Il debutto di Anthony Vaccarello in Saint Laurent

Già con la collezione autunno/inverno 16-17, maison Saint Laurent aveva mostrato tutto il suo legame per gli anni ’80, filone che oggi è più vivido che mai nella collezione primavera/estate 2017 presentata a Parigi in occasione della Parigi Fashion Week.

Il debutto di Anthony Vaccarello nell’azienda non ha lasciato dubbio alcuno. Gli archivi della maison sono stati scandagliati mantenendo la fisionomia di Saint Laurent.

I capi proposti in passerella hanno un’anima rock, forte e dirompente. Ricordano la bellezza androgina di Grace Jones, modella per Yves Saint Laurent negli anni ’80.

La pelle è stata elaborata per creare goffrature che animano le maniche a prosciutto.

Il fil rouge che lega la collezione è lo scollo a cuore che regala estrema femminilità a top in pelle rigida o resi lucenti da un tripudio di paillettes.

Gli eighties risplendono negli abiti in lurex dorati o negli mini dress da sera costellati da maxi pois gold.

L’immancabile blazer maschile si fa sartoriale e la stampa animalier si tinge di una tonalità green che va in contrasto con il black del tulle.

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Fonte cover Madame le Figaro

Fonte gallery vogue.com

Schiaparelli: un tuffo nel passato

Ha sfilato nell’ambito dell’Haute Couture parigina Schiaparelli. Un défilé ricco di suggestioni antiche ma evergreen, con un tuffo nel glorioso passato della maison: è infatti alla celebre collezione Circus del 1938 che Bertrand Guyon si è ispirato per l’Autunno/Inverno 2016-2017.

Dall’aprile scorso alla direzione artistica delle collezioni Haute Couture e Prêt-à-couture, lo stilista riporta in auge il surrealismo che rese celebre Elsa Schiaparelli. Un’eredità pesante che però Guyon reinterpreta in modo mirabile, riuscendo nell’arduo compito di traportare l’eccentricità e la poesia della mente creativa di madame Elsa in una collezione che strizza l’occhiolino anche al mondo contemporaneo.

Suggestioni surrealiste sfilano fin dalla prima uscita: occhi e bocche, ma anche profili femminili fanno capolino da abiti asimmetrici. Largo a stampe caleidoscopiche, a partire dalla stessa location, che ricorda essa stessa i tendoni di un circo. Capi intrisi di sobria eleganza rivelano nella lunghezza maxi e nelle proporzioni un inedito ritorno agli anni Trenta. Velluto nero e maniche a sbuffo strizzano l’occhio ad un minimalismo che viene impreziosito dai ricami: è il circo con la sua stravagante eleganza e il suo immaginario ricco di meraviglie ad essere rappresentato sulla passerella. Animali fantastici, elefantini acrobatici, angeli, arabe fenici, costellazioni mitologiche ed esoteriche, e ancora farfalle e arte astratta: queste sono le stampe che sbucano da lunghi abiti scuri ma anche da minidress dall’appeal moderno. Motivi floreali e astrologici si alternano all’ironia di grandi cuori rosa shocking che sbucano da maxi dress da dea. Attenzione quasi maniacale per i dettagli, che diventano istrionici. Pellicce su minigonne audaci vengono decorate con animali fantastici che ricordano i bestiari medievali.

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Infine sfilano pepli in raso caratterizzati da sofisticati drappeggi e lunghi abiti da gran soirée ricoperti di paillettes. Organza e sete preziose per abiti da red carpet, che controbilanciano l’austerità delle giacche sartoriali e dei cappotti in jacquard.
Nel front row spiccano Isabelle Adjani, Marina Hands, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli di Valentino, che non commentano le ultime news circa il passaggio della Chiuri alla direzione creativa di Dior.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Paul Smith omaggia Bob Marley e inneggia alla pace

Ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week il fascino british firmato Paul Smith. Una Primavera/Estate 2017 all’insegna del colore: una full immersion nelle nuance caraibiche, per una collezione che non disdegna i colori fluo: dall’arancio al giallo canarino fino al verde mela per giacche dal taglio sartoriale e camicie.

Ironico e frizzante, l’uomo Paul Smith avanza sulla passerella come fosse direttamente uscito da un’ambientazione giamaicana: e proprio sulle note di Bob Marley che prende vita una sfilata ricca di suggestioni. E accanto alla stampa caleidoscopica che ricorda l’arcobaleno è onnipresente su bluse e profilata nei dettagli, ecco sbucare da ogni dove il simbolo della pace, che sembra costituire il leit motiv dell’intero défilé: lo ritroviamo nelle cinture come logo stampato all over.

Tra jeans ricamati e tute da lavoro che sembrano rubate alla working class ecco la sartorialità tipica del brand inglese, con completi classici sapientemente sdrammatizzati attraverso le nuance fluo. Torna prepotentemente alla ribalta un must have evergreen della stagione estiva: il pantalone bianco, da indossare qui coordinato a capi coloratissimi. Ai piedi dell’uomo Paul Smith ironiche espadrillas anch’esse declinate nei colori dell’arcobaleno.

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Stampe tropicali imperversano tra decorazioni floreali e denim all over. Audaci ed iconiche le nuance scelte, tra un tartan in chiave Seventies e citazioni tecno. L’uomo visto da Paul Smith è ricco di verve e personalità e affronta la stagione estiva con classe ed eleganza, in bilico tra passato e presente.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Ann Demeulemeester: sfila il gotico romantico

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Ha sfilato a Parigi la Primavera/Estate 2017 firmata Ann Demeulemeester: un défilé ricco di suggestioni, dal gotico ad un inedito romanticismo vissuto in chiave dark. Sébastien Meunier, direttore creativo della maison, sembra proprio aver lasciato il cuore in questa collezione: e proprio il cuore diviene simbolo che, attraverso un sapiente uso di immagini iconiche, va ad impreziosire bluse e top.

La frase “I am red with love” diventa motto della collezione: lo ritroviamo ovunque, stampato su cardigan come una bandiera, o appena accennato, come un dettaglio, che fa capolino tra le maniche di lunghe casacche. In nome dell’amore, si potrebbe dire. Ma l’immaginario punk-rock a cui il brand ci ha da tempo abituati non viene scalfito dai cuori.

Sfila un uomo selvaggio che si perde dentro seta e chiffon dal piglio delicato, sapientemente smorzato dai pantaloni aggressivi. Non mancano perle e foglie, indossate su collane che rendono l’uomo Ann Demeulemeester quasi efebico, un eroe romantico degno del miglior romanzo ottocentesco. Suggestioni army-chic sbucano tra le giacche militari e le cinture avvitate che esaltano il portamento.

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La camicia bianca viene declinata in chiave vittoriana, perduta dentro stratificazioni e un riuscito costruttivismo. Eleganza classica e sofisticata dal retrogusto ribelle e scanzonato, per l’uomo che calca la passerella. Meunier, alla guida della maison dal 2014, sembra in bilico tra il rispetto dei codici tipici della maison ed un’urgenza impellente di dare sfogo alla propria personalità e al proprio estro, che in questa collezione vengono fuori in mirabile equilibrio con la tradizione.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Sfila a Parigi il gioco delle silhouette firmato Balenciaga

Parigi, Lucas Ossendrijver festeggia 10 anni da direttore di Lanvin Homme

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Lanvin vuol dire romanticismo” ha dichiarato Lucas Ossendrijver, da 10 anni esatti direttore creativo della moda uomo della maison. Frase che stona un po’ con una sfilata di moda tutta cinghie ed elementi metallici. Ma a ben guardare, il romanticismo c’è: rose come tatuate sulle camicie, frecce di cupido che fanno da fibbia alle cinture o da decorazione ai maglioncini,  versi di poesie d’amore attorno alla cinta dei pantaloni. Dettagli poetici in una collezione di moda uomo in cui il protagonista è l’accumulo (apparentemente casuale) di strati, capi e tessuti. Sulla t-shirt a girocollo si indossa una camicia di seta aperta, e sopra ancora un leggerissimo parka. I capispalla sono stati creati da Ossendrijver e dallo staff creativo di Lanvin con una cura maniacale, per poi essere schiacciati sotto una pressa appena prima della sfilata. Eleganza noncurante, negazione della bellezza, mortificazione di tessuti preziosi hanno reso questa sfilata di moda un po’ originale e molto destabilizzante.


La stessa maison Lanvin è di fatto un territorio destabilizzato, un campo minato il cui equilibrio è stato appena sconvolto da un tornado. Dopo il burrascoso addio dello storico direttore creativo Alber Elbaz, la nuova designer Bouchra Jarrar attende il debutto ufficiale con la sfilata di moda donna del prossimo settembre. I riflettori sono puntati sulla stilista e sulle possibili rivoluzioni che apporterà all’estetica femminile del brand, e i dubbi sul futuro della maison non potevano non coinvolgere anche la moda uomo. “Sono tempi strani per la moda, e per il mondo in generale – ha dichiarato diplomaticamente Lucas Ossendrijver commentando la sua collezione – Ho deciso semplicemente di essere creativo. Non c’era molto altro che potessi fare“. Ed eccolo allora a presentare una sfilata stratificata, in cui visioni estetiche e messaggi si accumulano e si confondono per festeggiare i suoi primi 10 anni alla guida della divisione maschile. Qualunque cosa accada a Lanvin nella prossima fashion week, questo è stato il primo traguardo di Ossendrijver e difficilmente permetterà a dubbi e polemiche di rubargli la scena.


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Paris Fashion Week. Balmain chiude la kermesse in bellezza

 

Presentata a Parigi, durante la settimana della moda dedicata all’uomo, la collezione Balmain si presenta come un esplosione di colore.

Olivier Rousteing, direttore creativo della maison ha saputo, anche in questa occasione, ricalcare fedelmente la potente verve della griffe parigina ed inoltre, ha dimostrato alla holding Mayhoola che ha appena acquistato il marchio (per maggiori info potete leggere qui), che il marchio è in ottima forma.

 

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(fonte immagine Giovanni Giannoni)

 

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(fonte immagine Giovanni Giannoni)

 

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(fonte immagine Giovanni Giannoni)

 

 

La collezione, oltre ad essere variopinta, è anche variegata; sulla passerella, sfilano capi ad alta concentrazione di design legati, quest’ultimi, ad un’incessabile ispirazione tribale.

Punto di partenza del progetto creativo del giovane designer, sono il camoscio che confeziona lussuose giacche biker in matelassé ed il tricot, che a sua volta realizza maxi pull e capispalla.

La collezione Balmain, focalizza l’attenzione non solo sui tessuti, ma anche sulle proporzioni: in essa, infatti,  si innesta un incredibile gioco di volumi con maglie e robe de chambre over e pantaloni o maglioncini attillati.

 

(fonte immagine Giovanni Giannoni)
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(fonte immagine Giovanni Giannoni)

 

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L’eleganza dell’uomo Balmain, si riflette nelle giacche doppiopetto o, in altro modo, chiuse da una fusciacca. I pantaloni sono fluidi, leggeri, quasi impalpabili.

Nella palette di colori utilizzata, spicca maggiormente il color albicocca, seguito dalle tonalità safari, dal bordeaux e dal blu, in tutte le sue varianti.

Paris Fashion Week: Kenzo si tuffa nel revival anni ’80

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Se non avete vissuto quel periodo, sicuramente avrete visto almeno un telefilm anni ’80: la doppia sfilata di Kenzo alla Paris Fashion Week sembra balzata fuori proprio da quel decennio. La maison francese ha scelto di presentare sia la moda uomo primavera estate che la resort collection 2017 nella stessa occasione. E l’occasione si è trasformata in una serata al club. Con una colonna sonora degna dei migliori party, musica anni ’80 e atmosfera festaiola, ragazze e ragazzi hanno calcato la passerella a coppie o a gruppetti. Non si va a una festa da soli!


La collezione moda uomo e la resort sono accomunate dalla stessa ispirazione: abiti e completi rubati allo sportswear e al mondo hip hop, con dettagli luxury. Per lui polo, camicie, shorts e pantaloni sportivi, tute in acetato e boxer a vita alta. Per lei abitini a stampe pop, completi a righe con maniche extra-lunghe e cappotti over in colori pastello. Ma a farla da padrone sono gli accessori: bandane e cappellini, occhiali da sole, scarpe glitter con zeppa e stivaletti in pvc multicolor. E se i riferimenti alla moda anni ’80 non bastano, ci sono il make up in toni acidi e le capigliature fluo a sottolineare la vita sregolata e divertente dei ragazzi di quegli anni. Carol Lim e Humberto Leon, i direttori artistici di Kenzo, hanno ben in mente l’obiettivo della loro sfilata: far divertire. E ci riescono, per il piacere degli ex bambini degli anni ’80 presenti alla Paris Fashion Week.


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Yohji Yamamoto. Il coraggio di un samurai alla Paris Fashion Week

Stratificazioni oversize: questa potrebbe essere la sintesi della collezione uomo primavera/estate 2017 di Yohji Yamamoto.

Un progetto creativo lontano da ogni forma di business: la proposta dello stilista giapponese, si rivolge ad un pubblico di nicchia, capace di entrare in alchimia con le sue creazioni.

 

Yohji Yamamoto Men's Spring 2017

 

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Yohji Yamamoto Men's Spring 2017

 

Yohji Yamamoto Men's Spring 2017

 

 

L’uomo descritto da Yamamoto, possiede un look vagamente trasandato. Non ama gli eccessi e non segue le tendenze. E’ un samurai di buon animo, che sceglie di vestire comodamente. Ama i tessuti naturali come il cotone o il lino ma non disdegna il denim.

Basata sulla tinta unita, la collezione di Yohji, viene “scossa” da segni grafici stilizzati su camicie e capispalla.

 

 

Yohji Yamamoto Men's Spring 2017

 

Yohji Yamamoto Men's Spring 2017

 

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I pantaloni si fanno culottes e, in diversi casi, accarezzano leggermente la caviglia.

A cingere il capo, fasce e cilindri en pendant con i capi proposti in passerella.

 

 

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La moda uomo di Givenchy by Riccardo Tisci sfila alla Paris Fashion Week

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Riccardo Tisci ci ha abituati a una moda uomo molto virile, che mescola streetwear e alta sartorialità, e con la sfilata Givenchy di ieri sera alla Paris Fashion Week non ci ha delusi. Il motivo dominante, come per molte altre collezioni di moda uomo primavera estate 2017, è il camouflage. Rivestita di un’aura esoterica, la classica stampa militare rinasce sotto forma di banconote americane e occhi della Provvidenza sparsi su t-shirt e giacche a vento. Anche la fantasia damier in bianco e nero, presente nella scenografia, si ripete su giacche e sneakers. Il verde oliva si abbina al rosso brillante, come Tisci aveva già anticipato dalla resort collection. I pantaloni morbidi con banda laterale arrivano dallo sportswear, così come molti accessori: maxi-tasche in tessuto tecnico si innestano a completi gessati e un cappello alla pescatora in versione deluxe fa capolino direttamente dagli anni ’80. E poi occhiali da sole fascianti e zip all-over, borselli e marsupi, e l’ingombrante corredo di orecchini ormai immancabile nelle sfilate Givenchy.


Riccardo Tisci ha scelto di mescolare alla moda uomo un piccolo anticipo della haute couture che a breve sarà protagonista della Paris Fashion Week. Dodici modelli in bianco, nero e verde oliva, indossati da quelle che sono ormai le muse del direttore creativo di Givenchy: Mariacarla Boscono, Kendall Jenner, Bella Hadid, Greta Varlese hanno calcato la passerella fasciate in meravigliosi abiti da sera. Ci sono un abito di seta total white con colletto e camicia un po’ mannish dal quale fa capolino una sottogonna di rete e pizzo, bustier monospalla ricchi di ruches, paillettes e frange, tute e abiti lunghi impreziositi da una lavorazione plisseé che ricorda i lavori magistrali di Mariano Fortuny.


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Paris Fashion Week. Maison Margiela omaggia Leonard Cohen

E’ la poesia malinconica di Leonard Cohen il fulcro della collezione uomo primavera/estate 2017 presentata a Parigi da Maison Margiela.

Last Years Man“, il brando del cantautore canadese, è la fonte d’ispirazione di un defilé a tratti nostalgico e che diventa, a suo modo, allegoria del potere dell’uomo moderno.

 

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La collezione è stata costruita sulla volontà di avvicinare il modello sartoriale, ai capi più desueti.

Straordinario, il concetto di abito incompleto con profili in gesso e imbastiture a vista: appare come un’opera abbozzata che un’artista ha volutamente lasciato incompiuta.

 

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Maison Margiela, si rivolge ad un uomo sentimentale, sognatore. Lascia che le tendenze attuali, rimangano al margine del progetto creativo e presenta capi di eccezionale valore sartoriale e, sicuramente, intrisi di significato.

Strutturata su proporzioni medium, la sping/summer della maison propone anche accenni di capi over, come il cappotto e il denim. Eleganza pacata, si evince negli smoking.

 

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Le grand artiste de Maison Margiela, indossa casacche ampie e sgualcite ma tiene ad apparire sempre in ordine.

Indossa pantaloncini con disinvoltura e gli piace sottolineare il suo vestiario attraverso sovrapposizioni.

Per gli accessori, prevale il mocassino classico, ma non mancano anfibi e stivaletti.

 

 

 

Fonte immagini Madame Figaro

 

 

 

 

 

Rick Owens. Sfila a Parigi la corazza dell’evoluzione della specie

Destrutturata. “Piena”. Dinamica. La collezione uomo primavera/estate 2017 di Rick Owens, dimostra la chiara intenzione dello stilista, di non lasciarsi influenzare dalle tendenze.

Dal forte impatto visivo, la proposta creativa del designer, si sviluppa su due macro elementi: il bianco e il nero e i lembi di tessuto, quest’ultimi utilizzati per creare morbidezza e “confusione” ai capi.

 

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I modelli, sfilano come alienati tra le colonne, che restano fedeli ai look presenti in passerella.

Le proporzioni over, silenti stridono con i giubbini che cingono la vita. I tagli che drappeggiano i top, sovrastano i pantaloni, già abbondantemente ampi.

La “corazza” che mr. Owens ha disegnato per gli uomini durante la prossima primavera/estate 2017, definisce un ruolo chiave nel progetto creativo dello stilista statunitense: raccontare la volontà di cambiamento che, nei giorni nostri, appare forzato; i tagli a vivo dei tessuti, riportano altro modo, all’era primitiva.

 

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L’evoluzione o per meglio dire, l’involuzione della specie, come insegna Rick Owens, può essere raccontata attraverso lembi di stoffa ma per far questo, occorre impiegare tutta la sensibilità artistica che un’artista può avvertire ed Owens, per un certo verso, può essere il capostipite di questa tendenza.

 

 

Fonte immagini vogue.uk.co