Al Pitti Uomo 97 sfilano le Nazioni Unite della Moda
Di Enrico Maria Albamonte
Pitti uomo apre in bellezza. La novantasettesima edizione del salone fiorentino di menswear si preannuncia ricca di appuntamenti e di novità con un’impronta sempre più internazionale. Nella cornice della Fortezza da Basso allestita in un tripudio di bandiere secondo il nuovo tema della manifestazione sviluppato dal creativo Angelo Figus, come se Pitti fosse, per usare le parole di Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine, “le Nazioni Unite della moda”, i più prestigiosi marchi di moda maschile esporranno le loro collezioni per l’autunno-inverno 2020-21.
I 75 anni di Brioni, la sfilata di Jil Sander, special guest di questa kermesse e il ritorno di fiamma di Stefano Pilati con una collezione che porta il nome random identities concepita per l’era digitale nel segno del cross gender, sono gli eventi clou della rassegna di moda maschile che animerà Firenze dal 7 al 10 gennaio.
La maratona dedicata alla definizione dei nuovi trend maschili prevede una girandola di appuntamenti e tanti momenti di mondanità che vedranno la partecipazione di una folla cosmopolita composta di 36.000 visitatori, il tutto su un’area espositiva di 60.000 metri quadrati per esplorare le novità di 1203 marchi, di cui 540 esteri, con 265 fra nomi nuovi e rientri in un percorso articolato in dodici sezioni. Per quanto riguarda il bel paese fra i ritorni spiccano Herno Laminar, Fornasetti, Canadian, Il Tabarro di Sandro Zara, Malo, Lab-Pal Zileri, Moma. Una delle novità più attese è la presentazione del brand Telfar, un marchio agender di New York fondato dallo stilista di origini liberiane Telfar Clemens in cui estetica, identità e funzionalità si fondono in un progetto unico. Un altro mega evento, curato quest’ultimo dallo storico della moda Olivier Saillard, è il 75esimo anniversario della maison Brioni, oggi controllata da Kering. Il primo brand italiano di moda maschile a sfilare sulla passerella della sala bianca di Palazzo Pitti nel 1952, celebra la sua gloriosa storia presentando la nuova collezione per il prossimo inverno sullo sfondo di una suggestiva retrospettiva del marchio attraverso una scenografica installazione. Al centro della manifestazione ci sarà la sfilata ‘Otherwise formal’ a cura della rivista Dust edita da Luigi Vitali con l’art direction di Luca Guarini. Un’occasione per riflettere sul mutamento del concetto di abbigliamento formale maschile: Pitti Uomo ha contribuito al superamento del concetto di classicità sartoriale, la sfilata ha luogo nel cavedio di fronte al padiglione centrale, negli spazi aperti della fortezza e si prefigge, attraverso una selezione di capi provenienti dagli stand della fiera, di rispondere alla domanda: “che cos’è il nuovo formale oggi?”.
E non poteva mancare il focus sulla sostenibilità, tema sempre più cruciale in questa fase storica. Nasce così il progetto ‘Think green: from waste to new materials’ : lo spazio Lyceum diventa per la prima volta un ‘luogo delle idee’ per una riflessione costruttiva e positiva su una produzione consapevole e sull’eco-design. Lo spazio, ideato dall’architetto Andrea Caputo autore di progetti retail con una visione aperta sui nuovi materiali nati dal concetto dell’economia circolare e del riciclo sarà una sorta di isola intorno alla quale si svolgeranno talk, dialoghi, confronti, provocazioni a cura della designer Angela Rui. Ma che uomo sarà quello che si affaccia sulla scena del prossimo inverno? A giudicare dalle previsioni dei ricercatori di tendenze di Pitti immagine il classico punta sui piumini dalla stampa tartan, sul fascino della divisa evocata da alamari e dettagli marziali come anche da certe fogge legate ai guerrieri ninja e alle tute workwear, sui mix inediti di jersey e lana all’insegna di un neo-edonismo, sul mood da gentleman rilassato a base di principe di Galles e pied de poule. Per gli amanti del look più informale niente di meglio di una sferzata di energia rock, uno spirito ribelle declinato in un’alternanza di pelle, velluti e sete scanditi dalla preponderanza del nero totale per cappotti fascianti e perfecto dove la creatività dei duri con stile si esprime al meglio nelle stampe. Inflessioni nordiche conquistano la scena del casual dove il design più minimal incontra un’anima hi-tech che si traduce in giacche in graphene, in capi cerati per varcare gli oceani, mentre echi vintage ripropongono il gusto settanta-ottanta che si coglie anche nei riferimenti alle tute dei primi astronauti russi, rivissute fra ironia e nostalgia. Chi dice avanguardia sceglie i cappotti più sofisticata dall’anima sci-fi con interni ingegneristici. La libertà agender, altro filone di punta nella moda maschile, si estrinseca nelle scelte di stile delle nuove generazioni sempre più consapevoli che propendono per la massima libertà d’espressione nel dresscode. Il nylon ottenuto dal recupero di reti da pesca e il pet riciclato sono protagonisti della moda ecologica e sostenibile, sempre più alla ribalta del dibattito sull’estetica contemporanea. Parola d’ordine: colori squillanti come il verde brillante e il giallo fluo soprattutto per lo sportswear, sdoganato nel guardaroba più urbano. Il parka scende sotto il ginocchio o diventa corto e per la sera non mancano cravatte corte e giacche scintillanti. Fra gli appuntamenti del Pitti di questi giorni segnaliamo la mostra ‘Celebluation’ di Renato Balestra che apre alla Fondazione Zeffirelli, il debutto di Chiara Boni nel menswear con la presentazione della collezione Trailblazer nella boutique fiorentina della stilista, lo IED svelerà la nuova edizione del progetto Detox sviluppato con le scuole di moda della penisola in tandem con Greenpeace, mentre Carlo Pignatelli torna al Pitti Uomo con una capsule di capi ricercati ed esclusivi (25 outfit in totale) dedicati ai nuovi dandy digitali che optano per fantasie tridimensionali geometriche, floreali o animalier e per lana, seta e lurex lavorati con il jacquard e il taglio vivo.
La Harrington Jacket di Baracuta, brand di WP Lavori in Corso, amata da James Dean, Frank Sinatra e Steve McQueen, sarà protagonista dello stand nel Padiglione delle Ghiaie dove saranno esposte le foto dell’agenzia Magnum che raccontano la storia del brand, mentre Blundstone festeggia 150 anni di storia con una speciale edizione del suo iconico stivale e Schneiders Salzburg presenta Eco-Montgomery, capo simbolo di una politica green che da sempre vede schierata in prima linea l’azienda salisburghese fondata nel 1946. Last but not least Lardini che propone sontuosi cappotti in Harris Tweed ispirati alla gran via siberiana, velluti broccati, trench termonastrati, cappotti in ‘carta tessuta’ e la sofisticata maglieria che riproduce il volto del lupo siberiano. Gabriele Pasini invece privilegia i cappotti, il tinto in capo declinato nella nuova versione del check rosso e nero e il gessato, una cifra dello stilista. Gallo reinterpreta il velluto con le sue calze variopinte realizzate in filato di ciniglia. Appuntamento a Firenze per la maratona di moda maschile più cool. Stay tuned.