Elie Saab P/E 2016: l’eleganza è femmina

Ci sono brand dalla personalità talmente forte e ben definita da riconfermarsi ad ogni stagione come una certezza. Una femminilità classica, che non teme pizzi, fiocchi e merletti, è da sempre il biglietto da visita di Elie Saab, anche per la Primavera/Estate 2016.

Lunghi abiti in pizzo sangallo, audaci trasparenze e dettagli romantici, come i fiocchi, che abbondano, dai colletti fino alle lunghezze delle gonne. Una collezione ricca di suggestioni e proposte per la prossima Primavera/Estate.

Tornano di moda le righe, su sfiziosi abitini corti con gonna a palloncino e colori glossy o su lunghissimi kimono di pura seta, per un look che non teme le temperature torride. Richiami boho-chic nelle maxi gonne gipsy e nei lunghi abiti dalle suggestioni Seventies.

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Fiocchi e romantiche stampe floreali da Elie Saab
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La top model britannica Lily Donaldson in passerella per Elie Saab

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Trasparenze, balze e fiocchi per la Primavera/Estate 2016 di Elie Saab


Una donna sofisticata e fiera della propria femminilità, che cede talvolta a richiami sporty-chic, come nei bomber a righe da indossare sopra impalpabili gonne in seta. Tra i principali trend proposti dalla maison libanese, l’uso del bomber è la novità per la prossima stagione estiva: coloratissimo e sportivo, il capo riesce a bilanciare perfettamente l’appeal iperfemminile degli outfit proposti in passerella. Un altro capo che viene ufficialmente sdoganato sono gli shorts, meglio se in tinte accese.

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Righe e colori fluo
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Un lungo kimono di seta con fiocco sul collo

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Gigi Hadid in passerella con un abito boho-chic


Tante le top model che si sono alternate nella sfilata, da Kendall Jenner alla biondissima Gigi Hadid. Lunghi abiti da sera impreziositi da paillettes e romantiche fantasie floreali hanno caratterizzato le ultime uscite del défilé. Per un’eleganza che non teme la femminilità più genuina.


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Balmain: valchirie e supermodelle

Balmain P/E 2016: valchirie e supermodelle

Parata di stelle in passerella per Balmain, per la sfilata Primavera/Estate 2016. La maison francese propone una donna selvaggia e ribelle, per una collezione dalle suggestioni tribali che ha incantato Parigi, rivelandosi l’evento più esclusivo della settimana della moda francese.

Chi ha detto che l’era delle supermodelle è finita da un pezzo forse sarà costretto a ricredersi: bellezza e (incredibile ma vero!) curve da capogiro si sono alternate in passerella, valorizzando con falcate e grinta le creazioni Balmain per la prossima Primavera/Estate. Sulle note di Michael Jackson hanno sfilato nomi del calibro di Doutzen Kroes, Alessandra Ambrosio, le sorelle Gigi e Bella Hadid, Kendall Jenner, Joan Smalls, Lily Donaldson, Isabeli Fontana e ancora Jourdan Dunn, Lily Aldridge e Stella Maxwell: le top model più famose del momento sono state regine incontrastate del défilé. Femminilità allo stato brado per indomite valchirie in tacchi alti e catene.

Olivier Rousteing propone una collezione sexy ed aggressiva, dai tocchi eccentrici e dall’appeal sofisticato. Maglie di metallo che ricordano il Paco Rabanne degli anni Sessanta, gemme ricamate su audaci pencil skirt che valorizzano la silhouette femminile o su lunghi abiti da sera di gran lusso. Gioielli etnici e mood da amazzoni contemporanee per capi interamente lavorati in crochet con audaci corpetti ricamati e mirabili arabeschi in chiave tribale. Balze e volants si rivelano l’unica componente romantica a cui questa valchiria metropolitana si lascia andare. Women have the power: questo sembra essere il mood predominante della sfilata, per una donna che si riappropria della propria arma più pericolosa, la seduzione.

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La top model olandese Doutzen Kroes in passerella per Balmain
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Alessandra Ambrosio indonna un miniabito sparkling
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Kendall Jenner
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Gigi Hadid
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Crochet ed effetti grafici creano inedite stampe tribali

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Lavorazione all’uncinetto per abiti da sera da amazzone contemporanea


La collezione trae spunto dalla serie televisiva “Empire”, incentrata sull’universo discografico dell’hip hop e dell’R&b. Una femminilità dai toni aggressivi eppure sofisticati, che valorizza la silhouette e la personalità. Tra i materiali usati spicca il mousseline di seta, per pantaloni e gonne con volants romantici, che ricordano il flamenco. La palette cromatica vede in primo piano i toni scuri, come cioccolato, cognac, sabbia e oro, misti ai toni del verde e del nero.

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La top model brasiliana Isabeli Fontana
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Lily Aldridge
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Bella Hadid per Balmain
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La supermodella britannica Lily Donaldson

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Lunghi abiti traforati per un lusso contemporaneo


Un clamore eccezionale ha caratterizzato il défilé, divenuto immediatamente protagonista sui principali social network. La notte firmata Balmain è continuata col blindatissimo party after-show organizzato al ristorante Laperouse e si è conclusa con maxi festeggiamenti all’Hôtel Costes. Un grande successo messo a segno dal giovanissimo designer Olivier Rousteing, appena trentenne, dopo la riuscita collaborazione di Balmain con H&M, protagonista incontrastata dell’Autunno/Inverno 2015-2016.

(Foto Madame Figaro)


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Rochas P/E 2016: Surrealismo in chiave glossy

Romantica, sofisticata e colorata: sarà così la Primavera/Estate 2016 di Rochas. Una sfilata che riporta in auge tra i principali trend un’eleganza sartoriale di cui avevamo perso memoria. Per i 90 anni della maison francese Alessandro Dell’Acqua propone una full immersion nella femminilità classica rivisitata in chiave californiana.

Carta da zucchero, rosa baby e fiori laminati per un mood sparkling si alternano a grandi fiocchi couture per creazioni dal sapore sartoriale. Alessandro Dell’Acqua mixa magistralmente suggestioni da West Coast a tocchi surrealisti.

Broccato di seta gold per stampe floreali dal sapore barocco convivono con giraffe rivolte al sole che fanno capolino da tuniche versione gran soirée o da gonne a tubo, per tocchi eccentrici di grande stile.

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Ispiratrice della collezione è Gala Éluard Dalí, eccentrica musa nonché sposa di Salvador Dalí: la donna di Rochas ha un’eleganza fieramente sopra le righe. L’opulenza orientale (Gala era originaria della Russia), si sposa alla California dei Beach Boys, in un inedito ma quanto mai riuscito mix. Inedite bretelle spuntano da gonne a ruota; la severità di colletti da istitutrice svizzera si unisce alla sartorialità tipica delle collezioni del designer italiano. Prevalgono materiali quali l’organza e il macramé che vengono spezzati da capispalla in PVC dai colori sorbetto, per un glossy mood estremamente patinato e moderno. Jacquard e paillettes insieme ad audaci trasparenze e tagli couture completano una collezione ricca di spunti.

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(Foto Madame Figaro)


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Caroline de Maigret, Parisienne chic

Caroline de Maigret, parisienne chic

Perfetta incarnazione dello stile parisienne, modella internazionale e musa di Lancôme, nonché produttrice musicale, dj e autrice del bestseller che insegna a tutte come copiare il look da perfetta parigina.

Lei è Caroline de Maigret: quarant’anni, sangue blu nelle vene, la modella discende da un ramo dell’aristocrazia della Borgogna da parte di padre e dai principi polacchi Poniatowski dal ramo materno. Ribelle ed anticonformista, da giovanissima Caroline molla tutto per andare a New York a fare la modella.

Bellezza anticonvenzionale, naso importante su un volto dai lineamenti marcati, la modella è una delle icone di stile della Parigi più chic. Mamma di Anton, 8 anni, impegnata sul fronte umanitario ed ambasciatrice dell’eleganza francese, il suo look parisienne l’ha portata a scrivere con le amiche Anne Berest, Audrey Diwan e Sophie Mas una guida alla “femminilità parigina”: “Come essere una parigina. Ovunque tu sia” è uscito in Italia lo scorso 31 marzo per Mondadori. Il libro è stato subito bestseller, tradotto in 32 lingue e paragonato ad un Sex & the City versione francese.

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Caroline de Maigret è nata a Neuilly-sur-Seine il 18 febbraio 1975
Vogue, luglio 2014
Caroline de Maigret per Vogue, luglio 2014
Caroline de Maigret è una modella ed icona dello stile parisienne
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Autrice del bestseller “Come essere una parigina. Ovunque tu sia”, uscito in Italia lo scorso marzo

Vogue Spagna
Uno scatto per Vogue Spagna


Effortlessly chic è la parola d’ordine per acquisire il look da parigina doc: quell’aria apparentemente acqua e sapone, capelli finto spettinati e poi, d’improvviso, il coup de foudre di un rossetto rosso lacca, a conferire un tocco di charme. La bellezza da Ville Lumière è alla portata di tutti, afferma Caroline, citando all’inizio del libro icone come Jane Birkin e Romy Schneider, divenute icone dello stile francese pur essendo nate altrove. Non temere di invecchiare è la regola numero uno per donne che credono nel loro potenziale seduttivo indipendentemente dall’età e dai canoni estetici vigenti. Forse nuove femministe, come la stessa autrice si dichiara, perché l’andare controcorrente è chic.

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Effortlessy chic è la parola d’ordine per imitare lo stile parigino
Caroline de Maigret per Lancôme
La modella è musa iconica di Lancôme
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Caroline de Maigret in Chanel durante la Fashion Week
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Ancora la modella in total look Chanel
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La top model è mamma di Anton e impegnata sul fronte umanitario

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Icona di stile e modella, la carriera di Caroline de Maigret è iniziata a New York


Altra regola di stile esige il reggiseno nero sotto la camicia bianca. Alleggerire, adottare un look bohémien, facendo propria la massima di stile per eccellenza del “less is more”. Bando ai loghi, assolutamente vietati in un guardaroba sofisticato, come pure i mezzi tacchi e in generale le mezze misure. Tagliarsi i capelli da sole è un’altra abitudine da acquisire, infine, essere sempre “trombabili” (parole testuali), anche per andare a fare la spesa. Le parigine dominano la moda, sostiene Caroline de Maigret. E noi ne siamo assolutamente convinte.

Vogue Spagna
Vogue Spagna
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Un altro scatto per Vogue Spagna
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Nel suo libro “Come essere una parigina. Ovunque tu sia” Caroline de Maigret svela i segreti del suo look
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Chiodo e clutch per un look bohémien
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A Parigi durante la fashion week A/I 2014-2015

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La modella a New York per le sfilate P/E 2015



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EYEPETIZER: I NUOVI MODELLI SI ISPIRANO ALLA CITTA’ DI PARIGI

Eyepetizer, dopo una prima collezione che in pochissimi mesi ha raggiunto risultati distributivi strepitosi sia nazionali che internazionali, lancia una nuova capsule collection ispirata alla Ville Lumière prendendo il nome dei luoghi di culto parigini.

La capsule mantiene le stesse caratteristiche dello stile Eyepetizer :

montature ultraleggere, essenziali, retro’, in acciaio inossidabile ormai riconoscibili per i terminali uno diverso dall’altro.

I colori sono oro e silver, mentre quelli delle lenti vanno dal blu al grigio e dal verde bottiglia all’arancio.

Il primo modello si chiama Flore, riconoscibile dalla forma romboidale, il secondo, Opéra, è caratterizzato da una forma stondata ma tagliata nella parte superiore, il terzo e’ il Marais, di forma ovale allungata.

Un prodotto ricercato, elegante e originale anche nel packaging che si presenta con una scatola art déco.

La capsule collection e’ inoltre impreziosita da una limited edition in cui i frontali sono in acciaio inox grezzo, mentre sulle aste viene aggiunta una lavorazione speciale con la ramatura che conferisce un aspetto vintage all’occhiale e al tutto viene applicata una doppia verniciatura trasparente antiallergica.

Le lenti in dotazione in tutti i modelli sono in Cr 39 con trattamento antiriflesso di 12 strati interno ed esterno che servono per eliminare i riverberi dei raggi uvb e uva.

La nuova capsule sarà in vendita da aprile al costo di 109 euro cosi come l’ edizione limitata che che sarà invece proposta a 122 euro.



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Edith Piaf, la bellezza della musica che nasce dalla tragedia

Un corpo minuto, quasi curvo ed una voce disperata e dolce che ci ha regalato le più belle canzoni di sempre: stiamo parlando di Edith Piaf.

No, niente di niente!
No, non rimpiango niente!
Né il bene né tutto il male che m’hai fatto, non fa differenza per me
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Non si sceglie un destino così crudele, carico di morti e sofferenze, disgrazie e malattie.
Edith Piaf è un mito della musica forse anche per questo, perché è riuscita a cantare il suo dolore.

Partorita sotto le luci di un lampione, che presto diventerà il faro della sua brillante carriera, nasce da madre italiana, cantante nelle fiere di paese e da padre contorsionista che la porterà ad esibirsi per le strade; cresce con la nonna paterna che gestiva un bordello in Normandia. A 15 anni decide di vivere la sua vita ed insieme all’amica Simone Berteaut si esibisce per i parchi e le taverne.

Viene scoperta a 20 anni dall’impresario Louis Leplée e, dopo un’audizione al “Le Gerny’s”, cabaret vicino agli Champs Elysées,  debutterà nel 1935 sotto lo pseudonimo La Môme Piaf.

Edith Piaf
Edith Piaf


Il suo sarà un lutto nazionale.

E’ il 14 ottobre 1963 e ai funerali c’era così tanta folla che la polizia non riuscì a trattenerla tutta: chi si arrampicava per i cancelli, chi camminava sulle tombe per vedere Edith un’ultima volta, Edith era una di loro, i parigini l’amavano follemente.  Marlene Dietrich, quando la sentì cantare per la prima volta, si avvicino’ a lei e le disse: “E’ molto che manco da Parigi, ma questa sera, sentendoti cantare, mi hai permesso di viaggiare e non posso che ringraziarti“.

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Edith Piaf e Marlene Dietrich


Edith Piaf ci lascia a soli 47 anni, una vita  bruciata in fretta e del resto lo aveva scritto lei stessa: “Se non canto, muoio
E’ il 1960, Edith è malata e ha i giorni contati – il suo medico glielo dice: “O smetti di cantare o muori”.

Durante un’intervista le chiederanno: “Se dovesse smettere di cantare cosa succederebbe?” E lei risponderà “Sto per dire una cosa orribile, ma credo che mi ucciderei”.

Edith Piaf bambina
Edith Piaf bambina


L’inizio della depressione avviene dopo una grave perdita: muore Marcel Cerdan, pugile campione dei pesi medi, il suo grande amore, l’amore che non avrebbe mai potuto avere perché sposato e con figli. Lei un giorno lo chiamerà implorandolo “Prendi l’aereo, se prenderai la nave avrò il tempo di morire, mi manchi troppo.
Quell’aereo precipiterà, causando il più grande dolore per Piaf, da cui non si riprenderà mai, cadde in una grave depressione, che mista ai dolori fisici di un’artrite appena nata, gli renderà l’esistenza un inferno.

Edith Piaf and Marcel Cerdan
Edith Piaf e Marcel Cerdan


Ventiquattr’ore dopo la morte di Marcel, in nero come sempre, elegante ma senza ostentare ricchezze, imbottita di roba chimica per restare in piedi, Edith annunciò al pubblico del Versailles, il locale notturno francese di New York: “Stasera canto per Marcel Cerdan, per lui soltanto”. Cantò l’Hymne à l’amour, il suo inno privato: Se un giorno la vita /ti strapperà a me,/sta’ lontano da me.. /Se tu muori/ allontanati da me./Poco mi importa/ se tu mi ami/perché anch’io morirò,/ avremo per noi l’eternità,/nell’azzurro/ di tutta l’immensità,/nel cielo senza più problemi. Non lo finì, crollò priva di sensi.

Edith Piaf ragazza
Edith Piaf ragazza


La malattia le irrigidisce il corpo deformando piedi, le splendide mani che tutti hanno elogiato e viso – per sopportare il dolore s’imbottisce di pillole in dosi massicce e presto si spargerà la voce che la Piaf fa uso di droghe. Inizia un travaglio di coma epatici, convalescenze, pillole e  interventi al fegato.

Incontra Theo Sarapo che sposerà il 9 ottobre 1962, lui ha 26 anni e lei 46. La mattina del matrimonio riflette “Non posso sposarlo, sarei ridicola, cosa penserà la gente della differenza di età?” Ma quell’amore così diverso le darà la forza e sarà la sua rinascita, solo per qualche tempo, perché esattamente un anno e un giorno dopo, Edith Piaf morirà.

Theo Sarapo ed Edith Piaf
Theo Sarapo ed Edith Piaf


“La morte è l’inizio di qualcosa” Edith Piaf