S.W.O.R.D 6.6.44 – La pelle testimone del tempo

L’arte della moda è ora più che mai indissolubilmente legata alla società, alla cultura e all’andamento economico. Alcuni stilisti di moda, più di altri, connettono le loro ricerche con i cambiamenti in atto non solo nel loro universo creativo, ma nella vita di tutti i giorni.


S.W.O.R.D 6.6.44 è una di quelle aziende: un’ eccellente testimone dei tempi. Vent’anni di attività artistica e di business per Matteo e Giacomo Zanellati, una generazione che ha prodotto e distribuito le sue collezioni di pelle e pellicce pregiate nel Mondo.


S.W.O.R.D 6.6.44
S.W.O.R.D 6.6.44



Figli d’arte, Matteo e Giacomo hanno fatto i loro primi passi nell’azienda di famiglia, a Ravenna, e sono stati immediatamente immersi nel mondo dell’artigianato e della creatività. Tagliare e lavorare la pelle erano i loro giochi preferiti, e intere legioni di soldatini venivano vestiti con divise fantasiose create dai due piccoli.


Da adolescenti, la loro attenzione si è spostata alla creazione di capi personali e successivamente alla produzione per clienti sempre più numerosi. La passione e il riscontro è tale da catapultarli presto nel cuore del fashion system, dal quale sono stati ricompensati nel vedere le maggiori star mondiali indossare le loro creazioni.


S.W.O.R.D 6.6.44
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Così, Matteo e Giacomo hanno iniziato a giocare con la moda e, se la pelle è il loro sostentamento, il senso degli affari è la loro carta vincente. La loro filosofia si traduce in una continua ricerca di materiali naturali e finiture pregiate, il comfort totale, il perfect fit e il design pulito ed elegante.


S.W.O.R.D 6.6.44
S.W.O.R.D 6.6.44



I capi S.W.O.R.D 6.6.44 sono grintosi e raffinati e si distinguono per la cura dei dettagli, che diventano poi pezzi forti di una costruzione dal design lineare concentrata sulla sostanza, senza disdegnare le piccole provocazioni.
I diversi lavaggi e la vasta gamma di colori che va dai toni eleganti e neutri alle tonalità più accese, permettono di vestire tutti i giorni il cliente metropolitano e cosmopolita.


S.W.O.R.D 6.6.44
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Diventato un must have per il guardaroba delle star nazionali ed internazionali, la S.W.O.R.D 6.6.44 vanta un ampio portfolio di Sword addicted.


S.W.O.R.D 6.6.44


S.W.O.R.D 6.6.44
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S.W.O.R.D 6.6.44
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Alain Delon: “Faccia d’angelo e Dandy Ribelle”

Alain Delon: “Faccia d’angelo e Dandy Ribelle”

Sguardo gelido e volto angelico, ecco come si presenta Alain Delon, attore ed icona di stile maschile senza tempo e senza età, imitato ancora oggi da moltissimi giovani. Possedeva quel tipico atteggiamento francese sicuro di sé, che indubbiamente contribuì alla suo tile impeccabile. Le donne lo amavano, gli uomini volevano essere come lui e l’elegante attore europeo ne era ben consapevole. Nato in un sobborgo di Parigi nel 1935, Delon ebbe un’infanzia tumultuosa. In giovinezza, appena lasciato la Marina, accettò qualsiasi impiego potesse ottenere e diventò amico dell’attrice Brigitte Aubur. Grazie a lei partecipò al Festival di Cannes, evento che diede il via alla sua carriera da attore. Delon fu anche un uomo d’affari, lanciando prodotti come orologi, occhiali da sole e profumi: ognuno di questi prodotti era una testimonianza del suo gusto classico e un po’ retrò.


Alain Delon - FILM "DIABOLIQUEMENT VOTRE" De Julien   Duvivier
Alain Delon – FILM “DIABOLIQUEMENT VOTRE” De Julien Duvivier



Lo stile di Alain Delon era originale ed elegante, rispecchiava i tempi che stava vivendo: fece della semplicità un pass partout, abbinando capi semplici ad accessori di alta classe. All’epoca in molti lo ritraggono come un ragazzo amante della bella vita, delle feste e dei circoli culturali. All’incrocio tra virtuosismi formali e praticità, osava molto tanto che fu definito dalla critica cinematografica piu’ ambita come il “Dandy Ribelle”.


Alain Delon
Alain Delon



Il suo motto fu:


“I capelli di Cesare non sono diventati bianchi, si sono illuminati. Cesare non invecchia, Cesare matura! Ave, me!”


I capi che lo contraddistinguono sono:


– Il Trench


– La t-shirt bianca classica, semplice scollata a V a maniche corte


– Il Borsalino


– La sciarpa in seta


– I pullover in cachemire dalle tonalità scure


– Lo Smoking


Alain Delon
Alain Delon



La sua vita privata è caratterizzata da amori folli (Nathalie Delon, Jill Fouquet, Romy Schneider, Mireille Darc, Rosalie Van Breemen), otto figli, più uno non riconosciuto, con i quali ha avuto rapporti contrastati, passioni pericolose (i cavalli, la boxe, il gioco), rischiose amicizie con esponenti della malavita e un paio di noie con la giustizia come nel misterioso assassinio del suo body-guard, Stevan Markovich. Oggi Alain Delon, che non ha mai nascosto di aver sofferto di depressione, si è riconciliato con il primogenito Anthony, ha regalato agli amici la maggior parte degli oggetti che scandirono i suoi trionfi, ha venduto la maggior parte delle sue proprietà, vive in solitudine tra la Svizzera, di cui è cittadino dalla metà degli Anni Novanta e la vasta proprietà in Francia dove ha sepolto i suoi cani (ben 45) e ha preparato la cappella funebre per sé, per le donne e i figli che vorranno ritrovarlo, un’ultima volta.


Alain Delon con Nathalie Delon
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Alain Delon con Nathalie Delon
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Preppy Style: lo stile dei “ Bravi Ragazzi”

Lo stile Preppy nasce in Inghilterra, la patria dell’estremo classicismo formale e del rigore dell’eleganza. Introdotto dal telefilm Happy Days, reso cult dal celebre Gossip Girl il preppy look si ispira all’abbigliamento degli studenti della Ivy League e a quei bravi ragazzi anni ’50 che frequentavano i più prestigiosi college cittadini mixando le loro divise a capi casual-chic. Sdoganato praticamente ogni stagione, marchio di fabbrica di alcuni stilisti e costante ispirazione per altri, il preppy style regna incontrastato sulle passerelle. Sarà per quel carattere speciale che unisce casual e bon ton, per il suo evocare scenari di divertimento e giovinezza o perché, ispirandosi alle impeccabili uniformi degli agiati universitari d’oltreoceano, incarna un po’ il sogno americano. Fatto sta che, da quando è nato tra i Cinquanta e i Sessanta, il look che ha preso il nome dalle pre-school è diventato un chiodo fisso per ragazzi di tutte le età, che lo scelgono perché pratico, chic e, soprattutto, esclusivo.


Preppy Style
Preppy Style



Lo stile preppy è fatto essenzialmente di linee semplici, tessuti di alta qualità, taglie precise e tagli modesti. Le Case di Moda creatrici e realizzatrici di questo stile sono: J. Press, Ralph Lauren, Brooks Brothers, Jack Rogers, L.L. Bean, Tommy Hilfiger, Vineyard Vines, Lacoste, Nantucket Brand, Burberry, J.Crew, Lilly Pulitzer, Lands End, Smathers & Branson e Tucker Blair. Lo stile preppy è quindi quello stile usato dai ragazzi di buona famiglia che frequentano college facoltosi e passano la vita destreggiandosi tra un brunch e un cocktail party.


Preppy Style
Preppy Style



Linee guida al Preppy Style


In buona sostanza si tratta di uno stile classico rivisitato in chiave più moderna; i capi imprescindibili che non devono mancare nel guardaroba di nessun uomo:


– Polo


– Cardigan dai colori classici ( rosso, verde bottiglia, blue navy)


– Jeans attillati


– Tweed


– Mocassini


– Camicia


– Bomber (ultimo grido dell’anno), o College Jacket


Altrettanto importanti sono gli accessori che devono incorniciare e valorizzare bene questi capi d’abbigliamento. Lo stile preppy predilige:


– Foulard


– Pochette da giacca


– Cravatte Crochet con stemmi o loghi di Club di appartenenza


Preppy Style
Preppy Style



Secondo alcuni invece lo stile preppy nasce nel corso degli anni 70 come contrapposizione “elitaria” allo stile hippie, verso il quale si orientava lo spirito ribelle di una massa di giovani senz’altro più numerosa e ben più “rumorosa”. Quindi, mentre l’hippie interpretava lo spirito di quell’epoca con uno stile di abbigliamento stravagante, spesso meno curato e ispirato a un look metropolitano e controcorrente, gli adepti del genere preppy si distinguevano per preferire uno stile sobrio, composto, più da “bravi ragazzi”.



Preppy Style
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James Dean: il fascino del “Bello e Maledetto”

James Dean, riassume nella sua persona il titolo del suo più celebre film: Gioventù Bruciata. Pellicola nella quale ricopre il ruolo di un adolescente ribelle, dal nome Jim Stark. La sua incredibile popolarità deriva da soli tre film di cui è stato protagonista: La valle dell’Eden, Gioventù Bruciata ed Il gigante. Egli rappresenta una celeberrima icona culturale, sicuramente senza tempo, da cui ancora oggi molte persone traggono spunto sia per l’intramontabile classe nell’abbigliamento e sia per il suo atteggiamento da “Bello e Maledetto”.


James Dean


Studiò recitazione, frequentò l’Actors Studio e fu scelto, a soli 20 anni, per interpretare il personaggio di Cal Trask, nel film La valle dell’Eden. A James Dean si aprirono immediatamente  le porte del successo e fu presto considerato un eroe della gioventù americana, rappresentante del suo straniamento e della sua incomprensione: portavoce di un’intera generazione.


James Dean
James Dean



Lo stile di James Dean era semplice e pratico, rispecchiava i tempi che stava vivendo: contrario al conformismo e agli status sociali. Pettegolezzi dell’epoca sul suo conto lo ritraggono come un ragazzo amante del pericolo e bisessuale: frequentò i letti di molti personaggi di spicco del suo tempo. Una delle sue più grandi passioni fu quella per le auto, in particolar modo per le Porsche. Fu proprio su uno di questi veicoli brillanti che trovò la morte a soli a soli 24 anni, la sera del 30 settembre 1955 per la precisione, quando la sua Porsche Spider non poté evitare la collisione con un altro veicolo che aveva invaso la corsia che stava percorrendo.


James Dean
James Dean



Il suo motto fu:


“Sogna come se potessi vivere in eterno, vivi come se dovessi morire oggi”


I capi che lo contraddistinguono sono:


– I jeans Lee 101 Riders a sigaretta, taglio classico


– La polo a maniche corte bianca


– Giubbino di pelle nero


– Maglioni dalle tonalità marrone e ocra


– Completi eleganti sartoriali, dalle linee morbide


– Converse e stivaletti classici


James Dean
James Dean



Uno stile easy-chic, casual senza mai apparire indossato per caso, ma ancora impregnato di quella carica eversiva che gli ha regalato Dean, che torna a conquistare la moda. Le giacche a vento, perfetto connubio tra sport ed eleganza cittadina, capospalla ideale nei climi di transizione, hanno volumi definiti, lineari, ma la consistenza di materiali iper-moderni, neoprene e tessuti impermeabili di ultima generazione e si colorano di nuance accese, vitaminiche. L’abbinata perfetta è con il jeans a gamba dritta, dalle venature che gli regalano un’allure vissuta. Sono proprio i pantaloni il centro focale del look; sportivi con il giubbotto a vento, assumono un’aria di rilassata nonchalance se abbinati ad un blazer in tweed, la t-shirt coperta da una camicia di un bianco immacolato, come J. Compendio essenziale, boots in pelle, Chelsea e stivaletti.


James Dean
James Dean



James Dean rappresenta l’adolescente tipico con la sua espressione mutevole di un’età che custodisce gli stupori dell’infanzia, nella loro disarmante spontaneità, e l’asprezza di chi si affaccia al mondo incomprensibile degli adulti e cerca di abbatterne quelle convenzioni soffocanti, provando ad affermare quell’io ancora sfuggente a se stesso. Un’età senza età, la prima età in cui l’uomo comincia a vivere e che non dura mai abbastanza, quell’età immersa in mille pensieri e la cui profondità dello sguardo si perde in un orizzonte che solo pochi riescono ancora a vedere o forse non hanno mai visto. James Dean incarna l’età che da sempre irrita i conservatori per quella spasmodica ricerca di risposte sul motivo della nostra esistenza su questa terra, in cui i sentimenti vengono estremizzati, l’amore idealizzato e l’umore diventa vittima altalenante di ribellioni urlate ed altre ostinatamente silenziose.


James Dean
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A tu per tu con: Luca Boiocchi – Il Personal Stylist

Sardo di nascita e milanese d’adozione, Luca Boiocchi è un professionista eclettico: personal stylist, brand manager, Pr e redattore moda. Luca divide il tempo tra lavoro nello showroom di famiglia, pubbliche relazioni, consulenza di immagine, cool hunting e styling.
E’ quindi un professionista dello stile che osserva l’universo moda da punti di vista differenti, collabora con vari magazines di moda e cura lo stile di numerosi Vip, confermandosi uno dei personal stylist tra i più creativi del momento.


Luca Boiocchi con Le Donatella
Luca Boiocchi con Le Donatella



Le sue consulenze da personal stylist sono richiestissime e stanno diventando sempre più un must per chi vuole stare al passo con le ultime novità dalle passerelle. «Non ho competitor in Italia, è vero – ammette con semplicità e senza la minima traccia di arroganza –. Alle spalle, però, ho molti anni di rodaggio»
Il 90 per cento delle aziende con le quali Luca Boiocchi collabora sono aziende di moda, il suo primo amore, ma si fanno ormai sempre più frequenti le proposte da parte di marchi di accessori, tecnologia, addirittura nel settore food, tant’è che la rivista Good Life gli ha dedicato una copertina.


Luca Boiocchi con Gianluca Vacchi
Luca Boiocchi con Gianluca Vacchi



– Luca, come è nata la tua figura professionale nel mondo della moda?


E’ nata nel 98, cominciai come commesso a dire la verità, in un famoso negozio in centro a Milano, davanti al Duomo, ma fin da subito bello ambizioso, sono riuscito a diventare responsabile del negozio occupandomi più della parte visual fino a diventare vetrinista. Poi in quegli anni mentre ero docente alla UpToDate Fashion Accademy, facendo le mie ricerche per essere sempre aggiornato, sono venuto a contatto con questa parola “il Personal Stylist”; erano gli anni di Britney Spears, Robin Williams per intenderci, e sono rimasto completamente affascinato da questa figura che seguiva a 360 gradi questi personaggi, in tutto e per tutto. Incuriosito, mi sono subito attuato per aggiornarmi ed evolvermi in quello che oggi è il mio attuale lavoro.


– Chi sono i tuoi clienti?


Come Personal Stylist lavoro con uomini o donne che vogliono andare a colpo sicuro con un outfit adatto per la loro occasione speciale o semplicemente sentirsi a proprio agio tutti i giorni con un look giusto, ribadisco a 360 gradi, dall’outfit al lifestyle, quindi persino alla scelta dell’automobile per esempio. Ho iniziato con persone facoltose ma non famose, poi nel tempo, facendo parecchie interviste e apparizioni in tv dove spiegavo il mio ruolo, sono stato contattato anche da personaggi del mondo dello spettacolo, politici e dello sport, calciatori in primis.


– Luca, come si fa a consigliare una persona su “come vestirsi”?


Non è facile, ma se poi il risultato è buono, paga. Soprattutto perché il “cliente” ha un buon risultato in termini di immagine e di soddisfazione personale. Il mio modo di lavorare parte prima di tutto dalla conoscenza del mio cliente. Conoscere a fondo la sua personalità, i suoi gusti ed anche i suoi “difetti”, mi consente di capire quale capo di abbigliamento, accessori e stile potrebbe aiutarlo a rafforzare la propria immagine e a presentarsi in pubblico in maniera “vincente”.
Grazie poi alla mia attività in showroom riesco a percepire prima di altri le nuove tendenze e le mode che il mercato nazionale ed estero ha pensato per le stagioni successive, questo è un grande vantaggio per il mio lavoro di consulenza di stile. Perché gli attribuisce sempre una marcia in più.



– Potresti farci un esempio?


Molte volte è l’accessorio che fa la vera differenza nel look di una persona. Si può apparire con un’immagine ed uno stile vincente e forte anche solo grazie ad un dettaglio, se questo è quello giusto. Non per forza essendo estroversi. Un dettaglio prezioso o vintage insieme a capi di abbigliamento più semplici, può avere un grande impatto e dare all’immagine e allo stile di una persona quel quid che ne rafforza l’immagine ed il look.


Luca Boiocchi nel suo Showroom
Luca Boiocchi nel suo Showroom



– Cosa vogliono gli uomini moderni?


L’uomo di oggi è molto aggiornato, curioso ma soprattutto vanitoso; vuole vestirsi bene nell’ambiente lavorativo e vuole sempre essere al passo con i tempi e desiderato. Ma c’è uomo e uomo. L’uomo “giusto” ricerca la qualità dei capi, possiede un guardaroba essenziale ma di qualità, per questo uomini e donne sono estremamente diversi, per la donna la parola “essenziale” non esiste!


– Lavorando da tantissimo tempo in questo mondo sicuramente hai visto la moda cambiare nel tempo, cosa ne pensi di queste nuove figure come i Blogger e gli Influencer?


Bella domanda… Mi è già stato chiesto parecchie volte. Personalmente conosco parecchi blogger, soprattutto quelli che vanno di più al momento; è un lavoro che da quando sono nati i social sta prendendo sempre più piede, la figura del blogger è nata oltreoceano con l’esperienza dei giornalisti che facevano ricerca nel proprio settore, ricordiamo che il blogger può essere di moda, food, travel ecc… Qui in Europa la figura del blogger si è trasformata, soprattutto nella moda, come una vera e propria vetrina dove ragazzi e ragazze mostrano dei look “fai da te” con lo scopo di raggiungere followers e popolarità. Personalmente sono contento che esista questo movimento, d’altra parte mi dispiace che negli ultimi due anni, ti faccio l’esempio dell’Italia, leggevo su un noto quotidiano, ci sono 221.000 blogger solo nel nostro paese; in sostanza la maggior parte di queste persone sono improvvisati, gente che non ha mai studiato, legge informazioni dalla rete e poi ripropone in vetrina in maniera più o meno corretta la propria visione, per non parlare poi di quelli che per far la marchetta al brand mettono su outfit o accessori improponibili. Lo si può fare costruendo un outfit non forzato ovviamente, ma in quel numero esorbitante sono davvero pochi a riuscirci… Io credo che le aziende dovrebbero dare senso solo a chi ha senso.


Luca Boiocchi nel suo Showroom
Luca Boiocchi nel suo Showroom



– Qual’è il capo o l’accessorio di cui non puoi fare proprio a meno?


Il mio accessorio indispensabile è il cappello. Nei primi del ‘900 era simbolo di eleganza, si usava nel tempo libero come per le cerimonie. Nato come copricapo per le intemperie, poi è diventato importante per uso estetico e dal valore sociale, in quanto storicamente differenziava i ceti. A me piace perché è elegante e completa il look.


– Qualche tips per l’uomo moderno?


Per chi mi segue sui miei canali social, sono un amante del Dandy Style, mi piace molto questo uomo un po’ British ma non necessariamente troppo eccentrico, mi piace molto il dettaglio della cipolla (l’orologio con catenina), la scarpa importante, una bag di un bel pellame, il papillon magari in legno. Secondo me la bretella tornerà aggressiva, è ciclica come cosa, come molti capi nella moda, già ora si comincia a notare ma sono sicuro che tornerà prepotentemente nel mercato, sarà un Musthave.


Luca Boiocchi con Mariano Di Vaio
Luca Boiocchi con Mariano Di Vaio



Luca Boiocchi nel suo Showroom
Luca Boiocchi nel suo Showroom


 

Al Pascià dal 1906 – La storia della pelle made in italy

A Milano, nel cinquecentesco Palazzo Casati Stampa di via Torino al 61, da più di un secolo, si trova il negozio Al Pascià.


Al Pascià ha ottenuto il riconoscimento di “negozio di storica attività” dalla Regione Lombardia e di “Bottega Storica” dall’Amministrazione Comunale in segno di apprezzamento per l’attività svolta da oltre cento anni nella città di Milano.


E’ un quesito vecchio come il mondo: l’accessorio “giusto” riesce a conferire maggior completezza ad un outfit? Da un lato un elemento ben confezionato dona all’uomo un’aura di determinazione e sicurezza; dall’altro carisma e autenticità traspaiono con forza anche al di là delle apparenze. Una persona carismatica, ottiene un effetto ancor più dirompente quando si impegna ad avere un aspetto curato, affidabile e professionale. Non è, quindi soltanto questione di capi d’abbigliamento, bensì un’accurata ricercatezza dei dettagli della psicologia dell’abbigliamento.


Pelleteria Al Pascià
Pelleteria Al Pascià



Jackie Kennedy diceva che la borsa è un accessorio imprescindibile sia per la sfera femminile, che quella maschile. A questo proposito la borse AP COLLECTION – Al Pascià, sono state create appositamente per rispecchiare l’affermazione di questa grande donna.
La collezione Al Pascià, offre soluzioni per le più svariate categorie di persone: dal gentleman moderno all’uomo d’affari, piuttosto che la teenager che sfoggia una pochette ad un evento mondano oppure la coppia di amici che passa un weekend fuori porta.
Bag, pochette, porta PC e shopper personalizzabili in quanto la linea offre più opzioni per rendere unico il prodotto.


Pelletteria Al Pascià
Pelletteria Al Pascià



NOVITA’ DI STAGIONE


Da quest’anno la chiusura a ricciolo rappresenta il dettaglio portante della collezione, disegnata dal team Al Pascià e realizzata interamente a mano da artigiani italiani specializzati che si occupano di seguire in ogni passo la produzione di tutta la pelletteria del brand.


Portafogli in pelle pregiata con chiusura a ricciolo
Portafogli in pelle pregiata con chiusura a ricciolo



Per esempio i portafogli in nappa pregiata di vari colori, sono dotati di due strisce di pelle che aderiscono al corpo dell’accessorio per mezzo di un automatico nascosto.
Non può mancare nel lifestyle di un gentleman il porta sigari in pelle che Al Pascià ripropone in una versione elegante ma dalle linee semplici: mono sigaro o con più posti.
Graffiante invece la nuova linea Curvy Gilet, di porta pipe in pelle dai colori vivaci ad un prezzo smart.


Porta Pipa in Pelle - Al Pascià
Porta Pipa in Pelle – Al Pascià



Porta mezzo toscano in Pelle - Al Pascià
Porta mezzo toscano in Pelle – Al Pascià

Paul Newman: Attore e Pilota, il vero volto di Hollywood

Paul Leonard Newman è stato un attore, regista e produttore cinematografico statunitense. Considerato uno dei più grandi attori della storia del cinema Hollywoodiano, nella sua lunga carriera vinse tre Oscar, sei Golden Globe e un Emmy Awards, oltre a ricevere una stella sull’Hollywood Walk of Fame e altri riconoscimenti. Assieme ad Ennio Morricone, Henry Fonda e Laurence Olivier, detiene il singolare primato di aver ricevuto prima l’Oscar alla carriera e poi come vincitore tra i candidati. Nella ripresa economica del Dopoguerra, si occupò della gestione della ditta paterna; nel 1949 sposò Jacqueline E. Witte e decise di intraprendere la carriera cinematografica: Newman somigliava in viso a Marlon Brando , altra stella di Hollywood. Dal matrimonio nacquero tre figli: Scott Allan (1950-1978), Susan Kendall (1953) e Stephanie (1954). Dopo aver frequentato per meno di un anno la scuola d’arte drammatica della Yale University, si iscrisse all’Actor’s Studio di New York e debuttò nel 1953 in teatro a Broadway in “Picnic”, opera poco dopo resa famosa da un omonimo film.


Paul Newman sulla sua Triumph
Paul Newman sulla sua Triumph



La sua leggenda racconta di un attore in cerca di sfide con se stesso. Nel 1973 molla per lunghi periodi il set per destreggiarsi con il mondo dei bolidi in circuito, prima a livello amatoriale, poi da professionista e infine da gentleman driver, fino a correre da protagonista la 24 ore di Le Mans. 
Per non parlare del grado di sensibilità ed acume umano dell’attore, cioè della sua attività come filantropo. La sua forte passione per la cucina lo portò a creare la “Newman’s own”: salse e beneficenza. 
E ancora, non molti sanno che una delle sue fondazioni generó in Italia nel 2007 la “Dynamo Camp”, una struttura che si occupa di ragazzi con problemi gravi di salute.


Paul Newman stars in "Sweet Bird of Youth", di Tennessee Williams, 1960.
Paul Newman stars in “Sweet Bird of Youth”, di Tennessee Williams, 1960.



Di se stesso disse:


“sono stato un pessimo giocatore di softball, badminton e un pessimo pugile : vuoi vedere che sono un pilota decente?”


I capi che lo contraddistinguono sono:


– Colori neutri o per lo più scuri


– Outfit sartoriale, ma casual in pieno stile classico americano


– Impeccabili loafers


– Jeans a cinque tasche e camicia bianca, l’abbecedario del preppy Style


Paul Newman
Paul Newman



Indimenticabili le sue foto in tuta ignifuga e casco. Sport ed eleganza: Rayban Aviator e Rolex, il celebre cronografo Daytona, a lui indissolubilmente legato. Newman si poneva a cavallo tra l’uomo integerrimo degli anni ’30 e il giovane ribelle delle decadi successive.



Il suo stile seguiva questi principi: polo sbottonate nei primi bottoni sotto giacche e pantaloni a vita alta, camicie bianche e cravatta ma solo se con le maniche sbottonate e rigirate e colletti di cardigan o di cappotti rigorosamente all’insù. Un sapiente ensemble di eleganza classica, indossata in modo nuovo ed inusuale. Paul Newman incarna lo stile a cui si è ispirato in seguito anche Ralph Lauren, l’americano sportivo ma elegante, una sorta di versione a stelle e strisce del gentleman anglosassone: non si può non ricordarlo, non si può non amarlo.


Paul Newman con sua moglie Jacqueline E. Witte
Paul Newman con sua moglie Jacqueline E. Witte



Il 31 luglio 2008 è stata data ufficialmente notizia di una diagnosi di cancro ai polmoni, effettuata dallo Sloan-Kettering Cancer Center di New York, uno dei maggiori centri negli USA per la lotta ai tumori. Secondo il Sun e altre testate, l’attore sarebbe vissuto solo poche settimane, dopo l’ultimo ciclo di chemioterapia presso il Weill Cornell Medical Center di New York. Dopo aver scelto di smettere le cure, si è ritirato a vita privata per passare gli ultimi giorni di vita con la famiglia. Il 26 settembre 2008 l’attore è morto nella sua casa di Westport nel Connecticut. Aveva 83 anni.


Paul Newman con il suo Rolex Daytona
Paul Newman con il suo Rolex Daytona



Rolex Daytona - Questa referenza della maison Svizzera, viene definita dagli appassionati proprio "Paul Newman"
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“Sir” Thomas Sean Connery: l’eleganza di 007

Nasce presso Edimburgo il 25 agosto dell’anno 1930. Thomas Sean Connery è da sempre considerato uno degli attori più affascinanti ed eleganti del grande schermo internazionale. Tra sparatorie e tagli sartoriali di alta qualità, il celebre attore scozzese della Royal Navy, ha coronato la sua fama grazie al ruolo del famoso agente britannico, James Bond. Una fantasmagorica interpretazione che ha elevato la sua figura a icona di eleganza maschile, che incarna l’epitome dello stile classico inglese per eccellenza.


Sean Connery in 007
Sean Connery in 007



Da giovane compie svariati lavori, anche di tipo molto umile, ma negli anni ’50 cambia vita: Connery inizia ad ottenere delle piccole parti in ambito teatrale, televisivo e cinematografico e poco dopo partecipa al musical londinese “South Pacific“. Nel 1962 vince un concorso che gli cambia la vita in tutta la sua totalità, quello indetto dal London Express per James Bond, il celeberrimo agente segreto 007. Grazie a quella parte divenne in brevissimo tempo un famosissimo sex-simbol a livello internazionale ed un’icona di stile. Il James Bond di Connery esprimeva glamour ed eleganza britannica, caratterizzato da abiti d’alta qualità indossati con charme e fiducia, in grado di aumentare il fascino maschile e rendere un uomo irresistibile.


Sean Connery in 007
Sean Connery in 007



Sopracciglio inarcato e irresistibilmente arrogante alla guida della sua Aston Martin. Un’immancabile sigaretta e Vodka Martini agitato, non mescolato d’accompagnamento ai suoi smoking, sono solo alcuni dei tratti distintivi di quest’ affascinante uomo d’azione, un vero gentiluomo con un plotone di donne bellissime e sfacciate femme fatales.


I capi che lo contraddistinguono sono:


– Smoking


– Completi tweed marrone


– Maglioni dolce vita in flanella di lana blu scuro o panna


– Pantaloni in Twill tipicamente inglesi


Sean Connery in 007
Sean Connery in 007



Fiero delle sue origini scozzesiConnery ha sempre professato  l’amore per il proprio paese, sostenendo con vitalità la campagna per una maggior indipendenza della Scozia e supportando il Partito Nazionale Scozzese, economicamente ed attraverso numerose apparizioni pubbliche. Non sono passate inosservate le sue uscite in kilt e il tatuaggio sul braccio “Scotland Forever”.


Il guardaroba di Sean Connery come 007 rappresenta una vera pietra miliare per il menswear contemporaneo, la vittoria della pura britannicità su misura impuntata all’innovazione del presente. Eleganza proveniente da “Savile Row”. Il sarto del Conduit Cut, Anthony Sinclair definì lo stile di Sean dalla prima apparizione in “Dr. No” (1962) a i “Diamanti sono per sempre” (1971).


Mister 007 elargì preziosi spunti in fatto di stile ed abbigliamento: charme, classe e raffinatezza lo contraddistinguerranno nel corso dei decenni:


– papillon di seta e pochette piegate a regola d’arte nel taschino dello smoking


– revers importanti: dai classici a quelli a picco o a scialle per poi spaziare sui dentellati


– i lussuosi accessori: Rolex Submariner categorico e lucidi gemelli


– leggere sfumature di blue navy, per poi arrivare al panna e all’avorio, tinte classiche ed instancabili


Sean Connery in 007
Sean Connery in 007



Chi ha bussato prima al nostro cuore: James o Sean? Interrogativo capzioso, perché per noi non è esistito mai nessun Bond se non quello interpretato, lasciato, ripreso, quindi abbandonato da Connery. Tutti gli altri vengono dopo, come quelle band che si esibiscono facendo cover altrui. Un giorno del 1962 arrivò lui con «Agente 007-Licenza di uccidere», fra l’altro accompagnato dall’indimenticabile bikini di Ursula Andress e ci conquistò proprio come, quelli sono i tempi, i primi dischi e filmati dei Beatles. Ma anche la leggenda Bond-Connery non è nutrita soltanto di nostalgia generazionale: molti figli dei ragazzi di allora conoscono a menadito la musica dei Fab Four così come le trame del padre di tutti gli 007.


Sean Connery e Ursula Andress
Sean Connery e Ursula Andress



Sean Connery col suo famigerato Kilt
Sean Connery col suo famigerato Kilt



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Sposare il gusto con la disinvoltura, Giovanni Agnelli: “L’Avvocato”


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Sposare il gusto con la disinvoltura, Giovanni Agnelli: “L’Avvocato”

Portava il nome del nonno – Giovanni, fondatore della FIAT – ma tutti in vita lo conoscevano come Gianni, o meglio come l’Avvocato, un soprannome che si era guadagnato con la laurea in legge.
Affascinante, ricco, amante dello sport e dell’arte, è stato il rappresentante di spicco dell’economia italiana nel mondo, il re d’Italia senza corona – come amavano definirlo – e uno degli uomini più ammirati per il suo stile inconfondibile e la sua innata eleganza.
Gianni Agnelli nasce a Torino, il 12 marzo 1921, secondo di sette fratelli.


Giovanni Agnelli
Giovanni Agnelli



Ha conseguito una laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Torino e, giovanissimo, ha preso parte al secondo conflitto mondiale, arruolato nel 1° reggimento “Nizza Cavalleria”, così ora inizia a godersi la giovinezza, compiendo numerosi viaggi, frequentando i luoghi della mondanità e le personalità del jet-set internazionale: attrici, principi, uomini politici .Nel 1953 sposa la principessa Marella Caracciolo di Castagneto, cui rimarrà accanto per tutta la vita, nonostante pettegolezzi e alcune dichiarazioni rilasciate in vita dallo stesso Avvocato lascino pensare a infedeltà coniugali. La coppia ha due figli, Edoardo – morto celibe, probabilmente suicida, a 46 anni nel 2001 – e Margherita, sposata in prime nozze con Alain Elkann, dal quale ha tre figli, John Jacob detto Jaki – erede designato alla guida del gruppo – Lapo e Ginevra, e in seconde nozze con il nobile russo Serge de Pahlen, dal quale ha avuto 5 figli.


Nel 1966 Agnelli assume la guida della FIAT.


Giovanni Agnelli alla FIAT
Giovanni Agnelli alla FIAT



Negli anni ’80 si consolida sempre di più come figura di spicco dell’Italia nel mondo, di re senza corona e di uomo di stile. I suo vezzi, le sue stravaganze in fatto di stile diventano simbolo di eleganza e di raffinatezza: a cominciare dall’imitatissima “erre moscia” fino all’orologio sul polsino.


I capi che lo contraddistinguono sono:


– Piumino sopra al blazer


– Cravatte larghe sopra pullover infilati rigorosamente nei pantaloni


– Scarpe casual sotto l’abito elegante


– Blazer blu sopra ad un paio di jeans scoloriti ed invecchiati


Giovanni Agnelli
Giovanni Agnelli



Chi lo ha conosciuto da molto vicino narra che detestasse l’eleganza troppo curata. Non seguiva le mode, ma creò uno stile proprio lontano dai soliti cliché ed ancor più lontano dalle mode rigide dei nobili dell’epoca, ammirato e apprezzato nel mondo, il suo è uno stile che non portava nessuna etichetta se non quella del suo nome, Gianni Agnelli. Coronato dalla bibbia della moda Vogue come uno degli uomini più eleganti del mondo, il “Re d’Italia“, come una volta lo definì il grande regista Federico Fellini (“Mettigli un elmo in testa, mettilo a cavallo. Ha la faccia del re”) amava la praticità ed il comfort nel vestire, che trovava nei negozi di Milano, Londra, Parigi e New York, sapeva benissimo quello che voleva o non voleva indossare. Il tutto con un approccio netto e molto sincero.


Elargì delle regole rigide in fatto di stile:


Mai calzini corti


Niente occhiali da vista in pubblico


Capelli leggermente piu’ lunghi dei soliti tagli squadrati e puliti


Mai scarpe a punta


Giovanni Agnelli
Giovanni Agnelli



Giovanni Agnelli e Luca Cordero di Montezemolo allo Stadio
Giovanni Agnelli e Luca Cordero di Montezemolo allo Stadio



Icona di un’eleganza autentica che sposava il gusto con la disinvoltura, emulato per mezzo secolo da chiunque volesse darsi un tono nella vita, L’Avvocato è forse uno degli uomini che al meglio rappresenta quel concetto espresso agli inizi del ‘500 da Baldassarre Castiglione ne “Il cortigiano” e poi tornato in gran voga qualche anno fa, e che va sotto il nome di Sprezzatura.


Di cosa si tratta? Di quella sottile arte di apparire il più possibile naturali e spontanei. Un’inclinazione disinvolta, senza sforzi, garbata che conduce con nonchalance alla grazia. Uomini diversi, potenti e molto ricchi, più ricchi di lui, hanno sempre riconosciuto la supremazia dell’Avvocato, «The King of Italy», come lo chiamava il suo amico Jack Kennedy, Presidente degli Stati Uniti. Henry Ford, Stavros Niarchos, Ari Onassis dicevano che l’Avvocato gli aveva insegnato a vivere, a vestirsi, ad arredare una casa, una barca, un aereo, e perfino a corteggiare una donna. Lo stile Agnelli non fu mai considerato quello di un padrone. Gli italiani lo hanno sempre visto come un adorabile amico, simpatico, intelligente, molto chic, un po’ dandy, colto, elegante, di gran gusto, anche nel cibo e nelle frequentazioni, da Kissinger a papa Giovanni Paolo II, da Ugo La Malfa a Federico Fellini. Apprezzarono perfino lo champagne prediletto, il Philipponnat millesimato, meno caro del Dom Perignon.  L’unico suo dramma, come tutti sanno, fu la noia.


Giovanni Agnelli
Giovanni Agnelli



Fu «molto amato, tanto imitato ma mai eguagliato» come ha detto Benno Graziani. A lui si deve un aneddoto che fa capire il suo stile e la sua passione per la vita.


«In barca, alle cinque del mattino, aspettavamo l’alba. Io mi appisolavo e lui mi diceva: svegliati, goditi il bello della vita. Avrai tempo di dormire quando sarai morto».


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Cars and Coffee – L’Eleganza e la Bellezza scendono in pista

Cars and Coffee è un evento dal format unico, non un semplice ritrovo di auto. E’ il luogo di incontro della passione di numerosi possessori di supercars, supersportive ed auto storiche di prestigio, realizzato su misura “sartoriale”, affinché costoro possano condividere le emozioni trasmesse dal boato di un propulsore ed ammirare una moltitudine di vetture mozzafiato, stringendo nuove amicizie. Una manifestazione “multimarca” e “multiepoca”, un’esposizione speciale sul modello dei concorsi d’eleganza, nel corso della quale è possibile rivivere l’intera storia dell’automobilismo, in un suggestivo susseguirsi di fascino, ricercatezza di design e progresso tecnologico.


Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee nasce negli Stati Uniti nel 2006 e in breve tempo diventa un fenomeno mondiale. Eventi sparsi in tutto il mondo, dalla natia Los Angeles percorrendo idealmente tutta la Route 66 fino a Chicago e poi New York, in Europa, Arabia Saudita e Oceania, hanno permesso lo sviluppo di un network internazionale.
Due ragazzi Francesco Canta e Gabriele Morosini, in viaggio in California hanno raccolto la sfida. Perché non trasferire questo evento anche nella patria dei marchi più sportivi, ambiziosi e ricercati al mondo? Così è stato fatto, aggiungendo quell’estro italiano, quella caratteristica unica che rende tutto più speciale. Importato in Italia nel 2012, in poco tempo si è rivelato un successo nazionale per la sua semplicità, ma anche per un’organizzazione sempre meticolosa in cui si mette al centro l’attenzione al partecipante.


Francesco Canta
Francesco Canta



Francesco com’è nato il movimento CarsandCoffee?


“Il movimento è nato per riunire persone che hanno la stessa passione, in questo caso la passione per le supercar. E’ nato negli States e poi via via si è diffuso in tutto il mondo, perché è stato uno dei primi fenomeni a riunire auto multibrand e multiepoca, cosa che prima non esisteva perché vi erano solamente raduni monomarca, questa è stata la chiave che ha decretato il successo. Qui in Italia abbiamo riadattato il format, ovvero una giornata intera con evento privato al mattino, riservato ai driver, stampa ed altri personaggi importanti, mentre al pomeriggio dopo un giro tutti assieme con le macchine, si arriva in una location aperta al pubblico, in modo che sostanzialmente intorno a CarsandCoffee girano tutte le persone che hanno la passione per le automobili, da chi la possiede a chi l’ammira e quindi può vedere l’auto dei suoi sogni.”


Tu giovanissimo, ti sei preso l’incarico di gestire questo movimento qui in Italia.


“Si, noi abbiamo iniziato in Italia, abbiamo registrato il marchio sia in Italia che in tutto il mondo. Ora abbiamo appena lanciato un progetto internazionale, che consiste nel riunire tutti i CarsandCoffee che ci sono in giro per il mondo sotto un unico cappello, quindi creare un vero e proprio movimento globale ed unificato.”



Oggi la giornata come si sviluppa?


“Beh ora come vedi, qui siamo in questa stupenda cornice, location davvero bellissima, dove sono presenti solo i possessori, gli addetti stampa e qualche personaggio illustre. Dopo il pranzo privato, ci dirigeremo all’aeroporto di Biella, dove i driver potranno scatenare i cavalli delle loro supercar sul rettilineo della pista; a differenza degli anni passati dove l’evento al pomeriggio era statico, oggi è la prima volta che abbiamo voluto introdurre questa novità, una cosa di grande attrattiva anche per il pubblico.”


Il prossimo step di CarsandCoffee?


“Sicuramente saranno i primi due eventi internazionali, il primo che sarà il 23 Ottobre a Montecarlo ed infine il secondo ad inizio Dicembre che sarà a Miami. Due eventi che lanceranno il nuovo branding ed il nuovo progetto.”


Nasario Giubergia, Maurizio De Luca, Andrea Levy
Nasario Giubergia, Maurizio De Luca, Andrea Levy



Non solo Supercar ma anche moda e fashion in questo evento suggestivo.
Nizza32, negozio d’abbigliamento di Torino di Maurizio De Luca, ha offerto shoppers particolari, ai presenti.


Maurizio anche tu appassionato di supercar.


“E’ nata una profonda amicizia con Francesco, praticamente siamo nati con un anno di distanza e ci siamo portati fortuna a vicenda. Nelle shoppers ci sono sorprese interessanti. Come sai, il mio negozio è un multibrand, capi di altissima qualità sartoriale, Kiton, Isaia, De Petrillo… La mia presenza qui come Nizza32, mi rende molto orgoglioso, ma in primis è l’amicizia che mi lega con Francesco e Gabriele.”


Tesla "Mole Valentino"
Tesla “Mole Valentino”



Questo incredibile progetto, questa supercar, si chiama “Mole Valentino”, è la Tesla del presidente del comitato Parco Valentino e del Salone dell’Auto di Torino, Mr. Andrea Levy. Imprenditore di successo in un terziario avanzato fatto di turismo, eventi e comunicazione e vero motore dell’iniziativa perché alimentata dalla sua immensa passione per i motori e dalla grande esperienza che ha maturato in questo ambiente.


Andrea parlami della tua splendida Tesla.


“Questa è una Tesla P90D, quindi 770 cv di potenza, 0-100 in circa 3 secondi, davvero molto sportiva.
Questo è un progetto speciale, fatto con tutti i fornitori italiani, il design è stato curato dal designer Umberto Palermo che ha dato anche il nome alla macchina: “Mole Valentino”, perché è stata presentata in anteprima mondiale al Salone dell’Auto – Parco Valentino a Torino nel 2016. La parte esterna dell’auto deve ancora essere ultimata, mentre gli interni sono stati completamente rifatti e sono definitivi, con tutte pelli italiane di Foglizzo, unendo stile e made in italy siamo riusciti a scaldare l’interno della vettura con questo particolare bianco e biscotto. Carbonio ovunque, elemento che dà sportività alla macchina sia negli interni, sia negli esterni abbinato ad una colorazione speciale, un silver metallizzato a triplo strato.”



Quindi si può dire che Andrea Levy, ha unito in sostanza Territorio e Passione.


“Sì, territorio e passione, hanno lavorato diverse aziende italiane, Brembo sta studiando una nuova pinza frenante proprio dedicata a questa macchina, Fonmetal ha curato i cerchi in lega da 22”, le pelli appunto Foglizzo, l’assemblatore ARAS, le componenti in carbonio sono state fatte da Skorpion engineering altra azienda di eccellenza italiana; un progetto tutto italiano per rendere la Tesla, che è già una macchina Hi-Tech, una supercar dal design un po’ più caratteristico, sia negli esterni sia soprattutto nello stile all’ interno.”


Tesla "Mole Valentino"
Tesla “Mole Valentino”



Supercar, Moda, Luxury. Elementi che caratterizzano questo movimento, grazie a tutte queste peculiarità Cars and Coffee oggi è diventato il più grande network di appassionati, possessori e collezionisti in Italia.


Qualche fotografia di questa giornata all’insegna delle quattro ruote:


Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
Cars and Coffee



Cars and Coffee
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Robert Redford : nato nell’anno degli Uomini Alfa

Andiamo verso la stagione autunnale e mi sembra doveroso consigliare agli uomini che vogliono farsi ispirare dalle vere icone di stile, un capo reso celebre da un certo signore, Robert Redford.
Il capo in questione è il Caban, un classico intramontabile, il cosiddetto giaccone da marinaio, diffuso ampiamente fra la gente di mare, pescatori e marinai, fin dal Settecento, dal Nord Europa al Nord America. In panno blu abbastanza pesante (circa 800 gr), presenta questi dettagli classici:


– doppiopetto con sei grossi bottoni;


– ampi revers che si possono chiudere e allacciare con un sottogola;


– maniche a giro;


– due tasche scaldamani verticali;


– linea dritta, confortevole;


– lunghezza a metà coscia.


Robert Redford - Caban
Robert Redford – Caban



Robert Redford - Caban
Robert Redford – Caban



Il 18 agosto del 1936 nasceva Robert Redford, uno degli attori e registi più carismatici e talentuosi di sempre, aiutato anche da un fascino che non passava inosservato… occhi azzurri, capelli biondi e un viso spigoloso che ancora oggi riscuote tanto successo, malgrado qualche ruga e la chioma imbiancata.
È facile dirlo adesso, ché è arrivato a 80 anni e quindi è ovvio tirare le somme, ma i tipi alla Robert Redford sembrano nati per contraddire e per avere, alla fine, sempre ragione loro. Sarà che è nato in un anno da uomini alfa, il 1936, lo stesso di Papa Francesco e di una pletora di fondatori di imperi. Sarà che al cinema ha messo assieme un bel campionario di outsider, personaggi ben determinati a smontare il sistema (da “La stangata” a “I tre giorni del Condor”). Sarà che viene da una famiglia scozzese-irlandese, ma il punto è: in quanti, Redford a parte, sarebbero riusciti ad impiantare un festival cinematografico sotto la neve dello Utah, nella terra dei Mormoni, una cosa nata con 13 volontari e che oggi attira 50 mila spettatori?


Robert Redford
Robert Redford



Redford possiede il fascino della sua terra, la California: indomito, primordiale, ribelle. Un luogo insieme elitario e popolare, con un’atmosfera incomparabile che nasce da un tormento interiore, impetuoso come le onde marine e il vento che smuove le cime dei pini marittimi. Robert Redford è l’esponente perfetto di un’estetica senza fronzoli e orpelli, che si nutre dell’essenziale, donando una luce particolare e personale ad ogni cosa.
In gioventù visse un periodo turbolento: figlio di una casalinga e di un lattaio, quando la madre morì, all’età di 19 anni decise di sperimentare la vita bohèmienne degli artisti europei, girando per l’Italia e la Francia. La delusione scaturita da questa esperienza fu così forte che tornò negli Stati Uniti e dopo l’incontro con la prima moglie, smise di bere e si iscrisse nel 1958 al “Prat Institut” di New York per studiare arte. Nello stesso anno uno dei suoi professori gli affidò il primo ruolo a Broadway e nel 1962, dopo alcune esperienze televisive, fece il suo debutto cinematografico come protagonista in “Caccia di Guerra” per la regia di Denis Sanders.


Robert Redford
Robert Redford



Robert Redford
Robert Redford



Consapevole del suo aspetto, estremamente americano, da ragazzo della porta accanto, è riuscito con il tempo a trasformarlo in un punto di forza, con un tocco di ironia che ha permeato ogni suo personaggio, anche quelli più drammatici. Robert Redford sapeva di essere un cliché vivente, la versione a tre dimensioni del nebuloso “sogno americano”, e su questo lavorava e attraverso questo si divertiva a stravolgere stereotipi e a demolire certezze. Cominciando dallo stile, del tutto diverso da quello che ci si sarebbe aspettati da un uomo con la sua fisicità e la sua presenza: un po’ British, un po’ reporter d’assalto, composto da giacche e berretti di tweed abbinati a jeans leggermente scampanati, completi sartoriali con camicie sportive, occhiali da aviatore con lenti fumé.


Robert Redford
Robert Redford



Robert Redford
Robert Redford



Robert Redford
Robert Redford



Nei suoi film, dava il meglio di sé nelle vesti di gentiluomo rampante, un po’ sprezzante, come il personaggio che interpretò ne “Il Grande Gatsby” nel 1974, vestito interamente da Ralph Lauren con abiti su misura e come non ricordarlo nei panni di John Gage in “Proposta Indecente” con la stupenda Demi Moore.


Robert Redford - The Great Gatsby
Robert Redford – The Great Gatsby



Robert Redford e Demi Moore - "Proposta Indecente"
Robert Redford e Demi Moore – “Proposta Indecente”



Non si può far finta di non vedere.
La moda maschile di questi tempi è zeppa di citazioni prese dal passato. Il lascito è evidente come un tratto genetico. Dal peacoat stile Robert Redford nei “Tre giorni del condor”, al giubbotto di James Dean in “Gioventù bruciata”. E poi il cappotto cammello di Richard Gere in “American Gigolò”, al berretto sempre di Redford nella “Stangata”. Uno stile cha fa venir voglia di aprire i bauli e tirare fuori pezzi d’epoca. Vintage va bene, anche perché potrebbe dare quel quid in più di personale allo stile, che stuzzica la sensibilità (modaiola) femminile, ma non bisogna esagerare. Altrimenti si rischia di sembrare un simpatico signore agé in gita a Las Vegas.
Banditi gentiluomini, miliardari libertini, giornalisti, cacciatori: Robert Redford ha dato volto e stile alle icone maschili di tre generazioni.


Robert Redford - "Proposta Indecente"
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