Aria di novità sulla passerella di Yohji Yamamoto: lo stilista ammette il suo impellente bisogno di trasformazione, che dà vita ad una collezione originale e ricca di pathos. Non deve certo essere facile la vita quando si è una leggenda vivente e non solo per il carico di aspettative che inevitabilmente si genera ad ogni stagione. “Dopo più di quarant’anni, sono diventato troppo famoso. La gente normalmente mi rispetta anche senza alcun motivo”, così lo stilista ha commentato, senza peli sulla lingua, la sensazione provata all’apice di una carriera straordinaria, che l’ha reso uno dei protagonisti indiscussi del fashion biz. “Io voglio sorprendere ed ispirare la gente”, così ha continuato Yamamoto, che ha espresso un’urgenza creativa dirompente. Il risultato è un romanticismo avanguardistico, che attraversa la collezione autunno/inverno 2017-18, che ha sfilato nell’ambito della settimana della moda di Parigi. Lirismo ed austerità si alternano senza sosta, in una collezione altamente sperimentale, che sfila sulle note della chitarra suonata dallo stesso designer. Intimista e poetica, la collezione è pervasa da atmosfere oniriche: come un sogno, l’estetica di Yamamoto affonda le sue radici in uno stile vittoriano che si unisce in modo mirabile alle suggestioni sportswear, da sempre cifra iconica del brand. La collezione si pone come una esplorazione iconica delle costruzioni, dei tagli, dei drappeggi che da sempre rendono unico lo stile Yamamoto, dando vita alle sue silhouette entrate nel mito. Tra capispalla scultorei sfila una carrellata di suggestioni teatrali, come tuniche alla Pierrot, party dress con gonne a palloncino, giacche dal sapore army-chic e cappotti altamente scenografici, seppur nel loro minimalismo d’ordinanza. Mirabile deus ex machina della sfilata, Yamamoto continua ad incantare generazioni di fashionisti, grazie ad uno stile capace di trasformarsi, carpendo i nuovi diktat della moda pur senza perdere di vista l’heritage originario.
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Gli echi nostalgici di Yohji Yamamoto
In un mondo in cui le mode e i trend si susseguono senza sosta, Yohji Yamamoto decide di andare controcorrente e di prendersi una pausa: la collezione AI2017-18 che ha sfilato alla settimana della moda uomo parigina si pone come una piccola grande rivoluzione che si oppone alle dinamiche del 21esimo secolo. E’ uno show intriso di poesia e suggestioni nostalgiche, quello che si consuma sulla passerella del menswear parigino: l’uomo Yohji Yamamoto indossa capi dalle ispirazioni workwear che celebrano il potere del corpo. “I tempi stanno cambiando troppo velocemente”: questo slogan campeggia sullo sfondo della sfilata, declinato nei colori della bandiera francese, rosso, bianco e blu. In passerella uomini di mezza età si alternano a giovanissimi modelli: sofisticata e minimal l’estetica Yamamoto sembra conferire un’aura nuova al corpo, attorno al quale si erge una struttura di capi sartoriali e ricchi di charme evergreen. Dominano i lunghi cappotti che profumano di antico, tra sapienti decostruzioni ed ardite sovrapposizioni. “Il denaro genera denaro. Lo odio. Torniamo ai giorni in cui il corpo procurava denaro. Questi ragazzi sono tutti combattenti e lavoratori. Li ammiro e li rispetto”, così lo stilista ha commentato la sfilata e i suoi protagonisti. L’uomo Yamamoto è un lavoratore che si muove nella giungla metropolitana stretto in capi languidi e decostruiti. Il Giappone torna prepotentemente alla ribalta con uno stile effortlessy-chic e minimale, che strizza l’occhio al rigore orientale. Tripudio di capispalla, che ridefiniscono i codici del workwear: sfila una sorta di uniforme urbana tra giacche e parka: trionfano i cappotti, declinati in velluto e nuance come il rosso e il salmone. Tutti i capispalla sono reversibili, per una maggiore funzionalità. Ad ispirare Yamamoto i piloti combattenti giapponesi. Domina il camouflage all over, tra pattern in stampa patchwork e tocchi di pelle. Una sfilata che nasce da un intento rivoluzionario: la nostalgia che si avverte non è fine a se stessa ma diviene produttiva per sdoganare un’etica nuova, che rendi il dovuto omaggio ai lavoratori e ai nuovi guerrieri contemporanei.
Yohji Yamamoto. Il coraggio di un samurai alla Paris Fashion Week
Stratificazioni oversize: questa potrebbe essere la sintesi della collezione uomo primavera/estate 2017 di Yohji Yamamoto.
Un progetto creativo lontano da ogni forma di business: la proposta dello stilista giapponese, si rivolge ad un pubblico di nicchia, capace di entrare in alchimia con le sue creazioni.
L’uomo descritto da Yamamoto, possiede un look vagamente trasandato. Non ama gli eccessi e non segue le tendenze. E’ un samurai di buon animo, che sceglie di vestire comodamente. Ama i tessuti naturali come il cotone o il lino ma non disdegna il denim.
Basata sulla tinta unita, la collezione di Yohji, viene “scossa” da segni grafici stilizzati su camicie e capispalla.
I pantaloni si fanno culottes e, in diversi casi, accarezzano leggermente la caviglia.
A cingere il capo, fasce e cilindri en pendant con i capi proposti in passerella.
Fonte immagini wwd