Paul Leonard Newman è stato un attore, regista e produttore cinematografico statunitense. Considerato uno dei più grandi attori della storia del cinema Hollywoodiano, nella sua lunga carriera vinse tre Oscar, sei Golden Globe e un Emmy Awards, oltre a ricevere una stella sull’Hollywood Walk of Fame e altri riconoscimenti. Assieme ad Ennio Morricone, Henry Fonda e Laurence Olivier, detiene il singolare primato di aver ricevuto prima l’Oscar alla carriera e poi come vincitore tra i candidati. Nella ripresa economica del Dopoguerra, si occupò della gestione della ditta paterna; nel 1949 sposò Jacqueline E. Witte e decise di intraprendere la carriera cinematografica: Newman somigliava in viso a Marlon Brando , altra stella di Hollywood. Dal matrimonio nacquero tre figli: Scott Allan (1950-1978), Susan Kendall (1953) e Stephanie (1954). Dopo aver frequentato per meno di un anno la scuola d’arte drammatica della Yale University, si iscrisse all’Actor’s Studio di New York e debuttò nel 1953 in teatro a Broadway in “Picnic”, opera poco dopo resa famosa da un omonimo film.
La sua leggenda racconta di un attore in cerca di sfide con se stesso. Nel 1973 molla per lunghi periodi il set per destreggiarsi con il mondo dei bolidi in circuito, prima a livello amatoriale, poi da professionista e infine da gentleman driver, fino a correre da protagonista la 24 ore di Le Mans.
Per non parlare del grado di sensibilità ed acume umano dell’attore, cioè della sua attività come filantropo. La sua forte passione per la cucina lo portò a creare la “Newman’s own”: salse e beneficenza.
E ancora, non molti sanno che una delle sue fondazioni generó in Italia nel 2007 la “Dynamo Camp”, una struttura che si occupa di ragazzi con problemi gravi di salute.
Di se stesso disse:
“sono stato un pessimo giocatore di softball, badminton e un pessimo pugile : vuoi vedere che sono un pilota decente?”
I capi che lo contraddistinguono sono:
– Colori neutri o per lo più scuri
– Outfit sartoriale, ma casual in pieno stile classico americano
– Impeccabili loafers
– Jeans a cinque tasche e camicia bianca, l’abbecedario del preppy Style
Indimenticabili le sue foto in tuta ignifuga e casco. Sport ed eleganza: Rayban Aviator e Rolex, il celebre cronografo Daytona, a lui indissolubilmente legato. Newman si poneva a cavallo tra l’uomo integerrimo degli anni ’30 e il giovane ribelle delle decadi successive.
Il suo stile seguiva questi principi: polo sbottonate nei primi bottoni sotto giacche e pantaloni a vita alta, camicie bianche e cravatta ma solo se con le maniche sbottonate e rigirate e colletti di cardigan o di cappotti rigorosamente all’insù. Un sapiente ensemble di eleganza classica, indossata in modo nuovo ed inusuale. Paul Newman incarna lo stile a cui si è ispirato in seguito anche Ralph Lauren, l’americano sportivo ma elegante, una sorta di versione a stelle e strisce del gentleman anglosassone: non si può non ricordarlo, non si può non amarlo.
Il 31 luglio 2008 è stata data ufficialmente notizia di una diagnosi di cancro ai polmoni, effettuata dallo Sloan-Kettering Cancer Center di New York, uno dei maggiori centri negli USA per la lotta ai tumori. Secondo il Sun e altre testate, l’attore sarebbe vissuto solo poche settimane, dopo l’ultimo ciclo di chemioterapia presso il Weill Cornell Medical Center di New York. Dopo aver scelto di smettere le cure, si è ritirato a vita privata per passare gli ultimi giorni di vita con la famiglia. Il 26 settembre 2008 l’attore è morto nella sua casa di Westport nel Connecticut. Aveva 83 anni.
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Buon compleanno, Paul Newman
Avrebbe compiuto gli anni oggi, l’indimenticabile Paul Leonard Newman da tutti conosciuto come Paul Newman. L’attore hollywoodiano figlio di una donna slovacca e padre commerciante di articoli sportivi, nacque infatti a Shaker Heights, il 26 gennaio 1925.
Strappato dalla vita militare a causa del suo daltonismo, il giovane Paul riuscì comunque a partecipare all’azione bellica sopra i cieli del Pacifico meridionale durante la seconda guerra mondiale. I suoi magnifici occhi blu furono testimoni di uno degli accadimenti più gravi che la storia mondiale abbia mai dovuto raccontare: il terribile fungo atomico sprigionato dalla bomba nucleare sganciata su Hiroshima.
È nel secondo dopoguerra che Paul Newman inizia a muovere i primi passi nel cinema dopo essersi iscritto all’Actor’s Studio di New York e aver sposato nel 1949 la moglie Jacqueline E. Witte dalla quale ebbe tre figli: Scott Allan (morto a 28 anni per overdose), Susan Kendall e Stephanie.
La sua prima interpretazione nel film “Il calice d’argento” fu ritenuta dalla critica un vero fiasco. Il The New Yorker giudicò con queste parole la sua performance: “Recita la sua parte con il fervore emotivo di un autista di autobus che annuncia le fermate locali.”
Fu in quell’occasione che l’attore si espose con consapevolezza e con una devastante umiltà chiedendo scusa pubblicamente per la deludente prestazione .
Archiviato il matrimonio con Jacqueline, il 29 gennaio 1958, a Las Vegas, convola in seconde nozze con l’attrice e produttrice televisiva e cinematografica Joanne Woodward. Dalla protagonista di “La donna dei tre volti” ebbe a sua volta tre figlie: Elinor “Nell” Teresa, Melissa “Lissy” Stewart e Claire “Clea” Olivia.
I due siglarono anche un’importante sodalizio lavorativo. Assieme interpretarono “Dalla terrazza”, “Paris Blues”, “Il mio amore con Samantha”, ”Un uomo oggi” (solo per citarne alcuni).
Ma è con pellicole come “La gatta sul tetto che scotta”, “Intrigo a Stoccolma”, “L’inferno di cristallo”, “ La stangata” e “Lo spaccone” che Paul Newman viene consacrato come “Leggenda del cinema.”
Dopo molteplici fatiche, negli anni ottanta giungono i primi riconoscimenti. Nel 1986 vinse il primo Oscar alla carriera e l’anno successivo, con “Il colore dei soldi”, fu premiato come migliore attore protagonista.
Insieme allo scrittore Aaron Edward Hotchner, nel 1982 fonda la “Newman’s Own”: un’azienda eretta per produrre beni alimentari biologici il cui ricavato viene tutt’ora devoluto per scopi umanitari ed educativi.
Sei anni più tardi fonda l’Associazione “Hole in The Wall Camps”. Il progetto che realizza programmi di terapia ricreativa per bambini gravemente malati, oltrepassa i confini americani fino ad approdare in Europa e in Africa. Un impegno umanitario talmente sentito che lo porta a ricevere il suo terzo ed ultimo Oscar con il premio umanitario Jean Hersholt.
Paul Newman era un uomo diviso fra due grandi passioni: le donne e le automobili.
Infatti, divenuto un discreto pilota dopo aver interpretato “Indianapolis pista infernale”, disputò le prime gare nel 1972 nel Campionato organizzato dallo Sport Car Club of America . Il gentleman delle corse riuscì perfino a trionfare in diverse competizioni.
Dopo alcuni anni di assenza, nel 1994 torna sulle scene cinematografiche con “Mister Hula Hoop” dei fratelli Coen. L’anno successivo, nel 1995, viene premiato al Festival di Berlino con l’Orso d’Argento per il film “La vita a modo mio” di Robert Benton.
Il 25 maggio del 2007 annunciò il suo ritiro dalle scene perché “troppo vecchio per recitare”.
Morirà all’età di 83 anni, il 26 settembre del 2008, dopo una breve ma dolorosa battaglia contro un tumore ai polmoni.