Incursioni futuriste da Paco Rabanne

Ritorno al futuro per Paco Rabanne: il direttore creativo Julien Dossena ci catapulta in scenari futuristi conditi da un’atmosfera spaziale, per la collezione primavera/estate 2017, che ha sfilato alla settimana della moda parigina. Linee nette e strutturate, grafismi caleidoscopici e tanta ironia, per un inedito mix di elementi sporty-chic, sperimentazione avanguardistica e incursioni Sixties. La minigonna spopola, per look da ciclisti, caschi ermetici, suggestioni prese a prestito dall’atletica, capi laminati e paillettes all over perfette per una serata disco. Domina il bianco, il crema, il nero, tra sprazzi turchesi e oblò che alleggeriscono abitini a trapezio che strizzano l’occhio agli Swinging Sixties. Geometriche composizioni impreziosiscono i minidress, tra bretelle e messaggi subliminali: il nuovo manifesto estetico inneggia al Futuresex, tra pizzi gommati ed effetti fluorescenti, perfetti per un’incursione nello spazio, tra galassie e costellazioni. Largo a jumpsuit e abiti sottoveste in tecno pizzo e raincoat cocoon.
Per le t-shirt con motto Dossena si avvale della preziosa collaborazione con Peter Saville, nel segno di una capsule collection firmata in esclusiva, nell’ottica ormai vigente del “see now buy now”.

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(Foto: Madame Figaro)

Sperimentazione avanguardistica sulla passerella di Guy Laroche

A sfilare sulla passerella di Guy Laroche è un minimalismo intriso di suggestioni strong. La collezione primavera/estate 2017, che ha sfilato alla settimana della moda parigina, coniuga la classicità di capi passepartout presenti nell’archivio storico della maison, ad una sperimentazione avanguardistica che basa le sue fondamenta sull’opera di Ottessa Moshfegh e sui primi film di Sofia Coppola. Largo all’uso di tessuti iridescenti e decostruzioni ardite, tra ricami concentrici e colori audaci. Adam Andrascik, alla quarta collezione alla direzione creativa del brand, pone le basi di un’estetica nuova e più attuale, cimentandosi magistralmente nell’arduo compito di coniugare l’eredità lasciata da Laroche alla propria visione della moda contemporanea. “Guardando negli archivi della maison, ho visto che i pezzi migliori sono stati creati per i suoi amici”, ha dichiarato lo stilista, riferendosi al circolo di amicizie del fondatore della maison. Andrascik si è detto affascinato dalla ribellione delle ragazze rispetto ai trend prevalenti all’epoca. Irriverente e anticonformista, la donna che attraversa il catwalk, tra mini gonne laminate, tuniche in seta iridescente simili a pepli, arricchite da dettagli in lana e cotone. Mood sporty-chic e nuance accese, come il verde acido; largo a denim e nylon pastificato. Le trasparenze abbondano, tra richiami punk e accenni ad una femminilità ribelle.

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(Foto: Madame Figaro)

L’eleganza oversize di Lemaire

Cambiamento di rotta in casa Lemaire. I designer Christophe Lemaire e Sarah-Linh Tran ci hanno riservato parecchie sorprese nella collezione che ha sfilato nell’ambito della settimana della moda parigina. Non un radicale taglio col passato ma una fucina di idee nuove che spezzano con l’estetica tradizionale del brand. Una su tutte, l’uso del colore. Se finora era quasi nascosto, occultato nei meandri della sperimentazione, nella collezione primavera/estate 2017 se ne fa un uso maggiore: largo a sfumature di blu, grigio, khaki. Inoltre il duo di stilisti si apre anche alle stampe, che impreziosiscono camicie e gonne. Volumi over nei pantaloni accompagnati da cinture. Spontaneità e sperimentazione tanto nelle cromie quanto nei volumi dal piglio eccentrico; tripudio di linee asimmetriche e tagli che inneggiano ad una inedita sensualità, per un’eleganza effortlessy-chic. Dominano suggestioni mannish nei volumi esasperati di capispalla e blouson, ma anche pantaloni. Non mancano inoltre spunti streetwear.

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(Foto: Madame Figaro)

Le eroine gotiche di Aganovich

Ha sfilato alla Paris Fashion Week Aganovich, con la collezione primavera/estate 2017. Ad aprire il suggestivo défilé un reading dell’opera “Suite Vénitienne” di Sophie Calle: in passerella sfilano eteree fanciulle dal fascino gotico. Più simili a creature evanescenti, fantasmi dall’eburneo incarnato si susseguono sul catwalk, tra fascinazioni che ricordano certi romanzi alla Wuthering Heights ed elementi vittoriani. Lugubre e travolgente, la donna Aganovich ricorda un’eroina romantica persa dentro stravaganti ruches e vestiti dal piglio imperiale. Atmosfera da caccia alle streghe, per rimandi alla Controriforma; un’adultera, un’emarginata, una figura sinistra che si aggira tra noi tormentando i suoi carnefici: questo sembra essere il mood prevalente nella sfilata. La palette cromatica passa dal bianco al rosso cardinalizio fino al nero. Ogni outfit che si sussegue sulla passerella si sposa a stivali in pelle. Numerosi i riferimenti storici, dal Puritanesimo in poi. Tripudio di porpora per jacquard sontuosi che impreziosiscono giacche e lunghi abiti simili a pepli. Mirabile gioco di contrasti tra vestigia classiche e tagli asimmetrici che strizzano l’occhio alla più audace sperimentazione contemporanea nei lunghi vestiti accollati, per una tra le più riuscite collezioni di Nana Aganovich e Brooke Taylor.

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(Foto: Madame Figaro)

Grinta floreale da Isabel Marant

Ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week la collezione primavera/estate 2017 di Isabel Marant. Aria nuova in passerella, per volumi over e citazioni sporty-chic. Il brand francese, passato al fondo Montefiore Investment, coniuga il romanticismo di pattern floreali alla grinta di proporzioni cocoon e materiali techno. Sfilano capispalla come bomber imbottiti dalle spalle oversize, addolciti da iper femminili fusciacche a strizzare il punto vita in modo strategico: ricordano l’obi giapponese da indossare sopra il kimono. Sulla passerella fa capolino una sorta di bustier a conferire un tocco sexy anche alla tuta da lavoro. Suggestioni working e tocchi mannish dominano, tra colori scuri e stampe effetto camouflage in chiave floreale. Una femminilità contemporanea arricchita di romanticismo, per le micro shirt e le gonnelline o i top monospalla impreziositi da strategiche rouches. Largo a raincot metallici e baggy pants per citazioni boyish. Non mancano i must have da sempre proposti dall’estetica della stilista francese: ecco i pantaloni a vita alta con fascia corsetto e i capispalla che sembrano rubati all’armadio di lui. Parata di top in passerella, dall’onnipresente Gigi Hadid a Doutzen Kroes.

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(Foto: Madame Figaro)

La donna robotica di Chanel

Occhi puntati a Parigi sulla collezione primavera/estate 2017 di Chanel, che ha sfilato nella penultima giornata della settimana della moda. Kaiser Karl guarda al futuro, in un Grand Palais allestito per l’occasione alla stregua di un “Data Center Chanel” dalle suggestioni spaziali. In un groviglio di cavi e fibre ottiche, spunta il data center che incapsula vite e segreti degli utenti Google o Facebook: Lagerfeld si arrende all’era digitale, per un défilé 3.0. Il futuro è qui, questo il leitmotiv della sfilata.

La donna che calca la passerella assomiglia ad un freddo robot ed indossa caschi spaziali sopra il tailleurino bon ton in tweed, iconico capo simbolo della maison francese. Largo poi a stampe psichedeliche e colori al neon, per una moda fluttuante nei volumi, come negli impalpabili maxi dress. Largo a top lingerie e pantaloni impreziositi da caleidoscopici giochi cromatici. Non manca la maglieria jacquard mentre la lana bouclé, capo passepartout del brand, viene rivisitata. Freschezza sembra essere la parola chiave, in una collezione che inaugura un’estetica nuova.

Suggestioni funky e pop si intersecano nei dettagli, come i berretti Basket Cap. Allure youth anche nelle t-shirt e nei jeans, da indossare con camicie in seta. Non mancano citazioni d’autore come nelle collane iconiche, nelle cinture con camelia e negli orecchini con la doppia c, omaggio a Mademoiselle Coco, ça va sans dire. Mood da space oddity nell’irriverente clutch a forma di robot, che si preannuncia già incontrastata it bag della prossima stagione estiva.

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(Foto: Madame Figaro)

Le dee celtiche di Alexander McQueen

Echi scozzesi nella collezione primavera/estate 2017 di Alexander McQueen, che ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week. Sarah Burton omaggia la Scozia in un défilé ricco di fascino. Come dee celtiche le donne che calcano la passerella del Luxembourg Garden di Parigi: il terreno delle isole Shetland rivive sul catwalk grazie ad appositi tappeti che ne riproducono i colori. Non poteva mancare il kilt, in un degno omaggio alla Scozia: ecco quindi tripudio di tartan all over su blazer e pantaloni.

Suggestiva ed evocativa, la Scozia che piace a Sarah Burton è quella delle piccole comunità che dimorano nelle isole Shetland, che rivive nei colori della lana scozzese, tra patchwork di stampe su lana grezza e paesaggi dal sapore nordico. Il verde delle Highlands, il fuoco di un camino, le scogliere a picco sul mare: romanticismo e nostalgia caratterizzano il défilé, tra riferimenti alla mitologia della Caledonia e scenari post bellici.

Ricordano guerriere gotiche strette in cinture in pelle e bustier simili ad armature, le modelle che si alternano sulla passerella. Simili a romantiche spose di tempi immemori, dentro lunghi abiti in pizzo. Come una sirena la donna che sfoggia i capi da gran soirée che chiudono come di consueto la sfilata. Il più autentico stile McQueen rivive in tutta la sua maestosa opulenza: largo a cristalli, paillettes argentate e strati di volants in tulle che incorniciano l’orlo di lunghi abiti impreziositi da trasparenze e audaci nude look; delicatezza estrema nelle passamanerie. Magia pura nelle tecniche artigianali e nei tagli; femminilità nei corsetti e nelle silhouette. Reti e pizzo inneggiano a capi di vittoriana memoria, come gli accessori e la gioielleria.

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(Foto: Madame Figaro)

Valentino sfila tra allegorie rinascimentali e romanticismo punk

Debutto da solista per Pierpaolo Piccioli, che firma la sua prima collezione per Valentino dopo il passaggio di Maria Grazia Chiuri in casa Dior. Nessun rimpianto, nessun nostalgico retaggio del passato per lo stilista romano: in casa Valentino si guarda al futuro e Piccioli pone da solo le basi di un nuovo manifesto estetico che si rivolge ad una donna decisamente meno eterea rispetto al recente passato della maison. «Questo era il momento di cambiare senza rinnegare quanto fatto finora», così lo stilista ha commentato la sua prima sfilata da solo alla direzione creativa del brand.

Lo spettacolo che si è svolto nella prestigiosa cornice dell’Hôtel Salomon de Rothschild di Parigi è stato memorabile: il défilé della collezione prêt-à-porter primavera/estate 2017 si è concluso con una trionfale standing ovation per Piccioli. Molteplici e variegate le suggestioni alla base della collezione, che coniuga grintose citazioni punk al simbolismo impresso sui telai rinascimentali.

È un Rinascimento in chiave punk ad impreziosire lunghi abiti in impalpabile georgette e tuniche in chiffon, in una sublime contaminazione di stili ed epoche: tra scene bibliche ed affascinanti allegorie sulla dottrina cristiana medievale, il Trittico del giardino delle delizie del pittore olandese Hieronymus Bosch viene reinterpretato dalla regina del punk Zandra Rhodes. La stilista inglese ci offre una sua personale visione delle opere di Bosch, alle quali aggiunge elementi che strizzano l’occhio ad un romanticismo punk, quali cuori e spade: nascono otto stampe create appositamente per la collezione, raffiguranti un immaginario Eden ricco di fiori e uccelli. Le stampe vengono impresse con telai a mano, opulenza nei patchwork preziosi.

Largo a top lingerie in colori audaci: tripudio di rosso e fucsia fino al giallo lime e al rosa, tra preziosi tessuti jacquard e broccati, pelle e mohair. Irriverente e moderna, la donna Valentino indossa l’abito da sera sotto il trench da giorno; suggestioni Seventies anche nelle proporzioni e nei volumi, sapienti decostruzioni nelle linee a colonna, prese in prestito dall’architettura, mentre gli occhi sono puntati sulla mini borse a tracolla. Accessorio must have della prossima stagione estiva è il portarossetto, che viene trasformato ad hoc in una micro bag con catenella.

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(Foto: Madame Figaro)

I fiori di ghiaccio di Dries Van Noten

Altamente evocativa la sfilata Dries Van Noten, che ha incantato la Paris Fashion Week con una collezione che ricalca fedelmente i codici stilistici sui quali si fonda l’estetica della maison. Lo stilista belga resta fedele a se stesso, pur aprendosi ad infinite variazioni di una medesima ispirazione: per la collezione primavera/estate 2017 tratteggia con maestria sfondi gelati da cui fanno capolino i primi boccioli di una primavera ancora in fieri. Ecco moltiplicarsi, in un giardino surreale e freddo, mazzi di fiori ibernati, contenuti entro strutture in ghiaccio. L’estro di una scenografia accattivante che porta sulla passerella blocchi di ghiaccio che contengono inediti bouquet floreali. Un contrasto affascinante che cela scenari post apocalittici: tra gorgiere elisabettiane e contrasti, sbucano nel gelido totem di ghiaccio primizie di fiori. Rose, peonie e anemoni si stagliano sullo strato di ghiaccio come miraggi lontani o ricordi sbiaditi dalla memoria. Come due poli opposti, il maschile e il femminile sembrano intersecarsi in un continuo gioco di rimandi, mentre si alternano sul catwalk righe e pattern floreali. Tocchi boyish nelle giacche dal piglio rigoroso si alternano alla regale opulenza dei ricami che impreziosiscono boleri e capi raffinati e impalpabili. Come un fantasma, una figura sbiadita in un tempo immemore, la donna che calca la passerella nasconde il viso dietro velette in tulle, raffinato retaggio rétro di una collezione giocata sulle sensazioni. Sulle note di Frozen di Madonna, sfila una processione a tratti lugubre e a tratti pregna di dinamismo rituale, scandita dal rumore dei tacchi in legno, di fascinazione scandinava. Il bouquet floreale si staglia su giacche kimono e su bermuda, capispalla, trench, tra suggestivi effetti trompe-l’œil. Sublime alternanza di sete e materiali techno, mentre la palette cromatica indugia sul bianco splendente e sul nero, spezzato da striature giallo lime.

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(Foto: Madame Figaro)

Le silhouette minimaliste di Pascal Millet

Ispirazioni multiformi e femminilità delicata sulla passerella di Pascal Millet, che ha presentato la sua collezione primavera/estate 2017 alla Paris Fashion Week. Ad ispirare lo stilista francese sono foto che testimoniano uno charme evergreen: lo stile di Meryl Streep nell’indimenticabile pellicola “La mia Africa”, l’eleganza senza tempo della principessa Carolina di Monaco, e ancora i look iconici sfoggiati da Bianca Jagger allo Studio 54. Un’immagine ben delineata, che predilige una femminilità ricercata e sempre attuale. Lo stilista va alla ricerca di uno stile parisien quantomai attuale, per silhouette libere. Bandita ogni forma di costrizione per una femminilità glamour e delicata. Suggestioni sporty-chic nei capi in felpa, che si alternano sul catwalk. La palette cromatica indugia sulle sfumature dell’azzurro e del blu, per poi aprirsi a tocchi metallizzati e righe multistripes. I volumi sono studiati e architettonici, i dettagli scultorei, in un mood minimal-chic che sembra predominare.

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(Foto: Madame Figaro)

L’anarchia metallizzata di Wanda Nylon

Suggestioni couture in chiave metallizzata sulla passerella di Wanda Nylon. Johanna Senyk, per la prima sfilata alla settimana della moda parigina della sua collezione Wanda Nylon, propone affascinanti atmosfere oniriche, immerse in uno scenario post apocalittico.

Bagliori iridescenti illuminano il défilé, in cui regna uno stile urban intriso di contaminazioni eterogenee. A sfilare è una donna forte ed emancipata che non rinuncia al lusso, declinato però in chiave futurista. Tra tocchi strong e dettagli iper femminili, l’anarchia regna sovrana in un mix & match di ispirazioni; tra i materiali prediletti spicca il vinile, per tute e calzature.

Atmosfere post-atomiche nelle reti di cristalli Swarovski e nelle geometrie che caratterizzano gli accessori, come gli occhiali e le borsette con catena. Largo a vezzi iper femminili nella seta plissettata, nei trench drappeggiati con inserti in organza, mentre gold all over illumina gilet e pantaloni cropped.

Arrivata a Parigi all’età di 18 anni, Johanna Senyk vanta esperienze come stylist, costume designer e casting director; il suo ingresso trionfale nel fashion system la vede vincitrice del premio Andam per il 2016 e creatrice di una capsule collection per La Redoute. La sua è un’estetica influenzata da luoghi leggendari, come il Palace di Parigi.

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(Foto: Madame Figaro)