Paris Fashion Week, la moda uomo è poesia per Dries Van Noten

Dries Van Noten SS17 | Portia Hunt for W Magazine


Dries Van Noten è uno dei nomi più interessanti della Paris Fashion Week, capace di portare in passerella collezioni che sono pura poesia. Colta, raffinata, la sua ricerca estetica volge lo sguardo sempre al passato, all’arte e alla libertà espressiva. Con la moda uomo primavera estate 2017, conquista definitivamente un posto nel cuore di chi ama la moda e l’arte. “Non volevo usare le palette e le applicazioni usate in passato, così ho cercato di trovare nuovi elementi nei volumi, nelle forme, nell’accostamento dei tessuti – rivela lo stilista belga – Ho studiato tantissimo l’arte e i tessuti, e quegli artisti tessili degli anni ’60 e ’70 che oggi suscitano grande interesse“.


Il risultato è una moda uomo lieve, che unisce stampe romantiche e poetiche a tessuti ariosi e finemente decorati. Silhouette del Rinascimento italiano e immagini floreali rivelano un nuovo camouflage, che abbinato a fantasie art deco crea accostamenti inusuali. Accostamenti che funzionano, come sempre sulla passerella di Dries Van Noten. Non è la prima volta, infatti, che il designer attira i riflettori della Paris Fashion Week con fantasie romantiche, spirito vintage e un gusto raffinato nel cogliere ispirazioni dall’arte. Dries Van Noten presenta anche per la prossima stagione una moda uomo colta, concettuale, il cui simbolismo si spinge oltre la mera creazione di vestiti. Sulla sua passerella della Paris Fashion Week si indossano poesie.


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Sfila a Parigi il gioco delle silhouette firmato Balenciaga

Da Balenciaga occhi puntati sul nuovo direttore creativo Demna Gvasalia, che debutta alla Paris Fashion Week con la sua prima collezione di menswear per la celebre maison. La Primavera/Estate 2017 firmata Gvasalia parte con irresistibile humour britannico: le proporzioni over conferiscono ironia e brio a capispalla e panciotti, la cui classicità viene sapientemente sdrammatizzata.

La parola d’ordine è sartorialità. E proprio dal tailoring il nuovo direttore creativo intende partire, in una sorta di continuità con l’identità primigenia della maison: «Cristobal era un sarto. E mi sembrava giusto iniziare dal tailoring», così si è espresso Gvasalia, «ma non in una percezione classica perché Balenciaga è sinonimo di sperimentazione nelle silhouette e nelle forme. E nella realizzazione, rimettendo tutto quello che deve esserci nelle giacche».

Nella location scelta, una scuola gesuita con vista sui tetti di Parigi, ecco uno spettacolo curioso destinato a non lasciare indifferenti. Largo a capi sartoriali dalle suggestioni couture esasperate però dalle dimensioni rigorosamente oversize. Antico e moderno si fondono, per un’eleganza scanzonata e ribelle. I pantaloni in principe di Galles divengono ora dei bermuda, gli stivali da equitazione e i calzini alti rivelano un’attenzione al dettaglio. Classicismo e dandismo dominano il guardaroba di un gentleman country. Tuttavia il piglio ironico e scanzonato scade in un mood schizofrenico lasciando visibilmente perplessi quando, attraverso un coup de théâtre inatteso, le proporzioni fino a quel momento over divengono improvvisamente slim.

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Nessuna via di mezzo, banditi i chiaroscuri: si alterna senza sosta sulla passerella il gioco delle silhouette. Se le spalle dei primi cappotti sono over, quasi robotiche, in un costruttivismo esagerato, ecco poco dopo l’effetto slim di completi con pantaloni skinny. Un gioco di architetture e visioni bidimensionali alterna, quasi in un caleidoscopio, volumi teatrali a capi stretch. Non entusiasmano gli accessori, occhiali da sole basic e sciarpe ricamate, mentre gli stivali zeppati sono rubati al guardaroba di lei. I pantaloni hanno la vita alta e il fondo elastico e si indossano con giacca Harrington.

La palette cromatica sembra indugiare inizialmente su nuance neutrali come il beige e il nero, salvo poi sbocciare in cromie scure e pesanti, come il rosso cardinalizio e il viola papale. Non mancano velluti e broccati, accanto a stampe jacquard e ad una certa severità quasi ecclesiale. Dalle tasche dei capi sartoriali fa capolino il biglietto da visita “Balenziaga”: ironia e serietà si rincorrono ed è difficile decretare chi avrà la meglio. Di certo non manca la personalità.

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(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Balmain acquisito dal Qatar

Sfila a Parigi il decostruttivismo di Moon Young Hee

Sfila nell’ultima giornata della Paris Fashion Week la collezione prêt-à-porter Autunno/Inverno 2016-2017 di Moon Young Hee. Decostruzioni, sovrapposizioni e grande personalità nel défilé della designer coreana.

Un’impronta fortemente personale caratterizza da sempre lo stile di Moon Young Hee: ardite decostruzioni, sapienti giochi asimmetrici, proporzioni oversize e tocchi di maestria nel volume dei capi, conferito dal taglio.

Si conosce poco della vita di Moon Young Hee: schiva e riservata, la designer coreana fin da bambina mostrava un’innata predisposizione per la moda. Mentre le sue coetanee giocavano con le bambole, lei si dilettava già con ago e filo. Lo stile lo aveva evidentemente scritto nel DNA, ça va sans dire. Dopo il lancio del brand che porta il suo nome, nel 1992, seguì il trasferimento a Parigi nel 1996. La sua ricerca stilistica si è via via perfezionata, fino a costituire un unicum nel panorama della moda parigina, considerato il design originale e il decostruttivismo dei volumi. Ma il successo non sembra avere cambiato la stilista, che lo affronta dall’alto di un ammirevole low profile.

Stakanovista, una laurea in letteratura francese, perché ai tempi della sua formazione non era ancora stato istituto nel suo Paese un corso di costume designing, Moon Young Hee si butta a capofitto nello studio della moda francese del Ventesimo secolo, che affronta da autodidatta, consultando i volumi della biblioteca situata nei pressi del suo atelier. Dalla sua immensa cultura nasce la capacità di coniugare il suo stile personalissimo e fortemente influenzato dal suo Paese d’origine, con le suggestioni del design di matrice squisitamente europea. La sua moda è vissuta come una forma d’arte, e ciò risulta evidente anche sulla passerella della collezione che ha appena sfilato in chiusura della settimana della moda parigina.

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Il design avanguardistico non teme dettagli femminili, come i fiocchi, che impreziosiscono capi dai volumi over e dalle suggestioni Eighties. I toni neutrali della palette cromatica indugiano sul nero all over ma sono presenti anche righe e interessanti mix & match e pattern futuristi. I materiali usati privilegiano le linee fluide di una silhouette morbida, mentre qua e là tocchi di un velato romanticismo fanno timidamente capolino tra capispalla dal taglio sartoriale e volumi decostruiti.

(Foto Imaxtree)


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Sfila a Parigi YDE, tra suggestioni orientali e decadenti

La regina delle nevi di Moncler Gamme Rouge

La collezione Autunno/Inverno 2016-2017 di Moncler Gamme Rouge sfila su uno scenario innevato. Giambattista Valli, alla direzione creativa del brand, porta in passerella alla Paris Fashion Week la magia di paesaggi imbiancati immersi in un silenzio ovattato, per una sfilata ad alta quota dal mood quasi fatato.

Fiocchi di neve cadono sul Grand Palais, per effetti scenografici altamente suggestivi. Parigi si prende una pausa dal lusso degli Champs-Élysées per immergersi in un’atmosfera tirolese, tra cime innevate e campanili di paese.

È una moderna Heidi a calcare il catwalk, in mise che ricordano i costumi tipici tirolesi e che non disdegnano silhouette provocanti, come le minigonne a ruota e i calzoncini in vello di capra. Le modelle svettano su sabot dalle zeppe altissime incespicando sui sentieri ghiacciati della passerella: trattasi di una versione moderna dei tradizionali zoccoli di legno, con platform in vernice. Lana bouclé per calzamaglie e shorts da indossare con bretelle, mentre torna la salopette, da indossare sotto bolero corti, per una montanara glamour. Pull bianco neve si alternano al pizzo macramè di mini abiti e playsuit, fino ai cappotti ricamati e ai maglioni a trecce decorati con stelle alpine e genziane effetto 3D: il Tirolo costituisce ispirazione prediletta per la collezione disegnata da Giambattista Valli. Profumano di Norvegia i pull bianchi e rossi e i motivi edelweiss su jacquard, dal mood sporty-chic.

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La donna Moncler Gamme Rouge per la prossima stagione invernale privilegia capispalla ricoperti di cristalli Swarowski dalle suggestioni couture, profilati di morbida pelliccia. A metà tra una regina delle nevi e una Heidi post-moderna, innocente e maliziosa, porta i capelli raccolti in trecce dall’aria infantile e berretti su cui fanno capolino ironici pon pon.

(Foto tratte da Madame Figaro)


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Sfila a Parigi YDE, tra suggestioni orientali e decadenti

Miu Miu: tra miseria e nobiltà, si chiude la stagione delle sfilate

Miseria e nobiltà è la dicotomia su cui si regge il delicato equilibrio della collezione autunno inverno 2016-17 di Miu Miu. Il marchio più giovane della signora Prada chiude la fashion week di Parigi, e con essa tutta la stagione delle sfilate, mostrando ancora una volta il volto da borghese ribelle di Miuccia. C’è di tutto in questa sfilata che ripercorre le età della moda e della donna, condite con un pizzico di ironia. C’è il giubbino di jeans (che sarebbe proprio il caso di tirare fuori dall’armadio!) decorato con patch sportive e n po’ boysh. C’è il colletto ampio e ricamato, di pizzo o di lana. Ci sono le cinture a vita alta che chiudono cardigan e cappotti. Le ragazze Miu Miu giocano a vestirsi da scolarette o da signore, da ragazzacce o da figlie dei fiori, e in ogni caso si divertono da morire.

 

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Gli abiti ampi in taffetà anni ’80 testimoniano che la disco non è morta, ha solo imparato a fraternizzare con stili ed epoche molto diversi. Così si mischia a completi sartoriali di ispirazione militare, cappotti anni ’50 e twin-set da signora perbene. Ma il vero fulcro della sfilata autunno inverno 2016-17 sono i tessuti tappezzeria: gonne lunghe, cappotti, giacche, borse in diverse nuance della stessa fantasia, danno vita a un nuovo concetto di mix and match. Se i capi derivano dall’armadio della mamma, gli accessori e le borse Miu Miu sono sicuramente l’eredità di qualche eccentrica zia. Splendide le cinture broccate, le ciabattine ricoperte di pelliccia turchese e pietre colorate, le decolleté con tacco gioiello. Ma saranno soprattutto le doctor bag di velluto, con manico a fiocco e fibbie preziose, a conquistare i cuori di tutte le ragazze innamorate del vintage.

 

Foto da Vogue.com

Sfila a Parigi YDE, tra suggestioni orientali e decadenti

La Shanghai degli anni Venti e Trenta è l’ispirazione primaria su cui si snoda la collezione Autunno/Inverno 2016-2017 di Ole Yde, che ha sfilato nell’ultima giornata della Paris Fashion Week. Il Palais de Tokyo ospita una sfilata che profuma d’Oriente, dal suggestivo titolo “Perla”: è proprio dai gioielli indossati dalle donne orientali che si parte, in una accurata ricerca stilistica che dal passato ci conduce fino ai nostri giorni.

Considerata simbolo della creazione divina, associata al mito della nascita di Venere, la perla ispira al designer danese una collezione ricca di suggestioni decadenti. Sofisticata ed enigmatica, la donna che calca la passerella è emblema dello stile della Shanghai a cavallo tra gli anni Venti e Trenta, denominata non a caso la “Parigi d’Oriente”.

Tra sete preziose e opulenza declinata in chiave esotica sfila una donna iperfemminile, che non teme di ostentare un’eleganza che profuma di arrendevolezza, seduzione e charme. Affascinante e decadente, la collezione omaggia la donna orientale: tra colli alla coreana declinati in chiave couture, fiocchi e fur coat, la donna YDE non lesina in dettagli luxury e sex appeal.

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Candido rosa per capi in seta dalle suggestioni boudoir; i capispalla sono profilati da bordi di morbida pelliccia, mentre la palette cromatica vede fare capolino, tra bianco e nero, tocchi d’argento, fino ad un’esplosione di oro, per abiti da diva. Opulenza nei materiali usati, di grande pregio, come la lana della Mongolia, tweed, tanta seta, organza e chiffon. La sfilata YDE ci tramanda i segreti di una femminilità antica, oggi da riscoprire.

(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Il cigno nero di Valentino incanta Parigi

Iris van Herpen: teatralità a profusione in bolle di sapone

Poeticamente teatrale. A tratti, architettonica. Surreale e profondamente couture: Iris van Herpen incanta Parigi proponendo una collezione autunno/ inverno 16-17 superlativa come solo la maison sa proporre.

Bolle di sapone emergono da drappi sapientemente modellati. La bellezza del 3D s’inerpica ed esplora ogni qualsiasi confine di magnificenza artigianale della stilista olandese. Splendore.

La collezione  prêt-à-porter presentata a Parigi, è l’incontro materializzato tra il sogno della designer e la realtà magica che si annida ogni giorno nella sua vita.

Colori iridescenti su abiti dalle volumetrie forzatamente contenute: le opere d’arte create da van Herpen sono  affascinanti e perdutamente ammalianti. Stupore.

Abiti sospesi in aria. Singolari. La maestria di mille bolle create meticolosamente con il supporto della tecnologia.

Iris Van Herpen ha un’idea del tutto particolare della moda, per lei, mezzo d’espressione incondizionato per raccontare stralci di storia, di estetica e di futuro su abiti immateriali che prendono vigore dalla luce.

Artigianalità e innovazione interagiscono tra loro per creare drappi in seta affascinanti e stampe e spirali in 3D.

Con Iris van Herpen, l’arte esplode nella moda superando ogni limite di aspettative.

 

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Per le immagini fonte Madame Figaro

 

 

A Parigi sfilano le scolarette manga di Kenzo

Se Parigi ha inventato il concetto di chic, è a New York che nasce la coolness: due elementi che Carol Lim e Humberto Leon, direttori creativi di Kenzo, hanno saputo mettere insieme con successo. Abbandonando i vecchi capannoni dismessi e le atmosfere urban, la griffe ha scelto la più classica sala da concerti Salle Wagram per sfilare il penultimo giorno della settimana della moda di Parigi. Anche la collezione autunno inverno 2016-17 si discosta dallo stile sporty per tuffarsi nell’universo giapponese dei manga. «Il personaggio di Sailor Moon – hanno dichiarato Lim e Leonla sua consapevolezza e il suo approccio molto femminile alla moda, ci ha portato a pensare a una silhouette con il taglio Impero costruita molto spesso con dei dettagli e dei capi di lingerie e di abbigliamento intimo».

 

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Sulla passerella di Kenzo sfilano studentesse in uniforme in versione pop. Gli abiti in vinile si indossano su camicie vittoriane, le stampe animalier metallizzate si abbinano a grafismi futuristici, le spalline sporgenti e le voluminose ruches ricoprono abiti e bluse. Il focus è sui cappotti, le cui cinture sotto il seno sottolineano il taglio impero. L’effetto manga è aumentato dal make up, dalle pettinature cotonate e a codini e dagli orecchini lunghi e attorcigliati come stelle filanti. Infine le decolleté tigrate a tinte forti e le micro-bag con maxi-tracolla in toni acidi sono destinate ad essere i prossimi oggetti di culto. Kenzo si inserisce nel filone cartoon per portare una ventata di ironia alla settimana della moda parigina. Potere del cristallo di luna!

 

 

Foto da Vogue.com

 

 

Il cigno nero di Valentino incanta Parigi

Soffici nuvole di tulle, strati di organza declinati in un candido rosa: in passerella da Valentino sfila un’etoile sofisticata ed eterea. Il gesso delle punte, la dolcezza di uno scaldacuore, la disciplina che nessuno saprà spiegarti se non l’hai provata, gli scaldamuscoli, l’innata eleganza di ogni gesto.

Il mondo della danza è l’ultima ispirazione di Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli. Grazia e portamento altero, sublime raffinatezza priva di artifici e costrizioni: in una passerella di parquet invecchiato sfila il cigno nero firmato Valentino, per un Autunno/Inverno 2016-2017 dal piglio romantico e bon ton ma intriso di contrasti.

La capacità di dare vita ad un linguaggio nuovo, attraverso il movimento, come Martha Graham, la sontuosità dei Ballets Russes e la nostalgia delle note di un piano in sottofondo, con Vanessa Wagner che accompagna le ragazze che si alternano sulla passerella, mentre risuonano le melodie di John Cage e Philip Glass: questo è il fil rouge della collezione della maison italiana per eccellenza, che ha sfilato nell’ambito della Paris Fashion Week.

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Eterea ma forte, la donna Valentino non sembra tuttavia voler indugiare nella stucchevole leziosità di tutù e crinoline, cigno nero che nasconde un’anima dark non priva di contraddizioni: ecco spuntare sotto ai tutù anfibi dal piglio aggressive, giacche biker decorate con strass, paillettes all over su abiti in pvc e cristalli, tra metallo ossidato che si mixa al satin e al velluto. Candore virginale nel rosa nude degli impalpabili abiti leggeri, il satin lucido rimanda a suggestioni imperiali e preziose, come le piume che adornano tutù velati, per una novella Anna Pavlova. La ciniglia giallo zafferano sembra testimoniare le infinite prove di questo ideale corpo di ballo, abituato a rigore e sacrifici.

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Pulizia delle linee, minimalismo chic e austerità nel turtle neck indossato sotto le sottovesti, suggestioni punk nello stile militare dei capispalla, come i parka verde militare che si alternano alle pellicce di volpi ambrate. Il duo di designer auspica una nuova frontiera della moda, in cui le sfilate siano occasione di dialogo e non solo frenesia ed esibizionismo, tra fenomeni imperversanti quali lo street style.

(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)


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Mademoiselle Coco rivive sulla passerella di Chanel

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Che a Kaiser Karl piacesse fare le cose in grande non era un segreto per nessuno, ma stavolta ha davvero superato se stesso: ad ospitare la sfilata Chanel nell’ambito della Paris Fashion Week una passerella lunga ben 600 metri. Nessuna scenografia mirabolante, nessun coup de théâtre per il fashion show più atteso, solo la certosina ricostruzione dell’atelier di rue Cambon, adattandolo però ad un pubblico che abitualmente conta circa 3.000 ospiti.

Front row only recitava l’invito: perché non si nega a nessuno l’emozione di occupare la prima fila di un défilé tanto importante, prendendo posto accanto a celebrities e it girls. Lagerfeld prolunga la prima fila all’infinito, in un catwalk di oltre 600 metri, per una moda che si apre al mondo in una sorta di rivoluzione democratica.

Ma non è l’unica rivoluzione che ha caratterizzato la collezione Autunno/Inverno 2016/2017 di Chanel: come un déjà vu, la donna che calca la passerella ci sembra assai familiare, nel suo cappellino, nel tailleur bon ton in tweed accompagnato dall’immancabile filo di perle. In tempi in cui la tensione verso un futuro ignoto e spesso privo di gusto sembra essere l’ultimo fashion trend, monsieur Lagerfeld decide di andare controcorrente, attingendo al glorioso passato. E chi meglio di mademoiselle Coco in persona può mai dettare tendenza? “Io non faccio moda, io sono la moda”, diceva l’impavida stilista, che, sfidando il destino, non proprio benevolo durante la sua infanzia, ha rivoluzionato il corso della moda e dello stile.

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(Foto Madame Figaro)
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Gigi Hadid in passerella da Chanel (Foto Madame Figaro)
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Kendall Jenner per Chanel (Foto Madame Figaro)
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(Foto Madame Figaro)

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Lindsey Wixson sfila per Chanel (Foto Madame Figaro)


Tante sono le uscite che omaggiano Gabrielle Coco Chanel, accanto a suggestioni classiche, che attraversano tanto i tailleur quanto gli abiti da sera che chiudono il défilé. Tweed e lana bouclé dominano, tra simboli tipici della maison e arabeschi di chiffon ed organza. Gonne a corolla si alternano a stivali da cavallerizza, il denim sfila accanto a satin e lamé. Non mancano le stampe mentre la palette cromatica celebra il trionfo del fucsia e del rosa, specie nelle prime uscite.

Tra i capispalla spicca il piumino matelassé dalle proporzioni oversize nei toni di un candido bianco che si alterna ai cappotti dorati. Parata di top model ad attraversare con lunghe falcate l’immensa passerella: dalle onnipresenti Gigi Hadid e Kendall Jenner a Mariacarla Boscono e Lindsey Wixson. Nel parterre ad applaudire l’ultima geniale trovata di Lagerfeld ritroviamo Pharrell Williams, Jada Pinkett-Smith e Willow, Isabelle Huppert e Anna Wintour.

(Foto copertina Getty Images)


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Giambattista Valli: tra romanticismo e suggestioni preraffaellite

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Ha sfilato durante la Paris Fashion Week la nuova collezione firmata Giambattista Valli. Tripudio di femminilità in passerella, tra tocchi ladylike e linee pulite. Fluidità nelle silhouette ed eleganza evergreen nei volumi a cascata, volants e ruches suggellano le trasparenze talvolta ardite, tra maestosi capi in mousseline e lunghe gonne plissé.

Romantica e poetica, la donna Giambattista Valli non teme la propria anima femminile: eccola avanzare in un mood bucolico, quasi una ninfa silvestre che calca la passerella in lunghi abiti in impalpabile chiffon a stampa floreale. La collezione Autunno/Inverno 2016-2017 sembra abbandonare momentaneamente contrasti e contraddizioni a favore di una maggiore dolcezza: la prima parte del défilé sembra inneggiare alla moda per signore. Fiocchetti che sbucano tra i drappeggi di abiti dalle linee essenziali impreziosiscono il punto vita come cinture sottili; i capi sono caratterizzati da un appeal quasi formale, che li rende adatti ad un ricevimento in cui sia contemplato il dress code.

Colletti dal piglio bon ton fanno capolino da abitini vagamente Sixties, mentre la palette cromatica è dominata dal rosa pastello. Tra le onnipresenti stampe botaniche sbuca un black & white vagamente optical, mentre i capispalla privilegiano inserti in pelliccia, in un insolito mix & match con il pattern floreale. Ai piedi spuntano suggestivi calzari da gladiatore che stemperano il mood a tratti stucchevole.

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(Foto Madame Figaro)
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Gigi Hadid in passerella per Giambattista Valli (Foto Madame Figaro)


È nella seconda parte dello show che lo stilista dà il meglio di sé, riproponendo i pezzi cardine della propria personalità. La femminilità è ancora una volta protagonista, con lunghi abiti da sera, in cui ruches e drappeggi decorano come un grembiule la vita impero. Maestosa ed eterea, la donna Valli appare sublimata ed evanescente in imponenti mise con mantelli e maniche velate, in cui non manca la dolcezza evergreen delle stampe floreali. Ricorda un quadro preraffaellita, in cui il più struggente romanticismo si fonde con la natura, dipinta con accurata verosimiglianza. Cut-out alleggeriscono l’austerità di lunghi abiti castigati con colletti quasi elisabettiani, per ruches e cuciture che ricordano la gorgiera tipicamente aristocratica.

Protagonista assoluta sulla passerella una Gigi Hadid insolitamente efebica, che chiude il défilé con un lungo abito che incarna alla perfezione la summa dello stile di Valli. Nel front row spicca la it girl Olivia Palermo.


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