Sulla scia di molti brand che stanno rivoluzionando il modo di intendere la settimana della moda e le sfilate al suo interno, il brand Diesel Black Gold annuncia che unificherà le collezioni di moda uomo e moda donna in un unico show. Lo hanno annunciato in un’intervista a Business of Fashion Renzo Rosso, patron del gruppo Otb cui fa capo Diesel Black Gold, e il direttore creativo del marchio Andreas Melbostad. La collezione primavera estate 2018, che sfilerà il prossimo giugno in occasione di Milano Moda Uomo, sarà presentata accanto alle proposte di womenswear. La moda donna, inoltre, viene dimezzata in casa Diesel: il marchio sceglie di concentrarsi sulle main collection (primavera estate e autunno inverno) ed eliminare le pre-collezioni. La moda uomo, invece, rimarrà invariata: accanto alle collezioni principali, saranno prodotte anche la pre-fall e la resort.
Una rivoluzione nel calendario delle sfilate è in atto già da qualche stagione, promossa tra gli altri dal brand DSquared2 proprio in occasione della settimana della moda di Milano. Per Diesel Black Gold si tratta, in realtà, di un ritorno al passato: la sfilata d’esordio a New York nel 2008 vedeva proposte di moda uomo e moda donna insieme in passerella. «Con l’evoluzione della cultura contemporanea che si sta spostando verso una minore conformità dei generi, e con due collezioni strettamente associate, l’unificazione delle sfilate Uomo e Donna rappresenta per noi un naturale sviluppo – spiega il direttore creativo di Diesel durante l’intervista – Questa nuova strategia ci permetterà di comunicare meglio la nostra vision creativa e di introdurre contemporaneamente sul mercato le collezioni». La scelta è stata presa con l’approvazione di Renzo Rosso, che dichiara «Sono da sempre un grande sostenitore delle sfilate ‘miste’. Diesel Black Gold è oggi un punto di riferimento per il mercato attuale ed è diventato fondamentale comunicare un messaggio forte, coesivo e in linea con i tempi».
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Settimana della moda di Parigi: kaftani, denim e motivi paisley per Acne Studios
Il fondatore del brand svedese Acne Studios, Jonny Johansson, non è solito inserire nelle sue collezioni riferimenti alla situazione politica europea o globale. Così durante la settimana della moda di Parigi molti sono rimasti stupiti dal suo show chiaramente ispirato alla questione dei migranti, tema caldo in Europa che ha evidentemente toccato anche lui.
La collezione primavera estate 2017 di Acne Studios è fatta da strati su strati di tessuti provenienti dalla Siria, abilmente mescolati al denim e ad accessori contemporanei. I volumi sono over-size, esagerati e morbidi. Alcuni look sembrano sovrapposizioni di coperte, sciarpe e kaftani difficili da districare. La ricca tradizione tessile dei paesi Arabi è qui sfruttata pienamente con motivi paisley, leggerissimi foulard stampati e tessuti dalla forte connotazione tattile, quasi arazzi bizantini modellati in completi, giacche e cappotti-vestaglia. Nella collezione che ha sfilato alla settimana della moda di Parigi, però, Johansson non ha dimenticato l’identità del suo brand. Acne Studios (acronimo di Ambition to Create Novel Expressions) è nato come un marchio contemporaneo e giovane, votato all’innovazione e al ready-to-wear. Ecco allora che accanto a kaftani e maxi-sciarpe, forse un po’ difficili da indossare al di fuori della passerella, ci sono pezzi molto più easy in denim: salopette e cappe, jeans sfrangiati o decorati con un maxi motivo paisley, soprabiti dalle maniche over. E se in prima fila ad applaudire alla sfilata di Parigi c’era Jane Birkin, che di accessori se ne intende, possiamo star certi che anche le pantofole arricchite di pietre, i tacchi scultura in legno e le borse stampate da figlie dei fiori avranno successo.
Fashion blogger, la guida (ironica) alla New York fashion week
New York fashion week: glamour, champagne, outfit elaborati e pr isterici. A metà strada tra duro lavoro e leggende metropolitane, le sfilate di moda della stagione primavera estate 2017 sono iniziate. Sulla Fifth Avenue e a Central Park, in questo preciso momento, sfilano fashion blogger di corsa tra una sfilata e un post su snapchat. Ma come sopravvivere alla follia collettiva delle sfilate? Come vestirsi alla fashion week? Come destreggiarsi tra inviti, caffè di Starbucks e gift bags? Ci ha pensato Stylebop.com a raccontarlo, con una serie di disegni dell’illustratrice Julie Houts. Il retailer tedesco ha scelto la matita graffiante e ironica della Houts, famosa per i suoi sketch su instagram ma anche per la collaborazione con J. Crew, per cogliere il lato divertente delle sfilate di moda.
Tredici illustrazioni irriverenti che mostrano come per il mondo della moda questa settimana (e le tre a seguire di Londra, Milano e Parigi) siano cruciali. Nei disegni di Julie Houts c’è la pr di nero vestita, che non dorme da giorni e manda email a raffica. La celeb che si addormenta sul front row, forse stremata dall’afterparty della sera prima. E ancora la giornalista che sceglie la praticità perché “è lì solo per fare il suo lavoro“, la semi-sconosciuta che cerca di intrufolarsi in prima fila, la modella fuori servizio che nasconde la sbronza continuando a bere con nonchalance. La Guida illustrata al fashion month prende in giro gli outfit più stravaganti e i tagli di capelli più costosi, echeggiando la domanda: come vestirsi alla fashion week? La più divertente, però, è la fashion blogger che si dichiara distrutta tra uno show e l’altro, lamentandosi nell’enorme quantità di party a cui è costretta a partecipare. Salvo poi sbraitare contro la pr se non la fa entrare all’evento più cool della settimana della moda. Chiamasi: fear of missing out.
Settimana della moda uomo, i non-modelli della sfilata Etro
Kean Etro ha voluto sottolineare lo stile rilassato del suo marchio nella sua sfilata alla settimana della moda uomo di Milano. Un’atmosfera quasi familiare, anche grazie al fatto che sulla passerella non c’erano modelli professionisti. Pr, avvocati, padri e mariti, perfino amici a quattro zampe hanno animato la sfilata Etro di una spensieratezza inusuale. Niente espressioni serie da bad boy, ma solo tanti sorrisi aperti, sinceri, impacciati, di uomini veri, amici e parenti del marchio made in Italy votato all’hippie-style. In vacanza anche gli stylist: ogni “modello” ha scelto da sé i capi da indossare in passerella, affinché tutti si sentissero a proprio agio. «È un raduno di amici – ha spiegato Kean Etro – Abbiamo voluto mostrarli con le loro imperfezioni, e volevamo che si sentissero bene con gli abiti che indossavano».
D’altra parte, anche in questa collezione uomo primavera estate 2017, Etro è la quintessenza dell’eleganza rilassata. Materiali pregiati come la pelle scamosciata e le maglie fil-à-fil si applicano a completi-pigiama e giacche modello kimono. Le camicie eleganti, arricchite da origami sul davanti, si abbinano alle infradito e i completi giacca e pantaloni si indossano a piedi nudi. Le linee sono morbide, i tessuti ariosi, le stampe paisley e ikat ricordano un’ispirazione etnica ed hippie-chic. Nella frenesia della settimana della moda uomo di Milano, la sfilata Etro regala un momento di conviviale relax tra amici. Ne avevamo bisogno.
Daniela Gregis si racconta per la prima volta
Ad ogni fine sfilata , i designers escono tra il pubblico per accogliere gli applausi, sempre.
Lei no. Al suo posto, una fila di sarte sorride in passerella. Indossano abiti da lavoro e ringraziano.
Questo è il messaggio della designer di moda Daniela Gregis: la persona viene prima dell’ abito che indossa.
Intervisto Daniela Gregis presso il suo atelier nel centro di Bergamo.
Siamo nel bar storico di Bergamo alta. La piazza è un vociare allegro di ragazzi appena usciti da scuola, siedono sugli scalini accanto ai cafè. Chiacchiero con l’assistente di Daniela Gregis cercando di scoprire qualcosa sul carattere della designer, quando mi appare d’improvviso dietro le sue spalle. Mi venisse un colpo!
Una signora elegante in ambiti semplici, senza un filo di trucco sul viso, con una grande fusciacca al collo e dalla voce sottile mi invita a sedere al tavolino del bar per conversare davanti ad una tazza di tè bollente, che allunga con un poco di spremuta. Magra, capelli castano cenere sulle spalle, ha l’andatura della voce di chi ha il lusso del tempo e mi racconta quand’è nata la passione per la moda:
“Mia zia lavorava all’uncinetto, è da lei che ho imparato e da allora porto avanti la tradizione, più per una questione di rispetto che per una vera e propria scelta di stile”.
Ricorda il suo primo scialle, di un arancio forte e di una lana terribile, sintetica, che si usava per fare delle prove, per i noviziati: lo ricorda con ironia e racconta che ogni momento di inquietudine e solitudine lo passava lavorando alla maglia, era il suo modo per allentare le tensioni.
Da allora non ha mai più smesso.
Piazza Vecchia di Bergamo:
Daniela Gregis è alla sua 38esima collezione, ha iniziato questo mestiere 19 anni fa, quando nel laboratorio di Bergamo c’erano solo 3 persone; oggi in questa città si trovano i suoi 3 atelier che si affacciano sulla Piazza Vecchia. Il primo spazio è utilizzato come sala riunioni e propone pezzi di modernariato, dove il nuovo incontra il passato; oggetti acquistati nei numerosi viaggi around the world. Il secondo atelier, accanto a questo, è il vero negozio che propone la collezione in corso, una piccola boutique che non ha mai subìto restauri o ritocchi dove lavora la stessa signora da anni, da anni. Il terzo atelier è una “lavagna bianca”, dove ogni mese il tema cambia e si gioca con gli abiti e oggetti; in questo periodo è dedicato ai bambini, quindi via libera agli acquerelli, ai giochi in legno e mini clothes.
Tra le più grandi passioni di Daniela Gregis c’è la cultura giapponese con le sue tradizioni.
Nel negozio che propone oggetti di modernariato si possono acquistare introvabili borse japan in legno di noce (resistenti più della pelle mi dice), contenitori di legno scandinavo a incastro, kit giapponesi per oggetti rotti: si tratta di una colla color oro che disegna un tratto elegante su un oggetto che sarebbe destinato alla spazzatura. “Perché dire addio ad un oggetto bello o utile che amiamo? Il recupero è un modo per evitare lo spreco”
Gli atelier di Daniela Gregis nella città di Bergamo:
Nei racconti della stilista Daniela Gregis, che sottolinea “l’eleganza non è eccesso a tutti i costi, trovo sia più elegante un contadino di una signora male agghindata” – si ritrovano l’amore per il proprio lavoro ma soprattutto una filosofia che stimola le scelte che ricadono sulla comunicazione del brand. Lo stesso bizzarro e originale dettaglio di aver fatto sfilare una donna non più giovane come Benedetta Barzini, modella e giornalista.
“Siamo delle maschere e recitiamo sempre una parte, perché mai? Che motivo abbiamo?” si domanda – “siamo così arroganti da credere di essere importanti”: questa la verità che si cela dietro il non apparire di Daniela Gregis, il non voler esporsi, il lasciare piena libertà alle modelle, di sfilare con i loro ritmi, lenti, cadenzati dalla musica, totalmente in contrasto con la frenesia di una fashion week abituale.
La location prediletta per la settimana della moda milanese è un luogo sacro: l’oratorio della Basilica di San Ambrogio, una delle più antiche chiese di Milano.
Le sfilate di Daniela Gregis raccontano una moda senza solennità, colma di spiritualità, come il luogo dove si svolge, un defilé quasi neghittoso, indolente e soprattutto mai autoreferenziale.
Ogni passo della modella libera quel po’ di mistero romantico degli abiti della Gregis, che sono casti ma colorati, moderni ma intrisi di storia – assistervi è come abbandonarsi ad una riscoperta naturalezza.
Il clangore di una grossa campana avvisa che il tempo è finito – una lezione di vita quella di Daniela Gregis: l’essere se stessi, semplicemente.
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Miu Miu: tra miseria e nobiltà, si chiude la stagione delle sfilate
Miseria e nobiltà è la dicotomia su cui si regge il delicato equilibrio della collezione autunno inverno 2016-17 di Miu Miu. Il marchio più giovane della signora Prada chiude la fashion week di Parigi, e con essa tutta la stagione delle sfilate, mostrando ancora una volta il volto da borghese ribelle di Miuccia. C’è di tutto in questa sfilata che ripercorre le età della moda e della donna, condite con un pizzico di ironia. C’è il giubbino di jeans (che sarebbe proprio il caso di tirare fuori dall’armadio!) decorato con patch sportive e n po’ boysh. C’è il colletto ampio e ricamato, di pizzo o di lana. Ci sono le cinture a vita alta che chiudono cardigan e cappotti. Le ragazze Miu Miu giocano a vestirsi da scolarette o da signore, da ragazzacce o da figlie dei fiori, e in ogni caso si divertono da morire.
Gli abiti ampi in taffetà anni ’80 testimoniano che la disco non è morta, ha solo imparato a fraternizzare con stili ed epoche molto diversi. Così si mischia a completi sartoriali di ispirazione militare, cappotti anni ’50 e twin-set da signora perbene. Ma il vero fulcro della sfilata autunno inverno 2016-17 sono i tessuti tappezzeria: gonne lunghe, cappotti, giacche, borse in diverse nuance della stessa fantasia, danno vita a un nuovo concetto di mix and match. Se i capi derivano dall’armadio della mamma, gli accessori e le borse Miu Miu sono sicuramente l’eredità di qualche eccentrica zia. Splendide le cinture broccate, le ciabattine ricoperte di pelliccia turchese e pietre colorate, le decolleté con tacco gioiello. Ma saranno soprattutto le doctor bag di velluto, con manico a fiocco e fibbie preziose, a conquistare i cuori di tutte le ragazze innamorate del vintage.
Foto da Vogue.com
A Parigi sfilano le scolarette manga di Kenzo
Se Parigi ha inventato il concetto di chic, è a New York che nasce la coolness: due elementi che Carol Lim e Humberto Leon, direttori creativi di Kenzo, hanno saputo mettere insieme con successo. Abbandonando i vecchi capannoni dismessi e le atmosfere urban, la griffe ha scelto la più classica sala da concerti Salle Wagram per sfilare il penultimo giorno della settimana della moda di Parigi. Anche la collezione autunno inverno 2016-17 si discosta dallo stile sporty per tuffarsi nell’universo giapponese dei manga. «Il personaggio di Sailor Moon – hanno dichiarato Lim e Leon – la sua consapevolezza e il suo approccio molto femminile alla moda, ci ha portato a pensare a una silhouette con il taglio Impero costruita molto spesso con dei dettagli e dei capi di lingerie e di abbigliamento intimo».
Sulla passerella di Kenzo sfilano studentesse in uniforme in versione pop. Gli abiti in vinile si indossano su camicie vittoriane, le stampe animalier metallizzate si abbinano a grafismi futuristici, le spalline sporgenti e le voluminose ruches ricoprono abiti e bluse. Il focus è sui cappotti, le cui cinture sotto il seno sottolineano il taglio impero. L’effetto manga è aumentato dal make up, dalle pettinature cotonate e a codini e dagli orecchini lunghi e attorcigliati come stelle filanti. Infine le decolleté tigrate a tinte forti e le micro-bag con maxi-tracolla in toni acidi sono destinate ad essere i prossimi oggetti di culto. Kenzo si inserisce nel filone cartoon per portare una ventata di ironia alla settimana della moda parigina. Potere del cristallo di luna!
Foto da Vogue.com
Paris Fashion Week: Svelato il “nuovo capitolo” di Balenciaga
L’intera settimana della moda parigina è stata pervasa da una febbrile attesa, serpeggiante sotto i sorrisi estatici e le corse ticchettanti di giornalisti e buyer. Il pensiero di tutti era rivolto a questa domenica mattina e a una sfilata che si annunciava già chiacchieratissima. Balenciaga ha svelato oggi, infatti, la prima collezione firmata da Demma Gvasalia come nuovo direttore artistico. Il designer, che l’anno scorso ha lanciato il proprio marchio Vetements, è stato nominato pochi mesi fa. L’uscita di scena di Alexander Wang, direttore creativo della maison dal 2012 allo scorso ottobre, non aveva poi sorpreso più di tanto. Designer geniale, mago dello sportswear e animo sensibile e giocoso, Wang è riuscito a conciliare perfettamente il suo stile con i codici estetici di Balenciaga solo nell’ultima sfilata, dopo aver già annunciato la rottura con il gruppo Kering. La nomina del suo successore è stata preceduta da chiacchiere e sussurri, improbabili candidati e pettegolezzi.
Quando oggi Gvasalia si apprestava a presentare la sua prima collezione autunno inverno 2016-17 per Balenciaga, tutta l’attenzione è stata catalizzata da una sua frase. “Una rivisitazione del lavoro di Cristobal Balenciaga…una traduzione, non una ripetizione. Un nuovo capitolo“. Una frase che suona quai minacciosa. Subito dopo le prime uscite, parecchi nomi illustri delle prime file hanno smesso di prendere appunti e scattare fotografie per incrociare le braccia, indignati. Il lavoro di Demma Gvasalia sembra lontano anni luce dai volumi perfettamente bilanciati di quello che Christian Dior definì “il maestro di tutti noi“. Apre la sfilata un tailleur grigio seguito da abiti, completi, bomber e cappotti dai volumi esagerati, secondo molti semplicemente “rubati” all’ultima collezione Vetements. Sebbene sia innegabile che molti capi – i cappotti over per esempio, la borsa già destinata a diventare it-bag, i look interamente stampati – siano molto interessanti, questo è quanto di più lontano si potesse immaginare dall’universo Balenciaga. E sicuramente di questa sfilata si parlerà a lungo.
Foto da vogue.com
Paris Fashion Week: Isabel Marant ritorna agli anni ’80
Se vi dicessero che la moda anni ’80 sta per ritornare? Le spalline imbottite, i capelli cotonati e le minigonne in vinile: dite la verità, non sareste terrorizzate? Considerati dai fashionisti puri la decade più brutta della storia della moda, meritevole di eterno oblio, gli ’80s hanno rappresentato comunque un periodo spensierato, divertente e in qualche modo “libero”. Almeno così la pensa Isabel Marant, la stilista che da anni decide cosa sia cool e cosa no nel panorama della moda parigina.
La Paris Fashion Week 2016 è turbata e adombrata da una cupa insicurezza: gli attentati terroristici di pochi mesi fa non hanno ancora allentato la stretta sul cuore di chi ama la Ville Lumière. Così Isabel Marant ha pensato che fosse necessario presentare in passerella una moda easy e spensierata. «Dopo i tristi eventi di Parigi, mi è sembrato che fosse il momento giusto per fare festa e divertirsi – ha dichiarato la designer – Sono tornata indietro con la memoria a quel periodo di metà anni ’80, quando sgattaiolavo fuori casa per andare ai punk club». Nella collezione autunno inverno 2016-17 questa ispirazione è evidente, senza scadere però nel revival nostalgico. I pezzi chiave della moda anni ’80 mantengono il loro brio, ma sono rivisitati in chiave contemporanea. Così i pantaloni in vinile si abbinano a cappotti over in tessuti maschili, l’esuberanza delle mini rosso lacca è attenuata da maglioncini bon ton, gli abitini cortissimi e vaporosi si indossano con calze a rete e sandali bassi. Isabel Marant apre uno squarcio di spensieratezza sulla Paris Fashion Week, con una collezione divertita ma non sguaiata: state pur certi che in molti la seguiranno!
Foto da vogue.com
Il lusso decadente di Dries Van Noten incanta Parigi
Lusso decadente ed eccentrico quello che sfila sulla passerella di Dries Van Noten alla settimana della moda di Parigi 2016. Devoto a uno stile eclettico e unico, lo stilista belga si lascia ispirare da due figure di spicco del panorama culturale italiano: Gabriele d’Annunzio e l’eccentrica Marchesa Luisa Casati, con la quale ebbe una scandalosa relazione. Lui poeta dandy nell’animo e nell’aspetto, lei stravagante nobildonna che amava circondarsi di animali esotici e indossarne le pellicce.
La collezione autunno inverno 2016-17 gioca sull’ambiguità di genere e un esotismo ostentato. Smokey eyes, cascate di perle e piume, silhouette allungate insieme a faux-fur e stampe animalier ripercorrono l’ossessione per il diverso, l’estraneo, l’esotico dei primi decenni del ‘900. I completi pigiama, le vestaglie, i pantaloni maschili dalla linea fluida sono invece ispirati ai poeti decadenti e al tema, a loro tanto caro, dell’ambiguità dei sessi. Non solo d’Annunzio, ma anche Oscar Wilde e George Sand ispirano la figura del dandy moderno in cui maschile e femminile si fondono. Panciotti e tuxedo, golfini da collegiale e abiti animalier dai colori sgargianti, reinterpretati con la moderna raffinatezza della moda parigina. Definito dal New York Times “uno degli stilisti più celebrali” per le colte citazioni che affollano le sue collezioni, Dries Van Noten sorprende la Paris fashion week con uno stile ancora una volta incantevole e conturbante.
Foto da fashionmag.com
Avventure in motocicletta per Chloé
Ad oggi uno dei brand più riconoscibili della moda parigina, Chloé ha assunto ormai un’identità così chiara e precisa da rischiare di ripetersi. Ma il direttore creativo Clare Weight Keller sa bene a chi rivolgersi e come: la giovane donna francese amante di frange, pelle e avventure è l’icona del marchio da anni e continua a funzionare. La musa di questa collezione autunno inverno 2016-17 è Anne-France Dautheville, giornalista e scrittrice francese che nel 1972 attraversò il Medio Oriente in sella a una moto Guzzi 750. Da Parigi all’Iran attraversando l’Afghanistan, strizzata in tute di pelle e guidata dallo spirito avventuroso e hippie dei mitici ’70s, la giornalista è la figura perfetta per ispirare la millenials dallo spirito bohémien a cui Chloé si rivolge.
Accanto ai caftani ricamati, agli abitini svolazzanti e ai poncho sfrangiati, ormai grandi classici del marchio, sulla passerella della settimana della moda di Parigi sfilano riproduzioni esatte delle tute in pelle indossate da Anne-France Dautheville. Lo spirito romantico-hippie della maison si conferma e si rinnova in questa donna avventurosa di cui la moda parigina senza dubbio si innamorerà. Stivali camperos, cinture strette in vita e comode bisacce completano i look, ma il pezzo forte del prossimo autunno inverno è già designato: è la nuova it-bag Lexa. Una cartella-zainetto che conquisterà le fashion victim.
Foto da fashionmag.com