001, 100, 230, 246, 456.
Così si chiamano alcuni dei 456 giocatori di Squid Game, la serie sudcoreana ormai giunta alla seconda stagione che sta affascinando milioni di spettatori in tutto il mondo.
Ma che sta anche sollevando interrogativi sull’etica della cultura delle celebrità e sulla responsabilità nell’industria dell’intrattenimento.
Gli attori che interpretano i personaggi contrassegnati da questi numeri si sono infatti resi protagonisti anche al di fuori di set, per problemi che hanno affrontato (o stanno tuttora affrontando) con la legge, scatenando polemiche e critiche sull’apparente indulgenza di questo settore verso episodi di tale gravità.
Giocatore 001, l’attore O Yeong-su della prima stagione
Noto per il ruolo del concorrente anziano Oh Il-nam, è stato condannato nel 2024 per cattiva condotta sessuale. L’accusa è stata mossa dalle dichiarazioni di un’attrice che ha affermato di essere stata toccata in modo inappropriato da O durante alcuni incontri avvenuti nel 2017. Secondo il giudice a cui è stato affidato il caso, le prove dimostrano che O avrebbe abbracciato l’attrice, preso la sua mano e baciato la sua guancia senza consenso.
Un tribunale distrettuale in Corea del Sud gli ha inflitto una pena sospesa di otto mesi di carcere, con l’obbligo di frequentare 40 ore di educazione sulla violenza sessuale.
O ha negato le accuse e ha annunciato l’intenzione di presentare appello.
Giocatore 001, l’attore Lee Byung-hun della seconda stagione
Nel 2009, la sua ex-fidanzata Kwon Mi-yeon lo denunciò, accusandolo di averla ingannata con false promesse di matrimonio per intraprendere una relazione sessuale. La donna lo accusò anche di essere un giocatore d’azzardo compulsivo, chiedendo un risarcimento di 100 milioni di won (66.000 euro).
Giocatore 100, Song Young-chang
Nel 2000, Song Young-chang fu condannato per aver avuto rapporti sessuali con una ragazza di 16 anni. Secondo i rapporti, l’attore avrebbe pagato 150 dollari per due incontri avvenuti in auto. La condanna gli inflisse una pena sospesa di 10 mesi e due anni di libertà vigilata. Inutile dire Il caso suscitò indignazione pubblica e compromise gravemente la sua carriera, riaprendo il dibattito sulla responsabilità delle celebrità nei crimini.
Giocatore 230, Choi Seung-hyun
Meglio conosciuto come T.O.P del gruppo K-pop Big Bang. Nel 2017, T.O.P è stato condannato per uso di marijuana, un reato grave in Corea del Sud, e ha ricevuto una pena sospesa di 10 mesi, seguita da una pausa nella sua carriera.
La sua partecipazione alla serie ha suscitato polemiche: da una parte, alcuni hanno accolto positivamente il suo ritorno, mentre altri hanno sollevato dubbi sull’adeguatezza di affidare a una persona con precedenti penali un ruolo di rappresentanza per l’intrattenimento sudcoreano. Il regista Hwang Dong-hyuk ha giustificato la decisione, sottolineando come il personaggio incarni le sfide vissute realmente da T.O.P.
Giocatore 246, Lee Jin-wook
Nel luglio 2016, l’attore Lee Jin-wook venne accusato di violenza sessuale da una donna di 33 anni, la quale dichiarò di essere stata aggredita dopo aver bevuto con lui nel proprio appartamento. Lee respinse le accuse e reagì presentando una controdenuncia per diffamazione. Alla fine, il caso fu archiviato per mancanza di prove sufficienti, ma l’episodio ebbe un impatto significativo sulla sua carriera e sulla sua immagine pubblica.
Giocatore 456, Lee Jung-jae
È il protagonista di questa fortunata serie, che gli ha conferito fama internazionale. Ma anche lui ha un passato segnato da controversie legali.
Nel 1999 fu arrestato per guida in stato di ebbrezza dopo aver provocato un incidente, con un tasso alcolemico dello 0,22%, ben oltre il limite legale dello 0,05% in Corea del Sud. Nello stesso anno, venne accusato di aggressione per aver attaccato un uomo, sempre sotto l’influenza dell’alcol, insieme a un amico.
L’anno successivo, nel 2000, affrontò una nuova accusa di aggressione: si sostiene che abbia trascinato una donna di 22 anni fuori da una discoteca a Busan, causandole delle ferite. Sebbene questi eventi risalgano a più di vent’anni fa, continuano a gettare un’ombra sulla sua immagine, anche nel momento del suo massimo successo internazionale.