Schiaparelli: un tuffo nel passato

Ha sfilato nell’ambito dell’Haute Couture parigina Schiaparelli. Un défilé ricco di suggestioni antiche ma evergreen, con un tuffo nel glorioso passato della maison: è infatti alla celebre collezione Circus del 1938 che Bertrand Guyon si è ispirato per l’Autunno/Inverno 2016-2017.

Dall’aprile scorso alla direzione artistica delle collezioni Haute Couture e Prêt-à-couture, lo stilista riporta in auge il surrealismo che rese celebre Elsa Schiaparelli. Un’eredità pesante che però Guyon reinterpreta in modo mirabile, riuscendo nell’arduo compito di traportare l’eccentricità e la poesia della mente creativa di madame Elsa in una collezione che strizza l’occhiolino anche al mondo contemporaneo.

Suggestioni surrealiste sfilano fin dalla prima uscita: occhi e bocche, ma anche profili femminili fanno capolino da abiti asimmetrici. Largo a stampe caleidoscopiche, a partire dalla stessa location, che ricorda essa stessa i tendoni di un circo. Capi intrisi di sobria eleganza rivelano nella lunghezza maxi e nelle proporzioni un inedito ritorno agli anni Trenta. Velluto nero e maniche a sbuffo strizzano l’occhio ad un minimalismo che viene impreziosito dai ricami: è il circo con la sua stravagante eleganza e il suo immaginario ricco di meraviglie ad essere rappresentato sulla passerella. Animali fantastici, elefantini acrobatici, angeli, arabe fenici, costellazioni mitologiche ed esoteriche, e ancora farfalle e arte astratta: queste sono le stampe che sbucano da lunghi abiti scuri ma anche da minidress dall’appeal moderno. Motivi floreali e astrologici si alternano all’ironia di grandi cuori rosa shocking che sbucano da maxi dress da dea. Attenzione quasi maniacale per i dettagli, che diventano istrionici. Pellicce su minigonne audaci vengono decorate con animali fantastici che ricordano i bestiari medievali.

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Infine sfilano pepli in raso caratterizzati da sofisticati drappeggi e lunghi abiti da gran soirée ricoperti di paillettes. Organza e sete preziose per abiti da red carpet, che controbilanciano l’austerità delle giacche sartoriali e dei cappotti in jacquard.
Nel front row spiccano Isabelle Adjani, Marina Hands, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli di Valentino, che non commentano le ultime news circa il passaggio della Chiuri alla direzione creativa di Dior.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Milano Moda Uomo: I Trend per la SS 2017

La Milano fashion week ha svelato quello che saranno le tendenze più trend per la primavera estate 2017. Abbiamo visto sfilare molti capi dallo stile urban casual, per alcuni brand come Junli, Christian Pellizzari, che ha portato nelle passerelle linee pulite piuttosto decise con colori sobri come il grigio nelle sue diverse sfumature e il nero.

Mentre il vero must have continuano ad essere i destroyed jeans, quelli strappati con segno di una vita lunga, senza alcun dubbio le giacche con patch saranno il vero trend della futura stagione.

La vera sorpresa è lo stile country, ovvero le stampe scozzesi, ma in questo caso riportata ad un stile più metropolitano creando nuove geometrie.

Certamente uno dei nuovi trend è lo sport chic, più che altro per le giacche e maglioni destrutturati. Andranno anche per la maggiore il bermuda con diverse stampe e colori forti come il rosso fuoco e il verde.

Molto sofisticata e elegante la collezione di Daks, che ha portato l’odore e il colori della lontana India, un vero incrocio di sentieri e strade. Passando da un grigio quasi argento che si mescola con il bordeaux e il verde. Tutto questo facendo buon uso dei tessuti come il lino, la seta e il cotone.

Qui nella nostra gallery potrete vedere molte idee che non potranno mancare nel vostro guardaroba per la prossima stagione Primavera Estate 2017.

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Christian Pellizzari


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Christian Pellizzari


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Strateas Carlucci


Paul Smith omaggia Bob Marley e inneggia alla pace

Ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week il fascino british firmato Paul Smith. Una Primavera/Estate 2017 all’insegna del colore: una full immersion nelle nuance caraibiche, per una collezione che non disdegna i colori fluo: dall’arancio al giallo canarino fino al verde mela per giacche dal taglio sartoriale e camicie.

Ironico e frizzante, l’uomo Paul Smith avanza sulla passerella come fosse direttamente uscito da un’ambientazione giamaicana: e proprio sulle note di Bob Marley che prende vita una sfilata ricca di suggestioni. E accanto alla stampa caleidoscopica che ricorda l’arcobaleno è onnipresente su bluse e profilata nei dettagli, ecco sbucare da ogni dove il simbolo della pace, che sembra costituire il leit motiv dell’intero défilé: lo ritroviamo nelle cinture come logo stampato all over.

Tra jeans ricamati e tute da lavoro che sembrano rubate alla working class ecco la sartorialità tipica del brand inglese, con completi classici sapientemente sdrammatizzati attraverso le nuance fluo. Torna prepotentemente alla ribalta un must have evergreen della stagione estiva: il pantalone bianco, da indossare qui coordinato a capi coloratissimi. Ai piedi dell’uomo Paul Smith ironiche espadrillas anch’esse declinate nei colori dell’arcobaleno.

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Stampe tropicali imperversano tra decorazioni floreali e denim all over. Audaci ed iconiche le nuance scelte, tra un tartan in chiave Seventies e citazioni tecno. L’uomo visto da Paul Smith è ricco di verve e personalità e affronta la stagione estiva con classe ed eleganza, in bilico tra passato e presente.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Ann Demeulemeester: sfila il gotico romantico

Ann Demeulemeester: sfila il gotico romantico

Ha sfilato a Parigi la Primavera/Estate 2017 firmata Ann Demeulemeester: un défilé ricco di suggestioni, dal gotico ad un inedito romanticismo vissuto in chiave dark. Sébastien Meunier, direttore creativo della maison, sembra proprio aver lasciato il cuore in questa collezione: e proprio il cuore diviene simbolo che, attraverso un sapiente uso di immagini iconiche, va ad impreziosire bluse e top.

La frase “I am red with love” diventa motto della collezione: lo ritroviamo ovunque, stampato su cardigan come una bandiera, o appena accennato, come un dettaglio, che fa capolino tra le maniche di lunghe casacche. In nome dell’amore, si potrebbe dire. Ma l’immaginario punk-rock a cui il brand ci ha da tempo abituati non viene scalfito dai cuori.

Sfila un uomo selvaggio che si perde dentro seta e chiffon dal piglio delicato, sapientemente smorzato dai pantaloni aggressivi. Non mancano perle e foglie, indossate su collane che rendono l’uomo Ann Demeulemeester quasi efebico, un eroe romantico degno del miglior romanzo ottocentesco. Suggestioni army-chic sbucano tra le giacche militari e le cinture avvitate che esaltano il portamento.

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La camicia bianca viene declinata in chiave vittoriana, perduta dentro stratificazioni e un riuscito costruttivismo. Eleganza classica e sofisticata dal retrogusto ribelle e scanzonato, per l’uomo che calca la passerella. Meunier, alla guida della maison dal 2014, sembra in bilico tra il rispetto dei codici tipici della maison ed un’urgenza impellente di dare sfogo alla propria personalità e al proprio estro, che in questa collezione vengono fuori in mirabile equilibrio con la tradizione.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Sfila a Parigi il gioco delle silhouette firmato Balenciaga

Parigi, Lucas Ossendrijver festeggia 10 anni da direttore di Lanvin Homme

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Lanvin vuol dire romanticismo” ha dichiarato Lucas Ossendrijver, da 10 anni esatti direttore creativo della moda uomo della maison. Frase che stona un po’ con una sfilata di moda tutta cinghie ed elementi metallici. Ma a ben guardare, il romanticismo c’è: rose come tatuate sulle camicie, frecce di cupido che fanno da fibbia alle cinture o da decorazione ai maglioncini,  versi di poesie d’amore attorno alla cinta dei pantaloni. Dettagli poetici in una collezione di moda uomo in cui il protagonista è l’accumulo (apparentemente casuale) di strati, capi e tessuti. Sulla t-shirt a girocollo si indossa una camicia di seta aperta, e sopra ancora un leggerissimo parka. I capispalla sono stati creati da Ossendrijver e dallo staff creativo di Lanvin con una cura maniacale, per poi essere schiacciati sotto una pressa appena prima della sfilata. Eleganza noncurante, negazione della bellezza, mortificazione di tessuti preziosi hanno reso questa sfilata di moda un po’ originale e molto destabilizzante.


La stessa maison Lanvin è di fatto un territorio destabilizzato, un campo minato il cui equilibrio è stato appena sconvolto da un tornado. Dopo il burrascoso addio dello storico direttore creativo Alber Elbaz, la nuova designer Bouchra Jarrar attende il debutto ufficiale con la sfilata di moda donna del prossimo settembre. I riflettori sono puntati sulla stilista e sulle possibili rivoluzioni che apporterà all’estetica femminile del brand, e i dubbi sul futuro della maison non potevano non coinvolgere anche la moda uomo. “Sono tempi strani per la moda, e per il mondo in generale – ha dichiarato diplomaticamente Lucas Ossendrijver commentando la sua collezione – Ho deciso semplicemente di essere creativo. Non c’era molto altro che potessi fare“. Ed eccolo allora a presentare una sfilata stratificata, in cui visioni estetiche e messaggi si accumulano e si confondono per festeggiare i suoi primi 10 anni alla guida della divisione maschile. Qualunque cosa accada a Lanvin nella prossima fashion week, questo è stato il primo traguardo di Ossendrijver e difficilmente permetterà a dubbi e polemiche di rubargli la scena.


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Sfila a Parigi il gioco delle silhouette firmato Balenciaga

Da Balenciaga occhi puntati sul nuovo direttore creativo Demna Gvasalia, che debutta alla Paris Fashion Week con la sua prima collezione di menswear per la celebre maison. La Primavera/Estate 2017 firmata Gvasalia parte con irresistibile humour britannico: le proporzioni over conferiscono ironia e brio a capispalla e panciotti, la cui classicità viene sapientemente sdrammatizzata.

La parola d’ordine è sartorialità. E proprio dal tailoring il nuovo direttore creativo intende partire, in una sorta di continuità con l’identità primigenia della maison: «Cristobal era un sarto. E mi sembrava giusto iniziare dal tailoring», così si è espresso Gvasalia, «ma non in una percezione classica perché Balenciaga è sinonimo di sperimentazione nelle silhouette e nelle forme. E nella realizzazione, rimettendo tutto quello che deve esserci nelle giacche».

Nella location scelta, una scuola gesuita con vista sui tetti di Parigi, ecco uno spettacolo curioso destinato a non lasciare indifferenti. Largo a capi sartoriali dalle suggestioni couture esasperate però dalle dimensioni rigorosamente oversize. Antico e moderno si fondono, per un’eleganza scanzonata e ribelle. I pantaloni in principe di Galles divengono ora dei bermuda, gli stivali da equitazione e i calzini alti rivelano un’attenzione al dettaglio. Classicismo e dandismo dominano il guardaroba di un gentleman country. Tuttavia il piglio ironico e scanzonato scade in un mood schizofrenico lasciando visibilmente perplessi quando, attraverso un coup de théâtre inatteso, le proporzioni fino a quel momento over divengono improvvisamente slim.

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Nessuna via di mezzo, banditi i chiaroscuri: si alterna senza sosta sulla passerella il gioco delle silhouette. Se le spalle dei primi cappotti sono over, quasi robotiche, in un costruttivismo esagerato, ecco poco dopo l’effetto slim di completi con pantaloni skinny. Un gioco di architetture e visioni bidimensionali alterna, quasi in un caleidoscopio, volumi teatrali a capi stretch. Non entusiasmano gli accessori, occhiali da sole basic e sciarpe ricamate, mentre gli stivali zeppati sono rubati al guardaroba di lei. I pantaloni hanno la vita alta e il fondo elastico e si indossano con giacca Harrington.

La palette cromatica sembra indugiare inizialmente su nuance neutrali come il beige e il nero, salvo poi sbocciare in cromie scure e pesanti, come il rosso cardinalizio e il viola papale. Non mancano velluti e broccati, accanto a stampe jacquard e ad una certa severità quasi ecclesiale. Dalle tasche dei capi sartoriali fa capolino il biglietto da visita “Balenziaga”: ironia e serietà si rincorrono ed è difficile decretare chi avrà la meglio. Di certo non manca la personalità.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Balmain acquisito dal Qatar

Milano Moda Uomo: Vivienne Westwood a favore di Assange

A movimentare come di consueto la settimana della moda, ecco Vivienne Westwood: nessuna dietrologia per la stilista britannica, che ha rivendicato dalle passerelle della Milano Moda Uomo la sua ennesima battaglia politica. La designer si è apertamente schierata a favore di Julian Assange, padre di Wikileaks, che vive da cinque anni da rifugiato all’interno dell’ambasciata ecuadoregna di Londra.

Assange, 44 anni, vive dal 19 giugno 2012 all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador della capitale inglese per evitare di essere estradato in Svezia per reati di natura sessuale rispetto ai quali si è sempre dichiarato innocente. “Julian Assange non è mai stato condannato, perchè non c’è nessuna prova contro di lui. È tutta una montatura”: niente peli sulla lingua per la stilista, ancora una volta madrina del politically incorrect. Alla base della richiesta svedese, secondo l’hacker australiano ci sarebbero manovre da parte degli USA, dove rischierebbe di essere condannato per lo scandalo Wikileaks, ovvero la pubblicazione di migliaia di documenti riservati che minarono la diplomazia americana.

Parole forti quelle con cui si è espressa Vivienne Westwood sia per quanto concerne la vicenda che vede imputato Assange sia per il tema di Brexit, rispetto al quale si è schierata apertamente firmando una petizione perché l’Inghilterra resti in Europa. Parole di elogio anche per Angela Merkel che, a detta della stilista, sarebbe oggi una delle figure politiche più solide.

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“Je suis Assange” diviene quindi il motto del fashion show, introdotto da un videomessaggio in cui lei, l’indomita stilista, ci mette la faccia, schierandosi a favore del fondatore di Wikileaks. La stessa scritta compare sulla t-shirt che la Westwood sfoggia a fine sfilata. Assange diviene simbolo di una celebrazione a favore della libertà intesa come valore universale. Inoltre tante saranno le mobilitazioni che, in diverse parti del mondo, vedranno la partecipazione di personalità come Patti Smith, Noam Chomsky e Brian Eno. Il gatto di Assange, ribattezzato “the embassy cat”, diviene iconica mascotte della nuova collezione.

Non solo politica ma come sempre tanta moda per la collezione Primavera/Estate 2017 firmata Vivienne Westwood: molteplici le fonti di ispirazione, a partire dalle icone della musica anni Settanta, da Jimi Hendrix a Marianne Faithfull. La disco glam si unisce alle suggestioni neo vittoriane che hanno reso il brand storico. Genderless è la parola d’ordine di una collezione in cui i confini tra i sessi sono in bilico. Punk unisex e fascino ambiguo si trasferisce sui mantelli col cappuccio dal gusto gotico, che ora però è lui ad indossare. Efebico e romantico, l’uomo Vivienne Westwood sdogana l’androginia come nuovo fashion trend ed indossa lunghe tuniche che lasciano scoperto il torace. Fluidità e leggerezza divengono protagonisti di capi sofisticati ed innovativi. La gonna non è più ad esclusivo appannaggio della donna ma diviene passepartout sdoganato anche dall’uomo, che nella stagione estiva decide di svestirsi puntando a pochi pezzi dal grande impatto scenografico. Tricot e crochet impreziosiscono maglie e gonne, tra leggings glitterati e grembiuli floreali con marsine, dalle note folk. Grunge e neoromanticismo si uniscono a note zen delle tuniche, per lui e per lei.

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Torna prepotentemente alla ribalta il gessato, rivisitato in rosa antico. Trasparenze, nude look e sapienti giochi di vedo/non vedo rimarcano l’assenza di confini tra i sessi. La palette cromatica tocca i toni del sabbia, del verde mela e del vinaccia. Qua e là tocchi di viola e rosa. Estro e polemiche, come da copione, per un attivismo politico che si stampa su pull e t-shirt che inneggiano a Madre Natura, alla quale si rende omaggio attraverso scritte iconiche.

Giacche militari tagliate a vivo e red velvet inneggiano ad icone come Marianne Faithfull o i Rolling Stones. I confini tra menswear e womenswear divengono sbiaditi, mentre qua e là tocchi di una pallida estate si incontrano su timide stampe tropical e su ampi parei che l’efebico adone sfoggia sotto canotte glitterate e sovrapposizioni ardite. Giochi pirotecnici di un genio della moda che continua a stupire.

(Foto tratte da Madame Figaro. Foto copertina tratta da Styleandfashion)


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Chanel sceglie Cuba per la Cruise Collection

La svolta è di portata storica: la moda è ufficialmente sbarcata a Cuba. Non un nome qualunque, per l’apertura dell’isola al fashion biz, ma una delle maison più prestigiose al mondo ha aperto la strada alla rivoluzione cubana: Chanel. Karl Lagerfeld non aveva dubbi e anche stavolta si conferma perfetto deus ex machina nel mettere a segno un nuovo successo. Ha sfilato a L’Avana, nel celebre viale El Paseo del Prado, la collezione Chanel Cruise 2017. Tra le modelle spiccano nomi del calibro di Mariacarla Boscono, Stella Tennant, Kendall Jenner.

Sono passati ben 54 anni dalla ripresa dei rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Cuba. Tante sono le personalità che hanno dato il via a una nuova rete di relazioni diplomatiche con l’isola, da Papa Francesco a Obama. L’ex colonia spagnola ora si apre alla moda. I riferimenti storici ed estetici non mancano di certo: tra passato e presente, Cuba si rivela una location pregna di suggestioni mirabili. Fascino esotico e charme caraibico si sposano perfettamente con lo stile coloniale, che profuma di antico. Tra macchine d’epoca e colori vitaminici, l’aria è pervasa da allegria e leggerezza. In passerella cinquanta modelle si alternano ad altrettante bellezze locali.

Un défilé ricco di suggestioni. Calca la passerella (lunga ben 160 metri) una viaggiatrice dall’animo globetrotter. L’identità della maison si arricchisce di nuove sfumature esotiche che traggono linfa vitale dai fasti del passato. Lo stile coloniale viene rivisitato in chiave glamour e contemporanea, per una donna che affronta la vita con animo gipsy. Panama d’ordinanza e giacche sartoriali dal taglio maschile; e, ancora, trionfo di colori pastello in alternanza a pattern tropicali. Non mancano le citazioni e i richiami al glorioso passato della maison, come il basco in stile Che Guevara impreziosito da paillettes e le silhouette che ricordano i Roarin’ Twenties. Tra gli ospiti del défilé Gisele Bundchen e Vin Diesel, ma anche Antonio Castro, nipote di Fidel.

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Panama e stile coloniale in passerella (Foto Lapresse)


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(Foto Elle.it)


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In passerella 50 modelle e 50 bellezze locali (Foto Lapresse)


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Atmosfere esotiche e pattern tropicali (Lapresse)


La sfilata è stata accolta come un vero evento: gli ospiti hanno alloggiato nella prestigiosa cornice dell’Hotel Nacional, sito sul lungomare de L’Avana. Tra giardini tropicali e suggestioni Art Déco, non manca un tuffo nella storia: star del calibro di Gary Cooper e Ava Gardner hanno alloggiato qui. Nulla è stato lasciato al caso: la maison Chanel si è presa cura dei suoi ospiti dotandoli di un kit da viaggio completo, per fronteggiare al meglio i postumi del jet lag. Creme idratanti, maschere rilassanti, mascherina con doppia C, melatonina, lozione anti zanzare e un ventaglio bianco: questo nel kit fornito agli ospiti, che sono anche stati scortati al défilé a bordo di lussuose automobili d’epoca coloratissime.

Mariacarla Boscono in passerella (Foto Lapresse)
Mariacarla Boscono in passerella (Foto Lapresse)


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Cuba si apre alla moda grazie a Lagerfeld (Foto Lapresse)


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Gisele Bundchen tra gli ospiti del défilé (Foto Lapresse)


#CHANELCRUISECUBA è l’hashtag ufficiale che ha permesso al mondo intero di seguire live il défilé sui social network. Inoltre fino al 12 maggio è aperta la mostra di Karl Lagerfeld nella galleria Factorìa Habana: “Obra en Proceso/Work in Progress” è una retrospettiva di oltre 200 immagini realizzate da Kaiser Karl. Moda, paesaggi e architettura, i temi principali.


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Ventinove anni senza Dalida

Fendi festeggia i suoi 90 anni con una sfilata Haute Fourrure a Roma

L’appuntamento è per il 7 luglio 2016 in occasione del 90° anniversario dalla nascita della maison romana Fendi.

La sfilata Haute Fourrure che si terrà nella città capitolina, sarà un omaggio ai successi della maison che aprì il suo primo atelier di pellicceria e un laboratorio di pelletteria, in via del Plebiscito a Roma, nel 1926.

 

Fendi AI 2016-17 (fonte elle.it)
Fendi AI 2016-17 (fonte elle.it)

 

 

Grandi successi coronati da un design italiano riconoscibile in tutto il mondo. Il lusso che si manifesta attraverso la sartorialità dei capi e l’uso della pelliccia: l’icona assoluta della maison.

Fendi rappresenta un colosso del fashion system e questo lo si deve anche al grande apporto creativo di kaiser Karl Lagerfeld che, da più di mezzo secolo, mette a disposizione tutto il suo eclettismo per il marchio romano. Virtuosismo portato ai massimi livelli da Lagerfeld che, servendosi delle mani laboriose degli artigiani, crea capi in pelliccia difficili da imitare.

 

Pelliccia Fendi collezione FW 2015-16 (fonte thestyleofthecase.wordpress.com)
Pelliccia Fendi collezione FW 2015-16 (fonte thestyleofthecase.wordpress.com)

 

 

“Questo evento rappresenta l’occasione unica per esprimere le nostre radici, l’audace creatività e la più elevata artigianalità che da sempre ci contraddistinguono nella pellicceria”, ha dichiarato Pietro Beccari, Presidente e amministratore delegato di Fendi. “Roma è un luogo magico e rappresenta perfettamente i valori di Fendi, la sua tradizione e la sua storia, con uno sguardo rivolto sempre al futuro”.

 

 

Per la cover  fonte forums.thefashionspot.com

I migliori backstage di Milano Moda Donna: Stella Jean

A accompagnare la sfilata di Stella Jean, nel segno della rappresentazione degli avi, tra ritratti e maschere etniche, un coro gospel soul


La designer di origini creole, che vive e lavora a Roma non delude i suoi affezionati che ritrovano anche nella collezione Autunno Inverno 2016 2017 la fusione tra la cultura del vecchio e la verve del nuovo continente. Il Ritratto e la Maschera e il parallelismo socio-antropologico delle due facce della stessa medaglia, una sorta di Dr Jekyll e Mr Hyde che rivive nell’albero genealogico, è la tematica affrontata in passerella.
I manufatti etnici dell’Africa Subsahariana incontrano il gusto dei grandi artisti come Modigliani, Giacometti, Picasso e Gauguin, affascinati dal primitivismo, dando vita a un viaggio attraverso la galleria degli avi.
A supervisionare il fluire delle ispirazioni la figura del carabiniere in qualità di rimando immediato all’Italia, terra del cuore per Stella Jean.



I volti del passato, quindi, visti come riferimento della propria identità sociale nonché legame con il vissuto e le tradizioni, in modo da preservarne il culto.
Il classico rivive nei cappotti, nelle giacche e nei trench arricchiti di stampe e ricami, le lunghezze scelte per gonne e abiti ladylike sono variegate e i pantaloni con le bande laterali richiamano la divisa dei carabinieri per affermarsi come tuxedo rivisitati.
Per la prima volta, inoltre, la stilista utilizza una sofisticata tecnica di recupero e lavorazione, il Fluffy, tessuto interamente estrapolato dagli scarti industriali del mass market.
Gli accessori hanno le fogge più svariate: dalle clutch in plexiglass con applicazioni di piume colorate alle doctor bag in tessuto e dalle ciabattine piatte ricche di pietre ai sandali in cavallino maculato.
A completare il tutto i gioielli dei designer dell’Elisabetta Cipriani Gallery, con sede a Londra, che esaltano l’eclettismo suggerito anche dalla colonna sonora prescelta per la sfilata: i brani del coro soul gospel Soul Voices.


Fashion editor: Alessia Caliendo
Video: Christian Michele Michelsanti
Photo: Matteo Di Pippo


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I migliori backstage di Milano Moda Donna: Richmond

Una killer queen placcata in oro calca le passerelle di Richmond sulle note della cantante americana, nonchè testimonial d’eccezione, Eve



Opulenza VS evanescenza sono i due mondi che si incontrano e scontrano nella nuova collezione Richmond.
Un viaggio al cardiopalma tra cromie decise, pelli, sete stampante, pellicce, broccati e grafiche raffiguranti gotici corvi.
Mille culture e credo si incontrano nel segno di preziosi e ricercati dettagli accompagnati dai migliori successi di Eve, cantante rap americana, che ha deciso di supportare la collezione con la propria performance.


Fashion editor: Alessia Caliendo
Video: Christian Michele Michelsanti
Photo: Matteo Di Pippo


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