Spegne oggi 51 candeline Renée Simonsen, top model danese che ha incarnato gli anni Ottanta. Impossibile non ricordarla nelle pellicole vanziniane “Sotto il vestito niente” e “Via Montenapoleone”: sullo sfondo della Milano da bere, tra sfilate di moda ed eccessi, spiccavano donne bellissime, valchirie che hanno segnato un’epoca. Renée Simonsen ha unito una bellezza da copertina ad una personalità fuori dal comune che l’ha portata, ad appena 24 anni, a scegliere la strada più difficile, ritirandosi dalla moda e tornando sui libri. Oggi lavora come scrittrice di libri per bambini e sceneggiatrice.
All’anagrafe Renée Toft Simonsen, la top model è nata ad Aarhus, in Danimarca, il 12 maggio 1965. Sua madre era un’infermiera, suo padre uno studente. I genitori divorziano quando lei ha tredici anni. La giovane Renée inizialmente lavora come cassiera in un supermercato. Nel 1981 viene notata dall’editrice Birte Strandgaard, che le fa scattare delle foto da Leif Nygaard. Successivamente la Simonsen arriva seconda al concorso di bellezza Ekstra Bladet e viene immortalata sulla copertina della rivista Fotokino. Nel 1982 vola a New York e vince il concorso Supermodel of the World, in rappresentanza della Danimarca. Inizia così una carriera da top model: nel dicembre dello stesso anno ottiene la cover di Vogue America.
Trae le campagne pubblicitarie a cui presta il volto Avon, Burberry, Coveri, Cover Girl, Dior, Escada, Lancetti, Guy Laroche, L’Oréal, Oscar de la Renta, Renato Balestra, Revlon, Valentino, Versace, solo per citarne alcune. Conquista le cover di Elle, Vogue, Madame Figaro, Cosmopolitan, Harper’s Bazaar, Anna, Mademoiselle, L’Officiel.
Nel 1985 debutta sul grande schermo nel thriller patinato Sotto il Vestito Niente di Carlo Vanzina. L’anno seguente recita anche in Via Montenapoleone, nuovo cult vanziniano: le due pellicole testimoniano in modo encomiabile gli eccessi mondani della Milano da bere, divisa tra sesso, droga e sfilate di moda. Il ruolo della modella killer la rende famosa anche in Italia. La vediamo anche madrina dei Telegatti, nel 1987, accanto a Carol Alt e Mike Bongiorno.
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Mélange, Renee Simonsen
Nel 1985 si fidanza con John Taylor, bassista dei Duran Duran, diventando protagonista indiscussa della cronaca rosa. I due formano una coppia da copertina. Ma alla bionda top model la vita sotto i riflettori sta stretta: nel 1988, ancora giovanissima e all’apice della sua carriera, la Simonsen stupisce tutti con la sua decisione di ritirarsi. Dopo aver interrotto la relazione con Taylor, si ritira in un kibbutz in Israele, dove trascorre tre mesi in uno stato di profonda introspezione, insieme alla sorella Heidi. La modella è risoluta, quella vita patinata le sta stretta e arriva persino a rifiutare il ruolo di Bond Girl. Due sole parentesi la riporteranno a posare come modella: nel 1991 è la testimonial di Vichy e nel 1993 diventa il volto di Biotherm. Intanto dopo il ritiro in Israele la modella ritorna a vivere in Danimarca. Si fidanza con l’imprenditore Kristian Sandvad, dal quale avrà due figli, e si rimette a studiare: dapprima tenta la strada del giornalismo, poi studia psicologia. Nel 2002 arriva la laurea. Intanto nel 1997 lavora come fashion editor per il magazine danese Asschenfeldts Magasin, chiuso dopo pochi numeri.
Nell’estate dello stesso anno inizia una relazione con il cantante rock danese Thomas Helming, che sposa nell’agosto 2000 e con cui vive tuttora. Nel 2003 firma un contratto con Clarins e presta il volto alla campagna pubblicitaria per cosmetici per pelli mature. Nell’ottobre 2003 pubblica il primo libro per bambini, Karlas Kabale. Nel 2004 vince il BMF Children’s Book Award e nel 2006 le viene conferito il premio “The Most Dynamic Women” di Clarins. Oggi i libri per bambini scritti dalla bellissima ex modella sono sette. Inoltre la Simonsen lavora anche come sceneggiatrice e come consulente per Delebarn.dk, un sito web che offre sostegno online per chi divorzia.
Occhi da gatta, fisico scultoreo e volto incantevole. Lo charme innato risuona in quel nome italiano, che, dagli anni Novanta ad oggi, si è impresso indelebilmente nella storia della moda. Linda Evangelista, camaleontica diva del fashion biz, spegne oggi cinquantuno candeline. «Non mi alzo dal letto per meno di 10 mila dollari al giorno»: come non ricordare la sua celebre affermazione, marchio di fabbrica di un fenomeno destinato a cambiare per sempre il corso della moda.
Le chiamavano supermodelle: lei, Naomi, Claudia, Cindy, Christy. Niente a che vedere con le anonime mannequin che fino a quel momento avevano calcato le passerelle: ora le modelle divenivano vere e proprie icone. Capricciose, autentiche dive, idolatrate e venerate fino ai giorni nostri.
Nelle vene di Linda Evangelista scorre sangue italiano: nata a St. Catharines, in Ontario, il 10 maggio 1965, i suoi genitori sono due immigrati italiani originari di Pignataro Interamna, in provincia di Frosinone. Linda ha sempre avuto le idee chiare: a soli dodici anni sfoggiava impressionante consapevolezza, dichiarando risolutamente che l’unico lavoro che avrebbe mai fatto in vita sua sarebbe stato la modella. Nel 1978 vince il concorso di Miss Teen Niagara: la perfezione di quel volto non passa inosservata. Un talent scout la nota immediatamente. È un attimo e la ritroviamo sulla cover di Vogue.
Innumerevoli le campagne pubblicitarie, da Chanel a Calvin Klein, da Dolce & Gabbana a Versace, da Valentino a Yves Saint Laurent e Dior. Compare nel video Freedom, di George Micheal, che immortala la celebrità di Linda e delle colleghe top, Naomi Campbell, Cindy Crawford, Christy Turlington e Tatjana Patitz. Insieme a Naomi Campbell e Christy Turlington forma il trinity: sono loro le tre top model che dominano il fashion biz per tutto il corso degli anni Novanta. Nessuna ha incarnato meglio di lei quel decennio. Anni in cui la moda rappresentava ancora un sogno, un’utopica ribellione in nome della bellezza. E le supermodelle erano lì, perfette ambasciatrici del cambiamento, ammalianti valchirie che ancora oggi non trovano eredi.
Linda Evangelista conquista innumerevoli cover, da Vogue Paris a Vogue America, da Cosmopolitan ad Harper’s Bazaar. Nel 1984 diviene il volto di Nina Ricci e Guy Laroche. Nel 1987 sposa Gerald Marie, direttore dell’agenzia Elite: con lui si trasferisce a New York e poi a Parigi. Nel 1989 diviene il volto storico di Versace. Nello stesso anno viene inserita da People nella lista delle 50 donne più belle del mondo.
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Foto di Arthur Elgort
Linda Evangelista
Uno scatto degli anni Novanta
Linda Evangelista in Versace, foto Richard Avedon, 1993
Linda Evangelista, foto di Patrick Demarchelier, 1989
Linda Evangelista, foto di Francesco Scavullo
Foto Patrick Demarchelier, 1989
Foto Rocco Laspata e Charles Decaro
Linda Evangelista, foto di Steven Meisel, Vogue, giugno 1987
In Chanel, foto di Irving Penn, Vogue, 1990
In passerella per John Galliano per Christian Dior
In Lanvin, foto Irving Penn, Vogue 1990
In Yves Saint Laurent, foto Irving Penn, Vogue, 1990
Foto di David Sims, 1996
Foto di Steven Meisel, Vogue, 1993
Foto di Daniele Iango, 2012
Linda Evangelista per Revlon, 1998
Su Vogue, 1987
In Emilio Pucci per Vogue America, maggio 1990, foto di Irving Penn
Foto di Steven Meisel, 1992
Vogur US, maggio 2002
In passerella per Donna Karan, A/I 1994
Elle, 1989, foto Gilles Bensimon
Foto di Steven Meisel
Foto di Steven Meisel
Per Versace, foto di Herb Ritts
In Emilio Pucci, Vogue US, maggio 1990, foto Irving Penn
In passerella per John Galliano, P/E 1995
Foto di Rocco Laspata e Charles Decaro
New York, 1990
Versace, ottobre 1991, foto Patrick Demarchelier
Vogue Italia, 1988, foto Peter Lindbergh
Foto di Peter Lindbergh, Vogue, novembre 1989
Foto di Marc Hispard, Vogue, maggio 1991
Foto di Arthur Elgort, 1987
Per Moschino, AI 2014
Foto di Peter Lindbergh, Vogue America, settembre 1989
Vogue America, settembre 1989, foto Peter Lindbergh
Linda Evangelista nel corso della sua sfavillante carriera ha cambiato tantissimi look: dal caschetto cortissimo, stile tomboy, la ritroviamo bionda, poi rossa, infine nuovamente castana. Tra i tanti brand che se la contendono, diventa testimonial di Donna Karan e Revlon, Jil Sander ed Estée Laurer. La sua vita privata domina sui tabloid: dopo il divorzio da Gerald Marie la top model si fidanza con l’attore Kyle MacLachlan, relazione che durerà per quattro anni. Intanto si aggiudica il Fashion Award. Alla fine degli anni Novanta Linda ha un nuovo amore, con il portiere della nazionale francese Fabien Barthez. La stampa impazzisce e specula anche sul dramma che colpisce la modella, che perde al sesto mese di gravidanza il bambino che aspettava dal compagno.
Musa di Steven Meisel, Linda Evagelista ha posato per i più grandi fotografi del mondo, da Irving Penn a Richard Avedon, da Patrick Demarchelier a Peter Lindbergh. Dopo una relazione con l’industriale Ugo Brachetti Peretti, si è aggiudicata il Grand Prix Marie Claire Fashion Award come modella dell’anno. Nel 2005 si è legata sentimentalmente a Paolo Barilla. Dopo aver posato per Vogue America alla veneranda età di 41 anni, ha ammesso di essere ricorsa al botox per mantenersi giovane. Nell’ottobre 2006 è nato a New York il suo primo figlio, Augustin James, avuto dall’imprenditore francese François-Henri Pinault. Nel 2007 è tornata sulle passerelle per Christian Dior ed è diventata testimonial L’Oréal.
La top model Bianca Balti ha annunciato una sua personale iniziativa a favore dei rifugiati siriani in Giordania: appuntamento il 27 aprile a Milano, dove si terrà un’asta di beneficenza in cui la bellissima modella metterà in vendita il suo guardaroba personale. La raccolta fondi sarà devoluta all’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHRC).
Gli antichi Greci la chiamavano kalè kai agathè: che la bellezza esteriore non sia che un riflesso di quella interiore è teoria sostenuta da molti. E Bianca Balti, lodigiana, classe 1984, di bellezza ne ha da vendere: una carriera sfolgorante alle spalle, due figlie e innumerevoli contratti con le maison più famose al mondo, la modella è uno dei volti più noti del fashion biz. Occhi azzurri, labbra carnose e zigomi pronunciati, la supermodella ha un passato da punk.
Scoperta da Dolce & Gabbana nel 2005, è stata nel corso degli anni il volto di brand del calibro di Missoni, Guess, Donna Karan, Roberto Cavalli, Armani Jeans, Antonio Berardi, Mango, Intimissimi, L’Oréal. Numerosissime le cover ottenute sui magazine più prestigiosi al mondo, da Elle a Vogue, da Numèro a Marie Claire. Unica italiana a calcare la passerella di Victoria’s Secret, Bianca Balti ha sfilato praticamente per tutti i nomi più grandi della moda internazionale.
Capi dai 5 ai 500 euro ma dal valore nettamente superiore: questo il guardaroba della modella, raccolto in 11 anni di carriera, che sarà messo in vendita il prossimo 27 aprile. L’evento, aperto a chiunque, avrà luogo al Superstudio13 di via Forcella, a partire dalle ore 15. Ad un certo punto della serata i restanti capi che non saranno ancora stati venduti verranno inoltre scontati del 50%, per venire incontro ai ritardatari. Obiettivo: vendere tutto.
L’iniziativa, che sta particolarmente a cuore di Bianca Balti, vede una collaborazione tra la modella e l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR). In particolare, la top model sostiene Lifeline Jordan, programma di assistenza economica diretta alle famiglie di rifugiati siriani che hanno trovato asilo in Giordania.
Il Palazzo della Ragione Fotografia di Milano ospita i lavori del grande fotografo Herb Ritts, in una mostra imperdibile. “Herb Ritts. In Equilibrio” è la prima grande retrospettiva dedicata al fotografo nella città di Milano. Una selezione degli scatti più iconici, in mostra dal 20 febbraio fino al 5 giugno 2016.
Corpi sinuosi dalle forme plastiche, immense distese di spiagge bianche, volti velati e lunghe vesti nere mosse dal vento del deserto; quel bianco e nero così unico, capace di passare con estrema nonchalance dal reportage alla foto patinata; e, ancora, l’Africa, immortalata con i suoi profumi, le sue suggestioni e la sua essenza più primordiale. Herb Ritts è stato uno dei principali esponenti della fotografia internazionale. Definire la sua estetica entro un solo ambito è impresa difficile: sublime interprete degli anni Novanta, nessuno come lui riuscì ad immortalare le top model, contribuendo alla loro fama.
Oniriche come vestali, struggenti nella loro perfezione, le sue supermodelle indossano Versace e Ferré, in un momento storico irripetibile per il fashion biz. Protagonista della moda ma anche mirabile ritrattista della Hollywood più patinata, Herb Ritts ha immortalato personaggi del calibro di Michael Jackson, Madonna, David Bowie, Johnny Depp, Jack Nicholson.
Nato a Los Angeles il 13 agosto 1952 da una facoltosa famiglia ebrea, Herbert Ritts Jr. è stato fotografo e regista. Il più grande di quattro figli, Herb crebbe nel lusso di una villa di ben 27 stanze. All’età di dieci anni gli viene regalata la sua prima fotocamera, una Kodak. Dopo aver studiato Storia dell’Arte ed Economia alla prestigiosa University High School e dopo alcuni tentativi falliti di fare strada nel mondo del rock, nel 1974 conseguì la laurea al Bard College di New Tork. Tornato a Losa Angeles, fece coming out sulla propria omosessualità. Iniziò intanto a prendere lezioni di fotografia.
I primi soggetti ritratti furono i suoi amici. Se vivi ad Hollywood e nella tua cerchia di amicizie spiccano nomi del calibro di Richard Gere il successo è nel tuo destino. È il 1978 quando Herb scatta delle foto a Richard Gere durante una gita nel deserto di San Bernardino: i due giovani si fermarono in una stazione di servizio per cambiare una ruota forata e mentre Richard sostituiva la ruota Herb immortalò l’attore in scatti sensuali in jeans e canottiera. Fu così che nacque un mito: quelle foto nate in maniera del tutto improvvisata furono usate per promuovere il film American Gigolò del 1980 e comparvero come cover di riviste del calibro di Newsweek, Vogue, Esquire e Mademoiselle.
Ad Herb Ritts vennero commissionati lavori da Franco Zeffirelli, Andy Warhol e dalla rivista L’Uomo Vogue. Nel 1979 ritrasse Brooke Shields per Mademoiselle, mentre l’anno successivo ottenne la cover di Elle. Fu presentato a Bruce Weber dal modello Matt Collins, mentre Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia, gli fece subito un contratto. Il resto è storia: in breve Ritts si impose come uno dei maggiori fotografi glamour, entrando di diritto nell’Olimpo della moda. La sua era un’estetica particolare, che traeva ispirazione dalla Grecia classica, per le sue celebri foto in bianco e nero. Spesso si trattava di nudi, maschili e femminili, tra pose plastiche e corpi scultorei.
SFOGLIA LA GALLERY:
Cindy Crawford in Gianfranco Ferré, Malibu 1993
Drew Barrymore
Julia Roberts
Johnny Depp in “Edward mani di forbice2
Madonna
Michael Jackson
David Bowie
Tatjana Patitz
Abito Versace, 1990
Cindy Crawford, 1998
Cindy Crawford per il Calendario Pirelli, 1994
Brigitte Nielsen, Malibu, 1987
Helena Christensen per Vogue Paris, giugno 1993
Christy Turlington, Hollywood, 1998
Cindy Crawford e Richard Gere per Vogue US, 1992
Naomi, Hawaii 1989
Helena Christensen
Naomi Campbell
Madonna
Jack Nicholson
“Per me, un ritratto è qualcosa attraverso il quale percepisci le persone, le loro qualità interiori, ciò che le fa essere quello che realmente sono”, diceva il grande fotografo, i cui scatti furono pubblicati sulle maggiori riviste del mondo, da Elle ad Harper’s Bazaar, da Rolling Stone a Vanity Fair. Firmò le campagne pubblicitarie di brand del calibro di Giorgio Armani, Gianni Versace, Calvin Klein, Chanel, Gianfranco Ferré e molti altri e ritrasse personalità illustri, tra cui Karl Lagerfeld, Harrison Ford, Jodie Foster, Sylvester Stallone, Kofi Annan, Arnold Schwarzenegger, Julia Roberts, Isabella Rossellini, Robert De Niro, Jennifer Aniston, John Travolta e molti, molti altri. Sua è inoltre la regia di alcuni videoclip di Madonna e Michael Jackson.
Dopo una lunga e sfolgorante carriera, il fotografo si spense a Los Angeles il 26 dicembre 2002 per complicazioni derivate da una polmonite, dopo aver contratto il virus dell’HIV all’inizio del 1989. Impegnato nella causa per combattere l’AIDS, Ritts contribuì a diverse organizzazioni di beneficenza fra le quali amfAR, Elizabeth Taylor AIDS Foundation, Project Angel Food, Focus on AIDS.
Le chiamavano supermodelle. Erano gli anni Novanta e i personaggi più amati venivano dalle passerelle. Non più modelle dai volti anonimi, eteree quanto intercambiabili mannequin che si alternavano sui défilé: adesso top model come Claudia Schiffer, Cindy Crawford, Linda Evangelista, Naomi Campbell si imponevano all’attenzione dei media come dei personaggi, ognuna con la propria personalità, ognuna diversa, amatissime e idolatrate. Segni particolari: bellissime.
Se la dicotomia tra modelle e top sembrava essere superata, nel corso degli anni Duemila, oggi il fenomeno sembra essere tornato prepotentemente alla ribalta. Protagoniste indiscusse del fashion biz internazionale oggi sono volti come Gigi Hadid e Kendall Jenner: giovanissime, seguitissime dai paparazzi e bellissime, sono loro le nuove top.
Gigi Hadid, bionda e dal viso perfetto, classe 1995, è nata in California da padre palestinese e madre olandese (è figlia dell’ex modella Yolanda Foster). All’anagrafe Jelena Noura “Gigi” Hadid, la modella ha una sorella, Bella, anche lei modella di successo, e tre fratelli, più svariate sorellastre nate dalle precedenti unioni dei genitori. La sua carriera nella moda è iniziata nel 2011, con un contratto per la IMG Models. Nel 2012 viene scelta come testimonial di Guess, da sempre pigmalione di autentiche bombshell, da Eva Herzigova a Claudia Schiffer. Comparsa su Sports Illustrated e sul Calendario Pirelli 2015 (dove faceva capolino in una tutina in latex in scatti ad alto tasso erotico), la bomba sexy si è fatta strada nelle principali fashion week, da Milano a Parigi a New York, dove ha sfilato per i più grandi, imponendosi in poco tempo come la regina assoluta delle passerelle.
La consacrazione ufficiale avviene con la cover di Vogue e con il contratto come nuovo angelo di Victoria’s Secret. Gigi Hadid oggi è la top model più amata, icona di stilisti del calibro di Olivier Rousteing, Karl Lagerfeld, Giambattista Valli, Donatella Versace e molti altri: non c’è praticamente défilé in cui lei non faccia il suo ingresso trionfale. Dopo alcune polemiche sulla sua fisicità morbida, oggi rara nella moda, grazie a lei sta finalmente tornando alla ribalta un nuovo ma quantomai antico ideale di bellezza femminile, che vede le curve in primo piano.
Viene dal mondo del gossip e dagli eccessi di casa Kardashian l’altra top model di nuova generazione, Kendall Kenner. Occhi da gatta e lunghi capelli bruni, anche lei nata nel 1995, Kendall Jenner è figlia di Caitlyn Jenner e di Kris Jenner e sorellastra dell’ormai celebre Kim Kardashian. Da sempre sotto i riflettori, Kendall inizia la carriera nella moda nel 2014, quando viene scelta da Riccardo Tisci come volto di Givenchy, accanto a Mariacarla Boscono. Nello stesso anno sfila alla settimana della moda di Parigi, Londra e Milano. Impostasi in appena un anno come una delle 50 modelle più richieste al mondo, nel 2015 ottiene la cover di Vogue e sfila per Victoria’s Secret, mentre la rivista Forbes la elegge la sedicesima modella più pagata al mondo.
Kendall e Gigi Hadid sono tra loro intime amiche: soprannominate Kengi, quando non sfilano le vediamo ridere e scherzare, come qualsiasi teenager. Protagoniste indiscusse dei rotocalchi rosa e del gossip, con loro si torna ad una svolta: non si parla più di modelle ma si torna ufficialmente nell’era delle top model, non più anonimi manichini ma personaggi amatissimi e ben noti al pubblico.
Un’espressività rara, uno sguardo tagliente e una fotogenia unica: sono questi gli ingredienti che hanno aiutato Vittoria Ceretti ad imporsi nel fashion system come uno dei volti più ricercati. Protagonista assoluta delle fashion week, da Milano a Parigi, la giovanissima modella ha già all’attivo una carriera di tutto rispetto. L’abbiamo vista solo pochi giorni fa calcare i défilé più prestigiosi della Paris Fashion Week, dove la baby modella ha sfilato, tra gli altri, per Chanel.
Classe 1998, Vittoria Ceretti è italianissima, nata e cresciuta in quel di Brescia. A differenza di molte sue coetanee, la bella Vittoria non sogna di fare la modella. Decide di partecipare al famoso concorso organizzato annualmente dall’Elite Model Look un po’ per gioco. Certo, le caratteristiche per divenire una top model Vittoria le aveva tutte: 1,76 cm di altezza e misure perfette, e poi quel viso pulito e versatile, che la rende camaleontica come solo le vere top sanno essere. Vittoria vince il concorso: è il 2012 ed ha appena 14 anni quando inizia a calcare le passerelle più famose, da Valentino a La Perla, da Roberto Cavalli a Kenzo, fino a Giorgio Armani e Dolce & Gabbana.
Mora, occhi verdi e bellezza disarmante, è Missoni ad intuire per primo le potenzialità di quel volto, volendola per un servizio fotografico. Inoltre la sua bellezza incanta Domenico Dolce e Stefano Gabbana, che scelgono il suo volto per la loro linea di make up oltre che per la campagna pubblicitaria in cui la baby modella compare accanto ad icone del calibro di Bianca Balti. In brevissimo tempo Vittoria Ceretti conquista copertine e contratti, divenendo il volto di maison quali Dolce & Gabbana, Emporio Armani e Giorgio Armani.
Apparsa su magazine del calibro di Vanity Fair, Harper’s Bazaar e Amica —solo per citarne alcuni— la baby modella ha un fascino particolare, che unisce il suo sorriso fresco e spontaneo ad un volto capace di emanare da un momento all’altro il sex appeal di una diva. Vittoria Ceretti si è dichiarata più volte ammiratrice della più matura collega Mariacarla Boscono. Nonostante la giovane età, la bella Ceretti ha già posato per l’obiettivo di fotografi del calibro di Ellen von Unwerth. Famosa è la sua professionalità, come anche il suo stile minimal-chic, che l’ha resa anche un’icona dello street style. The next big thing della moda parla ancora una volta italiano.
Alla vigilia del suo cinquantesimo compleanno, la top model Cindy Crawford ha annunciato il suo ritiro dalle passerelle. Impossibile dimenticare le sue curve mozzafiato, i suoi capelli cotonati e quel neo, vero e proprio marchio di fabbrica che faceva capolino da un viso perfetto.
Le chiamavano supermodelle, termine coniato appositamente per indicare le valchirie che rivoluzionarono la moda a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Segni particolari: bellissime. Ma non solo: carismatiche, prorompenti nella loro esplosiva femminilità, dotate di una carica erotica mai vista prima tra le mannequin, le supermodelle divennero dei personaggi, vere e proprie dive della moda, venerate e riverite per la loro personalità, che le rendeva uniche, così diverse dalle anonime colleghe dei decenni precedenti e successivi. Nomi del calibro di Naomi Campbell, Claudia Schiffer, e lei, forse la più iconica, Cindy Crawford.
Nata in Illinois il 20 febbraio 1966, all’anagrafe Cynthia Ann Crawford, la top model ha incarnato gli anni Novanta, divenendo una diva patinata. La carriera di Cindy nella moda iniziò con degli scatti che ebbero un successo inaspettato, in cui era la futura top model era intenta a raccogliere pannocchie. Seguì il trasferimento della giovane a New York, nel 1986.
Da lì la fama era vicinissima: la bellissima modella divenne nel 1989 il volto di Revlon, mentre i cartelloni pubblicitari che immortalavano le sue curve mozzafiato incrementarono in modo impressionante il numero di incidenti automobilistici. Lei intanto si sposò con Richard Gere, divenendo protagonista dei tabloid di tutto il mondo, con una storia d’amore molto chiacchierata, ma che fece sognare intere generazioni. Dopo alcune esperienze come attrice, posò nuda per Playboy.
Il suo viso regnava sulla cover delle riviste più prestigiose, da Vogue a Vanity Fair, da Elle, Allure, People a W, Esquire, Cosmopolitan, Harper’s Bazaar. Misure perfette (86-66-89), Cindy Crawford divenne il volto di maison del calibro di Versace e Chanel, rese sexy la Pepsi in una storica campagna pubblicitaria, e prese parte a numerosi film e videoclip, interpretando il ruolo di se stessa. Immortalata dai fotografi più famosi del mondo, da Helmut Newton ad Herb Ritts, da Patrick Demarchelier a Steven Meisel fino ad Annie Leibovitz, la top model divenne presenza fissa nelle classifiche delle donne più belle del mondo.
SFOGLIA LA GALLERY:
Cindy Crawford in passerella per Chanel
Vogue 1991
Vogue gennaio 1990, foto di Patrick Demarchelier
Cindy Crawford in uno scatto per Harper’s Bazaar
Cindy Crawford in Chanel, foto di Patrick Demarchelier, anni Ottanta
Cindy Crawford e Richard Gere fotografati da Herb Ritts per Vogue America, 1992
Uno scatto di Patrick Demarchelier, gennaio 1989
Cindy Crawford in uno scatto di Helmut Newton, 1991
Cindy Crawford ritratta da Terry O’Neill, 1990
Cindy Crawford per Capezio Bags
Uno scatto di Patrick Demarchelier
Cindy Crawford per Vogue, agosto 1988, foto di Terence Donovan
Cindy Crawford in uno scatto di Annie Leibovitz, 1993
Cindy Crawford in Gianfranco Ferré a Malibu, foto di Herb Ritts, 1993
Cindy Crawford in una foto di Dana Fineman, 1995
Cindy Crawford per Vogue UK gennaio 1987, foto di Patrick Demarchelier
Cindy Crawford ritratta da Sante D’Orazio a Malibu, 1995
Uno scatto di Steven Meisel, 1990
Cindy Crawford per LIFE Magazine, 1990
Uno scatto realizzato da Timothy White nel 1995
Cindy Crawford in passerella per Hervé Leger
Cindy Crawford e KD Lang, Vanity Fair, agosto 1993
Cindy Crawford in passerella per Chanel, Primavera/Estate 1995
Alla vigilia dei cinquant’anni, che compirà il prossimo 20 febbraio, la top model ha annunciato il suo addio alla moda durante un’intervista rilasciata al mensile Rhapsody. Cindy Crawford si è dichiarata stanca di reinventarsi. «Mi va bene, ho fatto la mia strada — ha spiegato — ho lavorato con i migliori fotografi del mondo. Cosa altro dovrei fare? Non posso continuare a reinventarmi». Ma l’annuncio sembra non convincere, dal momento che lei stessa su Instagram ammette di essere sempre curiosa rispetto alle nuove opportunità che possono profilarsi all’orizzonte.
Intelligente e perfetta manager di se stessa, indimenticabili sono le foto che la ritraggono immersa nei suoi esercizi di aerobica, durante gli anni Novanta. Dopo aver sdoganato la chirurgia plastica, ammettendo che qualche punturina sembra essere la sola opzione per mantenere l’elasticità del viso, la modella ha posato senza Photoshop, forte di una self-confidence rara. Ancora in pole position, splendida nonostante il passare degli anni, è recentemente apparsa nel videoclip di Taylor Swift “Bad blood”. La modella, attualmente sposata con Rande Gerber, ha due figli, Presley Walker (nato nel 1999) e Kaia Jordan (nata nel 2001), perfetta copia in miniatura della madre.
Zigomi pronunciati, labbra a cuore e quel sorriso, semplicemente inimitabile: Kate Moss spegne oggi 42 candeline. Volto storico della moda, icona di stile tra le più copiate, la supermodella è uno dei nomi più celebri del fashion biz. Apparsa sulla copertina di oltre 300 riviste, apprezzata universalmente per il suo stile, che le ha fatto ottenere numerosi riconoscimenti, tra cui quello del Consiglio degli stilisti d’America, che l’ha inserita nella lista delle donne meglio vestite nel mondo, Kate Moss è una vera leggenda vivente.
All’anagrafe Katherine Ann Moss, la modella è nata a Croydon, un sobborgo di Londra, il 16 gennaio 1974. Sua madre Linda fa la barista, mentre il padre Peter è un agente di viaggi. Kate viene scoperta in un aeroporto di New York all’età di 14 anni, dalla fondatrice dell’agenzia di moda Storm, Sarah Doukas. La giovane non rientra in nessuno dei canoni vigenti nella moda: bassa (non arriva a sfiorare il metro e settanta) e ossuta, Kate appare lontana anni luce dai fisici statuari di Claudia Schiffer, Naomi Campbell e Cindy Crawford, le supermodelle degli anni Novanta, perfette ed irraggiungibili. Farle ottenere un contratto sembra una battaglia persa in partenza, ma Sarah Doukas di talenti ne ha visti passare molti ed è convinta che quella smilza ragazza farà strada.
Il primo shoot risale al 1990: è la rivista inglese The Face ad offrire alla nuova modella un servizio fotografico ambientato in una spiaggia a sud di Londra. Incredibilmente le foto ottengono un successo insperato e Kate Moss diviene un volto noto. Considerata un’icona alternativa per il suo aspetto, non conforme ai diktat dell’epoca, Kate Moss viene associata al movimento grunge.
Ma è con la celebre campagna pubblicitaria per Calvin Klein che la modella ottiene la fama internazionale. Scatti bollenti al fianco di Mark Wahlberg immortalano la nuova top seminuda: il fisico acerbo ritratto in topless, le pose ammiccanti e la bellezza acqua e sapone sdoganano Kate Moss come il nuovo volto della moda. Siamo negli anni Novanta, l’epoca d’oro delle supermodelle, algide nella loro perfezione, svettanti su fisici tonici e volti perfetti. Tutto questo venne cancellato dall’avvento di Kate Moss: la rivoluzione Kate fece sì che la nuova modella, bassa e piena di difetti rispetto all’ideale di perfezione allora vigente, si imponesse e spazzasse via ogni residuo del passato. Spartiacque tra le supermodelle e le nuove top, dai fisici sempre più esili, il fenomeno Kate Moss ha portata storica senza precedenti: il fattore preponderante è la personalità, quel particolare lampo negli occhi che fa la differenza in foto, rendendo la Moss un personaggio unico, dall’espressività capace di superare le barriere della carta patinata. Considerata capostipite delle modelle anoressiche, il suo fisico acerbo suscitò aspre critiche e polemiche.
Nel 1995 le foto della campagna per il profumo Obsession di Calvin Klein divengono addirittura un caso nazionale negli States, suscitando polemiche e muovendo persino accuse di pedofilia nei confronti dello stilista americano. Dopo che il dipartimento di giustizia, su ordine dell’allora presidente Bill Clinton, avviò un’inchiesta, la campagna fu ritirata dopo appena tre settimane. Intanto la modella divenne a tutti gli effetti una top model, calcando le passerelle dell’alta moda di Parigi, New York e Milano, e ottenendo le cover dei magazine più prestigiosi, da Elle ad Harper’s Bazaar, da Vogue ad Allure. Kate Moss sfila per tutti i grandi nomi della moda, da Gucci a Versace a Burberry, da Calvin Klein a Dolce & Gabbana, fino a Chanel, Roberto Cavalli, Louis Vuitton, Missoni, Dior, Yves Saint Laurent, Stella McCartney.
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Viso pulito e aria innocente
Kate Moss ritratta da Ellen von Unwerth per Vogue Italia, 1992
Kate Moss in uno scatto di Arthur Elgort
Kate Moss e Mark Wahlberg nella campagna scandalo di Calvin Klein Jeans, 1992. Foto di Herb Ritts
Kate Moss per Calvin Klein, 1993
La magrezza di Kate Moss suscitò aspre polemiche
La top model iniziò la carriera nella moda casualmente
Lontana dagli ideali di bellezza degli anni Novanta, Kate Moss non sembrava adatta alla carriera di modella
Kate Moss è considerata una delle più influenti icone di stile contemporanee
La modella negli anni Novanta
Kate Moss ha sfilato per nomi del calibro di Chanel, Louis Vuitton, Dior, Stella McCartney, Yves Saint Laurent
La modella ebbe una storia con l’attore Johnny Depp
Kate Moss è figlia di una barista e di un agente di viaggio
In pelliccia e abbigliamento casual
Kate Moss in orecchini Christian Dior Haute Couture, fotografata da Annie Leibovitz for Vogue America, ottobre 1999
La top model in passerella negli anni Novanta
Kate Moss nel2012 ha preso parte alla Cerimonia di chiusura dei Giochi della XXX Olimpiade di Londra
Kate Moss durante una sessione di trucco
La modella in passerella
Kate Moss vista dall’artista Allen Jones
Kate Moss sulla copertina di Vogue UK, dicembre 2001, foto di Mario Testino
Kate Moss ritratta da Herb Ritts per il Calendario Pirelli del 1994
In passerella per Christian Lacroix
Una giovanissima Kate Moss
La sensualità di Kate Moss
Foto di Arthur Elgort per Vogue, Aprile 1995
Uno scatto di Patrick Demarchelier
Lo stile di Kate Moss
Kate Moss ritratta da Herb Ritts nel 1994
La top model posa per Juergen Teller, 1998
In passerella per Tom Ford per Gucci
Kate Moss come Faye Dunaway
Cuissardes e minigonna
Vogue America, 1995, foto di Ellen von Unwerth
Kate Moss come Marlene Dietrich, ritratta in Dior Homme da Mert & Marcus per Vanity Fair, 2006
Kate Moss ritratta da Mario Testino
Kate Moss per Peter Lindbergh
Kate Moss su Playboy, 2014
Il matrimonio con Jamie Hince
Kate Moss ritratta da David Bailey per Vogue Paris, agosto 2013
Kate Moss per Mario testino
Kate Moss per Mario Sorrenti, 1993
Kate Moss in passerella per Chloé, 1998
Foto di Albert Watson
Kate Moss all’Hotel Raphael, camera 609, Parigi, 1994, foto di Arthur Elgort
Kate Moss per Vogue UK, dicembre 2014, foto di Mario Testino
Kate Moss per Vogue UK, giugno 2013, foto di Patrick Demarchelier
Testimonial di Rimmel, Bulgari, Versace, Missoni, Balenciaga, Chanel, Burberry, è apparsa ben 24 volte sulla cover di Vogue, ottenendo copertine anche su Vanity Fair, W, The Face e su molte altre riviste patinate. Intanto anche il gossip si scatena sulle sue storie d’amore, a partire da quella con l’attore Johnny Depp. Musa di nomi del calibro di Mario Testino, Mario Sorrenti e Peter Lindbergh, che l’ha inserita nel suo libro 10 Women, nel luglio 2007 Kate Moss viene nominata dalla rivista Forbes la seconda modella di maggior successo al mondo.
Il 2005 è l’anno dello scandalo: nel settembre la rivista britannica Daily Mirror pubblica in prima pagina alcuni scatti che ritraggono la supermodella nell’atto di consumare cocaina, insieme al compagno di allora, il controverso musicista Pete Doherty. Lo scandalo è servito. L’occhio di chi legge l’articolo non può non indugiare sulla foto che ritrae la modella intenta a sniffare; la firma di quel pezzo rivela che sono ben cinque le strisce di cocaina consumate da Kate Moss in appena 40 minuti. Per la top model è il declino; quasi tutti i contratti vengono annullati. Da Stella McCartney a Chanel e Burberry, nessuno sembra più interessato a lei come testimonial. La situazione è difficile, al punto che è la stessa Kate Moss alla fine a chiedere scusa pubblicamente ai milioni di fan e di persone che si ispirano a lei: lo fa in una conferenza stampa in cui ammette pubblicamente le proprie responsabilità.
A schierarsi in sua difesa sono in pochi: le colleghe Naomi Campbell e Helena Christensen, l’attrice Catherine Deneuve, l’ex-fidanzato Johnny Depp e lo stilista Alexander McQueen. Christian Dior continua a volerla come volto della maison e la rivista W le dedica la cover nel novembre 2005, a soli due mesi dalla bufera mediatica scatenata dal servizio del Daily Mirror. Intanto termina anche la relazione con Doherty, che la definisce una “stalker”. La top model viene anche indagata per uso di sostanze stupefacenti. Ma Kate Moss, novella Araba fenice, risorge dalle proprie ceneri: nel novembre 2006 è lei a ricevere il riconoscimento di “modella dell’anno” dal British Fashion Awards. Lo scandalo è dietro l’angolo ma lei è tornata, più forte che mai, e i designer se la contendono: nuovi contratti includono brand del calibro di Rimmel, Agent Provocateur, Belstaff, Dior, Louis Vuitton, Roberto Cavalli, Longchamp, Stella McCartney, Bulgari, Chanel, Nikon, David Yurman, Versace, Calvin Klein Jeans e Burberry. Secondo la rivista Forbes la Moss dopo lo scandalo avrebbe triplicato i propri guadagni, divenendo ufficialmente la modella più pagata al mondo, seconda solo a Gisele Bündchen.
Nel 2014, al compimento dei 40 anni, la top model si è regalata un servizio senza veli per la celebre rivista Playboy, in cui ammicca come coniglietta. Le foto, realizzate da Mert Alas e Marcus Piggott, celebrano il 60º anniversario della rivista. Una rinnovata consapevolezza sul volto e un fisico cui il trascorrere del tempo ha regalato una nuova sensualità nell’esplosione di curve sinuose, Kate Moss appare oggi ancora più bella. Icona di stile dal gusto raro, capace di passare con disinvoltura dallo stile bohémien all’eleganza più sofisticata, onnipresente nelle classifiche delle donne meglio vestite al mondo, Kate Moss è stata anche stilista per la catena britannica Toshop, per cui ha firmato nel 2007 una collezione in esclusiva, mostrandosi come manichino umano nelle vetrine di Oxford al lancio della linea recante il suo nome.
Dopo la fine del matrimonio con il chitarrista dei The Kills Jamie Hince, sposato nel 2011, oggi la modella appare serena e in forma smagliante. Qualche chilo in più che non ne offusca minimamente la straordinaria bellezza, Kate Moss sorride nelle foto che la ritraggono accanto alla figlia Lila Grace, nata nel 2002 dalla relazione con Jefferson Hack, editore della rivista Dazed & Confused.
Icona di stile tra le più apprezzate al mondo, i suoi look ispirano quotidianamente milioni di donne: amante del boho-chic, ha indossato spesso capi vintage. Forte di un fisico capace di esaltare qualsiasi mise, la modella incanta ad ogni uscita pubblica.
È la figlia dell’attore Andy Garcia e dal padre ha ereditato un sex appeal indiscutibile. Labbra carnose, sguardo profondo e una cascata di capelli scuri: Alessandra Garcia-Lorido si è affermata negli ultimi anni come una delle più richieste modelle curvy.
Classe 1991, nata a Los Angeles, la ragazza sfoggia un aspetto latino e una bellezza rara. Felice del rapporto sano con le proprie curve, Alessandra non teme di esaltare la propria bellezza. Sì, perché le forme non sono mai state tanto fashion: tante sono le modelle curvy ad aver fatto carriera, basti pensare ad Elisa D’Ospina, bellezza made in Italy.
Un contratto con la prestigiosa agenzia IMG di New York e un grande seguito sui social network, Alessandra Garcia-Lorido dimostra come anche indossare una taglia 48 possa essere sinonimo di bellezza. La modella è una dei quattro figli dell’attore hollywoodiano Andy Garcia e della produttrice Marivi Lorido. Apparsa recentemente in un editoriale a tema natalizio ad alto tasso erotico nella rivista SLINK Magazine, Alessandra posa in lingerie sfoggiando delle curve da capogiro.
Come ha dichiarato alla rivista People, la modella è fiera delle proprie curve e ritiene che tutte le donne possano essere sexy. Alle spalle servizi di moda per magazine del calibro di Vogue Italia e Glamour, la top model ci farà ancora parlare di sé.
Compie oggi 48 anni Carla Bruni. Ex Première Dame della Repubblica francese, top model e cantautrice di successo. Impossibile dimenticare la sua falcata altera, presenza immancabile delle passerelle anni Novanta. Gli occhi da gatta, gli zigomi pronunciati e quell’aria aristocratica: Carla Bruni è stata una delle modelle più famose in assoluto. Sono gli anni in cui le supermodelle sono regine assolute della moda, vere e proprie dive venerate da stilisti e media: lei sfila per tutti, da Chanel a Versace all’amico Yves Saint Laurent, di cui chiude i défilé, posa accanto a Naomi Campbell e Linda Evangelista, colleziona cover e uomini. Sempre con quell’aria un po’ così, la proverbiale puzza sotto il naso è l’elemento che la caratterizza, ma sotto la gelida facciata ribolle un vulcano.
Carla Gilberta Bruni Tedeschi è nata a Torino il 23 dicembre 1967 in una ricca famiglia di origine ebraica da tempo convertitasi al cattolicesimo. La futura Première Dame trascorre la sua infanzia in un castello: è il maniero di Castagneto Po, recentemente venduto dalla mannequin allo sceicco arabo Al-Walid bin Talal.
La bella Carla ha una sorella, Valeria Bruni Tedeschi, che diventerà attrice impegnata, e un fratello, Virginio, morto di AIDS. Quando Carla ha appena sette anni, la famiglia si trasferisce a Parigi: sono gli anni di piombo, e il timore di un rapimento da parte delle Brigate Rosse appare fondato, dal momento che il nonno di Carla, Vittorio Bruni Tedeschi, era stato il fondatore della CEAT, la seconda industria italiana della gomma dopo la Pirelli.
Carla riceve un’educazione da alto-borghese: gli studi nella scuola privata in Svizzera, poi la Sorbona, dove si studia architettura. Ma nella metà degli anni Ottanta la ragazza inizia a sfilare come modella. Sempre più richiesta, negli anni Novanta entra nell’Olimpo delle supermodelle più pagate al mondo. Sfila per nomi del calibro di Christian Dior, Paco Rabanne, Sonia Rykiel, Christian Lacroix, Karl Lagerfeld, John Galliano, Yves Saint-Laurent, Chanel, Versace, e arriva a guadagnare 7,5 milioni di dollari all’anno. Nel 1997 mette da parte l’attività di modella per iniziare una carriera come cantautrice. Il primo album Quelqu’un m’a dit è del 2002: chitarra e voce suadente, la nuova Carla ottiene il favore del pubblico che sembra adorare quel suo stile bohémien e quelle ballate dal piglio malinconico ed intimista. La classe non le manca neppure quando appare struccata con la chitarra sottobraccio nei concerti dal vivo.
La sua vita privata è da sempre al centro del gossip: definita spesso alla stregua di una glaciale arrampicatrice, le sue relazioni hanno fatto scandalo, a partire dalla storia con il filosofo francese Raphaël Enthoven, conosciuto quando la Bruni frequenta il padre di quest’ultimo, Jean-Paul Enthoven: Raphaël, all’epoca sposato con la scrittrice Justine Lévy, figlia del noto filosofo Bernard-Henri Lévy, perse la testa per la top model e pose fine al proprio matrimonio. La relazione ispirò alla Lévy il libro Rien de grave, dove la scrittrice traccia un ritratto al vetriolo della Bruni, che le ispira il personaggio di Paula, modella priva di scrupoli e più volte ricorsa al bisturi per migliorare la propria immagine. Da Raphaël Enthoven Carla Bruni ha avuto nel 2001 il primo figlio, Aurélien.
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Il 2007 è l’anno del coupe de foudre per Nicolas Sarkozy: questa volta la top model ha fatto centro, facendo capitolare nientepopodimenoché il Presidente della Repubblica francese. I due vengono paparazzati su tutti i giornali come la nuova coppia da sogno, fino al matrimonio, celebrato il 2 febbraio 2008 al Palazzo dell’Eliseo. Per lui sono le terze nozze, per lei è la vera svolta, perché Carla il potere lo ama da sempre. L’ex top model appare semplicemente perfetta nel nuovo ruolo di Première Dame: impeccabile ad ogni evento ufficiale, dagli incontri con Michelle Obama e la Regina Elisabetta II, evento in cui la top model sfoggia un’indimenticabile mise firmata Christian Dior che ci ha riportati indietro ad un glorioso passato in cui l’eleganza era all’ordine del giorno. Carla Bruni appare raggiante nella sua nuova veste, per cui sembra essersi preparata per tutta una vita, come affermano i maligni. Da Nicolas Sarkozy nel 2011 ha la figlia Giulia.
Su Carla Bruni sono stati scritti numerosi libri, nei quali ad essere maggiormente indagato è proprio il suo rapporto con gli uomini. Definita spesso una mantide religiosa, descritta come una donna fredda e calcolatrice, la top model per sua stessa ammissione è una materialista ipercontrollata che studia a tavolino la propria immagin: il ritratto di una donna cui certamente manca ogni margine di spontaneità. Ma ella stessa nasce in una famiglia altolocata ed intellettuale, ragione questa che spiega molto bene l’intima corrispondenza amorosa verso uomini di un certo spessore.
Impegnata politicamente, dopo essersi dichiarata di sinistra per una vita ammette con deliziosa nonchalance di aver cambiato idea; nominata nel 2008 ambasciatrice mondiale dell’Unicef per la protezione delle madri e dei neonati contro l’Aids, l’anno seguente crea la Fondation Carla Bruni-Sarkozy, nata per promuovere il sapere anche tra le persone svantaggiate. Particolarmente sensibile al tema della lotta all’AIDS data la prematura scomparsa del fratello Virginio, morto nel 2006 a causa del virus, la top model nel 2010 lancia la campagna internazionale Born HIV Free, per sensibilizzare l’opinione pubblica circa la possibilità di eliminare la trasmissione del virus HIV da madre a figlio entro il 2015. Sempre nel 2010 viene inserita dalla rivista Forbes al 35º posto nella lista delle donne più potenti del mondo. Glaciale e al tempo stesso sensuale, lei non perde occasione di vantarsi del proprio lato b, che a suo dire rasenterebbe la perfezione.
Amata ed odiata, è stata perfino fatta oggetto di insulti ed incitazioni ad ucciderla a seguito della sua campagna a favore di Sakineh Mohammadi Ashtiani, condannata alla lapidazione per adulterio e omicidio in Iran. Mentre la sua carriera di cantautrice prosegue con grande successo, partecipa con un cameo al film di Woody Allen Midnight in Paris. Circolano nello stesso periodo rumours insistenti secondo i quali la ex top model avrebbe avuto un ruolo nell’estradizione del famoso terrorista Cesare Battisti, dopo essersi impegnata attivamente, secondo il Time, per impedire l’estradizione dalla Francia all’Italia della brigatista Marina Petrella, già condannata in Italia all’ergastolo per un omicidio e vari attentati. Nessuno è profeta in patria, si sa: e se la Bruni dichiara di essere felice di aver lasciato l’Italia, Cossiga ribatte dicendo che anche gli italiani sono felici di essersi liberati di lei. Resta la deliziosa imitazione di Fiorello e il testo di una canzone che canta più o meno così: “Meno male che c’è Carla Bruni”.
Dopo aver calcato le passerelle di Tommy Hilfiger, la top model Gigi Hadid si improvvisa designer per il brand americano. La bionda supermodella starebbe infatti lavorando fianco a fianco allo stilista per la creazione di un’esclusiva capsule collection: abiti, calzature, accessori (tra cui occhiali ed orologi) e un profumo che arriveranno nei negozi nell’autunno 2016.
Una scelta vincente che dimostra la grande padronanza delle strategie di marketing da parte del leggendario brand americano: lunghi capelli biondi e viso perfetto, la modella è seguitissima sui social network, a partire da Instagram, dove conta oltre 10 milioni di followers, incantati dai suoi selfie hot. Un progetto che si preannuncia già come un grande successo: le prime foto della campagna pubblicitaria della nuova collezione verranno scattate già nei primi giorni del 2016, a New York.
Una capsule collection che non deluderà certamente le aspettative, considerata l’avvenenza e l’estro della vulcanica Gigi. Per la prima volta la splendida supermodella si calerà nei panni di designer: la collezione di womenswear sarà accompagnata anche dalla creazione di una nuova fragranza in esclusiva. L’hashtag per seguire le news sull’evento è #TOMMYXGIGI. Ne sentiremo parlare.