“Los caballeros de La Habana”, con l’intera storia della loro vita ben visibile sui volti impassibili ma cordiali, ricchi di intrinseca dignità, impeccabili nei loro completi privi di tempo e coloratissimi, seduti a conversare in totale relax, osservando senza scomporsi troppo qualche giovane gentleman britannico, non meno elegante, che vaga per le strade della capitale cubana, come quelli che negli anni Trenta consideravano l’isola caraibica una meta esotica assolutamente da non perdere.
E’ questa l’identità della collezione Primavera/Estate 2018 di Gabriele Pasini, che si legge, prima ancora che nei look in cui si articola, negli art-work, veri e propri collage, realizzati dallo stesso stilista – completi di immagini, annotazioni, dettagli, campioni di tessuto – da cui egli, d’abitudine, prende il via per arrivare al prodotto. Ciascuno di questi tableau è, in verità, già un look definito nel suo insieme, dal capo-spalla all’accessorio, per nulla imposto, semmai proposto come un’entità definita in ogni suo elemento. Come se il designer si calasse nei panni di un “dresser”, con l’intenzione di aiutare il potenziale cliente nell’orientarsi tra le coordinate di uno stile a elevato tasso di identità e di qualità.
L’identità si esprime innanzitutto nella cura della definizione formale dei capi. Per meglio dire, nella loro marcata anima sartoriale di sapore del tutto italiano e napoletano in special modo. L’aplomb è un valore assoluto, ma é lontano miglia e miglia da ogni rigidità e costrizione. Gabriele Pasini ama ragionare su linee e volumi, su ampiezze e lunghezze, per sperimentare ed innovare, servendosi in ciò anche delle elaborazioni materiche, magari non visibili nell’immediatezza, ma determinanti nel costruire un nuovo formalismo, decisamente “in progress”. Le giacche – autentico baricentro della collezione – sono ben proporzionate al busto, hanno le spalle che cadono morbide, mai troppo ravvicinate alla figura, e i rever ben visibili, importanti, anche se mai esasperati. Lo stesso principio vale per i rever dei gilet, non di rado a doppio petto. I pantaloni scendono ben diritti, anche se si muovono un poco al punto-vita grazie alle pince in doppio. L’impressione d’insieme riconduce al secondo valore assoluto della collezione: l’armonia, rispetto alla quale il colore non è mai un eccesso o un elemento di disturbo, semmai è un rafforzativo, un plus imprescindibile.
Eccoci al colore. Prevale senza dubbio il blu, o meglio i blu: notte, navy, royal, China – quest’ultimo riesce a rendere ad accrescere il glamour dei completi da sera – accanto ai quali si susseguono il bianco, il naturale, il fango, i marroni, i verdi e una singolare nuance di rosso mattone/ruggine. Tutti sono mixati nelle disegnature consuete del lessico maschile: Principe di Galles, pied de poule inquadrato nei check, puntinature, rigature, regimental, bastoncini, vichy.
Il micro-segno distintivo della collezione, o meglio, dello stile di Gabriele Pasini? Un teschio, scolpito di profilo, appuntato sul rever, o posto a chiusura delle spille ferma- cravatta. Non c’è nulla di macabro. Al contrario: è un sguardo attento, concentrato, umanissimo, che osserva, vuole vedere oltre, mira lontano…
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Pitti 92 – Red Sox Appeal Collezione SS18
Da sempre mosso da uno spirito gioioso e voglia di giocare con il colore, per la prossima stagione estiva, presentata in occasione di Pitti Uomo 92, il brand Red Sox Appeal ha catturato nei suoi prodotti una natura gioiosa, leggera e coloratissima.
Voglia di indossare fiori e motivi tropicali, animali esotici e colori energici tra cui, grande novità, compare il rosa bouganville. Tulipani, api, soli e nuvole sono solo alcuni dei pattern che decoreranno le calze dell’uomo Red durante la prossima PE18. Per questo motivo, per celebrare il tema guida dei saloni estivi di Pitti Immagine, BOOM, PITTI BLOOMS, Red ha creato una Special Edition irriverente, pensata per i gentlemen più estrosi con decine di petali colorati, che aggiungerà creatività e fantasia ad ogni outfit.
Per chi ama uno stile più classico non mancheranno anche luminosi, freschi ed eleganti jacquard, righe e pois a base “bianco-lino” e filati dall’effetto pennellata impressionista. Immancabile il paisley, inserito la scorsa stagione come disegno iconico, che parla di contaminazioni di culture antiche e lontane fra loro, di moda e tradizione, di filati preziosi e artigianalità, ma anche di innovazione e nuovi modi di esprimersi. Irrinunciabili le micro-stampe, pattern distintivo del marchio, così come le tante proposte in rosso RED.
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Continuano le sfilate nella capitale…
Sylvio Giardina presenta la sua collezione autunno / inverno 2018 ispirata allo sconosciuto mondo degli insetti. I tessuti della collezione sono stati disegnatI partendo da una ispirazione geometrica Art Deco con preziosi ricami a filo. Particolare attenzione ai singoli dettagli di ogni abito che richiamavano ali di insetti immaginari, per questo capolavoro Sylvio ha saputo osare ed usare benissimo l’accostammo di tessuti e colori come il velluto, broccato, tulle e organza.
Dopo alcuni anni lontano dalle passerelle Renato Balestra fa il suo ritorno raggiante, nel suo splendido giardino del suo atelier a Roma, presentando la collezione Autunno/inverno 17/18 l’alta moda che gioca sulle trasparenze e sulla sensualità femminile, facendo sentire le donne come delle vere regine.
Per la collezione REWIND autunno / inverno 2018 di Sabrina Persechino, è stato il movimento dell’acqua ad ispirarla, illustrando e interpretando questo fenomeno fisico sulle sue creazioni tramite colori e forme. Collezione che risalta la silhouette femminile in maniera delicata ed elegante.
Figlio di Antonio Marras, Efisio Rocco Marras diventato direttore creativo della linea nel 2007, lancia nello stesso anno come alternativa una collezione più accessibile alla linea del suo fondatore, I’M ISOLA MARRAS la linea contemporary della famiglia. Efisio Marras racconta: “la nuova I’M Isola Marras rappresenterà per le giovani generazioni uno spazio illimitato dove creatività e nuove idee si incontrano”.
La collezione primavera / estate è ispirata a Mathilda Lindo, l’eroina del film Lèeon di Luc Besson e ai manga di Masamune Shirow, presentando diversi pezzi contrastanti e all’avanguardia, creando un mondo dove gli ideali romantici della gioventù incontrano l’estetica punk underground.
Pitti 92 – Lardini Collezione SS18 “Mai uniformarsi”
“Mai uniformarsi”. È questo il mantra della collezione Lardini Primavera-Estate 2018. Non ci sono confini geografici, nessuna regola nel vestire: l’uomo Lardini vive in città, ma ama l’avventura e vestirsi con capi pratici, freschi e maschili. Fa un po’ il gentiluomo e un po’ l’avventuriero e regala echi coloniali alla nuova eleganza del marchio.
Una serie di pezzi speciali realizzati da Lardini per la prossima estate offrono un’interpretazione preziosa e moderna di questo nuovo spirito coloniale e delle uniformi d’antan. Capi come la fill jacket, la sahariana, la short jacket, il blazer. Tutti con un quid in più, a cominciare dall’etichetta cucita all’interno, che è una vera dichiarazione d’intenti e recita: “J’aime le militaire. Uniforme ne signifie pas uniformité”.
Le citazioni coloniali attraversano tutta la collezione e definiscono l’equilibrio tra materiali, colori e forme. I lini leggerissimi, spesso mischiati alla seta, e i cotoni sportivi evocano un mondo disinvolto e avventuroso. Le nuance sono naturali e morbide (si va dal beige al nocciola, dal verde militare al marrone) e riportano a un’atmosfera rilassata. Toni che acquistano vigore quando sono combinati al blu navy e al bianco.
Anche questa stagione la collezione Lardini Sartoria cresce nell’offerta e continua a esplorare nel territorio del formale, senza rinunciare a comfort, praticità e contemporaneità. Il capospalla, che resta l’elemento principale del mondo Lardini, è intelato secondo le regole della sartoria e realizzato quasi sempre con tessuti esclusivi. Come la giacca in cotone Sea Island.
Una concezione di un abbigliamento rilassato, adatto a vivere tutte le situazioni della vita quotidiana, dagli impegni di lavoro al tempo libero, è anche la filosofia che guida un altro tema di successo della collezione Lardini: l’abito “Easy Wear”.
Introdotto con la collezione primavera-estate 2017, l’abito da viaggio è diventato un must del marchio e dalla SS18 si arricchisce di offerte: abiti, outerwear, felpe, pantaloni e bermuda, tutti realizzati con tessuti tecnici e leggerissimi.
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La manifestazione fiorentina dedicata alle collezioni della prossima primavera-estate, giorno dopo giorno, snocciola novità, ospiti, eventi imperdibili e cocktail per celebrare l‘uomo che verrà.
Le novità sono tante ed entusiasmanti, alcune forse un tantino stravaganti ma tutte da scoprire, brand dopo brand. Alla Fortezza da Basso i buyer e i giornalisti più affermati si ritrovano gomito a gomito con i personaggi più noti, dai campioni sportivi alle star dello spettacolo, e i famosi Pitti Peacocks, eccentrici ed estrosi esibizionisti che danno in pasto ai fotografi i loro studiatissimi outfit, aggiungendo la giusta dose di folklore e di colore alla manifestazione.
Pitti Blooms è il nuovo tema guida dei saloni estivi 2017: sul progetto del lifestyler Sergio Colantuoni fiori macroscopici hanno invaso la fortezza con un piglio ironico e onirico. E per la prima volta, dal 13 al 19 giugno, al primo piano de La Rinascente di Milano ci sarà un angolo dedicato a Pitti con una capsule di capi ed accessori proprio legati al tema di questa edizione.
Mille e duecento aziende, sia italiane sia estere, delle quali duecentoventi, tra nomi nuovi e rientri al Salone, porteranno alla ribalta le collezioni primavera-estate 2018, strizzando l’occhio ai consumatori di tutto il mondo a caccia di stile.
Il Made in Italy, in particolare, ha ottime chance sui mercati internazionali, dove gli uomini stanno aumentando la propria propensione allo shopping, con percentuali decisamente più alte rispetto a quelle delle donne.
Ecco il meglio dello Street Style di questa edizione, dettagli, accessori, colori…
Foto: Nasario Giubergia
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È morto Roger Moore, sette volte James Bond.
Il Gentleman e la rasatura tradizionale
Addio a Laura Biagiotti, la regina del cachemire.
E’ morta Laura Biagiotti. La stilista, che avrebbe compiuto 74 anni ad agosto, era ricoverata da mercoledì sera all’ospedale Sant’Andrea di Roma dopo essere stata colpita da un arresto cardiaco.
La conferma in un tweet sul suo profilo ufficiale, un brano del Vangelo di San Giovanni scelto dalla figlia Lavinia: “Nella casa del padre mio vi sono molti posti. Se no, ve lo avrei detto. Io vado a preparavi un posto”.
Laura nasce a Roma nel 1943 e si può considerare a tutti gli effetti una figlia d’arte: la madre è proprietaria di un noto atelier romano e dagli anni sessanta serve la migliore clientela della capitale. È il momento in cui il mondo va a Parigi a copiare il lavoro dei grandi per poi portarlo in tutti i piccoli laboratori sartoriali e poi renderlo disponibile a più persone possibile. Durerà ancora poco perché dietro l’angolo non ci saranno solo Biagiotti, ma anche Valentino, Krizia, Missoni, Versace, Armani e Ferrè, ovvero quei cavalieri coraggiosi che inventeranno quello che oggi tutto il mondo ci invidia.
Come loro, Laura studia ma si appassiona alla moda. Lavora per Schuberth (nel 1966 realizza la sua prima collezione), Litrico e presto decide di fondare col marito Gianni Cigna la Biagiotti Export per esportare le sue creazioni.
E’ stata definita dal New York Times The Queen of Cachemire, la “regina del cachemire”, per l’utilizzo di quella lana preziosa in quasi tutti i suoi abiti. Ed è stata anche la prima stilista italiana a sfilare a Pechino, alla conquista negli anni Ottanta di una Cina ancora tutta da scoprire. Ed è l’emblema di una storia imprenditoriale tutta italiana, anzi romana. Con la figlia Lavinia, ha portato avanti e fatto conoscere in tutto il mondo, l’azienda di famiglia creata dalla mamma Delia, che cominciò, in pieno boom economico, con una sartoria in via Salaria. Azienda che iniziò a decollare con la commessa delle divise delle hostess dell’Alitalia.
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È morto Roger Moore, sette volte James Bond.
L’attore è morto dopo una breve malattia. Aveva 89 anni. È stato l’interprete più longevo del personaggio creato da Ian Fleming.
“È con il cuore pesante che dobbiamo annunciare che il nostro amorevole padre, Sir Roger Moore, è morto oggi in Svizzera dopo una breve e coraggiosa battaglia contro il cancro”. Così Deborah, Geoffrey e Christian, i figli dell’attore britannico, hanno annunciato con un tweet la scomparsa del padre, 89 anni, avvenuta in Svizzera. “L’amore con il quale è stato circondato nei suoi ultimi giorni è stato così immenso che non può essere quantificato con le sole parole”.
Quello stesso amore con il quale il pubblico, negli anni, ha ripagato la lunga e ricca carriera di uno degli attori più popolari del piccolo e grande schermo. Dai film in cui ha interpretato l’agente segreto di sua maestà (ben sette, è stato il più lungevo nel ruolo di Bond) alle serie tv, celebri anche in Italia, come Il santo, con il suo ladro gentleman Simon templar, o Attenti a quei due o, prima ancora, Ivanohoe.
Figlio di un agente di polizia, negli anni quaranta viene arruolato nell’esercito britannico poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, prestando servizio per un certo periodo nella Germania Ovest, per poi dedicarsi al teatro e in seguito al cinema.
Dopo la serie televisiva Ivanhoe (1958), trasmessa poi in Italia nei primi anni sessanta alla Tv dei ragazzi, a cui seguono The Alaskans e Maverick, è la serie Il Santo, dove interpreta il ladro gentiluomo Simon Templar, ad aprire definitivamente le porte del successo a Roger Moore. La prima serie di questo filone è datata 1962 ed è girata ancora in bianco e nero, mentre la seconda (a colori) prende il via nel 1966. L’attore veste questo ruolo dal 1962 al 1969 e alcuni degli episodi sono stati adattati per il grande schermo.
La carriera televisiva di Roger Moore si arricchisce di un ulteriore successo grazie alla serie Attenti a quei due, telefilm, che nel 1971 lo vede al fianco di Tony Curtis. Questa serie in Italia arriva solo nel 1973 ed è un trionfo.
Nello stesso anno l’attore inglese eredita il ruolo di James Bond, l’agente segreto precedentemente portato al successo dallo scozzese Sean Connery. I produttori permettono a Moore di adottare qualche modifica rispetto al Bond di Connery, onde evitare le recensioni negative che già avevano colpito il primo sostituto di Connery, George Lazenby. L’esordio di Moore in Agente 007 – Vivi e lascia morire riscuote un successo strepitoso sia di critica sia di incassi. A questo punto la notorietà del personaggio (e anche del suo nuovo interprete) crescono ulteriormente. Roger Moore interpreta nel frattempo altre quattro pellicole della saga, Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro, La spia che mi amava, Moonraker – Operazione spazio, Solo per i tuoi occhi, ma comincia a essere stanco del personaggio.
L’ultimo Bond di Moore fu in 007 – Bersaglio mobile (1985), all’età di 58 anni, criticato dallo stesso attore per la sua violenza e in parte rinnegato in quanto si sentiva troppo anziano per la parte. Fino a oggi, Moore è l’interprete che, nella serie ufficiale, ha interpretato più volte il ruolo di 007.
Dal 1990 Roger Moore è Ambasciatore Umanitario per conto dell’Unicef, l’Ente Mondiale che tutela i diritti dell’infanzia. L’attore svolge questo incarico con costante impegno e si fa spesso promotore di campagne di sensibilizzazione. Nel 2003 la Regina Elisabetta II lo ha nominato Cavaliere dell’Impero Britannico, da cui il titolo di Sir.
Sposato dal 2002 con la multimilionaria di origini danesi e svedesi Kristina Tholstrup, Moore aveva alle spalle tre precedenti matrimoni; nel 2011 è tornato a recitare prendendo parte alla commedia natalizia Natale a Castlebury Hall, mentre nel 2013 partecipa al tv-movie The Saint, remake della famosa serie-tv degli anni sessanta di cui fu protagonista.
Si spegne il 23 maggio 2017, all’età di 89 anni e 7 mesi, a Crans-Montana, dopo una breve e intensa lotta contro il cancro. I funerali si sono svolti, per suo testamento, in forma privata, a Monaco.
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Il Gentleman e la rasatura tradizionale
It’s Grooming time, vediamo come iniziare a radersi il viso in maniera old school.
La rasatura tradizionale, quella a lama, è quasi un rito; la preparazione del materiale d’utilizzo e quella della pelle rendono il percorso una vera e propria esperienza.
Farsi la barba in modo corretto è diventata un’arte molto rara. Oggigiorno il maschio medio ignora totalmente l’antica arte della rasatura così come la praticavano i suoi nonni.
Costi Ridotti
Una confezione da 10 del vostro rasoio usa e getta a 4 lame può arrivare a costare anche 17 euro. 17 euro! Sono più di 2 euro a lama! Un rasoio di sicurezza a doppio filo invece non costerà più di 15 euro. Quindi dietro ad un apparente risparmio nel caso dei rasoi usa e getta c’è in realtà un grande spreco di denaro. Riaffilando periodicamente il doppio filo del vostro rasoio, potrete farlo durare per molto tempo.
Una bomboletta spray di schiuma da barba in vendita nei supermercati, piena zeppa di additivi chimici, vi costa circa 4 o 5 euro; un sapone da barba classico vi costerà invece uno e due euro in più ma non solo occorrerà meno prodotto per “montare” la schiuma, ma utilizzerete un sapone interamente naturale.
Non dimentichiamoci forse l’aspetto più importante. I moderni rasoi elettrici e le lamette usa e getta a 4 o 5 lame irritano la pelle più del necessario, lasciando quegli antipatici puntini bianchi, peli incarniti e rossori. Radersi con un rasoio di sicurezza eliminerà le irritazioni, restituendoti un viso pulito e sano, soprattutto perché state usando una sola lama, che non vi tortura la faccia come i rasoi con 5 lame.
Vi sentirete veri e propri maschi alfa. Sarà piacevole prendere parte allo stesso rituale a cui hanno preso parte grandi uomini come J. F. Kennedy, Paul Newman , vostro nonno.
Il pennello serve ad idratare la crema da barba in modo da produrre una schiuma densa e ricca. L’utilizzo di un pennello per passare la crema da barba su tutta la faccia aiuta a distribuire il prodotto in modo più uniforme sotto ogni pelo. Cosa, questa, che si traduce in una rasatura migliore e più sana.
Esistono due tipi di pennello: a setole di tasso e a setole di cinghiale. I pennelli a setole di cinghiale sono più rigidi e trattengono meno acqua. Per questo motivo sono anche più economici. Se invece volete un’esperienza di una perfetta rasatura all’antica, confortevole e pulita, fate un piccolo sforzo e acquistate un pennello a setole di tasso che producono più schiuma e sono molto piacevoli al tocco.
Le creme per la rasatura tradizionale invece contengono moltissimi ingredienti naturali che nutrono la vostra pelle e che lasciano un odore decisamente maschile. Nonostante queste creme di alta qualità costino di più delle schiume chimiche nelle bombolette, se utilizzate correttamente possono durare molto di più di una schiuma da barba moderna.
Un rasoio di sicurezza è una macchina. E’ piacevole reggere in mano un pezzo di metallo così pesante mentre ti radi, al posto della leggerissima plastica dei rasoi usa e getta o dei vari multilama in commercio.
Quando poi si diventa bravi a non tagliuzzarsi, si può pensare di passare allo shavette o addirittura al “mano libera”, nulla di più soddisfacente, ma attenzione! Fare questo step richiede molta esperienza, perciò non abbiate fretta a meno che non vogliate riempirvi di tagli il viso!
Prepara la tua barba. Se desiderate una rasatura pulita, dovete preparare la vostra barba in modo adeguato. L’obiettivo durante la preparazione è ammorbidire i vostri peli così che la rasatura sia più facile e senza irritazioni. Il momento migliore per ammorbidire la vostra barba è subito dopo essere usciti dalla doccia. L’acqua calda della doccia ha ammorbidito e idratato la vostra barba, al punto di essere pronta per la rasatura. Qui entra in gioco un prodotto davvero notevole: il “Pre-Barba”. Una crema che ammorbidisce il pelo e rende la rasatura liscia e facile, in commercio esistono varie alternative, da Proraso con le sue tre linee bianco, verde e rosso o più semplicemente il Prep.
Schiuma! Prendete una pallina di sapone, delle dimensioni di una nocciola, e mettetela in una tazza. Afferrate il vostro pennello che avete precedentemente bagnato con abbondante acqua calda e cominciate a far montare la crema. Girate il pennello nella tazza fin quando non si sia formata una bella schiuma densa.
Diversamente dai rasoi usa e getta, radersi alla maniera tradizione richiede alcune abilità e conoscenze tecniche. Una volta apprese queste, vi raderete in pochissimi minuti. Vi sono 4 segreti da sapere per una rasatura tradizionale ottimale:
– fate meno pressione possibile
– angolate il rasoio tra i 30 e i 45 gradi rispetto alla vostra faccia
– specialmente se siete all’inizio, non fate crescere troppo la barba prima di radervi
– non pensiate di eliminare tutta la barba alla prima passata
Post rasatura. Sciacquatevi la faccia con dell’acqua fredda, in modo da chiudere i pori dilatati. Applicate sul volto un buon dopobarba. Un buon dopobarba riduce le piccole irritazioni della rasatura e conferisce un aspetto sano alla vostra faccia. Scegliete quello che più vi aggrada, quello alcolico brucerà un pochino, ma oltre a disinfettare bene la pelle, vi lascerà quella fragranza old school da vero uomo.
La rasatura tradizionale è un’arte e un vero gentleman dovrebbe sapersi destreggiare con lama e pennello, per poi trasmettere questo sapere alle generazioni future, un po’ come mio nonno fece con mio padre, e quest’ultimo fece con me.
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AZZARO WANTED: Il Profumo della seduzione
Il brand AZZARO rivela oggi l’edonismo dei valori originari, personificati da un uomo audace, generoso, seducente e seduttore, libero nelle proprie scelte di vita: Loris Azzaro.
Con il motto “osa e vivi intensamente per ottenere successo” ha seguito l’istinto e sfidato il destino. I suoi abiti, indossati dalle donne più belle del mondo, hanno segnato un’epoca.
Comincia così, una nuova era per il brand, con un progetto che eredita il temperamento carismatico di Loris Azzaro. Si chiama WANTED, ovvero “richiesto”, “ricercato”, “desiderato”.
Proprio come il nuovo uomo Azzaro, bramato dalle donne ed invidiato dagli uomini.
WANTED non è solo un oggetto da possedere, con un tocco di provocazione che evoca il gioco, la libertà, l’essere confidence. E’ anche un profumo solare, speziato, che suscita il desiderio nell’altro giocando la carta del mistero.
“Cucito” con materiali nobili e di tendenza che gli assicurano un taglio moderno e una linea impeccabile, come un abito sartoriale, AZZARO WANTED si iscrive nella famiglia olfattiva dei boisé – esperidati – speziati. Curiosando nella formula, come in un guardaroba maschile, si scoprono i “capi” più belli della collezione, che conferiscono un tocco di stile… Alla pelle.
Un mix di zenzero, fava tonka, vetiver, ginepro pirogenato, cardamomo, duo di limone.
Chi è veramente l’uomo Azzaro WANTED? Semplicemente lo si può sintetizzare in sei ingredienti:
15% Seduttore – Con un semplice sguardo rivoluziona le leggi dell’attrazione
20% Solare – Carisma naturale, ipnotizza laddove gli altri si accontentano, banalmente di sedurre
5% Fuorilegge – Vive la vita come vuole, noncurante dello sguardo e dei giudizi altrui
20% Edonista – Sempre disinvolto, alla guida di una fuoriserie o ad un party
10% Amico Sincero – L’amicizia per lui, conta almeno quanto l’amore
30% Giocatore – Irriducibile ottimista, raggiunge ciò che si prefigge, ottiene ciò che desidera
Insomma 100% WANTED
Il flacone colpisce all’istante. Flacone tecno-chic che richiama i meccanismi dell’orologeria e i pistoni del motore di un’auto sportiva. E’ sfaccettato da forme geometriche rotonde, simbolo evocativo del brand come l’abito a tre anelli, emblema della Haute Couture Azzaro.
Il design maschile, solido e minimale, segna il trionfo assoluto della virilità.
Infine la moneta dorata AZZARO, ricorda decisamente una fiche da gioco, eco al destino e alla fortuna che sorride a colui che la cerca caparbiamente.
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“Ogni volta che qualcuno mi domanda che cosa caratterizza le mie creazioni, qual è, se esiste, l’elemento decisivo che le rende uniche e preziose, rispondo immancabilmente: i dettagli.”
Elena Montagano
L’idea di una camicia gioiello nasce dall’idea di rendere ‘prezioso’ ogni istante della giornata di una donna, che deve indossare capi che ne esaltino la bellezza e la cura di sé, distinguendola senza mai renderla inadeguata. “Gioiello” perché ogni singolo elemento che compone la camicia nasce dall’amore per il dettaglio: è percepibile la cura che viene messa dalle piccole aziende italiane che artigianalmente creano i tessuti, generati da filati naturali e con motivi esclusivi. Ogni singolo bottone, ricamo e accessorio sono frutto di ricerca del bello, generati singolarmente da mani esperte italiane.
Basti pensare, ad esempio, che alcune frange in vetro utilizzate su preziose camicie in seta sono create con minuscole perline, che sapientemente infilate a mano, creano disegni luminosi e unici; ancora, i ricami sono realizzati a mano su ciascun capo e le inevitabili diversità che presentano, riescono ad esaltarlo e valorizzarlo.
Il 2017 sarà proprio l’anno della camicia gioiello anche perchè in un momento di estrema globalizzazione, di conformismo e di appiattimento commerciale, l’eleganza si manifesta con la ricerca di ciò che è sobriamente esclusivo, privo di ostentazione ma estremamente curato.
La donna a cui si è ispirata è una donna dinamica, impegnata, indipendente ma sempre, estremamente e rigorosamente curata. Di solito la donna non ha tempo per i cambi d’abito e la sua giornata è un tour de force in cui le è richiesto di essere sempre impeccabile, in qualunque circostanza e ad ogni genere di incontro.
“L’ho immaginata molte ore al lavoro, poi mentre corre in auto a fare la spesa o a partecipare alla lezione di yoga, mentre accompagna i figli ad equitazione e viene invitata ad un aperitivo con le amiche. Sarà sempre impeccabile, sorridente, profumata, nella sua camicia in tessuto naturale che non la tradisce mai e poi ad una festa tra amici, elegantissima, con un capo gioiello esclusivo in edizione limitata, indossato solo da lei, ammirata e…perché no, invidiata!” – Elena Montagano
Per molti, la praticità spesso non si sposa con la femminilità; la camicia pensata da Pourquoi me, invece, riesce a rendere il capo comodo per antonomasia, la camicia, la giusta cornice per un corpo seducente e femminile, poiché la sartorialità dei modelli rende la vestibilità di ciascun capo adatta alle sinuosità del corpo di una donna.
“Tutto questo e molto altro ancora, perché nulla mai è casuale ed ogni cosa è sempre il risultato straordinario di un cammino denso di momenti, persone, sguardi, sentimenti, pensieri, emozioni, sorrisi, risate, pianti, grida, fatica, gioie, ricompense, regali, frammenti piccoli e grandi di una storia che è già importante e che però è appena cominciata.”
“Questo cercare la rappresentazione dei miei sogni, e allo stesso tempo incontrare i desideri delle donne e degli uomini che personalizzeranno con il loro stile il mio, rendendolo ancor più unico, è una soddisfazione immensa.” – Elena Montagano
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Paris Fashion Week 2017/18: eleganza e sensualità da Giambattista Valli
Il mood di Giambattista Valli per il prossimo A/I 2017/18 è un tributo allo stile parigino.
Una collezione ricca di pizzo, organza, velluto, chiffon e metallo; tubini con ruches e abiti con larghe balze tracciano una femminilità forte e decisa, che però non tradisce lo spirito e la tradizione che da sempre contraddistingue la maison.
Gli outfit sono un susseguirsi di eleganza, leggerezza, glamour, cappotti bianchi come nuvole, gonne strette, corsetti, gilet di lana lavorati a uncinetto, stampe floreali, a pois e ricami con frutti rossi.
La passerella è stata calcata da modelle con ai piedi stivaletti alti con lacci in pizzo.
Giambattista Valli non ha tralasciato il lato forte della figura femminile, e in passerella è stata evidenziata da donne avvolte in leggins Nike, in tessuto tecnico, portati elegantemente con top in taffetà o box jacket sartoriale con borchie piatte in rilievo, mixando un look perfetto tra sportswear e sensualità.
Colori predominanti: rosso, rosa, bianco e nero.
Anche questa volta il designer non ha sbagliato un colpo!
Photo Credit: Vogue