Da Rick Owens sfilano ninfe avvolte da nuvole di tulle

Ci sono nomi che inevitabilmente monopolizzano l’attenzione delle settimane della moda: è certo il caso di Rick Owens, tra i nomi più attesi anche in quest’edizione della Paris Fashion Week. Lo stilista californiano, spirito libero e personalità ribelle, si apre ad orizzonti inesplorati: proprio lui, che si è sempre detto interessato al declino umano, stavolta non cede a facili input fatalisti ma si concede una inaspettata positività.

Ne scorgiamo traccia nell’uso del colore, tra le novità più eclatanti della collezione primavera/estate 2017. Fanatico del nero -declinato in tutte le sfumature e texture-, Rick Owens utilizza per la prima volta una palette cromatica che abbraccia diverse nuance, a partire dal porpora, dal blu al giallo acido, fino al ruggine. Un’innovazione notevole, dopo 21 anni di uso (e abuso) di monocromatico black all over. Lo stilista si è detto ispirato da Yves Saint Laurent e Christian Lacroix per quanto concerne l’uso dei colori. A dominare il défilé è la spirale, che compare anche sull’invito: un’immagine allegorica che evoca il concetto di rinascita.

Nella suggestiva cornice del Palais de Tokyo, avvolto dalla semioscurità, sfilano inedite silfidi, eteree ninfe avvolte da soffici nuvole di tulle. Quasi dei folletti, le creature evanescenti avanzano sul catwalk tra volumi scultorei e dettagli preziosi. Vaporose onde di tulle, simili a nuvole, o zucchero filato, creano caleidoscopici drappeggi attorno al corpo delle mannequin. Suggestive le impalpabili architetture dei capi che si alternano in passerella, tripudio di sartorialità nei pannelli lunghi che sbucano dalle gonne asimmetriche, mentre le decorazioni floreali sono di pelliccia.

Largo a volumi over sulle spalle, per capi sontuosi, da cui scendono mantelli interamente ricoperti di piume di marabù: cascate di seta e crine di cavallo delineano eccentrici e futuristici vortici, tra suggestioni high-tech e mirabile sfoggio di sapienza artigianale. Leggerezza è la parola d’ordine di un défilé dalle ispirazioni soavi e delicate. Le piume firmate Lemarié, direttamente prese in prestito dall’haute couture parigina, evocano suggestioni luxury. La colonna sonora del défilé, affidata alla voce suadente di Nina Simone, è la ciliegina sulla torta di una sfilata indimenticabile.

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(Foto: Madame Figaro)

Contrasti evocativi per Ann Demeulemeester

Ha sfilato nella cornice della Paris Fashion Week la collezione primavera/estate 2017 di Ann Demeulemeester. Sébastien Meunier propone inedite allegorie per uno stile che attinge al guardaroba maschile: largo a camicie destrutturate e tuxedo, in una palette monocromatica. Il black & white domina, in un evocativo contrasto tra luce e buio e bene e male. Tra sofisticati manierismi che strizzano l’occhio al 18esimo secolo, la camicia in popeline diviene iconico capo passepartout, arricchita da tagli sartoriali e asimmetriche costruzioni. Cut out con avambracci in vista e colletti rotondi si alternano a stripes e cinture in vita. Il gessato maschile assume nuova consapevolezza, mentre il cappotto con effetto trompe-l’oeil si indossa su pigiami in satin. Inserti in tulle e dettagli sartoriali dominano, mentre il bianco e nero, indiscussi protagonisti del défilé, vengono osannati nelle scritte “True White” e “True Black”. Ai piedi delle modelle stivali in suede. La processione di valchirie in tuxedo viene scandita dalle note di Leonard Cohen, che canta la colonna sonora ideale di uno show basato sui contrasti cromatici, You Want it Darker.

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(Foto: Madame Figaro)

La ricetta della felicità di Manish Arora

Sulla passerella di Manish Arora si celebra la joie de vivre, con una full immersion nel colore e ironiche citazioni cartoon. L’irriverente designer indiano per la collezione primavera/estate 2017 sceglie di omaggiare My Little Pony, il cartone animato firmato Hasbro. Tripudio di colore nelle gonne a ruota dalle suggestioni Fifties, impreziosite da motivi candy che mostrano spiagge glitterate e palloncini che si alzano al cielo, tra patchwork caramellosi e cinture arcobaleno, emblema del cartone animato. Spensierata ed ironica la donna che calca la passerella sfoggiando basco alla francese d’ordinanza, tra calzini sporty-chic e tenute marinière che strizzano l’occhio alla nautica. L’overdressing è servito, tra paillettes e denim impreziosito da ricami floreali, ma anche maxi dress con colletto da collegiale. Romanticismo nei patchwork floreali che rappresentano fiori tropicali e uccelli del paradiso, per celebrare al meglio la stagione estiva. Exploit luminosi nelle decorazioni realizzate dall’artista indiano Baharti Kher. Arora, nominato lo scorso febbraio Cavaliere della Legion d’Onore, propone la sua personale ricetta della felicità, tra citazioni vintage e contaminazioni affascinanti. Le stampe dal sapore circense vengono declinate in chiave psichedelica, per una donna a metà tra una desperate housewife e una grintosa Ziggy Stardust in gonnella.

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(Foto: Madame Figaro; cover: Reuters)

Sperimentazione avanguardistica sulla passerella di Guy Laroche

A sfilare sulla passerella di Guy Laroche è un minimalismo intriso di suggestioni strong. La collezione primavera/estate 2017, che ha sfilato alla settimana della moda parigina, coniuga la classicità di capi passepartout presenti nell’archivio storico della maison, ad una sperimentazione avanguardistica che basa le sue fondamenta sull’opera di Ottessa Moshfegh e sui primi film di Sofia Coppola. Largo all’uso di tessuti iridescenti e decostruzioni ardite, tra ricami concentrici e colori audaci. Adam Andrascik, alla quarta collezione alla direzione creativa del brand, pone le basi di un’estetica nuova e più attuale, cimentandosi magistralmente nell’arduo compito di coniugare l’eredità lasciata da Laroche alla propria visione della moda contemporanea. “Guardando negli archivi della maison, ho visto che i pezzi migliori sono stati creati per i suoi amici”, ha dichiarato lo stilista, riferendosi al circolo di amicizie del fondatore della maison. Andrascik si è detto affascinato dalla ribellione delle ragazze rispetto ai trend prevalenti all’epoca. Irriverente e anticonformista, la donna che attraversa il catwalk, tra mini gonne laminate, tuniche in seta iridescente simili a pepli, arricchite da dettagli in lana e cotone. Mood sporty-chic e nuance accese, come il verde acido; largo a denim e nylon pastificato. Le trasparenze abbondano, tra richiami punk e accenni ad una femminilità ribelle.

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(Foto: Madame Figaro)

Le dee celtiche di Alexander McQueen

Echi scozzesi nella collezione primavera/estate 2017 di Alexander McQueen, che ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week. Sarah Burton omaggia la Scozia in un défilé ricco di fascino. Come dee celtiche le donne che calcano la passerella del Luxembourg Garden di Parigi: il terreno delle isole Shetland rivive sul catwalk grazie ad appositi tappeti che ne riproducono i colori. Non poteva mancare il kilt, in un degno omaggio alla Scozia: ecco quindi tripudio di tartan all over su blazer e pantaloni.

Suggestiva ed evocativa, la Scozia che piace a Sarah Burton è quella delle piccole comunità che dimorano nelle isole Shetland, che rivive nei colori della lana scozzese, tra patchwork di stampe su lana grezza e paesaggi dal sapore nordico. Il verde delle Highlands, il fuoco di un camino, le scogliere a picco sul mare: romanticismo e nostalgia caratterizzano il défilé, tra riferimenti alla mitologia della Caledonia e scenari post bellici.

Ricordano guerriere gotiche strette in cinture in pelle e bustier simili ad armature, le modelle che si alternano sulla passerella. Simili a romantiche spose di tempi immemori, dentro lunghi abiti in pizzo. Come una sirena la donna che sfoggia i capi da gran soirée che chiudono come di consueto la sfilata. Il più autentico stile McQueen rivive in tutta la sua maestosa opulenza: largo a cristalli, paillettes argentate e strati di volants in tulle che incorniciano l’orlo di lunghi abiti impreziositi da trasparenze e audaci nude look; delicatezza estrema nelle passamanerie. Magia pura nelle tecniche artigianali e nei tagli; femminilità nei corsetti e nelle silhouette. Reti e pizzo inneggiano a capi di vittoriana memoria, come gli accessori e la gioielleria.

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(Foto: Madame Figaro)

Valentino sfila tra allegorie rinascimentali e romanticismo punk

Debutto da solista per Pierpaolo Piccioli, che firma la sua prima collezione per Valentino dopo il passaggio di Maria Grazia Chiuri in casa Dior. Nessun rimpianto, nessun nostalgico retaggio del passato per lo stilista romano: in casa Valentino si guarda al futuro e Piccioli pone da solo le basi di un nuovo manifesto estetico che si rivolge ad una donna decisamente meno eterea rispetto al recente passato della maison. «Questo era il momento di cambiare senza rinnegare quanto fatto finora», così lo stilista ha commentato la sua prima sfilata da solo alla direzione creativa del brand.

Lo spettacolo che si è svolto nella prestigiosa cornice dell’Hôtel Salomon de Rothschild di Parigi è stato memorabile: il défilé della collezione prêt-à-porter primavera/estate 2017 si è concluso con una trionfale standing ovation per Piccioli. Molteplici e variegate le suggestioni alla base della collezione, che coniuga grintose citazioni punk al simbolismo impresso sui telai rinascimentali.

È un Rinascimento in chiave punk ad impreziosire lunghi abiti in impalpabile georgette e tuniche in chiffon, in una sublime contaminazione di stili ed epoche: tra scene bibliche ed affascinanti allegorie sulla dottrina cristiana medievale, il Trittico del giardino delle delizie del pittore olandese Hieronymus Bosch viene reinterpretato dalla regina del punk Zandra Rhodes. La stilista inglese ci offre una sua personale visione delle opere di Bosch, alle quali aggiunge elementi che strizzano l’occhio ad un romanticismo punk, quali cuori e spade: nascono otto stampe create appositamente per la collezione, raffiguranti un immaginario Eden ricco di fiori e uccelli. Le stampe vengono impresse con telai a mano, opulenza nei patchwork preziosi.

Largo a top lingerie in colori audaci: tripudio di rosso e fucsia fino al giallo lime e al rosa, tra preziosi tessuti jacquard e broccati, pelle e mohair. Irriverente e moderna, la donna Valentino indossa l’abito da sera sotto il trench da giorno; suggestioni Seventies anche nelle proporzioni e nei volumi, sapienti decostruzioni nelle linee a colonna, prese in prestito dall’architettura, mentre gli occhi sono puntati sulla mini borse a tracolla. Accessorio must have della prossima stagione estiva è il portarossetto, che viene trasformato ad hoc in una micro bag con catenella.

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(Foto: Madame Figaro)

I fiori di ghiaccio di Dries Van Noten

Altamente evocativa la sfilata Dries Van Noten, che ha incantato la Paris Fashion Week con una collezione che ricalca fedelmente i codici stilistici sui quali si fonda l’estetica della maison. Lo stilista belga resta fedele a se stesso, pur aprendosi ad infinite variazioni di una medesima ispirazione: per la collezione primavera/estate 2017 tratteggia con maestria sfondi gelati da cui fanno capolino i primi boccioli di una primavera ancora in fieri. Ecco moltiplicarsi, in un giardino surreale e freddo, mazzi di fiori ibernati, contenuti entro strutture in ghiaccio. L’estro di una scenografia accattivante che porta sulla passerella blocchi di ghiaccio che contengono inediti bouquet floreali. Un contrasto affascinante che cela scenari post apocalittici: tra gorgiere elisabettiane e contrasti, sbucano nel gelido totem di ghiaccio primizie di fiori. Rose, peonie e anemoni si stagliano sullo strato di ghiaccio come miraggi lontani o ricordi sbiaditi dalla memoria. Come due poli opposti, il maschile e il femminile sembrano intersecarsi in un continuo gioco di rimandi, mentre si alternano sul catwalk righe e pattern floreali. Tocchi boyish nelle giacche dal piglio rigoroso si alternano alla regale opulenza dei ricami che impreziosiscono boleri e capi raffinati e impalpabili. Come un fantasma, una figura sbiadita in un tempo immemore, la donna che calca la passerella nasconde il viso dietro velette in tulle, raffinato retaggio rétro di una collezione giocata sulle sensazioni. Sulle note di Frozen di Madonna, sfila una processione a tratti lugubre e a tratti pregna di dinamismo rituale, scandita dal rumore dei tacchi in legno, di fascinazione scandinava. Il bouquet floreale si staglia su giacche kimono e su bermuda, capispalla, trench, tra suggestivi effetti trompe-l’œil. Sublime alternanza di sete e materiali techno, mentre la palette cromatica indugia sul bianco splendente e sul nero, spezzato da striature giallo lime.

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(Foto: Madame Figaro)

La sensualità vitaminica di Alexis Mabille

Colorata, versatile ed eclettica la collezione primavera/estate 2017 di Alexis Mabille, che ha sfilato nell’ambito della settimana della moda parigina. Una sensualità inedita, che integra elementi dichiaratamente sportswear a suggestioni etniche. In una palette cromatica vitaminica sfilano capi fluttuanti e sofisticati: largo a vestiti che esaltano la femminilità, silhouette che enfatizzano le curve e volumi che creano iperbolici contrasti. Una collezione pensata per una donna sportiva e giovane, che osa con i colori, perfetti per esaltare la bellezza della stagione estiva: ecco quindi alternarsi sul catwalk giallo lime, rosso e bianco, per capi che coniugano la più classica femminilità a dettagli sporty-chic, come le sneakers ai piedi. Tripudio di righe per tuniche dall’aria esotica, arricchite dai gioielli etnici, come le collane. Vezzi tipicamente femminili nelle ruches che impreziosiscono le spalle nude.

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(Foto: Madame Figaro)

Sfila a Parigi il glam rivisitato di Barbara Bui

Le atmosfere del Paradise Garage sono protagoniste assolute del défilé di Barbara Bui: in un tripudio di suggestioni Eighties, riviviamo la magia del disco club newyorkese, immersi nella musica di Larry Levan, dj americano che ha animato per decenni il club. La donna che calca la passerella di Barbara Bui sembra uscita da una discoteca, tra citazioni techno e spensierata atmosfera glam. Una primavera/estate 2017 dedicata ad una donna forte e libera, capace di lasciarsi andare ad exploit di estrema femminilità ma che ama osare, non disdegnando tocchi androgini, come i pantaloni con le pinces. Dominano asimmetrie e colori brillanti, in un mix and match di elementi streetwear e influenze eterogenee, in bilico tra passato e presente. Largo a silhouette strutturate, tocchi sporty-chic nei costumi e nei parka. Tripudio di colori al neon che si alternano a mosaici e motivi africani; entusiasmo e grinta nelle pellicce.

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(Foto: Madame Figaro)

Chic à la française in passerella da Chloé

Chic à la française per la primavera/estate 2017 di Chloé: in passerella sfila un omaggio allo stile parisien. Effortlessy-chic e sofisticata, la donna immaginata da Clare Waight Keller sfoggia classe da vendere grazie all’allure parigina, da sempre sinonimo di stile. La designer britannica, alla direzione creativa di Chloé dal 2011, rinnova le silhouette e semplifica le forme, per una collezione che strizza l’occhio al minimalismo pur senza perdere di vista il manifesto estetico della maison.

“Sono tornata all’idea di base della semplicità dello stile francese. Gli abiti sono disinvolti, i volumi squadrati, i tessuti croccanti. Voglio dare un messaggio semplice e forte. Con un tocco floreale”: così la stilista ha commentato la collezione che ha sfilato nella mirabile cornice del Grand Palais. Volumi fluttuanti e grande pulizia dominano sul catwalk, per un prêt-à-porter irresistibile e fresco.

La palette cromatica omaggia la bandiera francese, con tripudio di rosso, bianco e blu, per citazioni marinière; romanticismo nelle stampe floreali, che evocano innocenti evasioni e citano certi pattern presi a prestito dai Seventies. Largo a plissé a corolla, georgette di seta, balze dégradé, lacci e fiocchi dal candore fanciullesco. Il crochet domina su jumpsuit, tra abiti sottoveste e shorts. I volumi delle camicie sono over, i pantaloni fluidi. Non manca un tocco boyish, tanto caro alla stilista, mentre gli accessori sono caratterizzati da grande femminilità, a partite dall’irresistibile mini pochette con anello di metallo.

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(Foto: Madame Figaro)

Il ritorno di Olivier Theyskens

Dopo due anni di ritiro dalle passerelle, torna a Parigi lo spirito romantico e ribelle di Olivier Theyskens. Lo stilista belga, che vanta collaborazioni con Rochas, Nina Ricci e Theory, presenta sulle passerelle parigine una collezione primavera/estate 2017 ricca di magistrali tocchi sartoriali e sapienti esplosioni di femminilità. Dominano asimmetrie e suggestioni inedite, in un défilé che mixa elementi duri ad inusitati sprazzi di tenerezza: la donna che calca la passerella ama la contemporaneità di un pret-à-porter che strizza l’occhio alla couture, tra dettagli che rivelano un design moderno e di grande impatto scenografico e attimi onirici. Uno stile perfetto per la quotidianità ma che non disdegna coup-de-thèatre ricchi di spunti, come l’abito in seta rossa, dalle maniche aperte, o i capi a pois. Lo stilista 39enne, adorato da Madonna, sorprende con un ritorno in grande stile. Grande attenzione anche agli accessori, per una sfilata ricca di contrasti.

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(Foto: Vogue)