Le principesse rock di Elie Saab sfilano a Parigi

Poetica e romantica, regale e opulenta: così ci aspettiamo la sfilata di moda di Elie Saab, una delle più attese ad ogni edizione della Paris Fashion Week. Con il suo lusso raffinato, lo stilista libanese propone collezioni a cavallo tra favola e realtà e conquista schiere di fan adoranti e devote. La sua chiara propensione al decorativismo, al barocco, al pizzo e agli abiti da sera, viene però interpretata ogni volta secondo un nuovo punto di vista. Così ogni collezione presentata alla settimana della moda di Parigi è una piacevole variazione sul tema principesco.

 

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La collezione autunno inverno 2016-17 aggiunge un tocco dark ai preziosi abiti da sera. Domina il nero, con accenti di rosso cupo e viola acceso e un solo, leggerissimo, abito candido. La passione di Elie Saab per il pizzo e gli strati di tulle è confermata eppure stravolta dall’aggiunta dell’onnipresente biker in pelle. Gli abiti lunghi con romantiche ruches e delicate trasparenze si indossano con chocker metallici da bad girl. La pelle scoperta si fa più sensuale, delineata da spacchi vertiginosi e bilanciata da colli alti e austeri. Accanto ai preziosi ricami di perline, si impongono lunghissime frange e pois mini e maxi. Tra gli accessori, si confermano le lussuose clutch e le sottili cinture in vita alle quali Elie Saab ci ha ormai abituati. Le sue principesse diventano più dark ma mantengono quell’allure regale che fa sognare.

 

 

Foto da vogue.com

La femme fatale di Emanuel Ungaro incanta Parigi

In passerella da Emanuel Ungaro sfila una donna forte e sicura di sé, tra ispirazioni tratte dall’immaginario fotografico di Helmut Newton e le atmosfere bohémien degli anni Settanta. La Paris Fashion Week segna un nuovo successo firmato Fausto Puglisi: lo stilista siciliano propone per la celebre maison una collezione Autunno/Inverno 2016-2017 ricca di femminilità.

Oro e ricami preziosi illuminano la pulizia di lunghi abiti da sera, castigati ma sofisticati, mentre l’inedito mix & match di stampe riesce nell’arduo compito di coniugare in maniera assolutamente aplomb i motivi floreali all’animalier.

Pencil skirt maculate si sposano a bomber e felpe a stampa floreale, dettagli sporty-chic che inaspettatamente non cozzano con il mood sofisticato e femminile dato dal pizzo Guipure.

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Bianca Balti sulla passerella di Emanuel Ungaro (Foto Madame Figaro)

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Silhouette discrete e raffinate esaltano la femminilità, mentre i fiori, emblema della maison, e l’animalier, ricordano le donne di Helmut Newton, indomite valchirie forti della propria femminilità. Contrasto è la parola d’ordine, tra suggestioni glam e broccati ispirati a Klimt troviamo stampe lucenti, lurex e lamé, riferimenti Art Deco e dettagli Eighties.

Si è detto stanco del corto Puglisi, che fa della lunghezza midi delle gonne il nuovo fashion trend: è una moda facile da indossare, la sua, tra bluse imbottite, maglie con maniche in seta e abiti in pizzo. Ricordano lo stile di Paul Poiret i cappotti vestaglia in broccato con stampe d’ispirazione orientale, che si alternano al piglio più deciso ma forse meno convincente dei capispalla in Principe di Galles. In passerella brilla Bianca Balti, nuova musa dello stilista siciliano.

Paris Fashion Week: Isabel Marant ritorna agli anni ’80

Se vi dicessero che la moda anni ’80 sta per ritornare? Le spalline imbottite, i capelli cotonati e le minigonne in vinile: dite la verità, non sareste terrorizzate? Considerati dai fashionisti puri la decade più brutta della storia della moda, meritevole di eterno oblio, gli ’80s hanno rappresentato comunque un periodo spensierato, divertente e in qualche modo “libero”. Almeno così la pensa Isabel Marant, la stilista che da anni decide cosa sia cool e cosa no nel panorama della moda parigina.

 

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La Paris Fashion Week 2016 è turbata e adombrata da una cupa insicurezza: gli attentati terroristici di pochi mesi fa non hanno ancora allentato la stretta sul cuore di chi ama la Ville Lumière. Così Isabel Marant ha pensato che fosse necessario presentare in passerella una moda easy e spensierata. «Dopo i tristi eventi di Parigi, mi è sembrato che fosse il momento giusto per fare festa e divertirsi – ha dichiarato la designer – Sono tornata indietro con la memoria a quel periodo di metà anni ’80, quando sgattaiolavo fuori casa per andare ai punk club». Nella collezione autunno inverno 2016-17 questa ispirazione è evidente, senza scadere però nel revival nostalgico. I pezzi chiave della moda anni ’80 mantengono il loro brio, ma sono rivisitati in chiave contemporanea. Così i pantaloni in vinile si abbinano a cappotti over in tessuti maschili, l’esuberanza delle mini rosso lacca è attenuata da maglioncini bon ton, gli abitini cortissimi e vaporosi si indossano con calze a rete e sandali bassi. Isabel Marant apre uno squarcio di spensieratezza sulla Paris Fashion Week, con una collezione divertita ma non sguaiata: state pur certi che in molti la seguiranno!

 

Foto da vogue.com

Rick Owens: il bozzolo di una crisalide

Il suo nome è da sempre sinonimo di eccentricità, ogni sua sfilata è un evento, atteso e quasi temuto il consueto coup de théâtre puntualmente non si fa attendere, rivelandosi sempre di grande impatto scenografico. Anche questa volta Rick Owens non ha deluso le aspettative.

Il genio ribelle della moda ha portato sulla passerella della Parigi Fashion Week un nuovo simbolismo, rivelatore di un’inedita estetica, a tratti ermetica ma altamente evocativa: al consueto piglio avanguardistico tipico dello stilista statunitense si aggiungono nuove suggestioni. Teatrale, efficace la collezione per il prossimo Autunno/Inverno 2016-2017: tra un’apologia del tessuto, che avvolge il corpo in suggestivi drappeggi e pieghe, ecco sbucare una crisalide ancora in bozzolo. Quattordici uscite vedono infatti le modelle avvolte in un originale bozzolo, che ne occulta il viso, arrivando fino alle spalle.

Come un nido, o solo un velo tra lo sguardo e la realtà circostante, l’inedito bozzolo nasconde le pupe, sospese quasi in un limbo ancestrale, mute osservatrici di un mondo che appare ancora lontano ed inaccessibile. Le ninfe sono avvolte in strati di tessuto, più simile a pannelli tubolari, in un groviglio primitivo che ne difende l’esistenza ancora in fieri. I capelli sono una nuvola arruffata, con l’hairstyling firmato da Duffy. Potente l’immagine che ne deriva, che ricorda il cugino Itt: vere e proprie palle di capelli, realizzate ognuna in una forma diversa, si pongono come una barriera tra l’Io e il mondo circostante, quasi un velo a celare le ingiustizie del mondo, o solo un simbolo di rinascita.

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Il Palais de Tokyo è rapito dal nuovo simbolismo astratto e gli ospiti del défilé ammirano estasiati le potenti architetture che si alternano sulla passerella, dai cappotti con colature di vernice alle mantelle fino ai piumini corazza, che evocano steli e uova, per metamorfosi ricche di pathos: la tendenza è proteggersi dall’esterno, in attesa del tanto atteso momento in cui la crisalide potrà finalmente divenire farfalla e vivere autonomamente. Tra jumpsuit in pelle e capispalla in mohair, spiccano gonne a forma di bolla e tuniche senza maniche. Veniamo catapultati in uno scenario apocalittico e la donna che calca la passerella è a metà tra un’eterea creatura e una testimone rediviva di un’era post-atomica.

Drappeggi e cuciture si rivelano protagonisti assoluti, mentre i materiali usati svelano una predilezione per il cavallino e il nylon imbottito. La palette cromatica trae spunto dagli elementi della natura, con nuance neutrali quali rosa, salvia, menta, crema. Nel front row spiccano Donna Karan e Claude Montana, che si professano fan sfegatati dello stilista californiano.


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Sfila a Parigi la dark lady di Ann Demeulemeester

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In passerella da Ann Demeulemeester una ieratica dark lady, creatura misteriosa che popola la notte, tra suggestioni romantiche e tocchi dark. La collezione Autunno/Inverno 2016-2017 disegnata da Sébastien Meunier abbonda di abiti sartoriali dal piglio maschile: il classico tre pezzi rivive in una nuova veste più casual, adatta al giorno ma anche alla notte. Basic black all over arricchito sovente da tocchi argentati e metallizzati per pantaloni fluidi e lunghi abiti.

Il direttore creativo del brand belga, che quest’anno festeggia i 30 anni, riesce nell’arduo compito di rispettare il DNA di Ann Demeulemeester pur immettendovi il proprio stampo. Il gessato vede una nuova vita, tra completi rubati al guardaroba di lui e gli outfit tipici dello stile della maison. I capispalla d’ispirazione militare sono impreziositi da cuciture asimmetriche, tra gonne e lunghe tuniche dal sapore monacale. Spiccano redingote e gilet in lurex, tra flanella, lana e lurex. Drappeggi e stampe delavé impreziosiscono la silhouette, che si fa fluttuante e morbida.

Enigmatica e suggestiva la dark lady che calca la passerella, in una sorta di processione funebre, davanti ad uno schermo buio occasionalmente illuminato da lampi di luce metallica e stampe astratte. Il mood prevalente è gotico, l’atmosfera che si respira inquietante e sinistra.

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Il lusso decadente di Dries Van Noten incanta Parigi

Lusso decadente ed eccentrico quello che sfila sulla passerella di Dries Van Noten alla settimana della moda di Parigi 2016. Devoto a uno stile eclettico e unico, lo stilista belga si lascia ispirare da due figure di spicco del panorama culturale italiano: Gabriele d’Annunzio e l’eccentrica Marchesa Luisa Casati, con la quale ebbe una scandalosa relazione. Lui poeta dandy nell’animo e nell’aspetto, lei stravagante nobildonna che amava circondarsi di animali esotici e indossarne le pellicce.

 

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La collezione autunno inverno 2016-17 gioca sull’ambiguità di genere e un esotismo ostentato. Smokey eyes, cascate di perle e piume, silhouette allungate insieme a faux-fur e stampe animalier ripercorrono l’ossessione per il diverso, l’estraneo, l’esotico dei primi decenni del ‘900. I completi pigiama, le vestaglie, i pantaloni maschili dalla linea fluida sono invece ispirati ai poeti decadenti e al tema, a loro tanto caro, dell’ambiguità dei sessi. Non solo d’Annunzio, ma anche Oscar Wilde e George Sand ispirano la figura del dandy moderno in cui maschile e femminile si fondono. Panciotti e tuxedo, golfini da collegiale e abiti animalier dai colori sgargianti, reinterpretati con la moderna raffinatezza della moda parigina. Definito dal New York Times “uno degli stilisti più celebrali” per le colte citazioni che affollano le sue collezioni, Dries Van Noten sorprende la Paris fashion week con uno stile ancora una volta incantevole e conturbante.

 


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Avventure in motocicletta per Chloé

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Ad oggi uno dei brand più riconoscibili della moda parigina, Chloé ha assunto ormai un’identità così chiara e precisa da rischiare di ripetersi. Ma il direttore creativo Clare Weight Keller sa bene a chi rivolgersi e come: la giovane donna francese amante di frange, pelle e avventure è l’icona del marchio da anni e continua a funzionare. La musa di questa collezione autunno inverno 2016-17 è Anne-France Dautheville, giornalista e scrittrice francese che nel 1972 attraversò il Medio Oriente in sella a una moto Guzzi 750. Da Parigi all’Iran attraversando l’Afghanistan, strizzata in tute di pelle e guidata dallo spirito avventuroso e hippie dei mitici ’70s, la giornalista è la figura perfetta per ispirare la millenials dallo spirito bohémien a cui Chloé si rivolge.

 

Accanto ai caftani ricamati, agli abitini svolazzanti e ai poncho sfrangiati, ormai grandi classici del marchio, sulla passerella della settimana della moda di Parigi sfilano riproduzioni esatte delle tute in pelle indossate da Anne-France Dautheville. Lo spirito romantico-hippie della maison si conferma e si rinnova in questa donna avventurosa di cui la moda parigina senza dubbio si innamorerà. Stivali camperos, cinture strette in vita e comode bisacce completano i look, ma il pezzo forte del prossimo autunno inverno è già designato: è la nuova it-bag Lexa. Una cartella-zainetto che conquisterà le fashion victim.

 

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Paco Rabanne: il futurismo sfila a Parigi

Visionaria e futurista la collezione Paco Rabanne, che ha sfilato oggi nell’ambito della Paris Fashion Week. Il direttore creativo Julien Dossena ha portato sulla passerella una donna bionica, quasi un’aliena, tra suggestioni high-tech e dettagli iridescenti.

Il candore di morbidi abiti dal collo alto viene stemperato dagli stivali argentati, dal mood spaziale. La pulizia e il minimal-chic di camicette vengono impreziositi da trasparenze e linee verticali. Tanto Oriente nei motivi floreali e nei tagli degli abiti, squadrati e corti. La palette cromatica, che vede prediligere nuance delicate e neutrali nelle prime uscite, si arricchisce nella seconda parte del défilé di elementi dark, con tanto nero, e spunti avanguardistici.

Mutante, robotica, la donna Paco Rabanne calca la passerella tra cappucci argentati e calzari bionici: anche il make up sfoggiato dalle modelle omaggia il fil rouge spaziale, tra rossetti fosforescenti en pendant con i colori degli outfit. Jersey, satin, lana e alluminio predominano, tra tessuti metallizzati e sperimentazioni. Suggestioni sportswear nei pantaloni oversize e nei cappucci, mentre i capispalla hanno il sapore avanguardistico di un’odissea nello spazio.

Julien Dossena, direttore creativo della maison dal 2013, si adegua alla nuova tendenza del “see now, wear now”: a partire da oggi una selezione di quattro dei look presentati durante la sfilata odierna, sarà già disponibile sia online che nel monomarca del brand di rue Cambon. “È bello soddisfare subito un desiderio”, ha dichiarato lo stilista a proposito dell’iniziativa. Per una moda immediatamente fruibile.

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Vionnet: una vestale in passerella a Parigi

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È il mondo della musica ad ispirare Goga Ashkenazi nella collezione Autunno/Inverno 2016-2017 che ha sfilato ieri sera a Parigi. Il direttore creativo di Vionnet, che suona il piano da quando aveva sei anni, trae spunto dal suo Steinway, per una sfilata emozionante e poetica. La musica, con l’eleganza dei suoi spartiti e l’armonia dei suoi accordi, diviene musa incontrastata di Vionnet, per una collezione ricca di pathos e sentimento.

Drappeggi che ricordano i pepli delle dee dell’antica Grecia, intarsi e imbracature conferiscono al jersey e al lurex brillante nuove leggerezze e suggestioni classiche. La sfilata di Vionnet per la prossima stagione invernale riprende gli archivi storici della maison, in particolare una collezione datata 1932: è così che, in un gioco di geometrie e ricami, passamanerie e trasparenze, sfila sulla passerella una vestale, eterea e celestiale, che cede talvolta alle lusinghe di elementi luxury, come le pellicce.

Eleganza da diva nel satin stampato e nel jersey blu cielo, che si unisce ad un impalpabile chiffon, mentre il lurex conferisce un appeal da gran soirée che non perde di vista la comodità. Gli accordi musicali vengono trasfigurati su linee e cuciture diagonali che impreziosiscono il busto attraverso giochi di alta sartoria; le note musicali si materializzano su abiti da sera e da giorno, decorati con inedite chiavi di violino e note del pentagramma, mentre i tasti del pianoforte divengono stampa inedita black & white che impreziosisce lunghi abiti da sera ma anche abiti da giorno. Pianoforti disegnati come elementi surrealisti fanno capolino da jumpsuit colorate da indossare con colli di pelliccia.

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Sfila a Parigi il minimalismo tecnologico di Courrèges

Il mondo onirico di Vivetta incontra le illustrazioni di Erté

La collezione autunno inverno di Vivetta immerge, fin dalla prima uscita, in un’atmosfera di misteriosa, romantica tenerezza. Tema caro alla giovane designer, il cui stile ironico e surreale ha conquistato in pochissimi anni celebrities e fashion victim.

 

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L’amore di Vivetta Ponti per le suggestioni retro’ si esprime stavolta nella citazione di un artista il cui raffinato spirito estetico è affine al suo. La collezione che ha calcato la passerella l’ultimo giorno di Milano Moda Donna si ispira infatti alle illustrazioni di Romain de Tirtoff, meglio noto come Erté. Illustratore, pittore e scenografo, Erté ha saputo cogliere la follia e la struggente bellezza di Parigi negli anni Venti e Trenta. Il jazz e il charleston, lo champagne e le risate degli anni ruggenti vivono nelle figure esili ed eleganti dagli occhi blu che popolano le sue opere, e che diventano figure chiave della collezione di Vivetta. Eteree ballerine e strampalate cowgirl convivono in un incanto surreale, avvolte in abitini di tulle così leggeri da volare via in un soffio, vestaglie preziose e cappotti d’ispirazione militare. Foglie, colibrì e ramoscelli donano un’aria squisitamente art déco a cappotti e tailleur, le lunghezze midi e i colori psichedelici richiamano gli anni ’70, mentre le figure stilizzate e i bouquet di fiori in rilievo sono in puro stile Vivetta. A completare questo mondo onirico ci pensano i cappelli di Super Duper Hats: colbacchi, turbanti, cappelli da cowgirl e coroncine di fiori, creati appositamente per la sfilata della fashion week di Milano.

 

Photo Courtesy: GM/PR Press Office

La Cina contemporanea di Laura Biagiotti

Laura Biagiotti è stata la prima italiana a sfilare in Cina, nel 1988. Da allora l’amore della stilista per l’oriente è cresciuto fino a concretizzarsi nella poetica collezione autunno inverno 2016-17 che ha sfilato la scorsa domenica a Milano Moda Donna. L’ispirazione arriva da una tavoletta che il calligrafo Pu Jie, fratello dell’Ultimo Imperatore, ha regalato alla Biagiotti in occasione del loro incontro. «Sintonia e affinità mi legano al Celeste Impero – dichiara la stilista –  e alla più grande comunità di donne del pianeta a cui, pioneristicamente, ho rivelato l’incanto del Made in Italy».

 

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Questa sintonia tra culture si rivela nel perfetto equilibrio tra est e ovest, Yin e Yang, della sfilata di moda che ha incantato Milano. Metri di frange adornano pull e cappotti, gli abiti da sera hanno il collo-imperatrice tempestato di minuscoli bottoncini, i tailleur di velluto dialogano con le leggerissime camicette d’organza. Gli abiti in mikado con borchie sono quasi delle armature da guerrieri, mentre i completi kimono in seta raccontano scene quotidiane della città di Suzhou, ispirate all’omonimo capolavoro di pittura del XVIII secolo. Le frange dei capi in maglia oversize creano un effetto astrakan e i materiali impalpabili come la seta e l’organza diventano quasi incorporei grazie al gioco di ruches. Ma il tessuto che domina la collezione è il cashmere: Laura Biagiotti ne è la regina, secondo il New York Times, e lo dimostra rivisitandolo in questa collezione autunno inverno. Migrando dal guardaroba maschile a quello femminile, il prezioso filato viene lavorato effetto jaquard oppure smagliato in seducenti squarci che lasciano la pelle nuda. La palette di colori ricalca le tonalità simbolo della Cina: rosso imperiale, giallo mandarino, bianco e beige come la carta di riso si mescolano a sfumature inedite come il fucsia e il viola intenso. Con l’eleganza che la contraddistingue, la sfilata di Laura Biagiotti si rivela una delle più raffinate e culturalmente ricche dell’intera Milano Fashion Week.

 

Photo Courtesy: Laura Biagiotti press office