Marlon Brando Stile in divisa: Jeans e T-Shirt

Definito come “il vero ribelle di Hollywood”, Marlon Brando ha rappresentato e rappresenta il simbolo di una cultura giovanile ribelle alle regole e alle convenzioni, un sex symbol di un’America appena uscita dalla guerra, con una forte voglia di cambiamento.
Il suo stile camaleontico è cambiato nel corso degli anni, in un gioco in cui è sempre stato lui a dettare le regole, ad esempio indossando jeans alle prime dei suoi film. Un carisma ed uno charme unici, capaci di rendere il suo iconico biker look fresco come fosse ancora nel suo periodo d’oro. Celebre per la sua rude mascolinità ed il suo sguardo pensieroso, fece sì che ogni ragazzo americano volesse diventare come lui, e ogni ragazza andasse in estasi vedendolo.


Marlon Brando
Marlon Brando



Nato ad Omaha, Nebraska, nel 1924, suo padre era un fabbricante di prodotti chimici di origine francese, mentre la madre era un’attrice. Brando, dopo l’Accademia Militare nel Minnesota, dalla quale fu espulso, frequentò la Nuova Scuola per la Ricerca Sociale e si trasferì poi a New York dove iniziarono i suoi studi in Arte Drammatica, diventando poi membro dell’Actor Studio dove fu allievo della acclamata Stella Alder, da cui apprese la tecnica attoriale del cosiddetto “Metodo Stanislavsky”. La sua grande occasione arrivò con il film “Un tram si chiama desiderio”, del 1951, per il quale ottenne la nomination all’Oscar come Migliore Attore.


Marlon Brando
Marlon Brando



Il suo inconfondibile stile iconico: Jeans e Maglietta


Jeans, T-Shirt bianca e giubbotto di pelle. Gli abiti indossati nel film “Il Selvaggio” del 1954, lo celebrarono Sex Symbol del momento, a fianco di James Dean e Montgomery Clift. Una chiave di lettura che ben riassume il suo essere fuori dagli schemi, un anti-eroe dallo spiccato lato oscuro. Una simbologia ripresa nel corso della storia del cinema e del piccolo schermo, con figure come Fonzie e Dylan McKay, gli anti-eroi di Happy Days e Beverly Hills 90210.
Per l’interpretazione di questo film, decise di frequentare diverse bande giovanili come quelle della pellicola, metodo Stanislavsky VOTO: 10


Marlon Brando "Il Selvaggio"  1954
Marlon Brando “Il Selvaggio” 1954



Così come molti attori del tempo, Brando possedeva uno stile unico, quasi una firma: il binomio T-Shirt bianca e blue jeans fu uno dei suoi principali look, accostato da un pacchetto di sigarette nella mano; la foto celebre in sella alla sua Triumph rossa del film “Il Selvaggio”, rese la giacca di pelle un must per i giovani, tutti volevano apparire con un’immagine mascolina da bad boy, ed ancora oggi se si sceglie di indossare un chiodo di pelle, sono convinto che si debba ringraziare il mood Brando. Con quel suo innegabile appeal, è diventato una Icona di stile senza tempo.


Marlon Brando  "Il Selvaggio" 1954
Marlon Brando
“Il Selvaggio” 1954



Brando conosceva anche l’eleganza, sapeva indossare bene un abito e quando lo faceva appariva terribilmente affascinante; nodo della cravatta stretto sopra, giacca abbottonata con rever a lancia, brillantina nei capelli, insomma, non c’è da stupirsi se ancora oggi il suo stile continui ad essere così influente. Come non ricordare la sua interpretazione nel “Padrino” di Francis Ford Coppola, dove durante il provino improvvisò lui stesso il trucco perfetto per Don Vito Corleone.


Marlon Brando  "Il Padrino" Part I
Marlon Brando
“Il Padrino” Part I



Marlon Brando
Marlon Brando



Il suo è un fascino da gioventù bruciata, molto in voga nel dopoguerra americano, segnato dalla guerra fredda e dall’avvento del nuovo benessere. La genesi di un mito e il ritratto della periferia americana, della sua realtà più vera e della costante voglia di evadere, di andare contro il sistema. Marlon Brando attraversa il XX secolo, riassumendo bellezza e dannazione e si rispecchia nel suo tempo. Il volto della seduzione, della sessualità, del crimine e del male lo rendono uno dei maggiori esponenti del ‘900, lato oscuro che caratterizza purtroppo anche la sua vita privata, i suoi amori, i suoi affetti famigliari e la sua morte nel 2004, solo ed in bancarotta.


Io lo ricordo così:


“Comprendere il pieno significato della vita è il dovere dell’attore, interpretarlo è il suo problema, ed esprimerlo è la sua passione”
Marlon Brando



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Trend Primavera Estate 2016: trasparenze e nude look

TREND PRIMAVERA ESTATE 2016: TRASPARENZE E NUDE LOOK 

La tendenza più hot della stagione Primavera Estate 2016 è senza ombra di dubbio la trasparenza.
Che sia bon ton, romantica, hippy, poco importa, fondamentale è che lasci molto spazio all’immaginazione!

Sono gli abiti cosiddetti “vedo-non vedo”, quelli che svelano la pelle dietro voile, lavorazioni, crochet, reti che creano il see through look, di cui Jane Birkin era la regina.

La modella inizia a sfoggiarlo già negli anni ’70, accanto al cantante Serge Gainsbourg, sulle passerelle, agli eventi mondani, conquistando la scena francese. Audace – ma d’altronde poteva permetterselo –  Jane Birkin sceglieva prevalentemente abiti lunghi in pizzo che lasciano intravedere l’intimo o il seno. Non dimenticate la regola del see through look : se avete un seno grande, evitatelo, o rischierete di essere volgari.

 

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Jane Birkin indossa un abito crochet vedo-non vedo


Jane Birkin et Serge Gainsbourg a la premiere du film "Slogan" de PierreGrimblat le 28 aout 1969  -- Jane Birkin and Serge Gainsbourg  august 28, 1969
Jane Birkin e Serge Gainsbourg alla prima del film “Slogan”  –  1969


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lo stile see through di Jane Birkin


 

Anche in passerella i designers hanno proposto trasparenze per la stagione primavera-estate 2016, dal velo nudo arricchito di ricami di Alberto Zambelli, all’abito in rete rock di Alexander McQueen.

La versione di Blumarine è fiorata e dai toni pastello, mentre Alberta Ferretti propone un mood dal rimando vittoriano ma sexy; bianco candido e romantica la donna Angelo Marani – rock la proposta Amen Couture con top in velo da abbinare a jeans lavorati, sensuale la scelta Burberry Prorsum P/E che lascia intravedere un intimo culotte mantenendo un’allure decisamente chic !

Qui una serie di proposte direttamente dalle passerelle per la stagione primavera estate 2016: 

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Alberto Zambullí P/E 2016


 

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Alexander McQueen P/E 2016


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Collezioni Primavera Estate 2016 Alexander McQueen


 

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Blumarine P/E 2016


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Andrea Incontri P/E 2016


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Akris P/E 2016


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Akris P/E 2016


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Akris P/E 2016


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Alberta Ferretti P/E 2016


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Alessandra Dell’Acqua P/E 2016


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Angelo Marani P/E 2016


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Angelo Marani P/E 2016


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Amen Couture P/E 2016


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Amen Couture P/E 2016


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Angelo Marani P/E 2016


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Alberto Zambelli P/E 2016

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Alberto Zambullí P/E 2016


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Alberto Zambelli P/E 2016


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Alberto Zambelli P/E 2016


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Alberto Zambelli P/E 2016


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Blumarine P/E 2016


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Blumarine P/E 2016


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Blumarine P/E 2016


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Burberry Prorsum P/E 2016


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Burberry Prorsum P/E 2016


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Burberry Prorsum P/E 2016


Collezioni Primavera Estate 2016 Alexander McQueen
Collezioni Primavera Estate 2016 Alexander McQueen


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Collezioni Primavera Estate 2016 Alexander McQueen


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Collezioni Primavera Estate 2016 Ann Demeulemeester


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Collezioni Primavera Estate 2016 Ann Demeulemeeste


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Alberta Ferretti P/E 2016


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Consigli di stile: 3 outfit da indossare in casa

Per quale motivo rinunciare alla propria femminilità, con la scusa del “tanto sono a casa, chi vuoi che mi veda?!”

E se dovessi avere un malore? Vuoi che ti colgano impreparata, in disordine, senza trucco, con i capelli arruffati e con un terribile bisogno di fare tappa dall’estetista? Ricordatevi bene cosa diceva Marilyn Monroe: ”

Che vergogna quando arrivò l’idraulico. Io lì, tutta nuda nella vasca… e non avevo lo smalto sulle unghie!

Ecco quindi 3 outfit da indossare in casa, per le freelance, per le casalinghe, per chi semplicemente passa molto tempo tra le mura domestiche ma non vuole rinunciare allo stile.

Evitiamo vi prego babbucce o simili o pantofole De Fonseca con pelo, no ai maglioni logori dal tempo, con buchi sui gomiti, quelli che “non lo butto, lo uso per casa!” – optiamo per qualcosa di comodo, ma con dettagli sexy, che insomma ci ricordi che siamo donne e non sacchi di patate!

Sicuramente nell’armadio tutte avrete una t-shirt bianca e un pantalone tinta unita morbido, magari quello della tuta, un total white perfetto, facile e senza investimenti di denaro.

Per le femme fatale, feline anche a casa e con il desiderio di sentirsi libere, consiglio un body abbinato a maglione large – meglio se di una taglia in più, perfetto se maschile, – caldo, morbido che faccia quasi da vestito e lasci libere le gambe. Per le più freddolose dei calzettoni e si è subito Kim Basinger in “Nove settimane e mezzo“.

Uscite dal letto, volete coprirvi ma non avete sottovesti a portata di mano? Semplice, avete il permesso di rubare la camicia al vostro lui! E’ un indumento sexy, pratico e che vi lascerà il suo profumo addosso.

Unica regola: i capelli devono essere sciolti e ribelli, proprio come dopo una notte d’amore …

 



(foto David Bellemere – immagini dei capi @Trendfortrend)




(foto Helmut Newton – immagini dei capi @Trendfortrend)




(foto David Bellemere – immagini dei capi @Trendfortrend)

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Mito nel Mito: Steve McQueen

Non lo trovate su Instagram, non è un fashion Blogger, ma se volete una vera icona di stile da seguire è lui: Steve McQueen, anche detto “the king of cool”.


Moda uomo: siete alla ricerca di ispirazioni per l’estate? Lasciate perdere tutte le presunte icone di stile di oggi e puntate tutto su uno che purtroppo è morto a soli 50 anni, nel 1980, ben 35 anni fa: l’attore americano Steven Mcqueen, detto Steve. Interprete di film indimenticabili (La grande fuga, Bullit, Papillon, solo per citarne alcuni), personaggio carismatico, maledetto, trasgressivo, noto per la sua passione per le corse, in auto e in moto, ma soprattutto icona di stile. A 35 anni dalla sua morte basta guardare le vecchie fotografie per rendersi conto che potrebbero essere state scattate oggi, o domani. Non alla moda, ma fuori dalla moda: non aveva un “consulente dell’immagine” che gli diceva come vestirsi o pettinarsi. Era semplicemente così: personalità da vendere, affascinante, non seguiva lo stile ma era lo stile. E i suoi abbinamenti non sfigurano neanche oggi, anzi.


Ispiriamoci quindi a lui per il look dell’estate (e non solo) attraverso alcune fotografie:


Steve McQueen
Steve McQueen



Sneakers di tela senza calze, minimal, colore unico, pantaloni leggeri slim fit, colori chiari, camicia dal taglio leggero, occhiali da sole che potrebbero essere alla moda quest’anno, capelli taglio “come accidenti voglio io”, orologio e… beh, della pistola potete anche farne a meno. Per il resto, un look perfetto anche per l’estate 2016. Ed erano gli anni ’70.


Steve McQueen
Steve McQueen



Pantaloni chiari con risvolto, sandali gladiatore, camicia di cotone. Praticamente le tendenze dell’estate, però 40 anni fa. Che dite, se lo merita o no l’appellativo di King of Cool?


Steve McQueen
Steve McQueen



Sembra una pubblicità di oggi. Scarpe di tela sdrucite (oggi le vendono già così), jeans slim fit, maglietta bianca stile intimo (lanciata da Marlon Brando), abbronzato, rasatura perfetta, sguardo da duro, capelli probabilmente pettinati da una bella corsa in moto e gli immancabili occhiali da sole. Perfezione.


Steve McQueen
Steve McQueen



Qui si nota la sua abilità nel mischiare elementi eleganti con uno stile leggermente trasandato assolutamente irresistibile.


Qualche tips invernale:


Steve McQueen
Steve McQueen



Anno 1966, film “Quelli della San Pablo”, capottone nero “caban”, tutto incredibilmente moderno.


Con lo stile autunnale-invernale McQueen diventava decisamente elegante ma sempre inevitabilmente cool. Qua una celebre immagine tratta dal film “Bullit”:


Steve McQueen
Steve McQueen



Quando poi andava in moto o in macchina (come sappiamo era un amante delle corse) Steve McQueen dava il suo meglio con abbinamenti che ancora oggi fanno storia, qui in una divertente foto in bianco e nero con gli immancabili occhiali da sole Persol:


Steve McQueen
Steve McQueen



Qui invece in una gara motociclistica con il mitico Barbour che fece storia e che, diciamolo, solo lui poteva portare così:


Steve McQueen
Steve McQueen



Ecco, quando sentite parlare di “iconico”, di moderno, di fashion blogger che fanno tendenza eccetera eccetera, ricordatevi di Steve McQueen, The King of Cool. Per i veri fanatici c’è anche il sito tributo con i vestiti, le scarpe e gli accessori usati dall’attore nei film e nella vita privata e altri vestiti-tributo a questa grande icona di stile, si chiama – ovviamente – thekingofcool.com.

STREET STYLE: UN PALCOSCENICO CHIAMATO MILANO FASHION WEEK

Mode, tendenze e stranezze catturate tra le vie della capitale italiana della moda. Una settimana di show a cielo aperto, per non dimenticare che la moda è prima di tutto passione. 

Cala il sipario sulla Milano fashion week 2016. Cinema finito ora tutti a casa. Eppure vi è quel qualche cosa che resta per le vie della città più fashion d’Italia, un qualche cosa che non puoi spiegare ma che se ami la moda, puoi capire. E sarà forse la nostalgia di quelle corse tra una sfilata e l’altra, di quel clima di fibrillazione all’arrivo di un’auto con i vetri scuri che non sai chi scaricherà o la miriade di fotografi per le vie del centro alla ricerca della blogger di turno. O più semplicemente sarà la mancanza di quelle stranezze che, diciamocela tutta, sono capaci di colorire anche una città spenta e piovosa del nord. Perché così ci ha accolto in questi giorni questa Milano della moda, un palcoscenico a cielo aperto che seppur un po’ cupa per il meteo, che non ci ha risparmiato, ha sfoderato comunque tutta la sua adrenalina ed il suo colore. Il colore degli outfit sfoggiati da loro ovviamente, blogger, giornalisti, buyer e star che per sei giorni hanno recitato al meglio il loro ruolo di protagonisti (alcuni), comparse, (altri). Ogni sfilata uno show, non solo quello vero, della passerella, delle collezioni che generano business da miliardi, ma anche fuori per strada. Bello, bellissimo… e chi ama la moda, questo lo sa. E così non puoi non carpire il dettaglio di una fascetta anni 70 tra i capelli, fatta di perle o fiori, abbinata a pelliccette eco colorate, cappotti oversize indossati con disinvoltura e abbinati a cappelli ampi di ogni colore, forma e dimensione. Non da meno le pellicce vestaglia o le cappe in cinigliato, come hanno sfoggiato al loro ingresso da Blumarine Anna Dello Russo e Candela Novembre. Più minimale Kylie Minogue in all black, ma bella come non mai, con i capelli raccolti in una coda e l’occhiale nero da vera star (nonostante la pioggia battente). E poi anticipazioni di primavera per le più temerarie che non hanno temuto freddo ed umidità, come si è visto nel pre-show di Ermanno Scervino e Cividini. Via libera così a cappottini fiorati, pantaloni ambi abbinati a bomber college style, qualcosa di militare che non guasta mai e poi capelli colorati a tutto andare. Sì, avete capito bene: rosa, grigio/azzurro, azzurro, le teste di molti fashion addict si sono tinte di gradazioni di colori così vivaci da contrastare solo loro il grigiore della pioggia. Ma alla fine si sa, la moda è un gioco e forse, in alcuni casi serve proprio per farci divertire e sorridere. Fino alla prossima fashion week, alla prossima passerella, al prossimo show.

ph: Daniele Trapletti

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Il meglio dello street style alla Milano Fashion Week 2016

Il meglio dello street style alla Milano Fashion Week 2016


 

Foto:  Nasario Giubergia

 

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Cyprien Richiardi
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Justine Mattera
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Simone Guidarelli – Justine Mattera – Barbara Snellenburg
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Street Style MFW 2016

RICCARDO SIMONETTI: BLOGGER FROM BERLIN

Non fatevi ingannare dal nome. Se all’apparenza può sembrare italiano lui è 100% tedesco e non un tedesco normale pensi un’icona dello stile Made In Berlin. A Milano è approdato la scorsa fashion week e ha fatto sfacelo. Questa edizione ritorna, sempre più fashion, sempre più chic e con la sua milionata di followers. Seguitelo!


Riccardo Simonetti: un nome italiano ma tu sei tedesco. Quali sono le tue origini? 
“In realtà sono al 100% italiano. Mio padre è un gelataio di Forno di Zoldo (nelle vicinanze di Cortina) mentre mia mamma è di Salerno. Anche se sono cresciuto in Germania siamo stati molte volte dai parenti in Italia perché loro vivono ancora tutti li”.


Cosa pensi di queste origini?

“Sono un grande fan dell’ “italian life style” e cerco di venire in Italia ogni volta che sono libero da impegni e, naturalmente, sono orgoglioso delle mie origini. Quando ero ragazzino tante persone mi consideravano quasi diverso per questo motivo, ma per me era un plus, in quanto amo la capacità intrinseca del vostro popolo di sviluppare un interesse profondo nella moda, nell’arte e in tutte le cose belle della vita. Questo forse perché gli italiani crescono circondati da tutto ciò… è fantastico”.


In Germania oggi sei un blogger seguitissimo. Una grande soddisfazione… 

“Ho sempre sognato di fare parte di quella che io definirei “cultura pop”. Ecco perché fin dall’età di quattro anni iniziai a recitare e da adolescente divenni modello e ospite presso un programma radiofonico. Sono sempre stato consapevole che per raggiungere i miei obiettivi e sogni avrei dovuto lavorare molto duramente. Ma non mi sono mai fermato. Aprii il mio blog nel mio ultimo anno di scuola: voleva essere come una sorta di diario in cui poter raccontare il mio pensiero e la mia visione di stile. Ora funziona molto bene e sono contento delle opportunità di lavoro derivate, dei miei fans e di essere fonte di ispirazione per altre persone”


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Cosa rappresenta per te la moda?

“La moda ha un enorme impatto su come mi sento. E’ importante per me perché comunica ciò che sono prima ancora di ogni altra cosa. Mi piace davvero esprimere i miei sentimenti attraverso un abito e non c’è niente di meglio che una sessione di shopping per ritrovare la giusta carica”.


Quali sono i tuoi stilisti preferiti?

“Non ho un designer preferito ma mescolo tutto quello che mi piace (anche se ho un occhio di riguardo per le linee couture di Versace, Saint Laurent e Dolce e Gabbana). Non servono un sacco di soldi per un vestirsi bene, tutto ciò che serve è un po ‘di creatività. A volte mi piace indossare un pezzo unico couture mentre altre volte trovo i miei migliori look in un negozio di carnevale. L’importante è sentirsi a proprio agio non curandosi del pensiero degli altri”.


Quando crei un outfit a cosa ti ispiri?

“Alla musica che ascolto in quel momento o ad film. Insomma passo da Lana del Rey, triste ma romantica, a una Lady Gaga teatrale dal 2008. Essere “fun” è però sempre importante nella scelta di un look”.


Come definiresti il tuo stile?

“Non convenzionale, unisex con un tocco rock. Le mie icone di stile personali sono Michael Jackson, Lady Gaga, Lindsay Lohan e Axl Rose e credo si possa vedere la loro influenza nei miei outfit quotidiani su instagram.”.


Quest’anno parteciperai per la seconda volta come icona di stile alla MFW. Cosa ne pensi di “questa” Milano?

“Partecipare alla MFW la prima volta è stato estremamente stimolante perché qui regna lo stile. Vedete paillettes, tacchi alti e il puro glamour per le strade, incontrare persone come Carine Roitfield o Anna dello Russo, li accanto a te…tutto stupendo. Milano mi ha molto ispirato nello scegliere i miei look e sono sicuro che anche questa mia seconda “visita” lascerà il segno!”.


Hai  un sogno?

“Essere un “intrattenitore”. E fare emozionare… con la moda ovviamente”.


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ph: Daniele Trapletti

China Machado: la bellezza che ruppe tutti gli schemi

Zigomi pronunciati e labbra a cuore, un volto dall’espressività altera si mixa ad una sensualità felina, che fa capolino, quasi come una forza primordiale, dalle crinoline dei lunghi abiti in taffettà: China Machado è uno dei personaggi più interessanti del fashion biz.

Una vita in cui il destino ha messo più volte lo zampino, una lunga carriera come modella, iniziata un po’ per caso, una bellezza che ha stravolto i canoni vigenti all’epoca, sfidando le cortine fumogene dettate dal razzismo: China Machado è fashion editor, mannequin, icona di stile e produttrice televisiva.

Una lunga e sfolgorante carriera con un mentore d’eccezione, Richard Avedon, China Machado è stata la prima modella asiatica ad apparire su un magazine di moda. Correva l’anno 1959 e la splendida mannequin, scoperta dall’inossidabile Diana Vreeland, compariva nella sua maestosa bellezza sulla cover del numero di febbraio di Harper’s Bazaar.

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China Machado per Harper’s Bazaar, Novembre 1962, foto di Melvin Sokolsky
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China Machado è nata a Shanghai nel 1928
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China Machado in un abito Ben Zuckerman per Harper’s Bazaar, New York, 6 novembre 1958. Foto di Richard Avedon

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China Machado è stata musa storica di Richard Avedon


All’anagrafe Noelie Dasouza Machado, la modella è nata a Shanghai nel 1928. Sangue misto nelle vene, tra Sud-Est asiatico, India e Portogallo, China Machado è cresciuta parlando alla perfezione quattro lingue: l’inglese, il francese, il cinese e il portoghese.

Un’infanzia segnata in modo indelebile dalla guerra ma anche dalla povertà e dalla malattia: a sette anni rischiò la vita per complicazioni derivanti da un’infezione multipla, tra tifo, febbre paratifoide e meningite. Era il 1937 e si racconta che, mentre il prete stava per somministrarle l’estrema unzione, i giapponesi bombardarono l’ospedale di Shanghai dove la piccola era ricoverata. “La combattente che è in me venne fuori”, ha dichiarato più volte l’icona di stile ripensando a quel periodo della sua infanzia.

Superata la quarantena e recuperata la salute, la giovane trascorse i suoi primi 16 anni di vita a Shanghai; poi iniziò a viaggiare con la famiglia, tra Argentina, Spagna e Perù, prima di stabilirsi in Europa.

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La mannequin è stata la prima modella asiatica ad ottenere la cover di un magazine di moda
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China Machado in pigiama palazzo Galitzine, foto di Richard Avedon, 1965
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China Machado ritratta da Avedon a La Pagode d’Or, Parigi, gennaio 1959
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China Machado, foto di Richard Avedon per Harper’s Bazaar, Parigi, agosto 1961

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China Machado per Harper’s Bazaar, foto di Frank Horvat, Roma, 1962


All’età di 19 anni China Machado conobbe Luis Miguel Dominguín, torero di grande fascino. Con lui si trasferì a Roma, dove prese parte a numerose pellicole cinematografiche. La bellezza esotica di China mieteva i primi consensi ma i modelli di riferimento a cui la giovane si ispirava erano donne occidentali, come Rita Hayworth, Vivien Leigh e Ava Gardner. Sarà proprio quest’ultima, femme fatale dalla personalità esplosiva, a rubarle l’amore di Dominguín. Al termine di quella relazione la giovane si trasferì a Parigi, dove la sua vita cambiò per sempre.

La sfrontata bellezza di China Machado ruppe il sistema di vero e proprio apartheid che caratterizzava la moda degli anni Cinquanta. Lei, che non aveva mai fatto alcun pensiero sul mondo fashion, venne notata durante un party e si ritrovò letteralmente catapultata sulla passerella di una maison storica del calibro di Givenchy. In soli due anni la modella -che cambiò in quel periodo il proprio nome in China- calcò le passerelle più prestigiose, da Dior a Valentino, da Balenciaga fino a Pierre Cardin. Elegante e sensuale, divenne musa di Hubert de Givenchy, per cui lavorò tre anni, conseguendo un primato storico: fu infatti la mannequin più pagata d’Europa, con guadagni che sfioravano i mille dollari giornalieri. Protagonista dei party più esclusivi, a cui presenziava accompagnandosi ad artisti del calibro di Pablo Picasso ed Andy Warhol, nel 1957 sposò l’attore Martin LaSalle da cui divorzierà nel 1965, dopo aver dato alla luce due bambine. La coppia si stabilì a New York City e fu qui che, nel 1958, avvenne l’incontro decisivo per la carriera di China. Tramite la fashion editor Diana Vreeland la modella ebbe modo di incontrare Richard Avedon. Col grande fotografo nacque subito una grande amicizia ma anche un sodalizio artistico che produsse risultati di portata storica.

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Musa di Hubert de Givenchy, China Machado calcò le passerelle più importanti, da Dior a Balenciaga
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La mannequin in uno scatto del 1961
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New York, Harper’s Bazaar, 1964, foto di Jeanloup Sieff
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China Machado per Harper’s Bazaar, styling di Diana Vreeland e foto di Richard Avedon

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China Machado e Alberto Moravia, foto di Frank Horvat per Harper’s Bazaar, Roma, 1961


Definita da Avedon “la donna più bella del mondo”, per vedere pubblicate le foto che immortalavano la sua musa dalla bellezza esotica, Avedon dovette superare le barriere razziali e il bigottismo imperante, per cui era inconcepibile vedere in copertina una modella asiatica. La Hearst, casa editrice di Harper’s Bazaar, temeva che quelle foto avrebbero causato la disdetta di molti degli abbonamenti alla celebre rivista di moda. L’editore dell’epoca, Robert F. MacLeod, disse a chiare all’incredulo Avedon che quelle foto non potevano essere pubblicate perché la ragazza non era bianca. Ma è pur vero che non si diventa leggende per caso: Avedon si dimostrò inossidabile nella sua battaglia a favore della bellezza, arrivando a minacciare la storica casa editrice di rinunciare al contratto come fotografo di Harper’s Bazaar. Alla fine Avedon la spuntò e salutò orgogliosamente l’uscita del numero di febbraio del 1959: la bellezza aveva vinto. Ma forse la portata storica di quella battaglia non era ancora del tutto chiara, all’epoca. Il successo di China Machado aprì la porta alle modelle di colore, da Iman a Naomi Campbell, da Jourdan Dunn a Sessilee Lopez.

China Machado in Guy LaRoche
China Machado in Guy LaRoche
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All’anagrafe Noelie Dasouza Machado, la modella cambiò il proprio nome in China quando iniziò a sfilare
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La bellezza esotica di China Machado immortalata da Peter Basch in uno scatto risalente agli anni Cinquanta
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China Machado in un abito Patrick de Barentzen, foto di Richard Avedon
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China Machado è tornata a posare come modella, firmando un contratto con la IMG alla veneranda età di 80 anni

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L’icona di stile ha lavorato per ben 11 anni come fashion editor di Harper’s Bazaar


Nonostante il suo incredibile successo China Machado non si dichiarò mai entusiasta del lavoro di modella, e -incredibile ma vero- lei, dal viso così perfetto, non si ritenne mai particolarmente bella, come ha più volte dichiarato in numerose interviste. La collaborazione tra la modella e Avedon durò tre anni, successivamente ai quali China Machado fu assunta -ironia della sorte- dallo stesso Harper’s Bazaar come Senior Fashion Editor, per poi assumere l’incarico di Fashion Director. Dal 1962 l’ex modella lavorò per 11 anni nella redazione dello storico magazine. Come fashion editor il suo era un approccio alla moda istintivo e spontaneo. Convinta per sua stessa ammissione di non avere -a differenza delle sue colleghe- un senso innato per lo stile, China Machado prediligeva comfort e sobrietà, indossando spesso pantaloni.

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China Machado ritratta da Bruce Weber per Vogue Italia luglio 2015
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China Machado ritratta da Richard Rutledge
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Contraria alla chirurgia estetica, China Machado appare ancora oggi bellissima e naturale
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Ironica e dalla grande personalità, China Machado ha lavorato anche come costume designer e produttrice televisiva

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China Machado fotografata da Glen Luchford per V Magazine, 2010


Nel 1989 l’icona di stile China Machado venne celebrata con l’inserimento nella celebre International Best Dressed List, creata nel 1940 da Eleanor Lambert. La modella ebbe due figlie dall’attore Martin LeSalle, Blanche ed Emmanuelle. Rumour vociferano di una sua liaison con William Holden. Attualmente la modella vive a Long Island col suo nuovo marito Riccardo Rosa.: nel corso della sua lunga carriera ha lavorato anche come costume designer e produttrice televisiva e ha cresciuto le sue due figlie come madre single. Dopo aver ultimato la sua autobiografia è stata immortalata in tempi recenti da Bruce Weber per W Magazine: è così che, a oltre mezzo secolo dal suo ritiro dalle passerelle, China Machado è tornata a posare come modella, con un contratto firmato con la celebre agenzia IMG alla veneranda età di 80 anni. Il passare del tempo non ha cambiato i suoi zigomi, le labbra e gli occhi felini sono sempre gli stessi, come anche l’autoironia. E a chi le chiede quali siano i suoi segreti di bellezza, lei risponde, spiazzando gli increduli interlocutori: “Non ho mai fatto una dieta, non ho mai fatto ginnastica, mangio come un maiale e bevo- soprattutto vodka. E fumo, anche.” Perché la personalità è glamour.


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Scarpe Autunno/Inverno 2015-2016

Si dice siano l’ossessione di ogni donna. La stagione autunno/inverno vede protagoniste assolute le scarpe: tantissime sono le tendenze proposte dalle sfilate, per accontentare i gusti di qualsiasi donna.

Le collezioni autunno/inverno 2015-2016 propongono numerose varianti, per sbizzarrire la fantasia e completare al meglio qualsiasi tipo di outfit. Si va dalle décolleté classiche alle platform coloratissime, fino agli stivali, per questa stagione declinati nelle varianti di cuissardes ed ankle boots: dalle stampe optical alla vernice, dalle furry shoes ai sandali glitterati.

Ce n’è veramente per tutti i gusti. Stivali in vernice e colori pastello hanno sfilato da Valentino, ankle boots dello stesso stile da Paul Smith, mentre Jil Sander propone un modello in giallo canarino.





Decorazioni e fasto quasi balcanico nelle platform viste in passerella da Dries Van Noten, mentre lustrini e paillettes vengono completati da un inedito tacco in pelliccia da Rochas. La tendenza per l’autunno/inverno 2015-2016 è furry: le scarpe divengono accessori a tutti gli effetti e vengono ora ricoperte di una calda pelliccia. Furry shoes viste anche da Maison Margiela e da Fendi, mentre dettagli in pelo fanno capolino dalla più classica delle décolleté in passerella da Emanuel Ungaro.

Un altro trend di stagione è il socks Boot, la scarpa o stivale da cui fanno capolino i calzini. E se la calzatura è extra lusso, come visto nella sfilata di Alexander McQueen, l’effetto è doppiamente riuscito: ecco fare capolino da una décolleté nera un inedito calzino in pizzo. Sandali quasi monacali con calzino incluso protagonisti di Yohji Yamamoto. Decorazioni in primo piano da MSGM, Vivetta, Just Cavalli.

Tornano protagonisti, direttamente dagli anni Sessanta, i cuissardes, che divengono ora tela immacolata per stampe optical che doneranno allegria alla stagione fredda: da Emilio Pucci a Dior fino a Vivienne Westwood, il trend invernale vuole gambe coloratissime. Anfibi dark decorati con croci vittoriane hanno sfilato da Fausto Puglisi, mentre ankle boots in pelle sono stati protagonisti delle sfilate di Etro e Lanvin. Le più classiche slippers hanno fatto capolino, in versione animalier, da Temperley London; infine, da Moschino sfilano converse con tacco a stiletto, che ricordano direttamente dagli anni Ottanta e la moda di Norma Kamali.


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Lo stile di Eleonora Carisi

Il neo che sdoganò Cindy Crawford campeggia in bella vista su un viso pulito dall’espressività antica. Una bellezza aristocratica ed una languidezza nello sguardo, tipicamente italiana.

Eleonora Carisi oggi nel fashion biz è qualcosa di più che una semplice icona di stile: brillante manager di se stessa, ha saputo gestire mirabilmente una carriera in incredibile ascesa che l’ha portata a divenire una vera diva.

Nata a Torino, classe 1984, una personalità forte e un senso spiccato per lo stile le hanno aperto le porte della moda: it girl, influencer e trendsetter di incredibile successo, Eleonora Carisi è uno dei nomi più brillanti del panorama fashion a livello internazionale.

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Eleonora Carisi alla New York Fashion Week, febbraio 2015
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Eleonora Carisi in Michael Kors nel suo blog Jou Jou Villeroy
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Eleonora Carisi è nata a Torino nel 1984

Eleonora Carisi of Jou Jou Villeroy wearing Michael Kors floral skirt. New York Fashion Week
Icona di stile, trendsetter ed influencer, Eleonora Carisi è una delle personalità più famose del fashion biz


Dopo aver conseguito una laurea in Marketing e Comunicazione presso l’Istituto Europeo di Design di Torino nel 2006, nello stesso anno Eleonora ha aperto una piccola boutique al centro del capoluogo piemontese: è nato così You You Store, concept store che ha sdoganato l’incredibile amore per la moda di Eleonora Carisi, che l’ha portata in pochi anni a fare della propria passione un lavoro più che redditizio.

Nel 2009 l’icona di stile ha lanciato la sua prima linea d’abbigliamento: What’s Inside You -questo il nome scelto- perché la moda è qualcosa di innato, qualcosa che parte da dentro. Ma è l’anno seguente, il 2010, l’anno della svolta: Eleonora apre il suo blog Jou Jou Villeroy, un canale di lifestyle e tendenze, veicolo di pura bellezza. Quella che si respira ad ogni foto è arte pura, unita ad un’estetica perfetta. Subito balzato in testa alla classifica dei 50 blog più popolari in Italia, grazie al suo blog Eleonora Carisi è divenuta in poco tempo un’icona famosa in tutto il mondo.

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Eleonora Carisi si è laureata nel 2006 in Marketing e Comunicazione presso l’Istituto Europeo di Design di Torino
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Nel 2006 l’icona di stile ha aperto il suo concept store You You Store, nel centro di Torino
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Nel 2009 l’icona di stile ha lanciato la sua prima linea d’abbigliamento, What’s Inside You
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Nel 2010 Eleonora ha creato il suo blog, Jou Jou Villeroy

Foto tratta da Lookbook.nu    —
Uno dei suoi mille outfit imitatissimi


Regina incontrastata dei social media, come Instagram, Twitter e Pinterest, immancabile presenza nei front-row delle passerelle più famose ed icona di stile. Lei, che dal canto suo si definisce cool hunter, non sbaglia un colpo: attentissima alle nuove tendenze, curiosa, poliedrica, carpisce le novità e le rielabora secondo il suo occhio. Un appeal sofisticato e un grande carattere, dal 2011 Eleonora Carisi collabora con la versione online del magazine italiano Grazia, di cui è stata it-girl.

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Eleonora Carisi alla Milan Fashion Week Autunno/Inverno 2013
Photo by Le21eme
Foto di Le21eme
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In pizzo bianco per le strade di Milano
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Il look scelto da Eleonora per la sfilata Roberto Cavalli Primavera/Estate 2016

Total look Louis Vuitton, shoes Louboutin, sunglasses Pollini
Total look Louis Vuitton, scarpe Louboutin, occhiali da sole Pollini


La sua grande fotogenia non è passata inosservata e tanti sono i brand che se la contendono da anni come testimonial: la blogger è stata modella e musa di nomi storici della moda, tra cui Moschino, Michael Kors, Chanel, Tod’s, Gucci, Ferragamo, Redken. Bella è bella: un viso che resta impresso ed uno stile sofisticato. Ogni mise è semplicemente perfetta, curata in ogni minimo particolare: uno stile eclettico, che passa con disinvoltura dalle suggestioni anni Quaranta, nei capelli ad onde e nei tailleur pantalone con stola di pelliccia al mood glossy di gonne a ruota indossate con cocoon coat rosa baby, fino all’ironia delle stampe cartoon. Femminilità allo stato puro negli outfit scelti per il suo blog e nei lunghi abiti da diva indossati sui red carpet, ma impeccabile anche in un mood casual quando la si incontra per le strade di Milano.

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Appeal da diva alla settimana della moda di Parigi
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Eleonora Carisi ad Intimissimi On Ice
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Alla sfilata Fendi Autunno/Inverno 2014-2015

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Cool hunter e modella, Eleonora Carisi è molto seguita nei social network


Eleonora Carisi è stata designer di apprezzate capsule collection per Zalando, Patrizia Pepe e Maria Grazia Severi. Inoltre ha collaborato, in veste di guest editor, per Grazia.it, VanityFair.it, Elle.it ed Elle Girl China, solo per citarne alcuni. Icona di stile tra le più copiate, ha calcato i red carpet più importanti, dal Festival del Cinema di Venezia al Festival di Cannes; presenza fissa ai Nastri d’argento e al Taormina Film Festival, la sua eleganza innata continua a mietere consensi.


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