Una sfilata concettuale e suggestiva per una collezione che omaggia la tradizione sartoriale, meglio se italiana: Thom Browne incanta Parigi con un uomo stretto in abiti dal piglio formale, ma senza perdere di vista l’ironia che da sempre contraddistingue il suo stile iconico. L’Autunno/Inverno 2017-18 disegnato dallo stilista statunitense è caratterizzato da grande solennità: l’uomo Thom Browne calca la passerella col passo drammatico di una cerimonia funebre, sullo sfondo di un tappeto grigio impreziosito da tocchi surrealisti che ricordano un giardino in pietra giapponese. L’aria è solenne: una sorta di processione si alterna sul catwalk, tra figure quasi oniriche strette in abiti formali, anch’essi declinati nei toni del grigio. Sulle note di Philip Glass sfila un uomo misterioso: il volto coperti da cappellini, le labbra tinte nei toni dark, le mani nascoste in lunghi guanti sureealisti, che ricordano quasi una camicia di forza. A metà tra suggestioni workwear ed echi di una teatralità couture, le fitte trame del pregiato tweed Harris ricalcano abiti sartoriali che ricordano un’uniforme. Tuttavia il rigore formale della camicia, cravatta e giacca viene stemperato da tocchi inediti, come i bottoni, tanti, troppi: sarebbero circa 50.000 quelli usati nella collezione. Genio visionario ed eccentrico, Browne sconsacra la classicità tailoring per sdoganare una nuova estetica che usa la sartorialità in chiave irriverente: l’uomo che sfila ricorda quasi un cartoon, tra proporzioni over e virtuosismi stilistici. “E’ una celebrazione della qualità dei capi e dalla sartoria. Avrei voglia di mostrare alla gente capi davvero ben fatti”, ha commentato lo stilista.