Strutture come onde sinuose sulla sabbia, disegnate dal vento.
Una concezione architettonica virale e primordiale, modellata su una visione contemporanea dello spazio sulla quale la sua architettura ha preso forma.
Non rimane che il commiato ad una grande artista che generosamente ha donato l’arte in tutto il mondo, valorizzando gli agglomerati delle città.
Zaha Hadid, venuta alla luce a Baghdad il 31 ottobre 1950, nacque in una delle famiglie più ricche del Paese (il padre era un facoltoso politico ed industriale) che le permise di poter consolidare la sua passione per la matematica conseguendo una laurea presso l’Università di Beirut per poi intraprendere gli studi di architettura a Londra presso l’Architectural Association.
Il percorso di Zaha, l’architetto donna più autorevole al mondo (così venne definita dal TIME nel 2010 inserendola tra le 100 donne più influenti al mondo n.d.r.) in quegli anni, era in forte ascesa.
Grande giovamento ricavò dall’incontro avvenuto con l’ingegnere strutturista irlandese Peter Rice, che la spronò a proseguire la sua carriera da architetto.
Nel 1994 occupa la cattedra presso l’Harvard Graduate School of Design che un tempo era dell’architetto e urbanista giapponese Kenzō Tange.
Zaha Hadid amava il suo lavoro e, la passione innata per l’architettura, la porta a vincere il Premio Pritzker nel 2004 (prima donna a ottenerlo n.d.r.) e il Premio Stirling nel 2010 e nel 2011.
Il genio dell’architettura fu molto attiva sul campo, progettando edifici magnifici che si possono ammirare in tutto il mondo.
Da Londra a Roma, fino a Belgrado: il suo contributo iper contemporaneo su progetti architettonici inusuali, poco schematici e liberi da qualsiasi contesto urbanistico, fanno di Hadid, scomparsa ieri a Miami, 31 marzo 2016 a causa di un infarto fulminante, l’architetto donna più incontrovertibile che il mondo dell’arte possa conoscere.
Ad oggi, orfani della sua immane cultura e del suo gusto estetico complesso, non ci rimane che contemplare le sue opere architettoniche, ringraziandola per averci donato, attraverso la sua arte, un pezzo della sua anima.
«Quando la gente vede cose fantastiche, la prima cosa che pensa è che non siano possibili. «Invece non è vero; siamo capaci di costruire cose formidabili». Zaha Hadid