Gucci: ora l’uomo indossa le ballerine

Ha monopolizzato l’attenzione della Milano Fashion Week: con il suo stile eccentrico e retrò, è impossibile non amare Alessandro Michele. Ma il nuovo direttore creativo di Gucci non lesina in stravaganza: a sfilare alla Milano Moda Uomo è stato un uomo che ai piedi sfoggia delle inedite ballerine declinate in chiave maschile.

Dandy ed efebico, stravagante ed irriverente, l’uomo Gucci ha sorpreso tutti con ballerine che ricordano molto da vicino quelle sfoggiate dalle donne. Colori fluo e lacci sul collo del piede, le ballerine per lui stanno facendo molto discutere gli addetti ai lavori e i fashion addicted: ci si interroga sull’effettiva necessità di tale scelta stilistica mentre imperversa il più ovvio dibattito circa la totale perdita di virilità dell’uomo presentato sulle passerelle.

Le ballerine, emblema dell’eleganza femminile, simbolo del bon ton, rappresentano da sempre uno stile evergreen che fa subito pensare ad Audrey Hepburn e a certe icone degli anni Sessanta: ma cosa succede se è l’uomo ad indossarle, rubandole al guardaroba di lei? Il dibattito resta aperto. Ma agli occhi dei più la scelta di Alessandro Michele appare azzardata.

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Le ballerine per uomo viste in passerella da Gucci (Foto: Grazia.it)


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L’uomo Gucci by Alessandro Michele sfoggia delle ballerine rubate al guardaroba di lei


(Foto cover Deejay)




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Paul Smith omaggia Bob Marley e inneggia alla pace

Ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week il fascino british firmato Paul Smith. Una Primavera/Estate 2017 all’insegna del colore: una full immersion nelle nuance caraibiche, per una collezione che non disdegna i colori fluo: dall’arancio al giallo canarino fino al verde mela per giacche dal taglio sartoriale e camicie.

Ironico e frizzante, l’uomo Paul Smith avanza sulla passerella come fosse direttamente uscito da un’ambientazione giamaicana: e proprio sulle note di Bob Marley che prende vita una sfilata ricca di suggestioni. E accanto alla stampa caleidoscopica che ricorda l’arcobaleno è onnipresente su bluse e profilata nei dettagli, ecco sbucare da ogni dove il simbolo della pace, che sembra costituire il leit motiv dell’intero défilé: lo ritroviamo nelle cinture come logo stampato all over.

Tra jeans ricamati e tute da lavoro che sembrano rubate alla working class ecco la sartorialità tipica del brand inglese, con completi classici sapientemente sdrammatizzati attraverso le nuance fluo. Torna prepotentemente alla ribalta un must have evergreen della stagione estiva: il pantalone bianco, da indossare qui coordinato a capi coloratissimi. Ai piedi dell’uomo Paul Smith ironiche espadrillas anch’esse declinate nei colori dell’arcobaleno.

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Stampe tropicali imperversano tra decorazioni floreali e denim all over. Audaci ed iconiche le nuance scelte, tra un tartan in chiave Seventies e citazioni tecno. L’uomo visto da Paul Smith è ricco di verve e personalità e affronta la stagione estiva con classe ed eleganza, in bilico tra passato e presente.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Ann Demeulemeester: sfila il gotico romantico

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Ha sfilato a Parigi la Primavera/Estate 2017 firmata Ann Demeulemeester: un défilé ricco di suggestioni, dal gotico ad un inedito romanticismo vissuto in chiave dark. Sébastien Meunier, direttore creativo della maison, sembra proprio aver lasciato il cuore in questa collezione: e proprio il cuore diviene simbolo che, attraverso un sapiente uso di immagini iconiche, va ad impreziosire bluse e top.

La frase “I am red with love” diventa motto della collezione: lo ritroviamo ovunque, stampato su cardigan come una bandiera, o appena accennato, come un dettaglio, che fa capolino tra le maniche di lunghe casacche. In nome dell’amore, si potrebbe dire. Ma l’immaginario punk-rock a cui il brand ci ha da tempo abituati non viene scalfito dai cuori.

Sfila un uomo selvaggio che si perde dentro seta e chiffon dal piglio delicato, sapientemente smorzato dai pantaloni aggressivi. Non mancano perle e foglie, indossate su collane che rendono l’uomo Ann Demeulemeester quasi efebico, un eroe romantico degno del miglior romanzo ottocentesco. Suggestioni army-chic sbucano tra le giacche militari e le cinture avvitate che esaltano il portamento.

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La camicia bianca viene declinata in chiave vittoriana, perduta dentro stratificazioni e un riuscito costruttivismo. Eleganza classica e sofisticata dal retrogusto ribelle e scanzonato, per l’uomo che calca la passerella. Meunier, alla guida della maison dal 2014, sembra in bilico tra il rispetto dei codici tipici della maison ed un’urgenza impellente di dare sfogo alla propria personalità e al proprio estro, che in questa collezione vengono fuori in mirabile equilibrio con la tradizione.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Da Balenciaga occhi puntati sul nuovo direttore creativo Demna Gvasalia, che debutta alla Paris Fashion Week con la sua prima collezione di menswear per la celebre maison. La Primavera/Estate 2017 firmata Gvasalia parte con irresistibile humour britannico: le proporzioni over conferiscono ironia e brio a capispalla e panciotti, la cui classicità viene sapientemente sdrammatizzata.

La parola d’ordine è sartorialità. E proprio dal tailoring il nuovo direttore creativo intende partire, in una sorta di continuità con l’identità primigenia della maison: «Cristobal era un sarto. E mi sembrava giusto iniziare dal tailoring», così si è espresso Gvasalia, «ma non in una percezione classica perché Balenciaga è sinonimo di sperimentazione nelle silhouette e nelle forme. E nella realizzazione, rimettendo tutto quello che deve esserci nelle giacche».

Nella location scelta, una scuola gesuita con vista sui tetti di Parigi, ecco uno spettacolo curioso destinato a non lasciare indifferenti. Largo a capi sartoriali dalle suggestioni couture esasperate però dalle dimensioni rigorosamente oversize. Antico e moderno si fondono, per un’eleganza scanzonata e ribelle. I pantaloni in principe di Galles divengono ora dei bermuda, gli stivali da equitazione e i calzini alti rivelano un’attenzione al dettaglio. Classicismo e dandismo dominano il guardaroba di un gentleman country. Tuttavia il piglio ironico e scanzonato scade in un mood schizofrenico lasciando visibilmente perplessi quando, attraverso un coup de théâtre inatteso, le proporzioni fino a quel momento over divengono improvvisamente slim.

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Nessuna via di mezzo, banditi i chiaroscuri: si alterna senza sosta sulla passerella il gioco delle silhouette. Se le spalle dei primi cappotti sono over, quasi robotiche, in un costruttivismo esagerato, ecco poco dopo l’effetto slim di completi con pantaloni skinny. Un gioco di architetture e visioni bidimensionali alterna, quasi in un caleidoscopio, volumi teatrali a capi stretch. Non entusiasmano gli accessori, occhiali da sole basic e sciarpe ricamate, mentre gli stivali zeppati sono rubati al guardaroba di lei. I pantaloni hanno la vita alta e il fondo elastico e si indossano con giacca Harrington.

La palette cromatica sembra indugiare inizialmente su nuance neutrali come il beige e il nero, salvo poi sbocciare in cromie scure e pesanti, come il rosso cardinalizio e il viola papale. Non mancano velluti e broccati, accanto a stampe jacquard e ad una certa severità quasi ecclesiale. Dalle tasche dei capi sartoriali fa capolino il biglietto da visita “Balenziaga”: ironia e serietà si rincorrono ed è difficile decretare chi avrà la meglio. Di certo non manca la personalità.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Balmain acquisito dal Qatar

A Parigi sfila l’uomo Valentino

Ha sfilato ieri alla Paris Fashion Week la Primavera/Estate 2017 firmata Valentino. Non fatevi ingannare dalla sobrietà e dalla rassicurante eleganza minimal che sembra inaugurare la prossima stagione primaverile: è proprio dalla mancanza di un coup de théâtre che rinasce uno stile sofisticato ed evergreen, lo stesso che ha reso grande la maison.

L’uomo immaginato da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli è un ragazzo dal viso pulito che si districa nella vita quotidiana, assumendo quasi il ruolo di un eroe ante litteram. Poesia e delicatezza dominano la collezione, suggestioni urban nei capi che si alternano sulla passerella: l’uomo Valentino adotta una sorta di uniforme con cui affrontare la vita metropolitana. Numerosi sono i dettagli army-chic, specie nei capispalla con tanto di marsine e gradi appuntati sul bavero: e se non esistono più le mezze stagioni, in passerella sfilano quattro cappotti dalle suggestioni couture. Denim all over su tute intere da lavoro si alternano a trench, parka e bomber, fino a sahariane e caban.

Ma protagonista assoluto del défilé è il camouflage. La pantera torna a dominare su capispalla, felpe, parka ma anche sulle borse. Non un mero ricorso alle stampe mimetiche: trattasi invece di grafismi military-chic che profumano di antico. È infatti dagli archivi storici della maison che il duo di stilisti ha ripescato, quasi dall’album dei ricordi, il disegno originale della pantera, creato nel lontano 1967 e sdoganato poi da Veruschka in scatti entrati di diritto nella Storia del costume. Il mood è nostalgico, in una riscoperta dei codici più autentici della maison.

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La collezione è stata ispirata dalla mostra «Unfinished: thoughts left visible» che ha avuto luogo al Met Breuer di New York: così hanno dichiarato Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, direttori creativi del brand: «Volevamo raccontare la couture, elemento che ci appartiene, da un lato non glamour. Ma più legato al processo, al non finito come scelta». E la sfilata riesce pienamente nell’intento. Suggestioni couture predominano su un minimal-chic sapientemente tessuto nella tela della ricerca stilistica. Largo a ricami ed applicazioni: ma i capi appaiono quasi in allestimento, come imbastiti e lasciati lì, in un autentico effortlessy-chic che tanto ha da insegnare ai fanatici dell’overdressing. Efebico e quasi timido, l’uomo Valentino avanza indossando dettagli dall’allure femminile, come le collane di catene e i dettagli metallici che impreziosiscono anche gli accessori. Niente è lasciato al caso, in una cura quasi maniacale per il particolare.

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Spiccano tra gli accessori, le borse per lui: tote bag ma anche shopper e postina, mentre lo zaino rivive in chiave rivisitata. Tra i materiali usati il vitello traforato. Nel front row del salone dell’Hȏtel Salomon de Rotschild tante celebrities, a partire dagli attori Yang Yang e Benjamin Walker.

(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Milano Moda Uomo: Vivienne Westwood a favore di Assange

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A movimentare come di consueto la settimana della moda, ecco Vivienne Westwood: nessuna dietrologia per la stilista britannica, che ha rivendicato dalle passerelle della Milano Moda Uomo la sua ennesima battaglia politica. La designer si è apertamente schierata a favore di Julian Assange, padre di Wikileaks, che vive da cinque anni da rifugiato all’interno dell’ambasciata ecuadoregna di Londra.

Assange, 44 anni, vive dal 19 giugno 2012 all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador della capitale inglese per evitare di essere estradato in Svezia per reati di natura sessuale rispetto ai quali si è sempre dichiarato innocente. “Julian Assange non è mai stato condannato, perchè non c’è nessuna prova contro di lui. È tutta una montatura”: niente peli sulla lingua per la stilista, ancora una volta madrina del politically incorrect. Alla base della richiesta svedese, secondo l’hacker australiano ci sarebbero manovre da parte degli USA, dove rischierebbe di essere condannato per lo scandalo Wikileaks, ovvero la pubblicazione di migliaia di documenti riservati che minarono la diplomazia americana.

Parole forti quelle con cui si è espressa Vivienne Westwood sia per quanto concerne la vicenda che vede imputato Assange sia per il tema di Brexit, rispetto al quale si è schierata apertamente firmando una petizione perché l’Inghilterra resti in Europa. Parole di elogio anche per Angela Merkel che, a detta della stilista, sarebbe oggi una delle figure politiche più solide.

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“Je suis Assange” diviene quindi il motto del fashion show, introdotto da un videomessaggio in cui lei, l’indomita stilista, ci mette la faccia, schierandosi a favore del fondatore di Wikileaks. La stessa scritta compare sulla t-shirt che la Westwood sfoggia a fine sfilata. Assange diviene simbolo di una celebrazione a favore della libertà intesa come valore universale. Inoltre tante saranno le mobilitazioni che, in diverse parti del mondo, vedranno la partecipazione di personalità come Patti Smith, Noam Chomsky e Brian Eno. Il gatto di Assange, ribattezzato “the embassy cat”, diviene iconica mascotte della nuova collezione.

Non solo politica ma come sempre tanta moda per la collezione Primavera/Estate 2017 firmata Vivienne Westwood: molteplici le fonti di ispirazione, a partire dalle icone della musica anni Settanta, da Jimi Hendrix a Marianne Faithfull. La disco glam si unisce alle suggestioni neo vittoriane che hanno reso il brand storico. Genderless è la parola d’ordine di una collezione in cui i confini tra i sessi sono in bilico. Punk unisex e fascino ambiguo si trasferisce sui mantelli col cappuccio dal gusto gotico, che ora però è lui ad indossare. Efebico e romantico, l’uomo Vivienne Westwood sdogana l’androginia come nuovo fashion trend ed indossa lunghe tuniche che lasciano scoperto il torace. Fluidità e leggerezza divengono protagonisti di capi sofisticati ed innovativi. La gonna non è più ad esclusivo appannaggio della donna ma diviene passepartout sdoganato anche dall’uomo, che nella stagione estiva decide di svestirsi puntando a pochi pezzi dal grande impatto scenografico. Tricot e crochet impreziosiscono maglie e gonne, tra leggings glitterati e grembiuli floreali con marsine, dalle note folk. Grunge e neoromanticismo si uniscono a note zen delle tuniche, per lui e per lei.

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Torna prepotentemente alla ribalta il gessato, rivisitato in rosa antico. Trasparenze, nude look e sapienti giochi di vedo/non vedo rimarcano l’assenza di confini tra i sessi. La palette cromatica tocca i toni del sabbia, del verde mela e del vinaccia. Qua e là tocchi di viola e rosa. Estro e polemiche, come da copione, per un attivismo politico che si stampa su pull e t-shirt che inneggiano a Madre Natura, alla quale si rende omaggio attraverso scritte iconiche.

Giacche militari tagliate a vivo e red velvet inneggiano ad icone come Marianne Faithfull o i Rolling Stones. I confini tra menswear e womenswear divengono sbiaditi, mentre qua e là tocchi di una pallida estate si incontrano su timide stampe tropical e su ampi parei che l’efebico adone sfoggia sotto canotte glitterate e sovrapposizioni ardite. Giochi pirotecnici di un genio della moda che continua a stupire.

(Foto tratte da Madame Figaro. Foto copertina tratta da Styleandfashion)


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Eclettica, irriverente, scanzonata la Primavera/Estate 2017 di Dolce & Gabbana: una sfilata che, pur essendo come di consueto fuori dal calendario ufficiale della Milano Moda Uomo, si riconferma come uno degli eventi più attesi dai fashion addicted.

Sullo sfondo della passerella un’orchestrina jazz che suona dal vivo: l’atmosfera è ricca di rimandi Forties, a metà tra il bar di Casablanca e il Buena Vista Social Club che animava la vita notturna dell’Avana. In questo improvvisato club dalle suggestioni caraibiche si consuma un défilé ironico e colorato. Sulle note swing degli Hot Sardines calca la passerella un giovane uomo che non teme la sua eleganza talvolta sopra le righe. Giovanile e giocosa la collezione e giovanissimi i modelli scelti, spesso famosi figli d’arte, come Presley Gerber, figlio 16enne della sempre splendida Cindy Crawford, e Rafferty Law, figlio 19enne di Jude Law e Sadie Frost.

Felpe hip-pop si alternano a lunghi caftani zebrati e stampe patchwork, con ananas e frutti tropicali che fanno capolino accanto ad animalier all over. Dettagli tribal traggono ispirazione dal filone Afroamericano, mentre suggestioni retrò rimandano alla Beat Generation e agli Hipster.

La musica diviene protagonista indiscussa della sfilata: l’uomo Dolce & Gabbana sfoggia alle orecchie le cuffie, in un mood giovane e spensierato. Eleganza scanzonata per un teenager che indossa fieramente l’ultimo modello di smoking smorzato da dettagli ironici e iridescenti. Pantaloni wide-leg e felpe animalier si alternano a caftani optical e stampe cartoon, in stile Pop Art. Lo stereo portatile diventa must have ed impreziosisce ogni mise; lo smoking è declinato in oro e righe.

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«Ci siamo immaginati di essere in Sicilia, di partecipare a un concerto, un happening sotto le palme o i banani della Favorita o del Giardino botanico», questa l’ispirazione alla base della nuova collezione, come dichiarato da Domenico Dolce e Stefano Gabbana. DGMusica è il fil rouge di un défilé che unisce l’energia della Youth Culture al groove caraibico. Un melting pot culturale che trascende i confini e si traduce in uno stile variegato e multiforme, che attinge molto dal passato: l’esistenzialismo e il jazz si mixano allo streetwear, tra pailettes e swing.

Nel front row spicca la star di Internet Cameron Dallas. Influencer e blogger occupano le prime file, a testimonianza di quanto ancora una volta il duo di stilisti che ha reso fashion la mediterraneità, sappia cavalcare le nuove tendenze. Dolce & Gabbana si riconfermano ancora una volta maestri nel carpire i fenomeni sociali e sdoganarli all’interno di sfilate che somigliano sempre più a live shows.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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La Primavera/Estate 2017 firmata Versace si apre nel segno del comfort. L’uomo che calca la passerella non si perde in fronzoli ma punta ad un’eleganza sobria e sofisticata. Tessuti svolazzanti e leggeri, stratificazioni e suggestioni bikers completano un look all’insegna della funzionalità, declinata in chiave sporty-chic.

Energia, movimento e sprint costituiscono il fil rouge di una collezione suggestiva che riporta la maison ai suoi fasti. La sfilata si apre con la proiezione di un cortometraggio girato da Bruce Weber in esclusiva per il brand. Versace gioca con le proporzioni e i materiali usati: bluse lunghe con cappuccio si uniscono a leggings e calzoncini da ciclista, maglie in seta sono lasciate fluide sulla vita e sul torace e indossate con giacche e top.

Via libera a parka ed inediti capispalla leggeri perfetti per affrontare l’estate a bordo di una moto: il trench si porta come una vestaglia, il bomber viene arricchito da stampe all over e da zip. Jersey e nylon dominano la collezione, tra micro borchie, seta e pelle. La palette cromatica è neutrale, il verde militare domina insieme a sfumature che toccano il beige scivolando nei colori più intensi quali blu e viola.

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L’uomo Versace è un wrestler palestrato che non disdegna la giacca sartoriale, unendo ad una mascolinità classica, tanto cara alla storica maison, il piglio da gentleman contemporaneo che indugia in dettagli evergreen che strizzano l’occhio ad un dandismo quantomai interessante. Inserti sportivi impreziosiscono completi destrutturati e pantaloni sartoriali. La stessa location del défilé ricorda un’arena, mentre la musica omaggia Prince, mito del pop nonché intimo amico di Donatella Versace, scomparso lo scorso 21 aprile. Alcuni pezzi inediti di Prince hanno accompagnato le uscite dei modelli.

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(Tutte le foto sono tratte da WWD)

(Foto cover Madame Figaro)