Alessandro Benetton lascia l’azienda di famiglia. La rottura con il gruppo Benetton risalirebbe a circa un mese fa, ma solo ieri la notizia è trapelata ed è stata pubblicata sul giornale La Tribuna di Treviso. La storica azienda italiana, fondata da Luciano Benetton a Ponzano Veneto, si trova davanti a una svolta epocale e sembra che Alessandro non si sia trovato d’accordo con i cambiamenti voluti dallo zio Gilberto (l’uomo dei conti della famiglia Benetton, come lui stesso si definisce) in merito al prodotto e al modello di gestione. Già da qualche anno il brand italiano di maglieria si trova a fare i conti con la concorrenza sempre più spietata dei marchi lowcost: basti pensare che Zara, 15 anni fa dimensionalmente molto simile a Benetton, ha registrato nel 2015 un utile quasi doppio rispetto a quello dell’azienda di Ponzano. E se la concorrenza ha avuto effetti tragici su Stefanel, altro storico marchio di maglieria italiano, è necessario che Benetton attui un programma di cambiamento.
Qui è arrivato il contrasto fra Alessandro Benetton e il resto della famiglia. Laureato in Business Administration a Boston con un master ad Harvard, Alessandro è stato presidente esecutivo di Benetton per un anno, poi sostituito nel 2013 da Gianni Mion, storico manager di fiducia di Gilberto, e da Marco Airoldi. Tutte le sue decisioni sono state revocate e nei successivi tre anni il gruppo Benetton non ha comunque trovato una strategia efficace per rilanciare il marchio. Così Alessandro se ne va, e decide di occuparsi a tempo pieno della sua holding di private equity 21 Investimenti. Tutto ciò ha dato una forte scossa all’equilibrio della famiglia Benetton. Il fondatore del brand, Luciano Benetton, ha infatti annunciato che non sostituirà Alessandro con nessun altro membro della famiglia: la gestione del marchio di retail era destinata a lui, e a nessun altro dei suoi figli. Una decisione forte, che inevitabilmente cambierà la struttura dell’azienda.