A. I.: l’artigianalità è di scena ad Altaroma

Si è conclusa nei giorni scorsi Altaroma. Come di consueto occhi puntati su A.I., Artisanal Intelligence, da anni tappa fondamentale ed imperdibile nell’ambito dell’haute couture capitolina. La manifestazione, nata allo scopo di promuovere la creatività contemporanea, unisce mirabilmente arte, artigianato e moda, con particolare attenzione al made in Italy ma aprendosi anche ai talenti internazionali. Fucina di talenti e crocevia culturale, A.I. è un progetto unico nel panorama del fashion biz contemporaneo, che, attraverso un itinerario che abbraccia gallerie, luoghi d’arte e atelier d’autore, sottolinea la bellezza imperitura della Città Eterna andando a scoprirne vicoli inusitati in cui la vocazione alla manualità è ancora fortemente radicata.

È un Grand Tour quello che è stato presentato nell’edizione appena conclusasi: a 200 anni dalla pubblicazione di “Viaggio in Italia” di J.W. Goethe designer, artigiani ed artisti si sono confrontati interpretando lo stesso tema attraverso visioni oniriche e stili multiformi. Il topos del viaggio in Italia è stato sviluppato attraverso mostre ed installazioni in cui l’arte è stata protagonista indiscussa. Presente e passato si intersecano in giochi caleidoscopici, mixando la tecnologia dei pixel alle tessere di un micromosaico dal gusto classico. Tema cardine nella letteratura, il Bildungsreise costituisce da sempre esperienza fondamentale per la costruzione del proprio Io: impossibile non fare tappa nel Bel Paese, con le vestigia romane, le ville palladiane o gli scavi di Pompei: la bellezza italiana rivive nelle testimonianze lasciateci da H. C. Andersen, Goethe, il barone di Montesquieu e Charles Dickens, fino al cinema, che trova illustri esponenti in Rossellini, James Ivory e la sua “Camera con vista” e Peter Greenway. Il Grand Tour come ricerca intima dentro di sé è il tema su cui si sono misurati artisti viaggiatori, per una moda errante e vagabonda, pregna di un suggestioni etniche e di elementi che creano un melting pot culturale. Esplorazione e cronaca si snodano attraverso un percorso affascinante ed intenso che unisce accessori, gioielli e collezioni di designer provenienti da tutto il mondo, uniti dal comune denominatore dell’amore per l’Italia.

Tra i designer esposti l’ungherese Boglàrka, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma e alla Moholy Nagy di Art and Design di Budapest con una tesi su Roma; Celeste Pisenti e Stefano Russo, autori della “Chimica Romantica”, un progetto composto da abiti, accessori e immagini che uniscono la moda a discipline quali la scienza e la filosofia. Non sono mancati nomi dell’eccellenza del Made in Italy, come lo storico Lanificio Cesare Gatti. I tesori di Roma sono stati al centro dell’opera di Gergei Erdei, che le ha riprodotte attraverso nuance e giochi cromatici per riprodurre il guardaroba ideale di un viaggiatore dandy del XIX secolo.

Gergei Erdei
Gergei Erdei protagonista dell’ultima edizione di A.I.


ai
Il topos del viaggio è stato al centro di A. I.


ai maria sole ferragamo
L’installazione firmata Maria Sole Ferragamo


ai maria sole ferragamo1
La gorgiera rivisitata attraverso lo stile di Maria Sole Ferragamo


Geniale la creatività di Haetts, cappellai olandesi che hanno sposato la filosofia eco-friendly utilizzando per i loro copricapi crochet e fibre naturali, riproducendo fedelmente alcuni modelli settecenteschi. Lusso e femminilità allo stato puro nelle scarpe di Manfredi Manara. Nato a Monaco nel 1990 da madre argentina e padre italiano, formatosi al London College of Fashion, il suo universo femminile riporta in auge un lusso evergreen che rivendica l’artigianalità attraverso l’uso di elementi inusuali quali le passamanerie. È stata poi la volta di Maria Sole Ferragamo, protagonista di “Eppur si muove”, un progetto fortemente voluto dalla giovane creativa laureata in Architettura ed erede di una delle famiglie più importanti della storia della moda italiana. I suoi accessori ricalcano fedelmente elementi rinascimentali, come gorgiere e crinoline, ma anche gabbie naturali che, attraverso un sapiente gioco di intrecci e geometrie in pelle, circondano ed esaltano il collo ed i fianchi.

Period Features Brand nasce dall’estro dello stilista giapponese Masakatsu Tsumura, artista e designer rimasto fortemente affascinato dall’arte della tessitura a mano, che ha conosciuto durante un viaggio in India. Anche qui largo ad un uso massiccio di materiali ecosostenibili per forme contemporanee. La cappa, celebre capo passepartout nel guardaroba di ogni viaggiatore che si rispetti, viene rielaborata da Maria Federica Bacchiddu di Theodora Bak. La creatività artigiana si snoda poi attraverso i micromosaici e nelle installazioni di Ophelia Finke Art Catlin, artista ed antropologa che traduce i ricordi psicologici in grandi “disastri onirici” fatti di assemblaggi completamente bianchi di cose.

ai boglarka
Le suggestioni etniche di Boglàrka


ai roman micromosaic
Le vestigia romane rivivono in Roman Micromosaic


A.I. Artisanal Intelligence nasce da un progetto firmato Clara Tosi Pamphili ed Alessio de Navasques. Laureatasi in Architettura a Roma con Giorgio Muratore, storica della moda e del costume, Clara Tosi Pamphili ha al suo attivo numerose mostre e pubblicazioni. Da anni svolge attività di ricerca delle arti applicate alla moda, vantando collaborazioni con le più importanti sartorie teatrali e di moda italiane e internazionali. Dopo aver diretto didatticamente l’Accademia di Costume e di Moda dal 2005 al 2007, ha insegnato Storia del Design di Moda e Tecniche di Ricerca all’Accademia di Costume e di Moda e alla Facoltà di Architettura di Roma Ludovico Quaroni fino al 2011. Attualmente lavora con Altaroma e collabora con il Maxxi e altre istituzioni per la creazione di eventi culturali sulla moda. Alessio de Navasques nasce a Brindisi il 10 maggio 1985. Dopo aver conseguito la maturità classica inizia subito la sua attività di scouting, partendo dallo showroom di famiglia ed appassionandosi a tematiche quali il recycling e il vintage. Amante della contaminazione tra le arti, in particolare Arte e Moda, si trasferisce a Roma, dove studia architettura e diviene curatore indipendente di mostre che riscuotono enorme successo, a partire dalla creazione del museo D’Annunzio Segreto, che raccoglie il guardaroba del famoso scrittore. Il duo continua a macinare successi.

(Tutte le foto sono di Andrea Buccella)


Potrebbe interessarti anche:
Luisa Casati: vivere come un’opera d’arte