Chanel riapre la boutique di Saint Tropez

Saint Tropez, in tutto il suo glamour, splende di lusso puro con la boutique effimera di Chanel all’Hotel de la Mistralée, inaugurata i primi di maggio.

Una location esclusiva con piscina a vista. Un “chiosco” di villeggiatura lussureggiante con la mercanzia Chanel, pronta per essere venduta.

 

Chanel sceglie l'hôtel de La Mistralée di Saint-Tropez per aprire la sua boutique stagionale (fonte consueloblog.com)
Chanel sceglie l’hôtel de La Mistralée di Saint-Tropez per aprire la sua boutique stagionale (fonte consueloblog.com)

 

 

Nel temporary store che quest’anno ha scelto di “vestire” i decori della  Pre-collezioni Autunno-Inverno 2014-15 Métiers d’Art Paris-Dallas, sono disponibili accessori, gioielli orologi J12, Première and Mademoiselle Privé, della collezione estiva e della Pre-collezione Autunno-Inverno.

Al  ready to wear è stato aggiunto, peraltro, un’ angolo dedicato al beauty e allo skincare firmati Chanel.

La boutique Chanel chiuderà temporaneamente il 5 Ottobre, per riaprire nuovamente il prossimo aprile con una nuova veste.

 

 

 

Fonte cover theimpression

Saint Tropez: il regno di un’unica regina, BB

Saint-Tropez è Brigitte Bardot. E Brigitte Bardot è Saint-Tropez. Tutto inizia circa sessant’anni fa, quando Roger Vadim decise di scrivere il copione di E Dio creò la donna”, quel film sexy che, grazie allo scandalo suscitato, avrebbe fatto conoscere nel mondo una giovanissima Brigitte Bardot, l’ingenua, impudica e libertina Juliette, ma soprattutto il luogo dove era stato girato: Saint Tropez. Un villaggio di pescatori, bello ma sconosciuto, divenne un luogo famoso e punto di incontro del jet set internazionale. Come famosa è diventata la spiaggia di Pampelonne, dove iniziarono le riprese, e il suo Club 55, punto d’appoggio di tutta la troupe. L’hotel de Paris nel cuore della città vide nascere l’amore tra il regista e la sua pupilla.


Saint Tropez: il regno di un’unica regina, Bb


Saint Tropez divenne Saint Trop nel 1950, quando il mondo artistico e intellettuale parigino, affascinato dal piccolo porto, scendeva per l’estate. Jean Cocteau, Picasso, Prevért s’incontravano al porto. A Saint Tropez tutto è celebre e celebrato, dalle spiagge, alla piazzetta des Lices dove all’ora dell’aperitivo, sotto i Platani, si sorseggia Pastis e si gioca alle bocce calzando i celebri sandali di cuoio.


Saint Tropez: il regno di un’unica regina, Bb


Coco Chanel, Maurice Chevalier e Isadora Duncan furono i primi vip, ma l’atmosfera particolare, che già allora vedeva auto di prestigio, yacht e divertimenti negati ai più, era mischiata a un’altra, più intellettuale, di cui si fece testimone la scrittrice Colette, che nel 1932 scrisse nel suo libro Prisons et paradis: “Cocktails e champagne sugli yacht in porto. Io conosco l’altra Saint Tropez, che esiste ancora ed esisterà sempre per quelli che si levano all’alba”. La Treille Muscate, la casa in cui Colette trascorse tutte le estati e spesso un mese a Natale, era ancora pacifica e abbastanza lontana dal trambusto. Colette si alzava all’alba per sarchiare i pomodori e passeggiare nei boschi silenziosi, con i gatti al seguito, tornando con le espadrille madide di rugiada. Faceva colazione con i fichi che aveva raccolto – o rubato. Due volte al giorno, sul presto e sul tardi, andava a nuotare in un mare cristallino.


Saint Tropez: il regno di un’unica regina, Bb


Dopo Colette i nomi famosi non si contarono più: Errol Flynn, Marlene Dietrich, Orson Welles, Ernest Hemingway, Gérard Philipe e Picasso. Subito dopo la guerra arrivarono gli “esistenzialisti”: Jean-Paul Sartre con Simone de Beauvoir, Juliette Greco e Boris Vian, scelsero l’Hotel de La Ponche come quartier generale, ribattezzandolo “Saint-Tropez-des- Prés”. Un posto magico, come scriverà la Gréco, «per bere, ballare, nuotare, dormire al sole e fare l’amore». Nel 1954, la giovanissima Françoise Sagan che sbarcava ogni estate a Saint-Tropez, scortata da Jacques Chazot, e da tutta la sua banda per vivere la dolce vita del posto, si ritrovò scrittrice di successo con il romanzo Bonjour tristesse, manifesto di una gioventù psicologicamente fragile che trovava in Saint Tropez un luogo dove esistere più liberamente.


Saint Tropez: il regno di un’unica regina, Bb


Era un ambiente di pescatori, e divenne un porto di miti. Qui Mick Jagger chiese, in francese, a Bianca Perez Moreno de Macias di sposarlo. Molto si è detto e poco si sa sul loro sposalizio. Se non che c’erano tutti. Arrivarono in Rolls-Royce, Alain Delon, Roger Vadim, lord Patrick Litchfield (cugino della regina Elisabetta). Keith Richard che giunse in ritardo, con la polizia che non lo voleva far passare per il suo look. Un party fu dato al Cafés des Arts con Paul McCartney, Ringo Starr ed Eric Clapton.


Charles Aznavour pedalava su una bici con tanto di transistor che emetteva musica francese. Eddy Barclay istituì la prima festa in bianco. Quincy Jones, Barbra Streisand erano le più paparazzate.


Gli italiani scoprirono Sain Trop, solo nei primi Anni 60; il primo vip fu Gianni Agnelli, con il suo yacht a due alberi, ma il primo a mettere il nome di questa località sulla bocca di tutti, o forse è meglio dire, nelle gambe di tutti, fu Peppino di Capri con la sua Saint Tropez Twist, del 1962. Nelle villette che degradano a mare si ritrovavano, Sophia Loren e Monica Vitti. Elsa Martinelli era l’italianne più à la page della città.


Nell’estate del 1968 la storia tra il simbolo assoluto della femminilità del tempo Brigitte Bardot e il play boy Gigi Rizzi fece di Saint Tropez il fulcro della mondanità. E fuori dalla Madrague, buen ritiro, della Divina, sventolava Il tricolore. Un italiano a piedi nudi, con la bandana del pirata, era adorato e invidiato perché aveva conquistato la donna più desiderata del mondo.


Saint Tropez: il regno di un’unica regina, Bb


“Colazione, amore, sci d’acqua…Erano teneri quei baci pubblici e privati, e ancora di più lo era la scoperta di una donna vera, lontana anni luce da quella dei film, scrive Gigi Rizzi, nella sua autobiografia. Brigitte era adorabile nelle sue piccole manie, il terrore del buio, la paura della solitudine, una timidezza quasi da bambina nei confronti delle persone anziane. Poi si metteva alla chitarra e cantava le sue canzoni, o strimpellava dolcissime serenate gitane, con gli occhi da gatta e i capelli raccolti in una treccia. Non sapevo e non volevo sapere se fosse un colpo di fulmine o il capriccio di una diva, restavo davanti a lei e lei era felice, la trascinavo fuori di notte con gli amici e lei faceva scintille”.


Saint Tropez: il regno di un’unica regina, Bb


E solo grazie a questa love story cosi infuocata che siamo riusciti ad avere il racconto di un’altra BB, una donna umana a tratti complessa ma soprattutto una diva controvoglia. “Brigitte era una casalinga gelosa della sua intimità. Raccontava dei suoi alti e bassi, era straordinariamente malinconica, ma poi bastava un sorriso, un gesto d’affetto e si lasciava andare. Era anche irascibile, furente, disperata quando l’assedio dei fotografi o la curiosità dei giornalisti non lasciavano scampo. Voleva nascondersi, odiava la ressa, i fans, le domande morbose sulla sua vita privata e sentimentale”.


Saint Tropez: il regno di un’unica regina, Bb


Ma come per tutti gli amori estivi, ai principi di settembre, la fine stava per arrivare anche per quella liason. Gigi Rizzi era ancora l’uomo di quella bambina benedetta dalle fate, ma avvertiva che stava arrivando la Mezzanotte, come nella favola di Cenerentola. Une Histoire de plage, come diceva la canzone che la diva cantava accompagnandosi con la chitarra, si avviava al tramonto. La fin arrivò e Gigi Rizzi batté in ritirata dicendo addio alle sue albe che profumavano di whisky e Chanel n.5. BB rimase e rimane, l’unica regina di Saint Tropez dal musetto imbronciato e dallo sguardo languido Al diavolo gli amori belli o brutti, i film di successo e non, il volontario viale del tramonto, le lotte animaliste, le rughe. Si Nasce BB non lo si diventa!

Da Saint Tropez gli occhiali firmati Jacques Durand

Saint Tropez e le sue celebrità, Saint Tropez e lo sfarzo, Saint Tropez e l’aria leggera e frivola che si respirava nei mitici ’50 – è dalle sue strade che Jacques Durand prende ispirazione.

SUNSHINE COLLECTION è la prima collezione sole di Jacques Durand: PLACE DES LICES, PAMPELONNE, TAHITI, GENDARMERIE, GARONNE, BD. PATCH, ROUTE DES PLAGES i nomi dei modelli che ricordano un luogo o una strada della città delle star. Una linea mediterranea che racchiude i sogni e l’atmosfera degli sfavillanti parties dove le stelle del cinema nuotavano in fiumi di Perrier-Jouët.

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modello Garonne verde
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modello Garonne fucsia

 

Tutta la linea Jacques Durand è composta da occhiali con stecche confortevoli e montature leggere, dettagli invisibili e da modelli evergreen, lontani dall’influenza delle mode del momento.

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L’esperienza di Jacques Durand fluisce in un unico oggetto, che diventa simbolo di architettura, arte, design, un occhiale che riveste un ruolo più importante dell’oggetto fine a se stesso. Diventa il carattere, diventa “l’umore che oggi vesto“, così come lo è un rossetto per una donna. Incornicia il viso donadandogli forza e creatività, per questo motivo Jacques Durand, mettendosi nei panni del consumatore, sceglie di rendere discreta la marcatura posta sotto le aste.

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La semplicità estetica si sposa con la complessità della lavorazione, incentrata totalmente sul massimo confort e sulla qualità – argomento cardine del marchio. Gli occhiali sono infatti di origine “made in France” o “made in Italy” e sono rivolti al mercato delle boutique di alta gamma

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Tra i personaggi di spicco che indossano gli occhiali Jacques Durand, troviamo Ryuichi Sakamoto, musicista, compositore e attore giapponese.

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