L’incubo di ogni donna è non sapere cosa indossare pur avendo l’armadio pieno di capi. Ci sono donne, invece, che con un solo abito hanno fatto la storia. Non si tratta della favola di Cenerentola, sebbene anche questa potrebbe assomigliare ad una fiaba. È la storia di Diane von Fürstenberg, incarnazione della Pop Art, designer sulla cresta dell’onda da oltre mezzo secolo e businesswoman di successo.
Belga, nata Diane Simone Michelle Halfin, classe 1945, la favola per lei è iniziata a partire dal matrimonio blasonato con il principe Egon von Fürstenberg, celebratosi nel 1969 ma seguito dal divorzio appena tre anni dopo.
Nel 1970 la giovane Diane, all’epoca appena venticinquenne, investe la cifra di 30.000 dollari nella creazione di una linea di abbigliamento femminile. È un successo clamoroso e senza precedenti. Le idee della giovane piacciono oltre ogni aspettativa. È in particolare un abito dal taglio molto semplice ed essenziale, a conquistare centinaia di migliaia di donne: è il wrap dress, l’abito a portafoglio. Uno chemisier stampato molto pratico dalla linea pulita e dalle stampe sofisticate, che lo rendono molto versatile e adatto a qualsiasi occasione.
“Il wrap dress mi rese la donna che volevo essere“, ha dichiarato la designer in una recente intervista. Suggestioni bohémien nelle stampe optical, il suo celebre vestito ha rivoluzionato la moda dei primi anni Settanta, imponendo come nuovo must have la comodità. Diane von Fürstenberg entra così nel mito e diviene brillante businesswoman nel gestire la sua mirabile carriera.
Alcune sue creazioni vengono esposte più tardi al Costume Institute del Metropolitan Museum of Art. Creatrice di una linea di cosmetici e pioniera dello shopping postale, che iniziò ad usare nel lontano 1991, Diane nel 1985 si trasferisce a Parigi, dove fonda una casa editrice in lingua francese di nome Salvy. Nel 1993 acquista il monumentale studio che fu dell’artista Lowell Nesbitt, adibendolo a proprio studio nonché abitazione.
Del 1997 è la sua prima autobiografia, “A Signature Life”. Nel 2001 convola in seconde nozze con Barry Diller, magnate della Paramount e della Fox. Nel 2005 le viene conferita un’onorificenza dal CFDA, Consiglio degli stilisti d’America, di cui diviene lei stessa presidentessa nel 2006.
Leggenda vivente, regina del jet set internazionale, DVF è amica di Oprah Winfrey ed Anna Wintour. Presenza storica dello Studio 54, è stata grande amica di Andy Warhol, per cui ha posato nel 1973. Curiosi gli aneddoti che si celano dietro quel celebre ritratto. Diane desidera uno sfondo bianco, ma casa sua aveva le pareti tappezzate di colori vivaci, e l’unico spazio bianco si trovava nella cucina. Qui però non c’era abbastanza spazio per posare in piedi: da qui la mano sopra la testa con cui è stata ritratta. Non un vezzo, quindi, ma un’esigenza di natura pratica.
Protagonista indiscussa della Pop art, DVF ha avuto davvero tutto dalla vita: apparsa sulla copertina di Newsweek a meno di 30 anni, travolta ad appena 25 anni da un successo inaspettato, il suo brand oggi consta di 85 stores sparsi per il mondo. Inoltre la stilista ha festeggiato lo scorso anno a Los Angeles il quarantesimo anniversario dalla creazione del wrap dress con la mostra “Journey of a Dress”.
“La cosa bella dell’invecchiare è che hai un passato”, sostiene Diane, che deve tutto al suo wrap dress: dal suo appartamento sulla Fifth Avenue all’educazione dei suoi figli alla sua indipendenza, la cosa a cui tiene maggiormente.
Eppure la designer ha dichiarato di non indossarlo più, il wrap dress: “Non ho più il punto vita”, ha ironizzato in un’intervista dello scorso anno. Gambe favolose, viso che mostra fieramente qualche ruga, DVF si dichiara apertamente contraria alla chirurgia plastica. Carismatica e dalla personalità granitica, la stilista è molto impegnata nel sociale: da anni è membro di VitalVoices, un’organizzazione che si batte per i diritti delle donne.
Inoltre DVF è grande amante dell’high-tech e ha scritto un articolo per il New York Times in cui ha esaltato le potenzialità offerte dalla rivoluzione digitale e dalle nuove tecnologie. Dichiara felicemente di saper usare l’iPad e l’iPhone e si dice “vecchia abbastanza da aver ballato allo Studio 54 ma giovane da saper mandare una email”. La degna protagonista di una vita da favola.