Paese si alterna sul défilé. Chapeau.