Starbucks ha (ri)portato le palme in piazza Duomo a Milano. Stamattina il capoluogo lombardo si è svegliato in un panorama del tutto nuovo: davanti alle familiari guglie e alla Madonnina d’oro, filari di palme e a breve anche di banani. Lo ha voluto il colosso americano, che nel 2018 arriverà in Italia proprio partendo da un primo punto vendita a Milano. Starbucks ha vinto il bando lanciato da Palazzo Marino per il rinnovo delle aree verdi della piazza meneghina più famosa, e ha scelto di decorarla piantando alberi esotici e arbusti dai fiori rosa. Oggi le palme, domani filari di banani e piante che si alterneranno nella fioritura durante l’anno: ortensie in estate, bergenia in primavera e canne giganti cinesi in autunno per una piazza Duomo perennemente ricoperta di petali rosa. Per quanto romantica, però, la prospettiva ha indispettito qualcuno. Non tutti i milanesi, stamattina al risveglio, hanno ammirato con stupore le novità nelle aiuole del Duomo.
Il primo a commentare, seppur sospendendo il giudizio, è stato il sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha pubblicato su instagram uno scatto del nuovo volto della piazza, scrivendo «Milano si risveglia con palme e banani in piazza Duomo. Come nella tradizione ottocentesca. Buona o cattiva idea? Certo che Milano osa eh…». A quanto pare, infatti, già nel XIX secolo la piazza del Duomo di Milano era ricoperta di piante esotiche. Ma se a qualcuno questo sembra un piacevole ritorno alla storia, per altri si tratta di uno scempio. «La giunta chieda scusa per un obbrobrio che snatura la piazza» ha chiesto Alessandro Morelli, rappresentante della Lega a Palazzo Marino. Il Consiglio Comunale di stamattina è stato vivacemente animato anche dai consiglieri di Forza Italia, entrati in aula armati di banane gonfiabili. Anche gli esperti si dividono in merito alle palme in piazza Duomo: l’architetto Marco Bay, che ha firmato il progetto, difende l’idea «che dialoga perfettamente con il Duomo, valorizza lo spazio». L’architetto paesaggista Paolo Pejrone invece, la liquida così: «Piantare queste specie in piazza del Duomo a Milano mi sembra una follia neogotica. I banani sono una scelta coraggiosa, certo, al limite del kitsch». Alla fin fine, continua Bay, quando si tratta di alberi si litiga sempre: sia quando vengono tagliati, sia quando vengono piantati.
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Starbucks apre in Italia: quando il caffè è glamour
La catena di caffè più amata dalle star di tutto il mondo sta per arrivare in Italia. Simbolo del lifestyle americano, sdoganato persino sulle passerelle di Milano nel lontano 2009, ora Starbucks apre il suo primo negozio a Milano.
La catena americana di caffetterie starebbe per aprire i battenti nella capitale lombarda: protagonista dell’operazione è l’imprenditore bergamasco Percassi. L’accordo, che dovrebbe essere concluso entro Natale, prevede l’apertura nel 2016 del primo punto Starbucks in Italia.
Numerosi i rumours che si rincorrevano a tale proposito, già da due anni a questa parte. Il famoso marchio americano, leader nella caffetteria, fondato da Howard Schultz, vanta un fatturato di circa 9 miliardi di dollari.
Una nuova sfida, quella di portare il brand in Italia, patria per antonomasia del caffè: e fu proprio l’Italia la location che diede a Schultz l’ispirazione per la sua celebre catena. L’atmosfera dei caffè italiani, in cui ci si rilassa, si legge il caffè e si dibatte dei temi di attualità, portò il manager americano a tentare di adattare la formula al mercato americano. Impresa non facile, data la differenza culturale tra i due Paesi: tante sono le differenze tra il caffè lungo abbinato al latte, che incontra il gusto tipicamente yankee, e la classicità dell’espresso italiano. Largo uso della tecnologia in locali rigorosamente free wifi: su questo puntò inizialmente Schultz per imporsi sul mercato. Genio del marketing, i celebri bicchieroni extralarge in carta per l’asporto di bevande, simbolo del brand, sono entrati così nel mito.
I bicchieroni extralarge simbolo della catena Starbucks, sono ormai entrati nell’immaginario collettivo americano: numerosissime le celebrities paparazzate con questo status symbol stretto tra le mani. Immortalata anche in numerosi fashion shoots, la celebre tazza di carta è stata fotografata dall’obiettivo di celebri fotografi di moda, in primis da Terry Richardson, dopo aver calcato le passerelle della Milan Fashion Week, grazie all’estro di Dean e Dan Caten, celebri direttori creativi di Dsquared², che la scelsero come accessorio principe della loro collezione Primavera/Estate 2010.
Ora Antonio Percassi, bergamasco doc ed ex calciatore, si pone come il franchising partner dell’operazione di lancio del brand nel nostro Paese. La strategia di marketing dovrebbe coniugare al gusto della tradizione italiana le nuove tecnologie. Largo quindi al caffè americano, unito al free wifi e alle suggestioni tipicamente americane. Buon Frappuccino a tutti.
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