Il salone di moda maschile fiorentino diventa sempre di più punto di riferimento internazionale per tutto ciò che riguarda l’abbigliamento maschile, dall’abito agli accessori perfino alla profumeria. Dal classico contemporaneo all’avanguardia, allo street style con particolare attenzione non solo alle glorie collaudate ma anche alla nuova generazione della moda.
La danza è il tema dell’edizione invernale della kermesse fiorentina per le anteprime delle collezioni maschili A/I 2016-17.
“Dimmi come balli e ti dirò come vesti.”
Pitti Dance Off è il tema guida della 91° edizione di Pitti Immagine Uomo di Firenze; i nuovi gesti della danza, Dance Off, sono la metafora di questo Pitti dove i brand, tra vecchi nomi e brand emergenti, si incontrano e scontrano ballando insieme, perché alla Fortezza da Basso del capoluogo toscano si è ballato a ritmo della street dance con scenografie e un allestimento speciali, per questa edizione curati dall’architetto e designer Oliviero Baldini.
Hanno sfilato i buyer provenienti da tutto il mondo, personaggi iconici della piazza del Pitti, alcuni con look più sobri ed altri con outfit decisamente più azzardati.
Un’altissima percentuale di cappotti dai colori panna, cammello e grigi neutri, senza dimenticare il classico 7/8 nei toni del blu. L’uomo della prossima stagione sarà un uomo sempre più attento al dettaglio, curato dalla testa ai piedi.
Il Must per il gentleman moderno è ovviamente il cappello, in feltro di Borsalino, elemento che da solo, esalta il gusto e l’eleganza della figura.
Il cappotto, sarà con grandi rever, a quadri o a righe, sempre rigorosamente nelle tonalità più neutre, dai marroni, ai panna o l’evergreen Blue Navy.
Stesso pattern anche per gli abiti, molto usati il quadro ed il gessato, tonalità neutre anche qui con la scelta che può variare dal monopetto al doppiopetto, il super DoubleBreasted, capo davvero di gran gusto, per chi vive la sprezzatura ogni giorno.
Match d’obbligo con le camicie, molto utilizzate anche per questo musthave del guardaroba maschile, le righe, con la possibilità di giocare sui colli, quello alla francese, ha sempre quel quid in più per far risaltare la cravatta, che assieme alla calza in questa edizione sono stati gli elementi più giocosi, tantissime le fantasie ed i colori.
Infine, arrivando ai piedi dell’uomo della prossima stagione invernale, le protagoniste sono state le classiche scarpe da gentleman, i vari doppia fibia, alti o bassi, rigorosamente in pellame pregiato, senza dimenticare frange e nappine per l’uomo più aggressivo. Divertenti, i mocassini trattati con particolari tecniche, che rendono la pelle molto lucida e dai colori accesi, per chi vuole davvero uscire fuori dagli schemi.
Ritorno al passato per Pitti: Stefano Ricci riapre la Sala Bianca di Palazzo Pitti, che negli anni Cinquanta tenne a battesimo la rinascita della moda italiana. Il prossimo 11 gennaio lo stilista riaprirà la storica location, nel 45esimo anniversario della maison fiorentina di abbigliamento maschile made in Italy: Stefano Ricci nel 2017 celebra l’importante anniversario sfilando nella prestigiosa location.
Correva l’anno 1952 quando la Sala Bianca cominciò ad accogliere le sfilate. L’operazione venne condotta da Giovanni Battista Giorgini: da allora la Sala Bianca divenne crocevia di buyers e mannequins. Nel 1965 Giorgini abbandonò la direzione della sfilate e l’ultimo défilé che ebbe luogo nei sontuosi saloni della Sala Bianca risale al 1982.
“È un passo importante nel rinnovato dialogo tra arte e moda -ha commentato Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi- ed un’iniziativa che dal punto di vista storico è coerente con il luogo stesso, la Sala Bianca di Palazzo Pitti, che nel 1952 ospitò la prima sfilata”.
Ad illustrare il percorso della moda italiana dagli anni Cinquanta ad oggi una mostra fotografica, che avrà luogo a Palazzo Pitti durante Pitti Uomo. “È per me un onore e una responsabilità riportare nel circuito della moda la Sala che ha rappresentato la nascita della moda Italiana, il luogo dove tutto è iniziato”, ha dichiarato Stefano Ricci.
Tutte le tendenze direttamente dall’edizione estiva di Pitti Uomo.
Pitti Uomo 90 fa parlare di sé non solo quale evento portatore di tutte le tendenze in fatto di moda maschile, ma anche per la sfilata di outfit di buyers, giornalisti e addetti al settore.
Andiamo a vedere nel dettaglio, il meglio dello style a Pitti Uomo 90:
Who is on next? Uomo, progetto di scouting dedicato ai giovani talenti del fashion designer, realizzato da Fondazione Pitti Immagine Discoverye promosso daPitti Uomo in collaborazione con Altaroma e L’Uomo Vogue, ha proclamato Carlo Volpi, vincitore dell’ottava edizione dell’iniziativa.
Carlo Volpi, brand fondato nel 2014 dall’omonimo designer, ha convinto la giuria per l’energia e la creatività che sprigiona la griffe. Il lavoro di Volpi è stato valutato positivamente perché in esso è vivida la tradizione manifatturiera italiana oltre che una ottima abilità tecnica e una spiccata propensione alla sperimentazione.
Con questa proclamazione, Carlo Volpi avrà la possibilità i presentare la propria collezione in occasione della prossima edizione di Pitti Uomo e usufruirà di un servizio di tutoraggio gratuito per un anno, fornito dalla nuova Direzione Pitti TUTORSHIP.
Il concept store Sugar, darà l’opportunità a Carlo Volpi di vendere la sua collezione all’interno dello showroom e grazie alla menzione speciale di yoox.com, il brand entrerà a far parte del progetto THE NEXT TALENTS2017 concepito da Vogue Italia e yoox.com per sostenere i giovani talenti della moda, durante la prossima fashion week che si terrà a Milano il prossimo febbraio 2017.
Una menzione speciale della giuria, presieduta dal direttore di Vogue Italia, Franca Sozzani e dall’amministratore delegato di Pitti Immagine, Raffaello Napoleone, ha premiato il brand di calzature Soloviere, fondato dalla designer Alexia Aubert, perché: “la sua proposta completa e originale. Un progetto interessante, con un focus su materiali di pregio e sulla funzionalità dell’accessorio. Molto apprezzati la manifattura di qualità, l’attitudine decisa del marchio e la personalità, con risultati di indiscutibile contemporaneità.”
Ad Alexia Aubert, inoltre, è stato assegnato il premio del Partner TOMORROW LIMITED, che le concederà, alla designer, la possibilità di vendere le sue creazione all’interno dello store parigino.
Il sarcasmo tinto di rosa e le irriverenti immagini, note per il loro stile provocatorio, sono oramai must have tra gli appassionati di arte che di sicuro non disdegneranno le ultime novità.
Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, l’eclettico duo artistico contemporaneo che si cela dietro al fenomeno visivo, nonché cult-magazine, ToiletPaper, in connubio con Seletti, sbarcano al Pitti in qualità di prima realtà non appartenente al settore moda invitata alla manifestazione.
Forti di tale primato, la fiera è stata scelta per presentare, in anteprima assoluta , la Tote bag, unica connessione del brand con il mondo della moda, le candele e i tappeti, lanciati lo scorso dicembre presso la Miami Art Week.
Le quattro diverse grafiche delle Tote Bag, Teeth, Pony, Lipstick e Deers, personalizzano la semplicità delle linee. Dotate di una comoda tasca interna sono adatte all’utilizzo giornaliero nel segno dell’eccentricità.
Le candele sono contenute in speciali tazze sulle quali sono riprodotte otto illustrazioni firmate Toiletpaper: Cat, Teeth, Lipstick, Pony, Two of Spades, Toad, Roses e Deers. La profumazione non poteva che essere particolare, infatti essa si differenzia in base all’ immagine rappresentata.
Mentre i tappeti, esposti in anteprima europea a Firenze, sono vere e proprie opere d’arte. Eyes, Toad, Parrot, BMW, Fingers, Insects, Sausages, Teeth, Phones, Roses, Two of Spades, Legs sono le varianti stampate sul tessuto trattato termicamente per garantire la massima resistenza e intensità dei colori.
Per festeggiare l’importante traguardo pochi selezionatissimi ospiti sono stati invitati ad un party presso la balera La Perla. Cult anni ’80 e ’90 e esperti ballerini di liscio, oltre agli storici proprietari, Romano e Lina, hanno reso la presenza del design brand, in linea con il suo stile, davvero indimenticabile.
Atmosfere post industriali per il primo fashion show del designer durante l’ultima edizione del Pitti.
Il trentenne bresciano Vittorio Branchizio, a seguito della vittoria allo scorso Who’s on Next, contest curato da Pitti Immagine, Altaroma e Condè Nast, dedito allo scouting per stilisti emergenti, torna al Pitti Uomo con il fashion show della collezione Autunno/Inverno 2016.
Cresciuto in un ambiente eclettico, dove l’attitudine a interagire con il mondo delle arti visive l’ha contagiato sin dalla tenera età, ha espresso da sempre il desiderio di collaborare con talenti del panorama artistico contemporaneo ai fini di fusioni e ispirazioni reciproche.
Nasce così anche la passione per l’arte del filato e del know how italiano annesso. Le tecniche artigianali e le nuove tecnologie hanno guidato Branchizio nella selezione di cachemire, seta, cotone, lino e lana merino proposti dalle eccellenze del territorio nazionale. Romantica e evocativa la nuova collezione raccoglie le cromie e le trame delle pietre del fiume Arno.
In sincronia con la sfilata, una video proiezione ha guidato lo spettatore nella percezione dell’ispirazione creativa.
Il blu notturno, il rosato e il glaciale delle pietre hanno preso vita sui filati e nella manipolazione dei capi finiti che ricordano, nei loro volumi, le lunghezze mediorientali e lo studio delle proporzioni giapponesi.
Questa volta la sinergia artistica è giunta con l’artista Sergio Perrero e con il designer Uros Mihic, contattati per gli elementi pittorici e lo studio dell’origami.
Concettualmente graffiante e contemporanea la maglieria di Branchizio assume, anche per le prossime stagioni, una connotazione colta e contemporanea in grado di tramandare in modo innovativo uno dei patrimoni artistici italiani.
È il brand che celebra da anni la bellezza femminile, esaltando le curve e il sex appeal più prorompente: da Claudia Schiffer ad Eva Herzigova, da Kate Upton ad Adriana Lima, passando per Anne Nicole Smith e Laetitia Casta, Guess ora si affida alla sensualità di Belen Rodriguez, nuova testimonial per la Primavera/Estate 2016.
La bella argentina, che ha posato per una campagna pubblicitaria hot scattata da Joseph Cardo in quel di Malibu, ha sfilato nella prima giornata di Pitti Uomo. La febbre non ha fermato la showgirl, protagonista assoluta della passerella alla Fortezza da Basso, a Firenze.
Belen, fresca di separazione da Stefano De Martino, ha monopolizzato l’attenzione dei partecipanti alla 89esima edizione di Pitti Uomo. Tutti gli occhi erano per lei, che si è detta fiera di rappresentare un marchio quale Guess.
“Un sogno che si avvera“: ha commentato così la bella argentina il suo ultimo lavoro come testimonial del celebre brand americano. La sfilata che ha avuto luogo a Pitti Uomo 89 ha visto tre uscite della showgirl: strizzata in un tubino rosso da pin up, come una novella Jessica Rabbit, sofisticata in un lungo abito nero dalle trasparenze audaci, e, infine, in un abito azzurro in svolazzante georgette di seta dagli spacchi hot.
Strizzata in succinti abiti in denim nelle foto della campagna pubblicitaria, per Belen Rodríguez è la consacrazione ad icona della bellezza contemporanea. Gli scatti compariranno su 80 riviste e in 16 paesi nel mondo a partire da febbraio. Intanto la showgirl è protagonista assoluta a Pitti.
Ci sono nomi che, oltre ad aver reso la moda italiana famosa in tutto il mondo, le hanno conferito una magia ed uno charme talmente unici ed irripetibili da essere ricordati in eterno. La storia di Emilio Pucci è ricca di nobiltà e di avventura, sullo sfondo di una Firenze patrizia fino alla conquista degli States e all’affermazione della maison italiana nel mondo.
Emilio Pucci, marchese di Barsento, nacque a Napoli il 20 novembre 1914 dalla nobile famiglia fiorentina dei Pucci. Provetto sciatore, nel 1934 viene selezionato dalla squadra nazionale olimpica italiana di sci e partecipa alle Olimpiadi invernali del 1936.
Il giovane Emilio coltiva la passione per lo sci e per la pittura. Dopo aver vinto una borsa di studio presso il Reed College, nell’Oregon, dove avrebbe dovuto continuare i suoi allenamenti nello sci, sorprende tutti disegnando l’uniforme della squadra. I suoi primi bozzetti nascono così, in modo del tutto spontaneo e casuale, ma rivelano un genio ed un estro sorprendenti.
Dopo aver concluso un master in scienze sociali negli States, l’eclettico aristocratico non torna in Italia ma si imbarca su una vecchia nave e parte per un improvvisato giro del mondo, impresa che paga cara al suo rientro in patria, dove viene accusato dalle autorità militari di renitenza alla leva.
Prima di avvicinarsi alla moda il marchese fu un grande sportivo: dopo essersi arruolato nella Regia Aeronautica nel 1938, lavorò come istruttore di sci al Sestriere. Rientrato nella sua Firenze, avviene l’incontro che segna la sua vita, con la moda, di cui l’inconsapevole designer cambierà il corso. Anche in questo campo, la fortuna di Emilio Pucci proviene ancora una volta dal mondo dello sport, oltre che da un indescrivibile talento come disegnatore di bozzetti: dopo aver creato, quasi per gioco, una tenuta da sci per un’amica, nel 1947, viene immortalato con quest’ultima dalla fotografa di moda Toni Frissell sul numero di dicembre di Harper’s Bazaar. Quella tuta da sci improvvisata dai colori fluo colpisce l’attenzione dei media e diventa must have ante litteram della moda invernale.
L’aristocratico dal gusto innato viene incoraggiato dall’inaspettato successo a proseguire sulla strada della moda: è Capri la location scelta per aprire la sua prima boutique, nel 1950. La personalità e l’originalità pagano sempre, e quei colori brillanti su stampe dai motivi così particolari rappresentano fin da subito qualcosa di assolutamente inedito nel panorama della moda italiana e mondiale. Pioniere della moda italiana e perspicace trendsetter, il marchese partecipa l’anno seguente, nel febbraio del 1951, alla prima sfilata di moda mai organizzata in Italia, realizzata grazie a Giovanni Battista Giorgini a Firenze, nella mirabile location di Villa Torrigiani.
Emilio Pucci si impone in brevissimo tempo come uno dei protagonisti più amati delle passerelle fiorentine. Le sue creazioni, dalle fantasie optical e dalle cromie esplosive, unite alla cura nella scelta di tessuti pregiati, sdoganano in breve lo stilista anche all’estero: “The Prince of Prints”, il principe delle stampe, è il nome assegnatogli dalla stampa anglosassone. Nel 1954 avviene una prima consacrazione ufficiale in America, con l’assegnazione del prestigioso Neiman-Marcus Award. Mentre la moda guarda sempre più a Parigi, all’Haute Couture di nomi come Christian Dior e al suo New Look dal gusto classico, Emilio Pucci crea una nuova concezione dello stile, che privilegia la comodità e le stampe.
Capostipite di quello che oggi viene chiamato Sportswear, la libertà sembra essere ciò che più gli preme, per capi drappeggiati e morbidi in tessuti come la seta, l’organza, la gabardine e la mussoline. Definito da Giovanni Sartori “un grande cavaliere antico”, Pucci scglie come suo quartier generale per la sua casa di moda Palazzo Pucci in via de’ Pucci: è la sua Firenze ad ispirarlo, e l’antico palazzo nobiliare è ancora oggi sede della maison. Suggestive e pregne di un gusto indimenticabile, le foto scattate sul tetto del palazzo di famiglia, forse simbolo per antonomasia del gusto del marchese e della sua visione dell’eleganza. Innumerevoli saranno le modelle ad indossare capi Emilio Pucci: celebri le foto scattate da Henry Clarke e Gian Paolo Barbieri, con modelle del calibro di Marisa Berenson e Benedetta Barzini, solo per citarne alcune. Tute dal sapore etnico, pigiama palazzo che ricordano l’Oriente, e ancora turbanti e dettagli che profumano di terre lontane: lo stile Emilio Pucci affascina con un mix di storia e ricercatezza, per capi sofisticati come pochi.
Dopo aver brevettato nel 1960 “emilioform”, un tessuto leggero composto da helanca mixata a shantung di seta, nel 1966 Pucci lanciò il suo primo profumo, Vivara. Nel 1956 creò una delle sue collezioni più celebri, ispirata alla Sicilia, rappresentata mirabilmente da indimenticabili scatti ambientati a Monreale; l’anno seguente fu il Palio di Siena ad ispirarlo, e nel 1959 le opere del Botticelli. Nel 1967 portò le sue sfilate nel palazzo di famiglia, e nello stesso periodo disegnò le uniformi per le hostess della Braniff International Airways. Avanti rispetto ai tempi, la collezione, denominata Gemini 4, vede un mood da space oddity, ed è seguita dalla creazione del logo per la missione speciale della NASA denominata Apollo 15. In Italia disegnò le divise dei Vigli urbani, con i fatidici elmetti ovali sulla divisa blu dai lunghi guanti bianchi: inoltre si dilettò con la moda maschile, con la creazione di fragranze e con la produzione di ceramiche per la casa.
I capi colorati di Emilio Pucci andarono letteralmente a ruba nei grandi magazzini Saks, dando origine ad una vera e propria Puccimania. Un gusto innato per il colore ed una capacità unica come disegnatore, le sue creazioni avevano un quid che le differenziava da tutte le altre: l’allegria ed un approccio artistico alla moda, nella sua ricerca certosina per la creazione di stampe originali.
Durante la Seconda Guerra Mondiale Emilio Pucci fu ufficiale dell’Aviazione, pluridecorato con tre Medaglie d’argento al valor militare, sette di Bronzo e tre Croci di guerra al valor militare. Personalità eclettica, negli Sessanta il marchese decise di entrare in politica, col partito liberale e fu nominato Sottosegretario al Ministero dei Trasporti. Il 4 giugno del 1982 fu nominato Cavaliere del Lavoro. Il 29 novembre del 1992 il marchese si spense nella sua amata Firenze, all’età di 78 anni.
Dopo la sua scomparsa la figlia Laudomia ha ereditato la direzione del marchio, di cui ancora oggi cura l’immagine generale. Nel 1996 una grande mostra in onore del marchese è stata allestita a Pitti, mentre il suo talento così unico è stato al centro di un volume edito da Taschen. Nel 2000 il gruppo francese LVMH (Louis Vuitton) ha acquistato i diritti sul logo Emilio Pucci e sulle creazioni storiche, rendendosi protagonista di un rilancio del brand gestito in modo sapiente: è solo dalla celebrazione del glorioso passato della maison che si può ripartire, rivisitandone modelli e motivi per declinarli in collezioni nuove facendo rivivere la magnificenza dello stile Pucci nella contemporaneità. La storica maison ha visto alternarsi alla sua direzione creativa numerosi designer, da Stephan Janson e Julio Espada a Christian Lacroix, da Matthew Williamson a Peter Dundas, fino all’attuale direttore creativo Massimo Giorgetti. Con oltre 50 boutique nelle località più esclusive del mondo e un fatturato calcolato tra Italia, Stati Uniti e Giappone, la maison è ancora oggi simbolo di un’incomparabile eleganza.
RACCONTANO AUTENTICITÀ DA UN SAPORE SECOND HAND LE STAMPE, LEIT MOTIV DELLA COLLEZIONE SS16 ROY ROGER’S.
E IL CALZINO DIVENTA LA NUOVA POCHETTE, DA PORTARE NELLA TASCA POSTERIORE DEI JEANS Denim & Socks
Sono le stampe balinesi uno dei temi della collezione Roy Roger’s SS16, monocromatiche su fondo mattone o in tre colori.
Ma quelle autentiche, che Roy Roger’s ha fatto realizzare da un’impresa artigiana di Bali – secondo l’antico metodo block print che utilizza matrici in legno – per poi produrre in Italia alcuni capi della nuova stagione estiva.
L’effetto finale presenta qualche preziosa imperfezione che rende camicie, polo, pantaloni, bermuda, costumi da bagno mai uguali tra loro. Sono da indossare su pantaloni beige o verdi militari, dai lavaggi aggressivi, in canvas e gabardine.
“E’ questa per me la vera eccellenza”, spiega Guido Biondidirettore creativo del Gruppo Sevenbell. “Ricercare tradizioni del “saper fare” radicate nei territori, valorizzarle e promuoverne la conoscenza trasferendo produzioni originali ed autentiche in capi realizzati in Italia”.
La collezione nautical memories è pensata per un uomo dallo stile tradizionale con una patina second hand. Stampe di antiche Carte Geografiche arricchiscono polo, t-shirt, costumi, camicie e si alternano alle stampe di pesci monocromatici o, per le camicie, alle nuove righe recuperate dall’intimo di una volta.
Nel tema del nautical i Blazer mono o doppio petto, con bottoni in corno e la spilla RR nell’asola, sono in denim, denim/cotone/lino, Chambray giapponese, sottoposti a lavaggi diversi, studiati per un effetto second hand.
Completano la collezione, la linea di bomber double reversibile dove il denim blue intenso si doppia al nylon; o il nylon jacquard a quadri si accosta a quello monocromatico. I colori vanno dal blue indaco, al mastice e al corallo.
Sul fronte del denim, prosegue il progetto eco-jeans con una capsule collection numerata realizzata con un processo produttivo a impatto zero con spruzzi di ghiaccio e senza additivi.
Denim & Socks è la pochette del jeans
Do not forget to roll up your pants!
I calzini colorati con micro fantasie di ancore e barche a vela, diventano la nuova proposta di pochette inseriti nella tasca posteriore dei jeans della linea Denim & Socks.
BEACHWEAR
Si rinnova di sei foto d’Autore la linea “Around the world” dove il tema del viaggio è declinato attraverso la stampa in digitale dell’immagine, riprodotta a vivo su tutta la superficie del costume.
Ogni scatto ricorda una località nota ai surfisti e, per la SS16, sono a firma di Guido Biondi, Alex S. Maclean, Jeremy Tan, Nigel Noyes, Alvis Upitis; oltre a una foto storica BN degli anni 40 proveniente dall’archivio Hulton.
Completano la collezione i costumi con stampe nautiche o fantasie balinesi in nylon tinto capo per un effetto stropicciato; e il modello a 5 tasche monocromatico.
KAWECO per ROY ROGER’S
E’ il risultato della collaborazione con la storica azienda tedesca Kaweco (fondata nel 1883) la sfera e la stilo in alluminio blu indaco che, sottoposto ad un lavaggio stone washed, dona un aspetto usurato dal tempo. Così si incontrano due aziende unite da una lunga tradizione familiare, profondo know-how nel proprio settore e grande attenzione alle innovazioni.
VULCANIZED SHOES
La linea Vulcanized shoes propone un modello realizzato con uno speciale tessuto Limonta dall’effetto cordato. Ma anche nei tessuti della collezione, riuscendo a sottoporre la scarpa ad alcuni trattamenti stone washed e tinto capo, abitualmente adottati nei capi di abbigliamento.
Tra le novità l’effetto “sporcata” della striscia in gomma che unisce la tomaia alla suola.
New York è sempre stata fonte di grande ispirazione e città-calamita, a partire dall’attore e regista Steve Buscemi che ci rimase come volontario vigile del fuoco dopo gli attentati dell’11 settembre a Frank Sinatra che ne cantava le melodiche storie.
E’ con un tocco metropolitano, stile New York ma sempre legato alla toscanità, che la collezione The Bridge si ispira per la stagione Primavera-Estate 2016.
“ Visitare questa città è per me fonte di stimolo creativo indiscusso. La sfida è stata poi quella di esprimere questa vitalità effervescente in una collezione di accessori che fossero moderni, eleganti e trasversali” – dichiara Eduardo Wongvalle, direttore artistico del brand.
Borse che ricordano sempre il tema del viaggio, per chi ama spostarsi alla ricerca di novità e di un’avventura. L’uomo e la Donna The Bridge sono creativi, visionari, cercatori e non intendono rinunciare allo stile e al gusto oltre che alla praticità. E’ con questa attitudine che la collezione Primavera-Estate 2016 si compone di borse leggere, dei migliori pellami, un pellame pieno fiore, un vitello lavorato per un effetto “a stampa d’elefante”. Le venature risultano enfatizzate da uno speciale trattamento del colore che conferisce un aspetto vissuto.
Cura meticolosa per le cuciture ed i dettagli, eseguiti secondo la tradizione toscana della selleria, novità assoluta la forma squadrata dell’intera linea e la nuance French blu che aggiunge quel tocco “glam” e contemporaneo.
Tribeca è il nome dato da Eduardo Wongvalle, direttore artistico The Bridge, alla nuova collezione uomo per la Primavera-Estate 2016.
Una collezione che rispecchia sempre l’animo del marchio, dal design leggero e dinamico, libero da accessori inutili ed abile a ridefinire il concetto di lusso funzionale.
Guarda la collezione Uomo Primavera-Estate 2016 The Bridge: