“I bei tempi”, è questo il titolo della sfilata di Federico Cina, ultimo vincitore di Who is On Next.
L’invito a guastare con intensità la bellezza della vita e il soffermarsi ad osservare il fascino dell’attimo vissuto diventa il preludio della nuova collezione Fall/Winter 2020.
Originario di Sarsina, lo stilista trova nell’archivio fotografico del compaesano Vittorio Tonelli l’ispirazione per le creazioni che hanno sfilato in passerella.
La bellezza folcloristica, culturale e gastronomica diventano elemento di studio e di riflessione stilistica.
Recuperare i valori di una Romagna passata tramite fotografie d’epoca e i racconti di una realtà contadina del secondo dopoguerra.
Questo meticoloso lavoro di ricerca del “Maestro” sarsinate viene ripreso e raccontato in sfilata dal giovane, ma promettente, Federico Cina.
Il grande debutto nel mondo moda inizia, per il brand, nel gennaio 2019, con la sfilata “Romagna mia”, proseguendo a luglio con la collezione primavera estate 2020 “Mi Sono Innamorato Di Te”, portandolo alla vittoria del fashion talent presentato da Vogue Italia e AltaRoma.
Anche in quest’ultimo fashion show, la sensibilità nostalgica e il profondo romanticismo si riconfermano elementi chiave di una collezione che fa rivivere con grande tenerezza il ricordo di una tradizione non obliata.
“I bei tempi” possono rivivere in passerella ancora oggi grazie all’occhio attento di Federico Cina.
Il valore e il costume romagnolo si incontra con una reinterpretazione del concetto classico di silhouette, creando un connubio fresco ed elegante. I toni pastello e colori shocking convivono e dialogano in un perfetto rapporto tra passato e futuro.
Trench, cappotti, tessuti a maglia larga e copricapi voluminosi, impreziositi dall’eleganti stampe Romagnole, sono il filo conduttore di una collezione che riporta il ricordo di un tempo che non vogliamo dimenticare.
Rivoluzione in casa Vogue Italia: dopo la prematura scomparsa di Franca Sozzani, avvenuta lo scorso dicembre, Emanuele Farneti è appena stato nominato nuovo direttore dell’edizione italiana della Bibbia della moda.
Farneti succede alla celebre Sozzani, che con il suo estro creativo ha reso Vogue Italia e L’Uomo Vogue due tra le testate più prestigiose del mondo. Il neo direttore ha appena lasciato il suo posto di editor-in-chief del magazine maschile GQ, per prendere in mano le redini di Vogue, che dal 1988 era diretto dalla compianta Sozzani.
“Come tutti sappiamo”, ha dichiarato in una nota Jonathan Newhouse, chairman della casa editrice Condé Nast, facente capo alla testata, “Emanuele succede alla straordinaria Franca Sozzani, la cui genialità ha reso Vogue Italia e L’Uomo Vogue un punto di riferimento in tutto il mondo per la moda e la fotografia. Ci può essere una sola Franca. Eppure lei stessa aveva riconosciuto che Vogue possiede una vita propria che trascende la creatività di ogni singolo individuo. Conosceva e aveva un grande rispetto per Emanuele, e credo che avrebbe approvato”.
Una carriera lunga e tanta gavetta alle spalle per Farneti, che ha iniziato in televisione: dopo alcune esperienze in reti televisive quali Sei Milano, Telelombardia e Canale5, nel 1999 arriva a Condé Nast Italia, dapprima lavorando per GQ, all’epoca diretto da Andrea Monti. Nel 2003 viene nominato caporedattore centrale di Men’s Health, testata della Mondadori; successivamente passa alla ‘Gazzetta della Sport’ e nel giugno del 2004 viene nominato direttore del suo supplemento settimanale ‘SportWeek’.
Alla fine del 2004 il ritorno in Mondadori per dirigere ‘Men’s Health, fino a marzo 2007, quando assume la direzione di ‘First’ e diventa caporedattore centrale di ‘Panorama’. Nel 2011 nasce ‘Panorama Icon’ su una sua idea e nel 2012 dirige ‘Flair’. Due anni più tardi, nel 2014, torna in Condé Nast Italia come direttore di ‘AD’, fino al febbraio 2015, quando viene eletto direttore di ‘GQ’. Ora la svolta all’apice di una carriera sfolgorante.
Descritto come una sorta di Re Mida della carta stampata, Farneti, secondo le parole di Jonathan Newhouse, è considerato un vero e proprio “magazine maker” in grado di conseguire risultati eccellenti in ogni testata. Il giornalista sarà il terzo direttore di Vogue Italia, testata nata nel lontano 1966 grazie a Samuel Irving Newhouse. Il primo direttore fu Franco Sartori, poi si aprì l’era Sozzani, durata fino alla prematura scomparsa della giornalista, venuta a mancare lo scorso 22 dicembre.
È scomparsa improvvisamente oggi, all’età di 66 anni, Franca Sozzani, storico direttore di Vogue Italia. Una notizia che giunge del tutto inaspettata: Franca Sozzani era malata da un anno, ma pochissimi sapevano. A comunicare la sua scomparsa Jonathan Newhouse, Chairman e Chief Executive della Condé Nast: “la notizia più triste che abbia mai dovuto comunicare”, così Newhouse ha commentato la morte della fashion editor. Solo pochi mesi fa il figlio Francesco Carrozzini presentava il documentario a lei dedicato, Chaos and Creation, durante l’ultimo Festival del Cinema di Venezia. L’ultima apparizione circa tre settimane fa, a Londra, durante la premiazione del British Fashion Council: Franca Sozzani è salita sul palco accompagnata da Tom Ford per ricevere lo Swarovski Awards for Positive Change.
Nata a Mantova il 20 gennaio 1950, Franca Sozzani dopo il diploma al liceo classico Virgilio, si laurea in Lettere e Filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Appassionata di moda fin da giovanissima, ha iniziato la sua carriera lavorando nella redazione di Vogue Bambini, testata creata nel 1973, che la assunse dopo che lei rispose ad un annuncio. La ragazza ha carattere: curiosa e versatile, fiuta le tendenze e non teme di esprimere se stessa attraverso il suo lavoro. «Sì che sono una vincente! Non perché sia presuntuosa, ma perché tutte le mie idee hanno avuto successo», così amava parlare di sé, forte di una carriera piena di successi. «Ho deciso che volevo lavorare e fare la stylist e ho preso subito tutto sul serio. Oliviero Toscani racconta sempre che ero “una deficiente puntaspilli vestita Saint Laurent”».
Intanto, all’età di 22 anni, Franca Sozzani convola a nozze, salvo separarsi dopo appena tre mesi, mentre è in attesa del primo figlio. Nel 1980 diventa direttore di Lei e, tre anni più tardi, dirige anche Per Lui, versione maschile della testata. Nel 1988 la svolta che le ha cambiato la vita: la fashion editor diviene direttrice di Vogue Italia, la Bibbia della moda, incarico che manterrà fino alla fine. Con lei Vogue sbarca su internet: nel febbraio 2010 il lancio di Vogue.it, il primo portale al mondo intestato alla celebre testata. Franca Sozzani ama provocare: per lei la moda non è fatta solo di lustrini e paillettes e tanti sono i temi che ha trattato dalle pagine patinate di Vogue. Audace e controcorrente, tante volte Newhouse minaccia di licenziarla, perché quella sua esuberanza non attira simpatie. Indimenticabile il servizio contro il razzismo, interamente con modelle di colore, pubblicato su Vogue nel luglio 2008, o ancora lo shooting contro gli orrori derivanti dall’abuso di chirurgia estetica. Fu lei a volere sulla cover di Vogue Italia un gruppo di modelle curvy, sdoganando quella che sarebbe poi diventata una tendenza. E fu ancora lei a battersi per una moda che guardasse anche ai giovani talenti, grazie all’istituzione del concorso Who’s On Next.
Personalità granitica e stile invidiabile, Franca Sozzani dall’ottobre 2006 ha assunto la direzione anche de L’Uomo Vogue e successivamente di Vogue Gioiello e Vogue Accessory. Inoltre è stata direttrice editoriale della casa editrice Condé Nast per l’Italia e, dal marzo 2013, presidente della Fondazione IEO Istituto Europeo di Oncologia. Nel 2015 è stata nominata direttrice responsabile di tutti i periodici in lingua italiana con il marchio Vogue, di Vogue Sposa e Vogue Gioiello.
Considerata da Valentino Garavani “la più grande editor del mondo”, Franca Sozzani non ha mai temuto le critiche e ha sempre risposto con orgoglio ed eleganza dalle pagine del suo blog. «Felice di piacervi e non», scriveva. «Non si può sempre piacere a tutti e soprattutto non si deve». Caparbia e fiera, ma anche riservata e discreta, molto della sua personalità era stato rivelato nel documentario del figlio, Francesco Carrozzini. «Il successo ce lo si guadagna, oserei dire ce lo si inventa. Niente arriva per caso anche se la fortuna di cadere al posto giusto, nel momento giusto, con la persona giusta agevola parecchio. Ma la sorte, si sa, è alterna. Non è proprio la base su cui costruire il proprio successo. Il talento, il tuo, è la vera forza». «Franca mi ha insegnato a rompere le regole e a uscire dal mondo borghese della moda», ha dichiarato il fotografo Bruce Weber.
Franca Sozzani se n’è andata in punta di piedi oggi, 22 dicembre 2016, dopo aver combattuto per più di un anno contro una malattia incurabile. Pochissimi erano a conoscenza della sua battaglia: anche se le sue apparizioni pubbliche si erano diradate, la direttrice di Vogue aveva presenziato alle ultime settimane della moda e a qualche evento che la vedeva protagonista. Impegnata anche nel charity, dal 2014 era ambasciatrice Onu per il programma alimentare e dal 2013 presidente della Fondazione Ieo, Istituto Europeo di Oncologia. Il prossimo 20 gennaio avrebbe compiuto 67 anni. «Ma qualche volta, per favore, give me a break», così Franca chiudeva, sette anni fa, uno dei suoi post, sempre pronta al dialogo anche con chi non l’amava. Con lei scompare un tassello fondamentale della storia della moda.
Franca Sozzani non è più in vita.
Muore, oggi, anche la scrittura della moda italiana.
La direttrice di Vogue Italia ha detto addio al mondo – prematuramente – a soli 66 anni.
L’indiscutibile regina della moda italiana condivideva uno dei ruoli più influenti nel mondo dell’editoria assieme alla sua collega americana Anna Wintour.
Non solo moda, Franca Sozzani impegnava la sua vita anche nel sociale.
Gli ultimi numeri beauty di Vogue premevano sull’importanza e sulla delicatezza della chirurgia estetica, sull’esagerazione che portava le donne a trasformare il proprio corpo.
La Sozzani ha toccato diversi tasti dolenti della moda con la delicatezza che da sempre l’ha contraddistinta, tra questi il mondo delle donne curvy.
Non una diva dello spettacolo, mai in scena, sempre dietro le quinte.
Di una bellezza eterea e mai banale seppur semplice, Franca Sozzani sapeva muovere fili inconciliabili tra lunghe trame di racconti, scelte, decisioni.
Nota per la sua determinazione a ambizione, ha intrattenuto rapporti anche amichevoli con top model, fotografi, artisti e giornalisti come Naomi Campbell, Steven Meisel, Bruce Weber, Peter Lindbergh e Paolo Roversi.
Ammirata e amata da stilisti di fama internazionale, la Sozzani prendeva posto in prima fila accanto al “diavolo veste Prada”, Anna Wintour, ai lati delle passerelle durante le sfilate che annunciavano le stagioni a venire.
Ma forse, anche se Franca non è ormai più con noi, rimane e rimarrà sempre il suo contributo alla moda come quello di dare un barlume di speranza a giovani creativi e stilisti con il concorso “Who is on next” che ha il compito di scovare nuovi talenti.
Sempre in contrasto con l’idea che ingabbia la moda nella sua aurea di frivolezza e superficialità, Franca non rinunciava mai a dire la sua: “Non se ne può più di chi considera il nostro mestiere fatto solo di sfilate, cene e feste“.
E non si potrebbe cogliere la regina di Vogue Italia nella sua interezza senza guardare il docu-film che la ritrae come donna e madre: “Franca. Chaos and creation“.
Si tratta del progetto di suo figlio, Francesco Carrozzini, 34 anni, fotografo e regista, che le ha dedicato un ritratto della sua vita con interviste inedite a Marina Abramovic, Bruce Weber, Karl Lagerfeld, Naomi Campbell e Courtney Love.
Ma da studentessa di Lettere a Vogue Bambini il passo è stato breve.
L’ascesa, poi, e la promozione a direttrice nel 1988.
È forse questo quello di cui si dovrebbe raccontare di Franca Sozzani, e non della sua malattia, della sua sofferenza, del suo tumore alla gola che l’ha uccisa a soli 66 anni.
Allora addio Franca Sozzani, dacci sempre la forza di credere nel talento che è in noi.
“Il successo ce lo si guadagna, oserei dire ce lo si inventa. Niente arriva per caso anche se la fortuna di cadere al posto giusto, nel momento giusto, con la persona giusta agevola parecchio. Ma la sorte, si sa, è alterna. Non è proprio la base su cui costruire il proprio successo. Il talento, il tuo, è la vera forza“.
La fotografia (e in particolare la fotografia di moda) elevata ad arte: questo è stato uno dei capisaldi di Vogue Italia nei suoi primi 50 anni di vita, e continua ad esserlo. Il direttore Franca Sozzani ha sempre sottolineato l’importanza dell’immagine nel raccontare storie e cambiamenti del mondo femminile e non solo. Mode, tendenze, ma anche fenomeni culturali e sociali passano attraverso le pagine di Vogue Italia, veicolati dall’occhio attento e poetico di artisti dell’obiettivo. Oggi, grazie a Franca Sozzani e ad Alessia Glaviano, senior photo editor di Vogue Italia, nasce il Photo Vogue Festival, un evento la cui protagonista assoluta è la fotografia. Suggestioni visive ed estetiche colte dallo sguardo del fotografo, professionista o emergente, che raccontano storie, ispirano, commuovono, indignano, mettono a fuoco aspetti della vita sociale del nostro tempo.
La prima edizione di Photo Vogue Festival si terrà a Milano dal 22 al 26 novembre, sarà aperta a tutti e costituita da tre mostre. Vanessa Beecroft Polaroids 1993.2016 è una monografica dedicata all’artista italiana e sarà visitabile all’interno del Palazzo Reale di Milano. The Female Gaze è invece una mostra collettiva, o meglio un viaggio che esplora immagini rivoluzionare, che hanno cambiato e stanno cambiando il modo di rappresentare la femminilità, la moda, il corpo e la sessualità femminile. Infine nella mostra PhotoVogue/inFashion i protagonisti saranno 30 fotografi emergenti, scelti tra i 120.000 partecipanti alla selezione. Un evento che avvicina tutti al mondo del bello, dell’immagine e della moda e che ha entusiasmato i suoi creatori. «Ci siamo resi conto che non esisteva un Festival del genere che fosse veramente autorevole, così abbiamo voluto crearlo – racconta Alessia Glaviano tra le pagine di Vogue – Devo dire che sono stati tutti entusiasti e ho avuto molto supporto, in primis da Franca Sozzani, il mio mentore. Lei è una visionaria, ha sempre privilegiato la fotografia e l’immagine come modo di raccontare il costume e la società, non solo la moda».
La Vogue Fashion Night Out, l’iniziativa promossa da Vogue Italia e dal Comune di Milano perde le serate di Roma e Firenze.
A dichiararlo, è stata il direttore di Vogue Italia, Franca Sozzani: “Abbiamo voluto focalizzarci su Milano per sottolineare il momento particolarmente felice che sta vivendo questa città nel panorama internazionale della moda, ha sottolineato Sozzani.
L’evento che si svolgerà nella città meneghina il 20 settembre 2016 verrà animato da grandi novità a partire dalla partnership con Fashion Film Festival Milano che vedrà la realizzazione di 10 film dedicati ad altrettante griffe italiane, girati da giovani registi del cinema internazionale.
Riconfermato anche l’appuntamento con Palazzo Morando dove al suo interno verranno esposti gli scatti degli shooting realizzati presso Terrazza Martini con tema #theperfectime.
Un’altra entusiasmante collaborazione è stata siglata con il colosso della moda Zalando che realizzerà per l’occasione un temporary store dove verranno presentate le collezioni autunno/inverno 2016-17.
Giunta all’ottava edizione, come ogni anno, centinaia tra negozi e boutiques e le maggiori case di moda, verranno coinvolte dalla VFNO che in questa occasione aiuterà il progetto “Monzino Donna” dell‘Istituto Monzino, grazie ai proventi ricavati durante la serata.
Who is on next? Uomo, progetto di scouting dedicato ai giovani talenti del fashion designer, realizzato da Fondazione Pitti Immagine Discoverye promosso daPitti Uomo in collaborazione con Altaroma e L’Uomo Vogue, ha proclamato Carlo Volpi, vincitore dell’ottava edizione dell’iniziativa.
Carlo Volpi, brand fondato nel 2014 dall’omonimo designer, ha convinto la giuria per l’energia e la creatività che sprigiona la griffe. Il lavoro di Volpi è stato valutato positivamente perché in esso è vivida la tradizione manifatturiera italiana oltre che una ottima abilità tecnica e una spiccata propensione alla sperimentazione.
Con questa proclamazione, Carlo Volpi avrà la possibilità i presentare la propria collezione in occasione della prossima edizione di Pitti Uomo e usufruirà di un servizio di tutoraggio gratuito per un anno, fornito dalla nuova Direzione Pitti TUTORSHIP.
Il concept store Sugar, darà l’opportunità a Carlo Volpi di vendere la sua collezione all’interno dello showroom e grazie alla menzione speciale di yoox.com, il brand entrerà a far parte del progetto THE NEXT TALENTS2017 concepito da Vogue Italia e yoox.com per sostenere i giovani talenti della moda, durante la prossima fashion week che si terrà a Milano il prossimo febbraio 2017.
Una menzione speciale della giuria, presieduta dal direttore di Vogue Italia, Franca Sozzani e dall’amministratore delegato di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone, ha premiato il brand di calzature Soloviere, fondato dalla designer Alexia Aubert, perché: “la sua proposta completa e originale. Un progetto interessante, con un focus su materiali di pregio e sulla funzionalità dell’accessorio. Molto apprezzati la manifattura di qualità, l’attitudine decisa del marchio e la personalità, con risultati di indiscutibile contemporaneità.”
Ad Alexia Aubert, inoltre, è stato assegnato il premio del Partner TOMORROW LIMITED, che le concederà, alla designer, la possibilità di vendere le sue creazione all’interno dello store parigino.
Uno sguardo innocente, il viso pulito tipico della sua età e lo stesso charme della madre: Lila Grace, figlia di Kate Moss, posa per la prima volta per la cover di un celebre magazine. Lo fa per l’obiettivo di Mario Sorrenti, ex storico della madre nonché firma tra le più autorevoli nella fotografia di moda.
La giovane Lila Grace è stata immortalata per la sua prima copertina accanto alla madre: ad ospitare il fashion shoot è il numero di giugno di Vogue Italia. Scatti intensi e ricchi di amore, che vedono madre e figlia posare insieme, in un bianco e nero patinato. “Love” è il titolo scelto da Sorrenti per l’editoriale di moda.
Nonostante i tredici anni, Lila Grace appare già molto consapevole: perfettamente a suo agio davanti all’obiettivo fotografico, la giovane posa con disinvolta eleganza nelle inedite vesti di cover girl della Bibbia dell’eleganza per eccellenza.
Classe 2002, la ragazza è nata dall’unione tra Kate Moss e Jefferson Hack, editore della rivista Dazed & Confused. Il suo è solo l’ultimo di una lunga lista di figli di top model che hanno ufficialmente debuttato nel fashion biz: da Lily-Rose Depp, figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis e neo musa di Karl Lagerfeld, a Kaia Gerber, figlia di Cindy Crawford.
Icona fashion ed esteta. Eclettica ed estrosa. Il volto unanime del fashion system e della fotografia di genere.
Manuela Pavesi, con la sua dipartita a soli 65 anni e dopo una dolorosa malattia, ha lasciato un vuoto enorme e difficile da colmare nel mondo della moda italiana ed internazionale.
Redattrice di moda per Vogue Italia, braccio destro di Miuccia Prada (le due donne s’incontrarono per la prima volta nel 1968 durante un corteo studentesco vestite elegantemente in Yves Saint Laurent), ossessionata dagli abiti vintage tanto da divenire collezionista di quest’ultimi.
Sobria nel suo chignon biondo, Manuela si scagliava contro la sciatteria definendo lo stile una “costruzione e modo di essere”.
Era ossessionata dalla moda fin dai primi anni della sua vita, definendola una “perversione, deviazione e patologia”.
Idolatrava il maestro couturier Yves Saint Laurent come raccontò in un’intervista “L’incontro che mi ha cambiato è stato quello, simbolico, con Yves Saint-Laurent, il primo a portare la sensibilità della strada nella moda. Mi sono vestita quasi solo Yves Saint Laurent per almeno tutti gli anni ’70. Abiti incedibili, che conservo ancora gelosamente tutti. Come il famoso vestito “Belle de jour”, nero con il colletto bianco, a cui sono legatissima e che mi ha sempre affascinato per l’interpretazione alla Buñuel dell’eleganza femminile, che lo ha ispirato […]Vestirmi YSL e condividere così il suo stesso punto di vista è stato per me più che frequentare un’università della moda. Ha influenzato profondamente la mia estetica.”
Ribelle, severa nel suo essere donna e lavoratrice. Colta e raffinata, indubbiamente pioniera delle nuove tendenze.
Il suo sorriso, sempre splendente e i suoi abbinamenti sopra le righe, mancheranno al sistema, come ai suoi estimatori e agli amanti in genere della moda.
Alla vigilia della fashion week milanese torna la notte dedicata allo shopping: il 22 settembre a Milano è prevista l’edizione 2015 della Vogue Fashion’s Night Out. La sesta edizione della notte bianca promossa da Vogue Italia coniuga la passione per lo shopping ad eventi charity. Amanti della moda fatevi avanti, con un obiettivo solidale.
Inserita per quest’anno all’interno di “Expoincittà” e patrocinata dal Comune di Milano, la VFNO prevede l’apertura straordinaria fino alle 23 delle boutique e degli store del centro e del quadrilatero della moda: da Brera e Corso Como a Corso Vittorio Emanuele fino a Corso Venezia, Corso Genova e Porta Nuova, con Piazza Gae Aulenti. Un fitto calendario di eventi esclusivi, con un parterre d’eccezione, esponenti del jet set internazionale e celebrities, insieme ad eventi dal vivo.
La notte bianca si inaugura con un cocktail offerto a Palazzo Morando da Martini, partner ufficiale dell’evento. Tra un cocktail e un altro largo a veri e propri percorsi di stile, come quello ispirato alla Belle Époque curato da Elisabetta Invernici che si terrà nella location di Palazzo Castiglioni, in Corso Venezia.
La Terrazza Martini, punto di incontro per gli amanti della Milano by night, viene celebrata da quattro fotografi selezionati all’interno del progetto di Photo Vogue con un’esposizione dei loro scatti presso il Padiglione Italia di Expo Milano 2015.
A Piazza Meda, nel Salone Centrale della Banca Popolare di Milano, Vogue Talents espone le opere di cinque designer. Per gli amanti del vintage sarà organizzata una sfilata di abiti d’epoca promossa dalla Regione Abruzzo. Un connubio di glamour e charity con un obiettivo solidale: l’intero incasso della notte bianca della moda quest’anno sarà devoluto all’Istituto Monzino per la ricerca sulle malattie cardiovascolari. Tantissime le boutique che hanno aderito all’iniziativa: la lista completa è online sul sito di Vogue Italia. Una serata da non perdere, per fare le ore piccole con stile.
Alla scoperta dei talenti premiati dal contest che, da oltre 10 anni, dà la possibilità, alle giovani leve della moda, di emergere.
Chiusi i battenti degli anni accademici dei maggiorni istituti di moda, culminati con fashion show più o meno sperimentali, ecco giungere un attesissimo evento per coloro che sognano una carriera nel settore.
“Who Is On Next?” è nato come uno dei principali contest che, oltre a decretare i massimi esponenti emergenti, portatori sani di impegno, caparbietà e creatività espressiva, offre la possibilità di immettersi direttamente nel mercato del Made in Italy.
Patrocinato da Altaroma e Vogue Italia, partner in crime nello scovare e sostenere nuovi talenti, il concorso si svolge durante la settimana della moda capitolina e ha luogo da oltre dieci anni.
Location d’eccezione il Palazzo delle Esposizioni, costellato dalle opere del fotografo David LaChapelle, grazie alla personale attualmente in corso che ha accolto il 13 luglio stampa, buyer e produttori internazionali.
A seguito del dinamico evento sfilata, dove ogni candidato ha avuto modo di mostrare le proposte per la prossima primavera-estate 2016, si sono svolte le premiazioni a cura di Silvia Venturini Fendi, presidente di Altaroma, e Carla Sozzani, editor-in-chief di Vogue Italia, a capo di una giuria settoriale.
Due i premiati per la categoria accessori:
Nicolò Giannico Beretta che, con stravaganti idee creative e la massima operatività sui social network, è stato scelto per l’ancor acerbo, ma alquanto ambizioso, progetto imprenditoriale. Le scarpe Giannico, infatti, già calcano i red carpet hollywoodiani e sono apprezzate dalle star come Dita Von Teese e Lady Gaga.
A circa 20 anni, e con in tasca il sogno di frequentare la prestigiosa Central Saint Martins School, l’enfant prodige del settore calzaturiero italiano, prevede di far scintille.
Heritage e tradizione, invece, il connubio che ha decretato il premio per la categoria borse.
A vincere Carol Oyekunle, artista con origini americane e keniote che, trasferitasi a Parigi, ha lanciato il marchio Lolita Lorenzo Minaudière.
Nelle sue collezioni notiamo come i variopinti codici di stile africani vengono rielaborati artigianalmente per conferire alle creazioni un’ aura di intramontabilità.
Forte dell’ impegno sociale, il brand ha lo scopo di promuovere la manodopera dei paesi del Terzo Mondo. La Oyekunle, infatti, collabora con un gruppo di donne nigeriane operative nel realizzare i tessuti per la produzione delle sue borse.
Tris di premi per il trionfatore della categoria abbigliamento:
Il britannico Lee Wood è stato scelto principalmente per la comprovata esperienza nel mondo della moda. Con all’attivo 16 anni nell’ufficio stile della Maison Versace, nel 2015 decide di lanciare il brand L72, per far emergere la visione estetica personale. Una collezione che consegna le chiavi di accesso al suo mondo, fatto di svariate sinergie creative e collaborazioni. L72 è infatti anche studio di consulenza a 360 gradi dove, insieme a un team di validi professionisti, vengono sviluppate collezioni e materiali visivi.
A Wood inoltre sono andati anche il premio Fashion Valley, che gli consentirà di elaborare una capsule collection con il distretto tessile pratese, e quello di Yoox.com, store virtuale, leader nel mondo. Quest’ ultimo, infatti, consentirà ai vincitori di vendere un look o una creazione esclusiva in oltre 100 paesi.
Una lancia va, infine, spezzata a favore del designer orientale, candidato ma non decretato vincitore, MiaoRan. Cinese, con studi conseguiti a Milano nell’ambito progettuale, attualmente insegna alla NABA. L’eclettico creativo vede l’uomo e la donna indossare gli stessi capi, nel segno della filosofia no gender che conferisce a essi minimalismo, tagli e volumi over. La forte sensibilità verso la composizione pittorica e il disegno rendono MiaoRan una perla del panorama contemporaneo.
Al termine della manifestazione possiamo dire che sono emersi il forte ottimismo e l’effettiva volontà nella costruzione del sistema moda che verrà.
Un’unione di intenti per far sì che le risorse nascenti non si disperdano nel buco nero dei sogni. L’obiettivo primario degli organizzatori è unicamente quello di incrementare i risultati a favore della branca del settore terziario che ha reso noto il nostro Paese in tutto il mondo.
FOTO Credits: Raffaele Soccio e Luca Latrofa/ L.Sorrentino