Non si smentisce mai Jeremy Scott, da sempre amante del distopico e dei contrasti: anche questa volta il designer statunitense monopolizza l’attenzione della Milano Moda Uomo con una sfilata ricca di suggestioni post-apocalittiche.
Non scevra da commenti di natura politica, la sfilata Moschino autunno/inverno 2017-2018 porta in passerella cupi scenari post bellici su cui si staglia un’armata in chiave chic: Scott non perde occasione per commentare la vittoria di Trump, usando parole inequivocabili che esprimono il suo dissenso e la sua paura per le sorti dell’America.
Nella cornice di Palazzo Litta, tra sontuosi saloni d’epoca abbigliati in chiave cibernetica, tra cavi e schermi 3D, sfila la moda uomo di Moschino, intervallata qua e là da alcune uscite della pre-collezione donna. Tripudio di camouflage all over per suggestioni militari: l’uniforme diviene il nuovo capo passepartout, tra cotone e seta, bomber e gonne a ruota. Non mancano tocchi classici come il frac e le gonne a balze, indossate con anfibi e combat boots.
I modelli sfilano con munizioni sotto braccio, tra cavi dei paracadute, che impreziosiscono come inedite decorazioni i vari outfit. La giacca a vento diviene un abito e il berretto ricorda i copricapi dell’Esercito Svizzero. Il basco è il nuovo must have: qui Jeremy Scott si affida a Judy Blame per preziosi accessori dal fascino evergreen. Inoltre sfila la nuova it bag, anch’essa in iconico camouflage, tra borchie e bottoni.
I guerrieri dell’eleganza di Jeremy Scott si alternano sulla passerella, avvolti in parka e pantaloni cargo. Il clima predominante sembra auspicare una rivoluzione o una lunga guerra di posizione. Persino le stampe cartoon si tingono di suggestioni belliche e raffigurano stavolta i Transformers.
Tripudio di stampe intergalattiche tra dettagli military-chic e sapiente overdressing. I guerrieri che calcano la passerella si ergono come paladini della giustizia e salvatori dell’umanità. Il womenswear sembra quasi ispirarsi al Settecento, tra crinoline e look che richiamano Marie Antoinette e il periodo del Terrore: tra nero all over spiccano le stampe raffiguranti scene rinascimentali, come angeli e simboli di pace, o ancora fiori. Seta e cotone dominano sui cappotti e sulle gonne, tra medaglie al valore e mostrine sapientemente appuntate sul bavero della giacca.
“Nella lotta possiamo trovare la bellezza e una parte di essa è vedere la gente motivata ed attiva, vedere le persone prendere il comando delle proprie azioni”, ha commentato Jeremy Scott. In passerella anche Anna Cleveland, figlia della celebre Pat. “Dobbiamo combattere per i nostri diritti e oggi, tra le altre cose, stiamo combattendo per il diritto di esprimerci attraverso l’arte”, ha dichiarato la modella. La moda militarizzata di Jeremy Scott incanta e sconvolge, prefigurando scene inquietanti e pericolose. Solo le pellicce in marabù a stampa arcobaleno sembrano invece inneggiare a un futuro roseo siglato da una lunga pace.
(Foto: WWD)