A caccia dell’Oscar

Immerso nei ghiacciai di un’America ancora sconosciuta, tra lande desolate sommerse dalla neve, con la minaccia dei lupi e degli orsi che vagabondano in cerca di cibo e del freddo artico pronto a raggelare il sangue e ad immobilizzare gli arti.


Con The Revenant – Redivivo, Leonardo Di Caprio sfoggia un repertorio di espressioni mimiche facciali estremizzate, toccando tutte le corde emotive possibili. Un’avventura ai limiti dell’impossibile che consacra per l’ennesima volta un attore che merita di vincere l’Oscar, ora più che mai. Tuttavia, modificando leggermente una delle battute principali del film, l’assegnazione dell’ambito trofeo è nelle mani di Dio…


Leonardo Di Caprio nasce a Los Angeles (California) l’11 novembre 1974. Dopo aver preso parte ad alcuni spot pubblicitari televisivi all’inizio degli anni ’90, debutta sul grande schermo in occasione dell’adattamento cinematografico del libro di memorie Voglia di ricominciare del 1993 a fianco di Robert De Niro. Egli ricevette numerosi attestati di stima per il suo ruolo nella pellicola drammatica intitolata Buon compleanno Mr. Grape del 1993, grazie alla quale ottenne la sua prima nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista a soli 19 anni.

Leonardo Di Caprio
Leonardo Di Caprio


Riuscì a conquistare gli elogi del pubblico in virtù dei ruoli da protagonista ricoperti in Ritorno dal nulla del 1995 e Romeo + Giulietta dell’anno successivo, con cui si aggiudica l’Orso d’argento per il miglior attore al Festival di Berlino.


Ovviamente non si può non citare la celebre storia d’amore in Titanic (1997) a fianco di Kate Winslet, con tanto di candidatura al Golden Globe.


Uno dei film più noti e significativi della carriera di Di Caprio è senza dubbio The Aviator del 2004, grazie al quale ottenne il Golden Globe come miglior attore in un film drammatico, ricevendo al contempo la candidatura all’Oscar nella medesima categoria.


È altrettanto indubbio che La maschera di ferro (1998), Prova a prendermi (2002) e Gangs of New York (2002) fungano da testimonianza del talento immenso dell’attore californiano.


Con il thriller Blood Diamond del 2006 Di Caprio riceve la sua terza candidatura all’Oscar come miglior attore, mentre con la perla cinematografica The Departed (dello stesso anno) dimostra ancora una volta di essere uno degli attori più in forma del panorama hollywoodiano.


Il sodalizio con il noto regista Martin Scorsese, iniziato con Gangs of New York, prosegue con lo psyco-thriller Shutter Island del 2010 e con il film biografico The Wolf of Wall Street del 2013, in cui Di Caprio interpreta il ruolo di Jordan Belfort. Grazie alla sua performance riesce ad aggiudicarsi il secondo Golden Globe ed a ricevere la candidatura all’Oscar come miglior film e miglior attore protagonista.


Infine, eccoci all’ultima fatica: The Revenant – Redivivo, datato 2015 ed uscito nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 16 gennaio grazie alla 20th Century Fox.


The Revenant – Redivivo

Siamo giunti all’ultima opera con protagonista Leonardo Di Caprio, The Revenant – Redivivo, un film d’avventura a forti tinte western che attesta, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la bravura recitativa del grande attore statunitense.

Leonardo Di Caprio in una scena del film
Leonardo Di Caprio in una scena del film


La storia è ambientata intorno agli anni ’20 dell’800. Tutti cercano di trarre profitto dai territori semisconosciuti di un’America ancora tutta da scoprire. Soldati, esploratori, cacciatori di pelli e mercenari, non manca nessuno all’appello, nemmeno gli indiani autoctoni, costantemente in agguato e pronti a sottrarre il prezioso bottino a chiunque passi nelle loro vicinanze.


Glass (Di Caprio) fa parte di un gruppo di americani in spedizione alla ricerca di pelli. Egli conosce più di tutti gli impervi territori in cui si sono inoltrati. La sua unica missione è quella di riportare i suoi compagni al forte e, allo stesso tempo, preservare l’incolumità di suo figlio Hawk, un ragazzo indiano della tribù dei Pawnee.


Staccatosi dal gruppo per trovare una via di fuga che consentisse di evitare spiacevoli incontri con gli indiani, Glass viene attaccato da un enorme grizzly, che lo lascia in condizioni fisiche pessime e quasi irreversibili. Fitzgerald, il più arrogante e scontroso della compagnia, si offre di rimanere accanto a lui per dargli una sepoltura dignitosa, ma il tradimento è dietro l’angolo. Armato di un’infinita forza di volontà e spronato dall’accecante desiderio di vendetta, Glass cercherà di rimettersi in piedi, dando così inizio ad un’epica odissea.

Lo sguardo sofferente di Di Caprio
Lo sguardo sofferente di Di Caprio nella scena finale


Il regista messicano Alejandro Gonzalez Inarritu (di cui ricordiamo pellicole quali 21 grammi, Babel e Birdman) decide di puntare i riflettori sull’essenza della natura dell’uomo. Gli strumenti da lui utilizzati per compiere questa operazione sono rappresentati dalla neve (che gela ed intorpidisce l’anima) e dal fuoco (che scalda e rincuora), dal mantenimento della parola data e dal tradimento.


La prova attoriale di Di Caprio si attesta come sempre su livelli eccellenti. Nell’eterna lotta per la sopravvivenza e circondato da un ambiente selvaggio ed estremo, la sua performance raggiunge l’apice soprattutto nelle scene di muto, in cui le diverse smorfie di dolore del suo volto rendono bene l’idea sulla sofferenza patita dal suo corpo e dalla sua mente.


Tra coltelli che affondano la loro lama nella carne e pratiche chirurgiche ed alimentari estreme, i personaggi lottano strenuamente immersi in una geografia primitiva e spietata pronta a fagocitare il malcapitato di turno.


Un plauso va fatto anche per l’attore britannico Tom Hardy nei panni del traditore Fitzgerald, il cui paragone di Dio con uno scoiattolo potrà far sorridere, ma anche riflettere il pubblico in sala.


The Revenant – Redivivo, la caccia all’Oscar continua…

Buon compleanno, Paul Newman

Avrebbe compiuto gli anni oggi, l’indimenticabile Paul Leonard Newman da tutti conosciuto come Paul Newman. L’attore hollywoodiano  figlio di una donna slovacca e padre commerciante di articoli sportivi, nacque  infatti a Shaker Heights, il 26 gennaio 1925.

Strappato dalla vita militare a causa del suo daltonismo, il giovane Paul riuscì comunque a partecipare all’azione bellica sopra i cieli del Pacifico meridionale durante la seconda guerra mondiale. I suoi magnifici occhi blu furono testimoni di uno degli accadimenti più gravi che la storia mondiale abbia mai dovuto raccontare: il terribile fungo atomico sprigionato dalla bomba nucleare sganciata su Hiroshima.

È nel secondo dopoguerra che Paul Newman inizia a muovere i primi passi nel cinema dopo essersi iscritto all’Actor’s Studio di New York  e aver sposato nel 1949 la moglie Jacqueline E. Witte dalla quale ebbe tre figli: Scott Allan (morto a 28 anni per overdose), Susan Kendall e Stephanie.

 

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La sua prima interpretazione nel film “Il calice d’argento” fu ritenuta dalla critica un vero fiasco. Il The New Yorker giudicò con queste parole la sua performance: “Recita la sua parte con il fervore emotivo di un autista di autobus che annuncia le fermate locali.

Fu in quell’occasione che l’attore si espose con consapevolezza  e con una devastante umiltà chiedendo scusa pubblicamente per la deludente prestazione .

Archiviato il matrimonio con Jacqueline, il 29 gennaio 1958, a Las Vegas, convola in seconde nozze con l’attrice e produttrice televisiva e cinematografica  Joanne Woodward. Dalla protagonista di “La donna dei tre volti” ebbe a sua volta tre figlie: Elinor “Nell” Teresa, Melissa “Lissy” Stewart e Claire “Clea” Olivia.

 

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I due siglarono anche un’importante sodalizio lavorativo. Assieme interpretarono “Dalla terrazza”, “Paris Blues”, “Il mio amore con Samantha”, ”Un uomo oggi” (solo per citarne alcuni).

Ma è con pellicole come “La gatta sul tetto che scotta”, “Intrigo a Stoccolma”, “L’inferno di cristallo”, “ La stangata” e “Lo spaccone” che Paul Newman viene consacrato come “Leggenda del cinema.”

Dopo molteplici fatiche, negli anni ottanta giungono i primi riconoscimenti. Nel 1986 vinse il primo Oscar alla carriera e l’anno successivo, con “Il colore dei soldi”, fu premiato come migliore attore protagonista.

Insieme allo scrittore Aaron Edward Hotchner, nel 1982 fonda la “Newman’s Own”: un’azienda eretta per produrre beni alimentari biologici il cui ricavato viene tutt’ora devoluto per scopi umanitari ed educativi.

Sei anni più tardi fonda l’Associazione “Hole in The Wall Camps”. Il progetto che realizza programmi di terapia ricreativa per bambini gravemente malati, oltrepassa i confini americani fino ad approdare in Europa e in Africa. Un impegno umanitario talmente sentito che lo porta a ricevere il suo terzo ed ultimo Oscar con il premio umanitario Jean Hersholt.

 

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Paul Newman era un uomo diviso fra due grandi passioni: le donne e le automobili.

Infatti, divenuto un discreto pilota dopo aver interpretato “Indianapolis pista infernale”, disputò le prime gare nel 1972 nel Campionato organizzato dallo Sport Car Club of America . Il gentleman delle corse riuscì perfino a trionfare in diverse competizioni.

Dopo alcuni anni di assenza, nel 1994 torna sulle scene cinematografiche con “Mister Hula Hoop” dei fratelli Coen. L’anno successivo, nel 1995, viene premiato al Festival di Berlino con l’Orso d’Argento per il film “La vita a modo mio” di Robert Benton.

Il 25 maggio del 2007 annunciò il suo ritiro dalle scene perché “troppo vecchio per recitare”.

Morirà all’età di 83 anni, il 26 settembre del 2008, dopo una breve ma dolorosa battaglia contro un tumore ai polmoni.

 

 

Buon compleanno, Jane Fonda

Spegne oggi 78 candeline Jane Fonda. Attrice di fama mondiale, icona di bellezza e guru dell’aerobica, una carriera sfolgorante che l’ha resa un vero e proprio mito: vincitrice di ben due Premi Oscar, 6 Golden Globe e innumerevoli altri riconoscimenti, protagonista di pellicole che sono entrate di diritto nella storia del cinema, Jane Fonda è stata attrice simbolo di almeno tre decenni, dagli anni Sessanta agli anni Ottanta. La bellezza e la maliziosa sensualità, il glamour e le atmosfere spaziali di Barbarella, l’indimenticabile film che le diede la fama a livello internazionale, e poi l’impegno politico e il femminismo, di cui la diva è stata pasionaria.

Jane Seymour Fonda è nata a New York il 21 dicembre 1937, da Henry Fonda e Frances Seymour Brokaw. Nelle sue vene scorre sangue inglese, scozzese, francese e italiana; i suoi antenati per linea paterna emigrarono nel Cinquecento da Genova nei Paesi Bassi, per poi trasferirsi nel Seicento nelle colonie britanniche del Nord America, in una cittadina attualmente chiamata Fonda, nell’attuale stato di New York. La bella Jane vanta origine italiana anche dal ramo materno, in quanto discendente dell’aristocratico vicentino Giovanni Gualdo. Il matrimonio infelice dei suoi porta la madre di Jane a compiere un gesto disperato, togliendosi la vita; il padre, tolti i panni di divo cinematografico, nella vita domestica è un uomo freddo e distaccato, che non fa che ripeterle che è grassa e che dovrebbe dimagrire. Come la stessa Jane Fonda dichiarerà più avanti nel corso delle sue interviste, il sentirsi disprezzata da parte del padre fu la molla che la gettò nel baratro dei disturbi alimentari.

La giovane Jane non sembra inizialmente interessata alla carriera cinematografica. Dopo il diploma, conseguito presso il Vassar College, e dopo un periodo trascorso in Europa, fa ritorno negli States con l’intenzione di lavorare come modella. Il volto dai lineamenti vagamente infantili, i capelli biondi e la grande fotogenia colpiscono fotografi del calibro di Horst P. Horst, che la immortala su Vogue nel corso degli anni Cinquanta. Ma è l’incontro con Lee Strasberg ad aprirle le porte del cinema, convincendola a frequentare le lezioni di recitazione presso il celebre Actor’s Studio. Il debutto cinematografico avviene nel 1960 con In punta di piedi, dove Jane Fonda recita accanto ad Anthony Perkins. Nel corso degli anni Sessanta l’attrice prende parte a numerosi film di successo, alternando con disinvoltura il genere drammatico alla commedia. Ha come partner lavorativi attori celebri, da Marlon Brando a Robert Redford, con cui recita nell’indimenticabile A piedi nudi nel parco.

Jane Fonda fotografata da Horst P. Horst, 1959
Jane Fonda fotografata da Horst P. Horst, 1959

Jane Fonda in "Barbarella", 1968
Jane Fonda in “Barbarella”, 1968


Sbarazzina e insieme sofisticata, nel 1964 Jane viene inserita dal regista Roger Vadim nel cast di Il piacere e l’amore. Tra i due nasce una relazione amorosa che sfocia in un matrimonio, celebrato l’anno successivo. Vadim intuisce fin da subito il potenziale erotico dell’attrice e la dirige in pellicole che la consacrano come sex symbol internazionale. La fama arriva con il celebre film Barbarella, del 1968, interamente incentrato sulla bellezza della protagonista, su uno sfondo fantascientifico. Ma a Jane Fonda l’etichetta sexy sta stretta: la diva è troppo intelligente per non capire quanto la sua strabordante sensualità possa essere un’arma a doppio taglio, che alla lunga rischia di comprometterne le capacità drammatiche. Icona femminista, la diva si ribella all’immagine di bella svampita che i media le attribuiscono e scende in politica, come attivista contro la guerra del Vietnam. La sua visita ad Hanoi assume portata quasi storica, come anche la sua propaganda filo-nord-vietnamita. L’opinione pubblica si schiera apertamente contro di lei e le affibbia il soprannome di “Hanoi Jane”. Solo molti anni più tardi l’attrice rivedrà le sue posizioni politiche, commentandole a posteriori con rinnovato senso critico.

Intanto indirizza la sua carriera verso ruoli di maggiore spessore drammatico: arriva così nel 1969 la prima delle sue sette candidature all’Oscar con il film Non si uccidono così anche i cavalli?, di Sydney Pollack; nel 1971 vince l’Oscar come miglior attrice protagonista con Una squillo per l’ispettore Klute, nel ruolo della prostituta Bree Daniel. La seconda statuetta arriva nel 1978 per Tornando a casa di Hal Ashby. Intanto il matrimonio con Vadim naufraga e Jane sposa in seconde nozze il politico Tom Hayden, che ha un passato da pacifista. Nei primi anni Ottanta prende parte al film Sul lago dorato, dove recita per la prima ed unica volta accanto al padre Henry. Successivamente accantona la carriera cinematografica per abbracciare la nuova passione per la fitness. I suoi video di esercizi di ginnastica aerobica divengono un vero e proprio fenomeno. L’attrice, dopo anni di lotta contro la bulimia, sdogana l’esercizio fisico come nuova moda, e neanche un infarto riesce a fermarla. Nei primi anni Novanta il terzo matrimonio con il magnate della comunicazione Ted Turner, che durerà un decennio.


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Icona femminista, Jane Fonda si è apertamente schierata contro l’emarginazione in cui vengono relegate le donne di una certa età ad Hollywood come anche nella vita comune. Celebre la sua presa di posizione al riguardo, per cui “se un uomo ha molte stagioni, una donna ha diritto solo alla primavera.” Attiva sul piano umanitario, la diva nel 2001 ha donato alla Scuola di Educazione dell’Università di Harvard la somma di 12.5 milioni di dollari, al fine di creare un “Centro per gli Studi educativi”: secondo l’attrice la cultura dominante darebbe messaggi sbagliati e diseducativi alle future generazioni che distorcerebbero i rapporti tra uomini e donne. Nel 2005 è stata pubblicata la sua autobiografia, intitolata La mia vita finora. Vulnerabile e insieme tagliente, la diva ha recentemente ammesso di essere ricorsa al bisturi, e che in virtù di tali interventi estetici avrebbe guadagnato un altro decennio di attività lavorativa, in un ambiente in cui invecchiare è considerato quasi uno scandalo. Il suo volto non ha perso fortunatamente la straordinaria espressività che ce l’ha fatta amare in film indimenticabili. Ancora splendida nonostante il passare del tempo, sagace ed ironica come di consueto, ha ammesso che il sesso costituisce oggi una parte fondamentale della sua vita. Attualmente residente ad Atlanta, in Georgia, la diva ha iniziato un percorso di rinascita per abbracciare la fede cristiana.


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Anne Hathaway in dolce attesa

Anne Hathaway sarà presto mamma. L’attrice premio Oscar aspetta il primo figlio dal marito Adam Shulman. Le prime foto appena diffuse rivelano una gravidanza felice e immortalano la futura mamma in una mise sportiva, molto diversa dai look sofisticati che siamo abituati a vederle sfoggiare sui red carpet. Una gravidanza tenuta nascosta fino ad oggi, sebbene l’attrice avesse già manifestato chiaramente la sua intenzione di diventare presto mamma.

La diva, diventata famosa grazie al film cult “Il Diavolo veste Prada”, è sempre impeccabile, sia che venga paparazzata a spasso per New York sia che si tratti di gala ufficiali. Classe 1982, Anne Hathaway incarna da sempre una bellezza discreta e raffinata. Immortalata come una novella Audrey Hepburn su diverse copertine di magazine patinati, sorriso rassicurante e occhi da cerbiatta, Anne Hathaway è considerata un’icona di bellezza.

Ma la diva è recentemente balzata agli onori delle cronache per un primato assai poco carino che si contenderebbe con un’altra star del calibro di Gwyneth Paltrow, ovvero quello della donna più antipatica di Hollywood. Considerata troppo perfettina e fredda, l’attrice starebbe infatti antipatica a numerosi fan, che in rete si scatenano a criticarla in tutto, a partire dai look sfoggiati, anche i più eleganti. Dal canto suo Anne Hathaway posta sui social network foto che la immortalano in pose buffe, sperando forse di fornire un’immagine di sé meno rigida.

Anne Hathaway a fianco del marito Adam Shuman. (Foto Kikapress)
Anne Hathaway a fianco del marito Adam Shulman. (Foto Kikapress)
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Un look ispirato ad Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”
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Anne Hathaway è nata nel 1982

Anne Hathaway per Glamour UK ottobre 2015
Anne Hathaway per Glamour UK ottobre 2015


Impossibile dimenticare Andy Sachs, la timida assistente di Meryl Streep alias Miranda Priestley ne “Il Diavolo veste Prada”: una pellicola che ci ha fatto sognare, mostrando le peripezie della tipica ragazza della porta accanto piombata all’improvviso negli ambienti fashion. Di quel film, che ad Anne Hathaway ha dato la fama internazionale, ricorderemo per sempre la magistrale interpretazione di Meryl Streep come anche le mise create per l’occasione da un genio della moda del calibro di Patricia Field.

Anne Hathaway e Chris Pine per Teen Vogue 2004
Anne Hathaway e Chris Pine per Teen Vogue 2004
Anne Hathaway in Alexander McQueen e velo New York Vintage su Interview Magazine
Anne Hathaway in Alexander McQueen e velo New York Vintage su Interview Magazine
L'attrice a spasso per New York
L’attrice a spasso per New York

L'attrice agli Oscar del 2013
L’attrice agli Oscar del 2013


Vincitrice del Premio Oscar come migliore attrice non protagonista per la sua interpretazione di Fantine ne Les misérables di di Tom Hooper, basato sul celebre romanzo di Victor Hugo, l’attrice è convolata a nozze nel 2012 con l’attore Adam Shulman, da cui ora attende il primo figlio. Anne Hathaway è cresciuta in una famiglia cattolica e durante l’adolescenza ha anche accarezzato l’idea di prendere i voti. Dopo una relazione con l’imprenditore italiano Raffaello Follieri, conclusasi a causa del coinvolgimento di lui in vicende giudiziarie, la bella Anne ha trovato l’amore nel collega Shulman.

Mise romantiche per l'attrice americana
Mise romantiche per l’attrice americana
Anne Hathaway al MET Gala 2015
Anne Hathaway al MET Gala 2015

Anne Hathaway ne "Il Diavolo veste Prada"
Anne Hathaway in Chanel ne “Il Diavolo veste Prada”


Bellezza algida e labbra carnose, Anne Hathaway appare sempre perfetta sul red carpet: il suo stile predilige abiti da gran soirée dal grande impatto scenografico. Brand prediletti Valentino e Giorgio Armani. Non vediamo l’ora di vedere i look prémamam dell’attrice.


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Grace Kelly: ghiaccio bollente

Nasceva oggi l’indimenticabile Grace Kelly: diva di Hollywood e attrice Premio Oscar, poi divenuta Principessa consorte di Monaco, sposando Ranieri III.

Un volto dai lineamenti perfetti e una classe unica, l’attrice è stata un’icona indiscussa degli anni Cinquanta.

Definita da Alfred Hitchcock “ghiaccio bollente”, sotto una patina apparentemente glaciale ribolliva in lei una sensualità torbida, che incantò il maestro del brivido, per il quale fu una musa.

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Grace Kelly nel 1955
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Foto di Clarence Sinclair Bull, 1956
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Grace Kelly nacque a Philadelfia il 12 novembre 1929

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Grace Kelly ritratta da Howell Conant a Montego Bay, Giamaica, 1955


Grace Patricia Kelly nacque a Philadelphia il 12 novembre 1929, in una ricchissima famiglia di origine irlandese e di fede cattolica. Il padre di Grace, John Brendan Kelly, era un uomo bello e carismatico, oltre ad essere un milionario: perfetta incarnazione del self-made man, aveva costruito un impero e agli occhi della figlia era un modello quasi insuperabile. La madre di Grace, Margaret Majer, era di origine tedesca: avvenente ed atletica, fu la prima donna a insegnare educazione fisica all’Università della Pennsylvania.

Vincitrice del Premio Oscar come migliore attrice per il film La ragazza di campagna, del 1955, inserita dall’American Film Institute al tredicesimo posto tra le più grandi star della storia del cinema, la carriera di Grace Kelly fu inizialmente osteggiata dalla sua famiglia. Dopo qualche esperienza come indossatrice, la bionda Grace ottenne il suo primo ruolo all’età di 22 anni, nel film 14ª ora (1951), e l’anno seguente fu co-protagonista con Gary Cooper nel film western Mezzogiorno di fuoco.

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Grace Kelly a Philadelphia poco prima delle sue nozze col Principe Ranieri di Monaco, celebrate nel 1956
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Grace Kelly in un abito disegnato per lei da Edith Head, foto di Philippe Halsman, 1955
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Come una dea greca, Grace Kelly in Edith Head
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Il volto perfetto della diva
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Icona dello stile anni Cinquanta, Grace Kelly è stata un’attrice premio Oscar

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La Principessa Grace al Principato di Monaco


Ma è nel 1953 che la splendida attrice ottiene la fama internazionale, grazie alla sua interpretazione in Mogambo. Un film drammatico ambientato nella giungla del Kenya che vede un inedito triangolo amoroso tra la Kelly, un’altra bellissima del cinema come Ava Gardner e il bel tenebroso Clark Gable. La pellicola valse a Grace Kelly una nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista. La sua algida bellezza incantò il maestro del brivido Alfred Hitchcock, che la volle come protagonista di tre film storici: Il delitto perfetto, del 1954, La finestra sul cortile, in cui fecero storia anche i magnifici costumi disegnati per Grace Kelly dal genio di Edith Head, e Caccia al ladro (1955). Sul set di quest’ultimo film, girato nel Principato di Monaco, la bella attrice conobbe il Principe Ranieri, suo futuro marito.

Nel 1956 l’attrice interpretò il ruolo di una principessa nel film Il cigno, quasi un presagio di quella che sarebbe stata di lì a poco la sua vita. Con la commedia musicale Alta società, sempre del 1956, la diva diede l’addio alle scene, prima di convolare a nozze con il Principe Ranieri III di Monaco. Prima di lui rumours indicano relazioni con numerosi colleghi, tra cui Clark Gable, Gary Cooper, Bing Crosby, Ray Milland, Burt Lancaster, William Holden e Jean-Pierre Aumont, e con lo stilista Oleg Cassini.

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La diva in uno scatto di Gene Lester, 1954
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In un abito azzurro disegnato da Edith Head per il film “Caccia al ladro”, del 1955
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Grace Kelly sul set di “Alta società”, 1956
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Ancora sul set di “Alta società”, diretto da Charles Walters
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Uno scatto del 1956

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Grace Kelly nacque in una famiglia cattolica di origine irlandese


Il matrimonio con il Principe Ranieri non fu solo il felice epilogo di una storia da favola. Reduce da una relazione con l’attrice francese Gisèle Pascal, che secondo una visita medica non avrebbe potuto dargli un erede, il principe Ranieri valutò la scelta della splendida Grace come sua consorte anche per ragioni di natura politica. In assenza di un erede, infatti, il Principato di Monaco sarebbe passato alla Francia. La presenza di Grace Kelly al fianco di Ranieri si rivelò quindi strategica sia per la possibilità dell’attrice di avere figli che per lo charme che ella seppe conferire a Monte Carlo, trasformandolo in un luogo d’élite ambito dalle celebrities.

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Una foto promozionale per il film “Caccia al ladro”, 1955
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La principessa ritratta nella sua Monte Carlo
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Grace Kelly sul set de “La finestra sul cortile” (Paramount, 1954), foto di Bud Fraker
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La celebre gonna a ruota disegnata da Edith Head per il film “La finestra sul cortile”
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Grace Kelly e sua madre in uno scatto degli anni Cinquanta
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Un bellissimo primo piano della diva, definita da Alfred Hitchcock “ghiaccio bollente”

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Con i costumi creati da Edith Head sul set di “Caccia al ladro” di Hitchcock, 1955


Dal matrimonio tra Grace e Ranieri, celebrato nel 1956, nacquero tre figli: la Principessa Carolina Luisa Margherita, nata nel 1957, il principe Alberto Alessandro Luigi Pietro, Marchese di Baux, nato nel 1958, e la principessa Stefania Maria Elisabetta, nata nel 1965. Un animo nobile e modi gentili, grandi opere di beneficenza e una generosità senza precedenti resero Grace Kelly la principessa ideale. La sua prematura scomparsa, avvenuta il 14 settembre 1982, a seguito di un incidente stradale, lasciò un vuoto enorme tra gli abitanti del Principato. Un breve tragitto in macchina con la figlia Stefania, la principessa Grace che perde il controllo della vettura: in pochi istanti si consumò una tragedia. Se la figlia Stefania se la cavò con qualche escoriazione e qualche frattura, la principessa non riprese mai più conoscenza. Moriva così, ad appena 52 anni, una delle più grandi attrici della storia del cinema ed una delle donne più belle di tutti i tempi, il cui charme e la cui bellezza rimarranno sempre indimenticabili.


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