Tripudio boho-chic in passerella da Tory Burch

Atmosfere esotiche in passerella da Tory Burch: si ispira all’Oriente la collezione Primavera/Estate 2017, tra tocchi bohémien e un velo di nostalgia per certa eleganza evergreen. Tra maxi gonne dal piglio etnico e crop top dalle suggestioni preppy, Tory Burch riporta in auge il caftano, capo simbolo dello stile boho-chic nonché pezzo passepartout per nostalgici doc: impossibile non ricordare icone di stile del calibro di Talitha Getty, Gloria Guinness ed Elizabeth Taylor, che furono grandi amanti di questo capo dalla storia antichissima.

Full immersion nel colore per pattern floreali che strizzano l’occhio a certe stampe orientali, indiane e cinesi. Si continua con tocchi bon ton nelle camicette con colletto da collegiale e nella scelta dei materiali usati, tra cui spiccano dettagli knitwear, pizzo macramè, suede. Tripudio boho-chic nei maxi dress dal mood romantico e nelle tuniche; stampe batik impreziosiscono maxi gonne gipsy e bluse che richiamano il folclore di culture lontane. Non mancano motivi aztechi e righe mariniere. Glam allo stato puro in alcune mise, perfette per un party in piscina. Citazioni sporty-chic e colori vitaminici ricordano lo stile preppy, tipicamente americano.

La collezione Tory Burch parte dall’East Coast per affermarsi oltreoceano con un’eleganza effortlessy-chic. «È una stagione rilassata… Ho cercato di raccontare quella che è la quintessenza dell’American style», ha commentato la designer, che ha sfilato al Whitney Museum di New York. «Questa collezione inizia nel panorama della East coast, tra riferimenti cool e chic. E poi si evolve con lo spirito libero della West coast», queste le parole della stilista. Il défilé conquista per il suo approccio pragmatico allo stile e per i capi, che sembrano pensati per uno spirito libero.

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(Foto tratte da WWD)

Da Proenza Schouler sfila un tribalismo metropolitano

Full immersion nel tribal style in passerella da Proenza Schouler: la collezione Primavera/Estate 2017 che ha sfilato nell’ambito della settimana della moda newyorkese punta su pattern tribali. Largo ad audaci geometrie ed intagli che ricordano certe stampe africane.

A calcare la passerella è una regina tribale che affronta la realtà urban strizzata in abiti guaina dalle stampe wild. Zebrato e animalier rivisitato dominano: il manto animale diventa passepartout di una collezione sofisticata e grintosa. Rosso e giallo, ma anche viola nella palette cromatica prediletta da questa novella esploratrice dal mood nomade. Dettagli piumati completano le gonne, da indossare rigorosamente con zeppe altissime. Il marchio di Jack McCollough e Lazaro Hernandez incanta con un défilé suggestivo e moderno.

Il folclore e i riti propiziatori del continente africano rivivono sulla passerella, per un tribalismo chic perfetto per affrontare il grigio della metropoli. La savana rivive in pattern cromatici arditi, in cui suggestioni arcaiche si mixano magistralmente ad elementi digitali, insieme a dettagli urban-chic. Grande attenzione agli accessori, come gli orecchini che ricordano i totem, mentre le chiome sono selvagge. Mix & match di stampe e righe, per un nuovo optical dal piglio etnico.

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(Foto tratte da WWD)

Jeremy Scott omaggia la Grande Mela

La collezione Primavera/Estate 2017 firmata Jeremy Scott porta sulla passerella newyorkese una ventata di colore velata da un pizzico di nostalgia. Tuttavia lo stilista non cede a sentimalismi che non gli appartengono: è piuttosto una dichiarazione d’amore alla vecchia New York a prendere forma. La New York degli anni Ottanta rivive dipinta su capi iconici, nei raggi x che vengono immortalati su mini dress che omaggiano a Warhol e ai nightclub.

Disco music e note fetish sbucano da capi dai colori vitaminici ma anche da due pezzi in pelle nera, tra borchie e latex dall’appeal aggressivo. Tridimensionali le stampe: sono volti e gambe femminili. Largo a trench in pelle, lingerie a vista, occhiali anni Cinquanta, pattern grafici audaci ed irriverenti, e ancora volumi oversize e bustier con zip frontale.

Sexy e sicura di sé, la donna che calca la passerella strizzata in abiti di paillettes sembra uscita da un party, nell’atmosfera euforica della Grande Mela. I riferimenti non sono certo velati, come è consuetudine in casa dello stilista. Riusciti gli omaggi alla Pop Art che si sposano alle consuete stampe cartoon, tanto care al designer: ora sono i grattacieli ad impreziosire i capi, per una disco queen perfettamente a suo agio nella Big Apple. Chiudono il défilé capi scultorei interamente ricoperti di paillettes, per geometrie ardite ma efficaci.

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(Foto tratte da WWD)

In passerella da Lacoste suggestioni preppy

Si respira un’aria nuova da Lacoste. Lo stile più autentico della maison viene rivisitato in chiave streetwear da Felipe Oliveira Batista. Sfilano in passerella suggestioni preppy, tra tenute da tennis che strizzano l’occhio allo stile urban.

Una partita di tennis giocata sul filo dello stile, tra abiti a bustier che enfatizzano una femminilità inconsueta per la maison e cappucci che ricordano un accappatoio. Suggestioni Seventies nei maxi dress a righe mentre il coccodrillo, emblema del brand, viene proiettato in inediti graffiti che impreziosiscono i capi, in un tributo a Warhol.

Pulizia, linee essenziali e minimalismo-chic d’ordinanza si uniscono a dettagli chic in una palette cromatica vitaminica. Largo a polo per lui e per lei, gonne plissettate che ricordano le tenute da tennis. Dominano i dettagli sporty-chic e i colori accesi, perfetti per affrontare la stagione estiva.

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(Foto tratte da WWD)

Tommy Hilfiger: sfila a New York la collezione disegnata da Gigi Hadid

Cosa succede se la top model del momento si improvvisa designer e sforna una collezione per Tommy Hilfiger? Lo abbiamo visto a New York, dove ha sfilato la capsule collection disegnata dalla splendida Gigi Hadid. Un evento commerciale, più che una semplice sfilata di moda. La collezione Autunno 2016 creata dalla top model, regina dei social media, ha letteralmente invaso la rete, rimbalzando di social in social.

Lo stile mariniere, emblema del brand americano, si coniuga perfettamente con la freschezza della modella: largo quindi a una collezione pensata per le giovanissime. Il messaggio subliminale sembra essere univoco: neanche troppo occulte le strategie di marketing insite nell’ispirazione alla base della capsule collection. La sfrontata bellezza di Gigi Hadid basta da sola ad incitare all’acquisto dei capi che lei stessa predilige nel suo guardaroba. Largo a leggings in pelle, morbidi maxi pull intrecciati, mantelle, caban e trench. L’ispirazione nautica impreziosisce ogni capo con piccoli dettagli e applicazioni: largo ad ancore, reti, nodi che fanno capolino ovunque, anche nei maxi abiti d’ispirazione Seventies. Sexy, casual ma anche rock-n’-roll la donna che calca la passerella: sfilano per ogni outfit due coppie di modelle.

‘TommyXGigi’ è anche questo: giocosa, irriverente, sembra quasi di respirare l’aria spensierata della giovinezza. La stessa vissuta da Gigi Hadid. La modella, classe 1995, ci apre le porte del suo universo. Non è un caso che il set allestito per la sfilata ricordi un maxi luna park, con le giostre, la ruota panoramica e i giochi. Tra dettagli sporty-chic e suggestioni streetstyle, sfila un elogio della fanciullezza e un tripudio dell’American style. “E’ una nuova era da Tommy Hilfiger. Stiamo spezzando le regole da vecchia scuola delle passerelle, dando accesso immediato alla collezione per l’autunno 2016 e alla capsule TommyXGigi. #Tommynow è lo show che ho sempre voluto realizzare. Una vera democratizzazione della moda”: queste le parole con cui lo stilista americano ha salutato l’evento.

La filosofia del “see now buy now” viene finalmente sposata anche da Tommy Hilfiger: lo stilista americano è solo l’ultimo di una lunga lista di designer che hanno abbracciato la nuova logica del ready to buy. Non sarà più necessario attendere i fatidici sei mesi prima di acquistare la collezione negli stores: i capi saranno immediatamente disponibili online e nelle boutique. Completa il quadro l’accessibilità dei prezzi dei capi proposti.

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(Tutte le foto sono tratte da WWD)

Giorgio Armani si ispira alla sua musa Antonia Dell’Atte

Ha sfilato nell’ambito dell’haute couture parigina l’ultima collezione Armani Privé. Giorgio Armani si è ispirato ancora una volta alla bellissima Antonia Dell’Atte, sua musa prediletta: capelli all’indietro, viso scoperto e allure d’altri tempi per le modelle che si sono alternate sulla passerella, che ricordavano la top model nei celebri scatti realizzati per Giorgio Armani da Aldo Fallai.

È una donna bellissima quella a cui Re Giorgio si ispira per la sua collezione haute couture Autunno/Inverno 2016-2017: sofisticata, misteriosa, affascinante, la donna Armani sfodera ricercatezza e charme, proprio come Antonia Dell’Atte, musa storica e amica dello stilista. Quotidiani sottobraccio e tailleur d’ordinanza, la bellissima Antonia veniva ritratta da Aldo Fallai in scatti che sono entrati di diritto nella storia della moda: correvano gli anni Ottanta e lei incarnava alla perfezione lo stile asciutto ed essenziale della maison. Una carriera sfolgorante per lei, ultima vera diva contemporanea.

C’è un’aura di mistero nel suo volto dai lineamenti perfetti e nel suo charme, unico nel panorama della moda: la blasonata musa di Re Giorgio (che ha sposato Alessandro Lecquio di Assaba y Torlonia, imparentato con i reali di Spagna), ha collezionato esperienze anche come attrice, cantante e personaggio televisivo conteso dalla tv italiana e da quella spagnola. Ironica ed eclettica, Antonio Ricci la vuole nel Drive In, dove forgia a sua immagine e somiglianza il personaggio dell’algida top model che si lascia andare ad irresistibili exploit in dialetto pugliese: indimenticabile il suo “momento casual”. Intanto Helmut Newton la immortala in scatti ad alto tasso di seduzione e Re Giorgio si innamora del suo taglio di capelli e della sua bellezza, perfetta per incarnare i tailleur pantalone e le giacche maschili, emblema dello stile Armani.

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Antonia Dell’Atte per Giorgio Armani in un celebre scatto firmato Aldo Fallai


La top model Antonia Dell'Atte in uno scatto tratto dalla campagna pubblicitaria Giorgio Armani Primavera/Estate 1985, foto di Aldo Fallai
La top model Antonia Dell’Atte in uno scatto della campagna pubblicitaria Giorgio Armani Primavera/Estate 1985. Foto di Aldo Fallai


Antonia Dell'Atte Fall:Winter 1984-1985, photo by Aldo Fallai
Antonia Dell’Atte per Giorgio Armani, Autunno/Inverno 1984-1985, foto di Aldo Fallai


A lei si ispirano le mannequin che si alternano in passerella. Un défilé ricco di suggestioni per una haute couture che torna alle radici della creatività, per toccare vette eccelse che ribadiscono l’abissale distanza che intercorre tra haute couture e prêt-à-porter (qui un pezzo sulla sfilata).

“Qui c’è la mia essenza: sono tornato alla grande alla Couture e ripartito alla ricerca di una donna bellissima che avete appena visto in passerella. Mi ha ispirato una foto d’arte che riproduceva appunto una bellissima creatura. L’alta moda ha le sue regole che non vanno travisate con il prêt-à-porter, seppur di lusso. Qui nell’Armani Privé c’è solo esclusività! Spesso si parla di alta moda con troppa faciloneria, per indossare questi vestiti bisogna anche fare un certo tipo di vita”: così si è espresso lo stilista, a proposito della collezione che ha appena sfilato a Parigi. Una donna sofisticata e composta, chic ed ammaliante, ad ispirarlo, proprio come la bellissima Antonia Dell’Atte.

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Un momento della sfilata Armani Privé


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Giorgio Armani e la sua musa prediletta Antonia Dell’Atte


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La bellissima top model immortalata da Aldo Fallai



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Altaroma 2016, sfila la collezione “Mono Tona” di Sabrina Persechino

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Sabrina Persechino presenta ad Altaroma 2016 la sua sfilata di moda autunno inverno 2016-17. La collezione si chiama Mono Tona e prende ispirazione dal concetto di funzione monotona in matematica, cioè una funzione che mantiene l’ordinamento tra insiemi ordinati. La ricerca estatica di Sabrina Persechino parte dal non-colore per eccellenza, il nero, e diventa una funzione monotona crescente e poi decrescente. Cresce con insiemi cromatici che si aggiungono pian piano al nero, decresce fino ad arrivare al bianco passando per diverse tonalità di grigio.


Nell’usuale connubio tra moda e architettura, Sabrina Persechino esplora volumi regolari e monolitici che si ispirano a uno stile minimalista. La sfilata di moda porta in passerella abiti dalle linee regolari, minimaliste, quasi austere in alcuni look. Un’essenzialità che si ispira al motto di Mies van der Rohe “Less is more”  e crea un rigore sofisticato ed equilibrato. Ispirandosi all’architettura minimalista, Sabrina Persechino non può fare a meno di citare il Giappone, con abiti paillettes dalle maniche a kimono. Con l’uso sapiente di cachemire, faille, tasmanie, pelle lamé e spalmati, la compostezza delle forme si traduce anche in equilibrio materico. L’apparente monocromia della collezione è spezzata dal delicato intreccio di rami su fondo bianco, in cui volumi architettonici ed elementi naturali si fondono. Sabrina Persechino sceglie come location il The Church Palace Hotel, recentemente restaurato proprio da lei con l’appoggio del proprietario Pietro di Pierri. L’atmosfera raffinata in bianco e nero attraverso varie sfumature di grigi contribuisce a sottolineare l’impianto cromatico della collezione.


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Sabrina Persechino sfilata


Sabrina Persechino

BEAUTY – Alta Moda Parigi, i Make-up design per la stagione autunno-inverno 2016-17

BEAUTY – Il 6 Luglio sale in passerella l’alta moda per l’Autunno-Inverno 2016-17. In queste sfilate come protagonisti non vedremo solo gli abiti, ma anche il make-up.
In questo articolo troverete anche frammenti di backstage dell’haute couture show, con tutti i rispettivi close-up dei make-up scelti. Il trucco e’ stato affidato al team della L’Oreal Paris e Mac Cosmetics. I capo truccatori sono dei professionisti nel settore da piu’ di vent’anni, che , ad ogni stagione ci stupiscono con il loro estro creativo, ispirando intere generazioni di truccatori, beauty blogger, fashion victims e semplici amatori.
A seguire i capolavori di Tom Pecheaux, Val Garlard, Romi Soleimani e Pat Mcgraph. Tutti considerati Guru del make-up del ventunesimo secolo.


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Key Make-up artist: Tom Pecheaux
Tom, sceglie un look drammatico composto da una base tipica Chanel, ovvero molto leggera ma blushy, e sugli occhi, piu’ precisamente sulla rima ciliare inferiore, usa delle ciglia finte tagliate in modo triangolare verso il basso per dare un effetto grafico al make-up e dona un carattere deciso a chi lo indossa.


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Makeup executed by Chiara Guizzetti




Giambattista Valli
Key make-up artist: Val Garland
Per questa sfilata, Val dirige il team Mac Cosmetics, scegliendo di applicare l’effetto dewy, ovvero pelle cosi luminosa da sembrare bagnata, come focus per tutto il make-up.


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vogue.it


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Makeup executed by Chiara Guizzetti




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Key Make-up artist: Romy Soleimani
Romy adopera l’oro come colore base sugli occhi, aggiungendo il gloss come dettaglio, per far risplendere ancor di piu’ il colore. La base, come la maggior parte dei truccatori hanno utilizzato, e’ una base molto naturale, fresca e luminosa.


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vogue.it


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Makeup executed by Chiara Guizzetti




VALENTINO COUTURE
Key Make-up artist: Pat Mcgrath
Premettendo che Valentino ha creato una collezione da un’atmosfera punk-principesca, ed anche un po’ pirata. Pat ha dunque rispettato il mood degli abiti ricreando un make-up fiabesco, dall’atteggiamento ribelle. L’hairstyling e’ stato l’elemento che ha caratterizzato il lato piratesco della collezione.


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vogue.it


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coolchicstyle.com




Atelier Versace
Key Make-up Artist: Pat Mcgraph
Per la sfilata di Versace, Pat ha realizzato due diversi make-up look, per poter far si che il trucco si sposi armoniosamente con gli ambiti.
Innanzitutto facciamo una piccola premessa, la Mcgraph utilizza ad ogni catwalk la sua linea personale di makeu-up, prodotti difficile da reperire, ma puntualmente, lei li elenca su instagram per rendere pubblica la scelta dei prodotti utilizzati.
Nel primo trucco ha applicato al centro della palpebra il suo pigmento oro (#phantom00), resa ancor piu’ luminosa dall’eye gloss aggiunto sopra. Labbra rosse e glittery, che donano eleganza ma allo stesso tempo modernita’.


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Come secondo make-up ha mantenuto una base nude, lavorando esclusivamente sugli occhi disegnando una fantastica maschera color blu pastello.


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vogue.it


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Instagram, Pat Mcgraph

Paris Haute Couture: femminilità e romanticismo nella sfilata Ralph & Russo

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C’è tutto in questa sfilata haute couture firmata da Ralph & Russo, la coppia inglese che ha conquistato la Francia. Ci sono eleganza e sensualità, ricami e trasparenze, spacchi vertiginosi e completi castigati. Tutto ciò, insomma, che si possa definire femminile. In passerella sfila un abito in pizzo macramé con spacco inguinale e profonda scollatura a V che lascia ben poco all’immaginazione, e poi una gonna a matita lunga al ginocchio, abbinata alla giacchina vaporosa con fiori applicati. Un abito chemisier di taffetà giallo lime e poi un abitino romantico di un delicato tulle rosa confetto con minuscoli boccioli. Il tutto permeato da un fascino chic un po’ hollywoodiano, da diva d’altri tempi che nasconde lo sguardo sotto un immenso cappello. Conclude la sfilata un abito da sposa a sirena ricoperto di fiori di tulle applicati con maestria.


Il direttore creativo Tamara Ralph e il CEO Michael Russo non hanno puntato a stupire in questa Haute Couture Week, ma a confermare la perfezione e la cura dei dettagli con cui ogni abito viene confezionato. D’altra parte, Ralph & Russo è stata la prima casa di moda britannica ad accedere alla settimana dell’haute couture di Parigi proprio per il rinomato savoir faire che percorre ogni loro collezione, qui confermato ma senza fuochi d’artificio.


 

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Eterea eleganza in passerella da Iris van Herpen

Il suo è uno dei nomi più controversi della moda. La designer olandese Iris van Herpen non ha deluso neanche stavolta le aspettative. Ha sfilato nella suggestiva cornice della chiesa dell’Oratoire du Louvre, il tempio protestante sito in rue Saint-Honoré, la collezione haute couture Autunno/Inverno 2016-2017. A dominare la scena è uno strutturalismo in chiave 3D declinato in abiti eterei, quasi luminescenti.

Nella location scelta occhi puntati sull’installazione zen dell’artista giapponese Kazuya Nagaya: le modelle sembrano statue animate, quasi creature di un altro mondo. E attraverso il “seijaku”, concetto nipponico che indica il trovare la serenità nel caos della vita, veniamo proiettati in una nuova dimensione. La meditazione zen abbraccia la couture in un défilé che trae ispirazione dalla cinematica: le vibrazioni sonore divengono il tramite per accedere ad una dimensione onirica.

Eterea, sognante, la donna che sfila sulla passerella di Iris van Herpen è una creatura fluttuante, quasi una silfide, ninfa dell’immaginario poetico: ieratica ed affascinante, ipnotizza e cattura l’occhio la sua eleganza ibrida, fatta di abiti leggeri e quasi impalpabili. La silhouette futurista abbraccia la fantomatica silfide conferendole un’aura quasi divina: largo ad abiti-scultura tagliati al laser, silicone trasparente, plissé d’organza e tulle, ma anche cristalli, che avvolgono l’eterea creatura.

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La palette cromatica abbraccia i colori neutrali, che si alternano al nero e ai toni metallici, per capi dall’allure onirico. Motivi a spirale quasi a ricordare i giochi creati sul bagnasciuga dal rincorrersi delle onde del mare, ma anche dettagli naturalistici, per cocktail dress translucidi. Le scarpe, platform che sembrano sospese a mezz’aria, completano il mood della sfilata. Poesia e futurismo si mixano in una collezione altamente evocativa.

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(Foto cover: Rémy Artiges per Libération)


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Paris Haute Couture. Eccesso di minimalismo in casa Dior

La parole chiave è minimalismo, seguita da un tag del tutto inaspettato nelle collezioni Haute Couture di maison Dior: #black&white.

Se la giacca Bar, è il punto di partenza del progetto creativo del duo di designers Serge Ruffieux e Lucie Meier, l’infradito potrebbe dar luogo ad un seguito non proprio in linea con l’ideale di raffinatezza del marchio.

 

(Fonte immagine WWD)
(Fonte immagine WWD)

 

 

La collezione “gioca” sui volumi, a tratti ampi, in altri più contenuti. La plissettatura degli abiti e delle gonne, inoltre, conferisce movimento ad una collezione poca generosa allo sfarzo, quest’ultimo prudentemente sussurrato da ricami e cristalli, spesso ton sur ton.

Goffrature e gonne ampie ed ancora top crop e balze: Ruffieux e Meier hanno messo in atto tutto il loro sapere nel campo della modellistica, ma in questo caso, mancano di stupire; così, gli estimatori della griffe Christian Dior rimpiangono più di tutti il pirata della moda, mr. John Galliano, che con il suo eclettismo, creava abiti scenografici e stupefacenti.

 

(Fonte immagine WWD)
(Fonte immagine WWD)

 

 

Ciò che tutti si aspettavano di ammirare in una collezione Haute Couture, non è stato concesso. La griffe Dior ora è depurata (o deturpata) dal minimalismo disincantato della nuova generazione, in questi mesi al controllo del team creativo della maison.

 

 

 

 

Fonte cover dior.com