Sperimentazione avanguardistica sulla passerella di Guy Laroche

A sfilare sulla passerella di Guy Laroche è un minimalismo intriso di suggestioni strong. La collezione primavera/estate 2017, che ha sfilato alla settimana della moda parigina, coniuga la classicità di capi passepartout presenti nell’archivio storico della maison, ad una sperimentazione avanguardistica che basa le sue fondamenta sull’opera di Ottessa Moshfegh e sui primi film di Sofia Coppola. Largo all’uso di tessuti iridescenti e decostruzioni ardite, tra ricami concentrici e colori audaci. Adam Andrascik, alla quarta collezione alla direzione creativa del brand, pone le basi di un’estetica nuova e più attuale, cimentandosi magistralmente nell’arduo compito di coniugare l’eredità lasciata da Laroche alla propria visione della moda contemporanea. “Guardando negli archivi della maison, ho visto che i pezzi migliori sono stati creati per i suoi amici”, ha dichiarato lo stilista, riferendosi al circolo di amicizie del fondatore della maison. Andrascik si è detto affascinato dalla ribellione delle ragazze rispetto ai trend prevalenti all’epoca. Irriverente e anticonformista, la donna che attraversa il catwalk, tra mini gonne laminate, tuniche in seta iridescente simili a pepli, arricchite da dettagli in lana e cotone. Mood sporty-chic e nuance accese, come il verde acido; largo a denim e nylon pastificato. Le trasparenze abbondano, tra richiami punk e accenni ad una femminilità ribelle.

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(Foto: Madame Figaro)

L’eleganza oversize di Lemaire

Cambiamento di rotta in casa Lemaire. I designer Christophe Lemaire e Sarah-Linh Tran ci hanno riservato parecchie sorprese nella collezione che ha sfilato nell’ambito della settimana della moda parigina. Non un radicale taglio col passato ma una fucina di idee nuove che spezzano con l’estetica tradizionale del brand. Una su tutte, l’uso del colore. Se finora era quasi nascosto, occultato nei meandri della sperimentazione, nella collezione primavera/estate 2017 se ne fa un uso maggiore: largo a sfumature di blu, grigio, khaki. Inoltre il duo di stilisti si apre anche alle stampe, che impreziosiscono camicie e gonne. Volumi over nei pantaloni accompagnati da cinture. Spontaneità e sperimentazione tanto nelle cromie quanto nei volumi dal piglio eccentrico; tripudio di linee asimmetriche e tagli che inneggiano ad una inedita sensualità, per un’eleganza effortlessy-chic. Dominano suggestioni mannish nei volumi esasperati di capispalla e blouson, ma anche pantaloni. Non mancano inoltre spunti streetwear.

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(Foto: Madame Figaro)

Le eroine gotiche di Aganovich

Ha sfilato alla Paris Fashion Week Aganovich, con la collezione primavera/estate 2017. Ad aprire il suggestivo défilé un reading dell’opera “Suite Vénitienne” di Sophie Calle: in passerella sfilano eteree fanciulle dal fascino gotico. Più simili a creature evanescenti, fantasmi dall’eburneo incarnato si susseguono sul catwalk, tra fascinazioni che ricordano certi romanzi alla Wuthering Heights ed elementi vittoriani. Lugubre e travolgente, la donna Aganovich ricorda un’eroina romantica persa dentro stravaganti ruches e vestiti dal piglio imperiale. Atmosfera da caccia alle streghe, per rimandi alla Controriforma; un’adultera, un’emarginata, una figura sinistra che si aggira tra noi tormentando i suoi carnefici: questo sembra essere il mood prevalente nella sfilata. La palette cromatica passa dal bianco al rosso cardinalizio fino al nero. Ogni outfit che si sussegue sulla passerella si sposa a stivali in pelle. Numerosi i riferimenti storici, dal Puritanesimo in poi. Tripudio di porpora per jacquard sontuosi che impreziosiscono giacche e lunghi abiti simili a pepli. Mirabile gioco di contrasti tra vestigia classiche e tagli asimmetrici che strizzano l’occhio alla più audace sperimentazione contemporanea nei lunghi vestiti accollati, per una tra le più riuscite collezioni di Nana Aganovich e Brooke Taylor.

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(Foto: Madame Figaro)

KENZO a Parigi, è amarcord e diversità

La sfilata di Kenzo si presenta sin da subito con un grande salto all’indietro.
Un flashback o un ritorno al passato che affonda le sue radici nel 1977, anno in cui Kenzo Takada compone la sua sfilata allo studio 54.


È un amarcord che nasce dal desiderio di riportare in vita gli anni ’80, una rivisitazione della prima donna Kenzo che sfila sicura sulla vetta del successo.
Con una differenza, però. A vestire sono i due direttori creativi della maison Carolin Lim e Humberto Leon.


Il passato è affascinante, il primo incontro con esso è dato dalle statue e sculture de La Cité de l’architecture et du patrimoine dove si è tenuta la sfilata.
Riecheggia maestosità e imponenza, ma soprattutto diversità.
Ad accogliere il defilé è una vera e propria scultura umana composta da performer di ogni tipo: una donna rivestita delle sue grandi curve, un uomo altissimo, un uomo al quale manca un braccio, corpi sproporzionati e truccati ad arte.


Bello è esser diversi, questo il messaggio o forse la conclusione di una sfilata senza tempo.
È l’elogio della scomposizione, della deformazione, dell’anticonformismo.


L’intero corpo di capi è pensato in correlazione a Antonio Lopez, dal quale è tratta l’ispirazione, che documentò Parigi nello stesso momento in cui Kenzo sviluppava il suo brand.
La donna Kenzo è versatile e composta, a lei sono dedicati lunghi abiti lucidi, maxi t-shirt, fantasie stampate, poncho, parka, impermeabili militari e giochi di luce in una commistione pop di camouflage.
E ancora denim per affrontare il giorno, tute mimetiche per decifrare il pomeriggio e paillettes colorate per illuminare la notte.


Gli accessori, sul calar dell’evento, sono l’ennesima conferma del genio disincantato di Kenzo: tacchi a spirale su scarpe dai riflessi metallici.

Teatralità magistrale in Comme des garçons

Invisible clothes“: parte da questa definizione il progetto creativo più maestoso e teatrale che la Paris Fashion Week abbia potuto presentare durante tutto questa lunga settimana di esibizioni.

Solo pochi look (diciassette per l’esattezza) sono bastati a Rei Kawakubo per esaltare, in tutta la sua magistrale genialità, la collezione primavera/estate 2017 di  Comme des garçons.

Gli abiti nascondono la naturale fisicità delle modelle, deturpandola con volumetrie esagerate. Gli abiti diventano vere architetture da indossare; vengono sostenuti da impalcature che rendono innaturali le falcate delle modelle sulla passerella.

Gli unici elementi decorativi di questo défilé sono individuabili nelle micro rusches, nei colletti minimalisti e nel pattern dove silenti si stagliano sul fondo nero i cuori ton sur ton ed i pois.

Il tartan esaspera, oltre maniera, un progetto cupo, misterioso.

Solo trecento invitati hanno avuto l’onore di vedere in anteprima questo capolavoro della moda. Una colonna sonora struggente, quella del compositore polacco Henryk Gorecki che ha accentuato, l’avveniristico ed altrettanto  tenebroso copricapo in plexiglas performante.

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 Fonte cover Madame le Figaro

Fonte gallery vogue.com

 

Grinta floreale da Isabel Marant

Ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week la collezione primavera/estate 2017 di Isabel Marant. Aria nuova in passerella, per volumi over e citazioni sporty-chic. Il brand francese, passato al fondo Montefiore Investment, coniuga il romanticismo di pattern floreali alla grinta di proporzioni cocoon e materiali techno. Sfilano capispalla come bomber imbottiti dalle spalle oversize, addolciti da iper femminili fusciacche a strizzare il punto vita in modo strategico: ricordano l’obi giapponese da indossare sopra il kimono. Sulla passerella fa capolino una sorta di bustier a conferire un tocco sexy anche alla tuta da lavoro. Suggestioni working e tocchi mannish dominano, tra colori scuri e stampe effetto camouflage in chiave floreale. Una femminilità contemporanea arricchita di romanticismo, per le micro shirt e le gonnelline o i top monospalla impreziositi da strategiche rouches. Largo a raincot metallici e baggy pants per citazioni boyish. Non mancano i must have da sempre proposti dall’estetica della stilista francese: ecco i pantaloni a vita alta con fascia corsetto e i capispalla che sembrano rubati all’armadio di lui. Parata di top in passerella, dall’onnipresente Gigi Hadid a Doutzen Kroes.

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(Foto: Madame Figaro)

La donna robotica di Chanel

Occhi puntati a Parigi sulla collezione primavera/estate 2017 di Chanel, che ha sfilato nella penultima giornata della settimana della moda. Kaiser Karl guarda al futuro, in un Grand Palais allestito per l’occasione alla stregua di un “Data Center Chanel” dalle suggestioni spaziali. In un groviglio di cavi e fibre ottiche, spunta il data center che incapsula vite e segreti degli utenti Google o Facebook: Lagerfeld si arrende all’era digitale, per un défilé 3.0. Il futuro è qui, questo il leitmotiv della sfilata.

La donna che calca la passerella assomiglia ad un freddo robot ed indossa caschi spaziali sopra il tailleurino bon ton in tweed, iconico capo simbolo della maison francese. Largo poi a stampe psichedeliche e colori al neon, per una moda fluttuante nei volumi, come negli impalpabili maxi dress. Largo a top lingerie e pantaloni impreziositi da caleidoscopici giochi cromatici. Non manca la maglieria jacquard mentre la lana bouclé, capo passepartout del brand, viene rivisitata. Freschezza sembra essere la parola chiave, in una collezione che inaugura un’estetica nuova.

Suggestioni funky e pop si intersecano nei dettagli, come i berretti Basket Cap. Allure youth anche nelle t-shirt e nei jeans, da indossare con camicie in seta. Non mancano citazioni d’autore come nelle collane iconiche, nelle cinture con camelia e negli orecchini con la doppia c, omaggio a Mademoiselle Coco, ça va sans dire. Mood da space oddity nell’irriverente clutch a forma di robot, che si preannuncia già incontrastata it bag della prossima stagione estiva.

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(Foto: Madame Figaro)

Le dee celtiche di Alexander McQueen

Echi scozzesi nella collezione primavera/estate 2017 di Alexander McQueen, che ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week. Sarah Burton omaggia la Scozia in un défilé ricco di fascino. Come dee celtiche le donne che calcano la passerella del Luxembourg Garden di Parigi: il terreno delle isole Shetland rivive sul catwalk grazie ad appositi tappeti che ne riproducono i colori. Non poteva mancare il kilt, in un degno omaggio alla Scozia: ecco quindi tripudio di tartan all over su blazer e pantaloni.

Suggestiva ed evocativa, la Scozia che piace a Sarah Burton è quella delle piccole comunità che dimorano nelle isole Shetland, che rivive nei colori della lana scozzese, tra patchwork di stampe su lana grezza e paesaggi dal sapore nordico. Il verde delle Highlands, il fuoco di un camino, le scogliere a picco sul mare: romanticismo e nostalgia caratterizzano il défilé, tra riferimenti alla mitologia della Caledonia e scenari post bellici.

Ricordano guerriere gotiche strette in cinture in pelle e bustier simili ad armature, le modelle che si alternano sulla passerella. Simili a romantiche spose di tempi immemori, dentro lunghi abiti in pizzo. Come una sirena la donna che sfoggia i capi da gran soirée che chiudono come di consueto la sfilata. Il più autentico stile McQueen rivive in tutta la sua maestosa opulenza: largo a cristalli, paillettes argentate e strati di volants in tulle che incorniciano l’orlo di lunghi abiti impreziositi da trasparenze e audaci nude look; delicatezza estrema nelle passamanerie. Magia pura nelle tecniche artigianali e nei tagli; femminilità nei corsetti e nelle silhouette. Reti e pizzo inneggiano a capi di vittoriana memoria, come gli accessori e la gioielleria.

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(Foto: Madame Figaro)

Junya Watanabe: il cyber-punkish Made in Japan

Estremamente complessa, poco ordinaria. Teatrale. La collezione primavera/estate 2017 di Junya Watanabe è un’elaborazione profonda di un concetto artistico multiforme, certamente difficile da decifrare.

Il designer giapponese Junya Watanabe è stato per lungo tempo sotto le ali protettive del marchio Comme des Garçons contribuendo, con il suo lavoro da modellista, a valorizzare gli elementi costruttivi della celebre maison di moda.

Questo accadeva nel 1984.

Con gli anni la sua passione per il knitwear lo ha portato ad elaborare capi dagli esiti sorprendenti e la prova inconfutabile sta proprio nella collezione appena presentata durante la Paris Fashion Week.

La maglia “cuspidata” è stata ottenuta attraverso una lavorazione 3D complicata. E’ il fil rouge che lega l’intera collezione, proposto su over coats e skirts. Lo stile vittoriano si incontra con il gotico ed accenni luxury vengono esaltati da pelli di pitone che decorano il jeans.Tessuti laminati, parka, paillettes e pantaloni tagliati a vivo e intervallati da pizzo, creano un look contemporaneo e giovanile.

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Fonte immagini vogue.com

Giambattista Valli: l’esaltazione della bellezza femminile

Seducente e romantica, la collezione primavera/estate 2017 di Giambattista Valli è un omaggio alla bellezza totale. Alla garbata descrizione di una donna pura, elegante, affascinante.

Lavoro sempre sulla bellezza per supportare la bellezza delle donne” ha dichiarato lo stilista e la sua intenzione è stata messa a punto totalmente.

Un défilé scandito da ispirazioni che sentono l’influenza del Bauhaus e de Le Corbusier. Abiti impalpabili disegnati da corolle primaverili che conferisco alla collezione un allure fiabesco.

Di giorno le lunghezze sono mini e midi. Gli abiti, infatti, scoprono le gambe delle modelle e in alcuni casi valorizzano il decolté della donna con una generosa scollatura.

Di sera, gli abiti si fanno regali. Lo chiffon di seta accarezza delicatamente la silhouette e il pizzo percorre i vestiti donandoli  una dichiarata femminilità.

Estremamente sensuale si presenta il long dress in pizzo trasparente con lavorazione ad alveare reso luccicante da cristalli e da una decorazione a collana che impreziosisce lo scollo.

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Fonte cover Madame le Figaro

Fonte gallery vogue.com

Trasparenze garbate per John Galliano

La collezione primavera/estate 2017 di John Galliano è un omaggio alla femminilità.

Generose trasparenze sono il fulcro del progetto creativo appena presentato a Parigi. Il romanticismo della griffe John Galliano è stato appurato da abiti baby doll. La lingerie è portata a vista grazie a trasparenze che lasciano ben visibili reggiseno in pizzo e culottes alte.

L’intera collezione gioca su linee mini, su piccole ruches che rivestono  l’intera lunghezza dei long dress e sulle asimmetrie.

Alla leggerezza degli abiti, si contrappongono over coats e giacche, quest’ultime arricchite da cintura in vita che valorizza, seppur in brevi termini, una collezione che facilmente potrebbe passare inosservata.

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Fonte cover Madame le Figaro

Fonte gallery vogue.com