Gabriele Pellerone: come trasformare il tatuaggio in opera d’arte

La storia del tatuaggio ha origini molto antiche ed è stato impiegato presso moltissime culture, in realtà la sua origine è da attribuirsi ad altri significati che vanno ben oltre il senso estetico.
La sua scoperta si deve al capitano James Cook nel 1744, che rientrando da un viaggio nell’oceano Pacifico portò con sé il principe indigeno “OMAI”, il cui scopo era di far conoscere al mondo occidentale un’arte sconosciuta.
Da quel momento il tatuaggio prese piede ovunque, e se da una parte c’era chi li discriminava, dall’altra maturò una crescente voglia da parte del popolo di recarsi in luoghi lontani laddove potevano farsi tatuare dai grandi maestri.


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I significati da attribuire al tatuaggio oggi sono svariati, e diversi da quelli realizzati nel passato.
Negli ultimi anni il tatuaggio ha subito una metamorfosi in vera e propria forma d’arte, trasformando la pelle in tele da dipingere, tutto questo può avvenire solo per mano di un abile Tattoo Artist.
Rinchiuso in un angolo dal mondo artistico per molto tempo, il tatuaggio rappresenta uno dei più antichi supporti dell’atto creativo, e solo negli ultimi anni ha visto la sua rinascita.
Così come i muri nell’epoca primordiale, anche il corpo a un certo punto ha sentito la necessità di vestirsi con un abito nuovo, incarnando la fluidità di una vita che ruota intorno all’arte e ai ritmi dell’esistenza.


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Un mix tra inchiostro e pezzi di pelle che solo un bravo Tattoo Artist è in grado di fare, una pura forma artistica che unisce altissima manualità e antiche tradizioni.
Il tatuaggio non più visto dunque come espressione malevola associata a soggetti ai margini della società o a una vita disagiata, bensì opera d’arte che viene fuori da abili mani.
Il rapporto tra arte e tatuaggio nasce dall’esigenza di avere un confronto diretto con la pittura; ma è quando quest’ultima che si avvicina al tatuaggio attraverso la testimonianza delle Antropometrie di un grande artista come Yves Klein (ad esempio), che avviene la magia.


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Yayoi Kusama


L’ago impregnatosi di colore dalla tavolozza dell’artista, si trasforma in pennello per lasciare un segno, trasformando l’opera in dimensione segnica.
Altre testimonianze sullo stretto rapporto fra il mondo artistico e quello del tatuaggio, arriva dalle performance degli anni sessanta di Yayoi Kusama (una dimensione però legata al ricordo quella di Kusama poiché i corpi erano poi lavati), la quale si divertiva a ricoprire i corpi con dei divertenti pois, gli stessi con cui sono oggi rivestite le ormai celebri borse Louis Vuitton.


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Yves Klein “Antropometrie”


A differenza della pittura (anche se il supporto si degrada nel tempo), nel tatuaggio l’opera si scontra con due temporalità: nel soggetto tatuato il tatuaggio è per sempre, nella storia dell’arte l’opera vie solo sotto forma di riproduzione.
Il cambiamento più significativo si è verificato non all’esterno, bensì all’interno del mondo del tatuaggio e in particolar modo collegato alla figura del tatuatore.
In passato il Tattoo Artist eseguiva il disegno commissionatogli, oggi il rapporto tra artista e committente è mutato in un dialogo quasi ai limiti della psicologia, mantenendo uno stretto rapporto con la storia dell’arte in quanto valore artistico e introspettivo.
Grazie a questa mutazione i Tattoo Artist (una comunità sempre in continua crescita) hanno potuto mostrare al mondo intero il proprio talento artistico, sviluppando una moltitudine di stili dal tratto estremamente creativo e personale.
Proprio come ha fatto Gabriele Pellerone, prodigioso talento di Reggio Calabria specializzato nel tatuaggio realistico e ritrattistica, che dall’età di 20 anni dopo aver acquistato una piccola macchinetta ha fatto della sua passione un vero e proprio lavoro.
Una passione trasmessagli dalla madre quella di Gabriele, che dall’età di 3 anni inizia a disegnare senza più fermarsi.
Oggi è considerato uno dei maggiori esponenti del tatuaggio realistico in Italia e i suoi tatuaggi sono considerati ormai opere d’arte, il suo studio – L’Arte del Tatuaggio – è ritenuto uno dei più tecnologici e all’avanguardia, grazie anche al rispetto dei canoni d’igiene e sicurezza del settore.

Attento alle fondamentali norme da rispettare per la buona riuscita di un tatuaggio, l’artista realizza ogni opera sul corpo con speciali strumenti che agiscono sullo strato superficiale della pelle, cui all’interno sono inseriti dei pigmenti che non contengono nikel con aghi realizzati in acciaio chirurgico.
Grazie a questi fondamentali accorgimenti e all’uso di strumenti professionali, Gabriele riesce a operare sulla pelle dei disegni che manterranno la perfetta brillantezza e la massima cicatrizzazione, favorendone la buona riuscita che rimarrà inalterata nel tempo.
Oggi Gabriele trasforma parti di pelle in opere d’arte, ottenendo ampi consensi e successi dal mondo intero, partecipando a diverse convention e a mutare i sogni in realtà, come quello di realizzare il primo box di aghi che porta la sua firma.


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Determinato e caparbio, Gabriele, non si è dato mai per vinto e in un mondo di grandi ha saputo ritagliarsi il suo angolo di successo, scelto tra 300 tatuatori di fama mondiale qualche tempo fa, ha anche partecipato al Tattoo Convention Expo, tenutosi al New York Empire State.
Apparso in numerose interviste in tv, riviste di settore e convention, si divide tra Italia ed Europa per partecipare a svariati seminari dedicati al tatuaggio realistico e al ritratto.


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Il tatuaggio oggi ha raggiunto alti livelli e Gabriele contento e soddisfatto di questa mutazione, testimonia nelle grandi convention a fianco di altri grandi il riconoscimento del tatuaggio come nuova forma di arte contemporanea.
“Il tatuaggio non è moda, è arte. Il realismo è la massima forma di espressione del tatuaggio”.
(Gabriele Pellerone)


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Photo credit: Gabriele Pellerone – Artslife – Palermo Tattoo Convention