Sfilata mista anche per Paul Smith che riunirà le collezioni uomo e donna durante la Settimana della Moda Uomo di Parigi a gennaio 2017.
Troppo difficile non cedere al fascino di far sfilare assieme le due collezioni in un limpido fluire di look alternati.
Il 1976 segna l’inizio del brand, anno in cui Paul Smith diede avvio alle sue collezioni maschili proprio a Parigi.
Un ritorno nostalgico, quindi, rievocato dal defilé che si terrà nella capitale francese il 22 gennaio.
La fusione delle due linee è stato un percorso graduale avvenuto in base alle esigenze e a un istinto di rinnovo della maison.
Un nuovo inizio, seppure nella commistione, della collezione femminile che ha avuto il suo esordio nel 1990, esattamente 16 anni dopo quella maschile alla quale si è notevolmente ispirata.
Un comunicato stampa al quale si concede Paul Smith, lo ritrae entusiasta e sereno nella sua scelta: “Come azienda indipendente, siamo in grado di essere molto flessibili e di rispondere ai cambiamenti derivanti dalle evoluzioni del mercato in maniera molto interessante. Sono lieto di portare la sfilata femminile al fianco di quella maschile nel centro di Parigi, laddove tutto è cominciato negli anni ’70. Si profila un periodo emozionante“.
Già tempo prima aleggiava misticamente un’idea di evoluzione in una confessione dello stilista fatta a FashionNetwork: “Quando ho debuttato nell’industria della moda, non c’erano delle Fashion Week a Londra o a Milano. E la cosa naturale per me era di mostrare le mie collezioni a Parigi. All’inizio c’era solo un salone alla Porta di Versailles. Poi ho cominciato a fare delle sfilate. La mia prima presentazione fu organizzata nell’appartamento di un amico, in rue de Vaugirard. (…) Penso che per la Donna, Parigi sia ancora la città più importante“.
Se l’attesa aumenta il desiderio, non possiamo che sperare che venga colmata in maniera totale e considerevole tra le luci parigine.
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KENZO a Parigi, è amarcord e diversità
La sfilata di Kenzo si presenta sin da subito con un grande salto all’indietro.
Un flashback o un ritorno al passato che affonda le sue radici nel 1977, anno in cui Kenzo Takada compone la sua sfilata allo studio 54.
È un amarcord che nasce dal desiderio di riportare in vita gli anni ’80, una rivisitazione della prima donna Kenzo che sfila sicura sulla vetta del successo.
Con una differenza, però. A vestire sono i due direttori creativi della maison Carolin Lim e Humberto Leon.
Il passato è affascinante, il primo incontro con esso è dato dalle statue e sculture de La Cité de l’architecture et du patrimoine dove si è tenuta la sfilata.
Riecheggia maestosità e imponenza, ma soprattutto diversità.
Ad accogliere il defilé è una vera e propria scultura umana composta da performer di ogni tipo: una donna rivestita delle sue grandi curve, un uomo altissimo, un uomo al quale manca un braccio, corpi sproporzionati e truccati ad arte.
Bello è esser diversi, questo il messaggio o forse la conclusione di una sfilata senza tempo.
È l’elogio della scomposizione, della deformazione, dell’anticonformismo.
L’intero corpo di capi è pensato in correlazione a Antonio Lopez, dal quale è tratta l’ispirazione, che documentò Parigi nello stesso momento in cui Kenzo sviluppava il suo brand.
La donna Kenzo è versatile e composta, a lei sono dedicati lunghi abiti lucidi, maxi t-shirt, fantasie stampate, poncho, parka, impermeabili militari e giochi di luce in una commistione pop di camouflage.
E ancora denim per affrontare il giorno, tute mimetiche per decifrare il pomeriggio e paillettes colorate per illuminare la notte.
Gli accessori, sul calar dell’evento, sono l’ennesima conferma del genio disincantato di Kenzo: tacchi a spirale su scarpe dai riflessi metallici.
Tony Ward: sfila a Parigi l’eleganza di un cigno
Ha sfilato a Parigi la haute couture firmata Tony Ward. A calcare la passerella una diva che sembra uscita direttamente dalla Dolce Vita: sfarzo, opulenza e delicata eleganza nei lunghi abiti a sirena che si alternano sul défilé.
Tripudio di piume all over e trionfo di delicata eleganza, ricca di tagli couture, istrionismi e giochi che rivelano la maestria del couturier libanese, che ci ha da tempo abituati al suo estro creativo.
Mantelli impreziosiscono abiti da gran soirée, quasi come ali di un cigno: la donna Tony Ward è regale e principesca. Dettagli studiati con certosina precisione illuminano la sofisticata couture che strizza l’occhio alla vecchia Hollywood. Suggestioni Fifties nelle gonne a ruota di certi capi. La palette cromatica abbraccia toni neutri spezzati qua e là dal nero e dal rosso scarlatto e da un blu illuminato da intarsi e ricami preziosi.
(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)
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Alexandre Vauthier: couture contemporanea:
Alexandre Vauthier: couture contemporanea
Versatile, grintosa e contemporanea la donna Alexandre Vauthier, che ha sfilato nell’ambito dell’Haute Couture parigina. Suggestioni urban e appeal metropolitano per un Autunno/Inverno 2016-2017 all’insegna del glamour. La donna che calca la passerella sfoggia self-confidence da vendere ed eleganza felina: una femme fatale che alterna tailleur impeccabili a trench dal piglio sartoriale.
Grandi fiocchi impreziosiscono jumpsuit e minidress: sopra largo a giacche sartoriali e capispalla profilati di pelliccia. Il trench diventa quasi un abito da sera, arricchito da cinture borchiate che strizzano le curve e da spalle oversize. Sensualità allo stato puro negli abiti da sera interamente ricoperti di paillettes, che non lesinano in scollature e spacchi hot.
Strass e satin dominano la passerella, per una couture contemporanea che gioca con pochi pezzi reinventandoli in modo istrionico e sorprendente. La palette cromatica vede nero all over, kaki, beige e toni argentati. In passerella Jourdan Dunn e Bella Hadid, che chiude la sfilata indossando un lungo abito nude look impreziosito da ricami e paillettes. Nel front row spiccano Emmanuelle Seigner e Cécile Cassel, Carine Roitfeld e Laeticia Hallyday.
(Tutte le foto sono tratte da Madame Figaro)
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Chanel: in passerella omaggio all’atelier
BEAUTY – Alta Moda Parigi, i Make-up design per la stagione autunno-inverno 2016-17
BEAUTY – Il 6 Luglio sale in passerella l’alta moda per l’Autunno-Inverno 2016-17. In queste sfilate come protagonisti non vedremo solo gli abiti, ma anche il make-up.
In questo articolo troverete anche frammenti di backstage dell’haute couture show, con tutti i rispettivi close-up dei make-up scelti. Il trucco e’ stato affidato al team della L’Oreal Paris e Mac Cosmetics. I capo truccatori sono dei professionisti nel settore da piu’ di vent’anni, che , ad ogni stagione ci stupiscono con il loro estro creativo, ispirando intere generazioni di truccatori, beauty blogger, fashion victims e semplici amatori.
A seguire i capolavori di Tom Pecheaux, Val Garlard, Romi Soleimani e Pat Mcgraph. Tutti considerati Guru del make-up del ventunesimo secolo.
CHANEL COUTURE
Key Make-up artist: Tom Pecheaux
Tom, sceglie un look drammatico composto da una base tipica Chanel, ovvero molto leggera ma blushy, e sugli occhi, piu’ precisamente sulla rima ciliare inferiore, usa delle ciglia finte tagliate in modo triangolare verso il basso per dare un effetto grafico al make-up e dona un carattere deciso a chi lo indossa.
vogue.it
Makeup executed by Chiara Guizzetti
Giambattista Valli
Key make-up artist: Val Garland
Per questa sfilata, Val dirige il team Mac Cosmetics, scegliendo di applicare l’effetto dewy, ovvero pelle cosi luminosa da sembrare bagnata, come focus per tutto il make-up.
vogue.it
Makeup executed by Chiara Guizzetti
J-MENDEL
Key Make-up artist: Romy Soleimani
Romy adopera l’oro come colore base sugli occhi, aggiungendo il gloss come dettaglio, per far risplendere ancor di piu’ il colore. La base, come la maggior parte dei truccatori hanno utilizzato, e’ una base molto naturale, fresca e luminosa.
vogue.it
Makeup executed by Chiara Guizzetti
VALENTINO COUTURE
Key Make-up artist: Pat Mcgrath
Premettendo che Valentino ha creato una collezione da un’atmosfera punk-principesca, ed anche un po’ pirata. Pat ha dunque rispettato il mood degli abiti ricreando un make-up fiabesco, dall’atteggiamento ribelle. L’hairstyling e’ stato l’elemento che ha caratterizzato il lato piratesco della collezione.
vogue.it
coolchicstyle.com
Atelier Versace
Key Make-up Artist: Pat Mcgraph
Per la sfilata di Versace, Pat ha realizzato due diversi make-up look, per poter far si che il trucco si sposi armoniosamente con gli ambiti.
Innanzitutto facciamo una piccola premessa, la Mcgraph utilizza ad ogni catwalk la sua linea personale di makeu-up, prodotti difficile da reperire, ma puntualmente, lei li elenca su instagram per rendere pubblica la scelta dei prodotti utilizzati.
Nel primo trucco ha applicato al centro della palpebra il suo pigmento oro (#phantom00), resa ancor piu’ luminosa dall’eye gloss aggiunto sopra. Labbra rosse e glittery, che donano eleganza ma allo stesso tempo modernita’.
Come secondo make-up ha mantenuto una base nude, lavorando esclusivamente sugli occhi disegnando una fantastica maschera color blu pastello.
vogue.it
Instagram, Pat Mcgraph
Hermès: a Parigi sfila una moda uomo chic e ricercata
Niente rappresenta la moda francese, incrollabilmente chic, come una sfilata di moda Hermès. Nonostante la maison sia famosa in tutto il mondo per la pelletteria, i suoi capi d’abbigliamento sono sempre l’incarnazione del buongusto e della raffinatezza. Non a caso, sono immensamente costosi: chi compra Hermès appartiene a un’élite e desidera dimostrarlo in ogni occasione. Niente eccentricità, niente orpelli. Come ha scritto Vogue America appena dopo la sfilata, “Si tratta di uomini che possono appendere un quadro astratto in casa propria, ma non vogliono indossarne uno“. Véronique Nichanian, direttore creativo di Hermès per la moda uomo, sa bene fin dove può spingersi e sa dosare con equilibrio innovazione e sobrietà. Le linee sono quelle di un classico guardaroba maschile, i tessuti quelli che un gentiluomo indosserebbe nel tempo libero, gli accostamenti eleganti e misurati.
La fantasia della stilista si scatena nella palette di colori. Tonalità neutre, dai nomi evocativi, che creano immagini di un esotismo chic da gentiluomo in vacanza. Selce, baobab, porpora di Tiro, che sono in realtà particolari nuance di marrone e di viola. Ma ad attirare gli sguardi è il color limoncello, un giallo tagliente, quasi charteause, che invade giacche e t-shirt e regala un twist vitaminico agli accessori. Hermès, simbolo dell’eleganza francese, con questa collezione di moda uomo ha dimostrato di poter portare in passerella qualcosa di nuovo senza far storcere il naso ai signori di Parigi.
Francesco Scognamiglio debutta a Parigi con l’Haute Couture
Francesco Scognamiglio debutterà nel calendario ufficiale dell’Alta Moda di Parigi, in qualità di membre invité della Chambre Syndicale de la Haute Couture francese.
Lo stilista napoletano, che ha vestito celebs dal calibro di Lady Gaga, Beyoncé, Rihanna e Madonna, dopo diciott’anni di duro lavoro, vede avverarsi il suo più grande sogno: sfilare con una collezione Haute Couture a Parigi.
Il défilé è previsto per il 3 luglio, primo giorno ufficiale di apertura della kermesse. In passerella sfileranno 15 look, ispirati dall’Alta Moda del passato.
La notizia è stata lanciata dallo stesso couturier sul profilo Instagram maisonfrancescoscognamiglio: “Cari tutti, sono qui ad annunciare ufficialmente che un sogno durato 18 anni oggi diventa realtà. Dopo aver superato tanti ostacoli, con mille sacrifici e vissuto e condiviso molti silenzi, sono felice di annunciare che questo prossimo luglio la mia prima collezione di Alta Moda sfilerà a Parigi. Questo è il profilo di un sognatore. Di un uomo semplice ed umile che non ha mai chiesto nulla a nessuno e ha sempre portato con sé, i veri affetti di coloro che lo hanno sostenuto emotivamente, da sempre. La moda vive di figure costruite dietro il nulla o magari supportate da una politica che oramai non ha più alcun potere .
Orgoglioso delle sue origini, ha poi aggiunto: “Io sono qui, napoletano ed orgoglioso di esserlo e di portare per la prima volta nella storia, la mia tradizione sartoriale a Parigi. Quella verità che mi ha portato a realizzare solo con il mio amore e il mio credere… Il sogno della mia vita. Grazie a tutti i miei amici e alla mia famiglia, per essermi vicino e grazie anche a coloro che con il silenzio hanno sorriso a questa mia gioia.”
Un messaggio, questo, che sa molto di rivalsa.
Francesco, sfilerà per la prima volta a Parigi e, soprattutto, accanto a nomi illustri come Chanel, Valentino, Dior, Schiapparelli e Giambattista Valli.
Fonte cover i-d.vice
Viaggio nello stile parigino: Krasnova, modista tra vintage e futuro
Parigi, la capitale della moda, da sempre crocevia di artisti e fucina di talenti provenienti da tutto il mondo; Parigi con il suo charme ed una storia di couturier che hanno reso la moda francese unica nel mondo. Eccomi qui, ad assaporare le intrinseche contraddizioni dello stile parisien, attraverso le sfilate del pret-à-porter, nostalgica di tempi d’oro forse ormai andati.
È una giornata uggiosa, con una pioggerellina che non vuole saperne di smettere, la settimana della moda si è appena conclusa e progetto un nuovo tour de force alla scoperta di atelier che sappiano ancora stupirmi. A Parigi può anche capitare di restare chiusi fuori di casa, ritrovandosi ad osservare la realtà circostante con occhi nuovi e curiosi, ripercorrendo gli itinerari delle foto di Doisneau o perdendosi dentro i bouquinistes, sfiorando la carta invecchiata di antiche stampe e volumi a due passi dalla Senna.
La incontro così, in una via tipicamente parigina, tra il profumo di una boulangerie e il romanticismo dei tetti bianchi delle case: il viso pulito, lunghi capelli castani e il passo svelto di chi nella Ville Lumière a neanche 30 anni ha già costruito un proprio business, partendo dallo studio e da una severa disciplina. Io, notoriamente appassionata di vintage, probabilmente avrei fatto carte false per scoprire le sue creazioni, le velette dall’aria retrò, i cappellini in stile deliziosamente Fifties, l’allure misteriosa e sofisticata che profuma di antiche tradizioni sartoriali, di laboratori e retrobottega nascosti in mezzo al lusso delle strade parigine. Piccole fucine in cui anziane modiste francesi tramandano ancora oggi le loro tecniche segrete, perse dietro manichini e stoffe da confezionare.
Dietro Krasnova e le sue collezioni accattivanti c’è l’estro creativo di una giovane ragazza: si chiama Evgeniya Guilhot Fomina e viene da lontano. Nata a Soči, nel sud della Russia, trasferitasi a Parigi nel 2007, appena terminati gli studi, da sempre appassionata della cultura francese in toto, con il suo savoir-vivre, l’arte e la moda. Evgeniya si specializza presso la scuola privata di moda e design Creapole, situata nel cuore di Parigi. Qui studia per 5 anni Art Design: la sua formazione comprende scenografia, bozzetti di moda, interior design, scultura e altri progetti. Solo al quarto anno del corso si rende conto che il suo cuore batte per gli accessori, in particolare i cappellini, i cosiddetti couvre-chef, meglio se dalle forme bizzarre e particolari.
Dopo due stage presso i brand di bijoux haute couture Coralie de Seynes e Garnazelle, Evgeniya capisce che Parigi le può offrire una preparazione invidiabile, se solo andrà alla riscoperta delle tradizioni sartoriali più antiche. Inizia pertanto a prendere lezioni da una vecchia modista francese, maestra nella confezione di cappellini. Sempre più innamorata di quell’arte antica eppure quantomai attuale, frequenta un tirocinio presso l’Opéra Garnier: qui si respira magia allo stato puro, tra lo sfarzo dei costumi e le costruzioni ardite e scenografiche dei copricapi che le sarte e le modiste confezionano per i balletti e le opere liriche. Sicura di sé e della propria formazione, Evgeniya si sente ormai matura per creare il proprio brand: nasce così Krasnova, la linea con cui la modista cerca un proprio posto nel mondo del fashion biz, riportando in auge il fascino della creazione artigianale e le tecniche sartoriali della tradizione francese. Dopo vendite private ed eventi esclusivi con una clientela già entusiasta per quei cappellini così chic, la giovane creativa si sente finalmente pronta per mostrare ad un pubblico più vasto le proprie creazioni, che comprendono cappelli dall’appeal contemporaneo, fedora, borsalino in feltro di lana dai dettagli realizzati interamente a mano, come ricami e passamanerie preziose, e lavorazioni artigianali.
Nel dicembre 2015 il lancio della prima capsule collection per l’Inverno 2016. Di impronta fortemente parisienne, lo stile Krasnova è personalissimo e ricco di suggestioni: lo charme del glorioso passato si sposa mirabilmente a dettagli attuali e ispirazioni urban, per una donna sofisticata. Nappine e gioielli scendono giù dai cappelli fedora, ad impreziosire linee classiche con dettagli moderni che tradiscono una grande ricerca stilistica. Ricami realizzati interamente a mano e grande cura per la scelta dei materiali usati, provenienti dalla Francia, con forme in legno realizzate da scultori e feltro di pelo di coniglio proveniente da allevamenti francesi.
Accanto ai modelli per il giorno, ecco il coup de théâtre di deliziosi couvre-chef di ispirazione vintage, hatinator e velette che, come un déjà-vu, ci riportano indietro nel tempo, ad una Parigi imperiale ricca di sfarzo rococò. Tutti i processi di creazione si rifanno ad antiche tradizioni, palpabile è la precisione e la massima cura per il dettaglio, per un lusso contemporaneo ed un’eleganza evergreen. Sta per uscire la collezione Primavera/Estate 2016, che sarà caratterizzata da un mood più romantico, tra motivi floreali e leggerezza. Intanto per acquistare i capi su misura Krasnova basta ordinarli. Per veri hatlovers.
Londra: Il ritorno di Alexander McQueen tra esoterismo e romanticismo
Sorprendente il ritorno di Alexander McQueen a Londra dopo quattordici anni di trionfi a Parigi.
La collezione autunno/inverno 2016-17 è un tripudio di emozioni: cura certosina nei particolari, sovrabbondanza di capi couture, romanticismo inaspettato ma di grande veemenza. Dettagli luxury e scintillii fuorvianti sugli abiti che nascondono appena, la pelle nuda delle modelle.
Abbondanza di fantastici pattern “surrealisti” che si stagliano prepotentemente dal fondo nero dei capi: leggiadre farfalle, sinuose corolle, eleganti orologi da tasca, sexy labbra carnose e ancora unicorni, gufi e cigni.
Il lato dark della donna pensata dalla stilista Sarah Burton, direttore creativo della maison dopo la dipartita di Alexander McQueen, esplode nel chiodo: capo simbolo della maison che in questa occasione si accorcia in vita e si arricchisce di amuleti.
Glorioso romanticismo anche se appena accennato negli abiti plissettati con dettagli 3D e pizzo che lascia intravedere la lingerie.
Lunghi abiti scivolati dalla lunghezza totale, meravigliosamente luccicanti con cristalli superbi e profilati da piccoli merletti: sensuali, audaci poco inclini a lasciar spazio all’immaginazione.
Mistero ed esoterismo per una collezione che punta la sua immagine sul nero, alleggerito dall’avario, dall’oro e dall’argento e dal romantico rosa cipria.
Yves Saint Laurent: Parigi e Marrakech dedicano due musei al genio della moda
Secondo il New York Herald Tribune, la sua prima collezione era stata la “Più grande orgia dei sensi della storia della moda”. Era il 30 gennaio 1958 e il genio della moda, Yves Saint Laurent, a soli 21 anni e dopo la morte di monsieur Christian Dior, divenne direttore creativo di una fra le maison di lusso più osannate del sistema.
Saint Laurent, l’algerino approdato a Parigi, conquistò i mercati grazie alla linea trapezoidale, sua chiave di espressione. Il suo motto era “Abbasso il Ritz, viva la strada”, portando la moda a subire il fascino della cultura giovanile. La rivoluzione estetica in casa Dior, fu netta: gonne strette, giubbotti di pelle, maglioni a collo alto, capi tipici del vestiario giovanile e in contrasto con l’eleganza atemporale voluta dal couturier scomparso.
Il successo come stilista per Dior fu bruscamente interrotto: con Yves, l’immagine dell’azienda parigina andava controcorrente rispetto alla femminilità imposta dal fondatore del marchio, per questo fu ritenuto non idoneo a restare al comando della maison.
Tornato ad essere ai margini del sistema, Yves fu richiamato al servizio militare: furono settimane davvero difficili per lo stilista, sofferte e allo stremo delle sue forze. Fu grazie al sostegno dell’amico Pierre Bergé che Saint Laurent ebbe modo di rinascere guarendo dalle ferite fisiche e psichiche e trovando un investitore americano per lanciare sul mercato la sua omonima maison.
Nel gennaio 1962 l’inaugurazione del marchio Yves Saint Laurent lo consacra genio della moda: una popolarità troppo rumorosa per Yves che si nasconde all’interno di un armadio per arginare la forte emozione sorta come conseguenza al tanto clamore di una folla felice di averlo ritrovato.
Sicuro che l’Alta Moda era ormai agli sgoccioli, nel 1966 inizia a confezionare prêt-à-porter portando a quattro le collezioni presentate durante l’anno.
L’estro creativo di Yves strabordava attraverso inaspettate visioni estetiche introducendo nuovi capi sulle passerelle: tailleur pantalone, capi trasparenti, sahariane e, soprattutto, lo smoking femminile.
Di lui, Catherine Deneuve disse: “Saint Laurent disegna per donne che hanno una doppia vita. I vestiti del giorno aiutano la donna a stare in mezzo agli estranei, le permettono di andare dappertutto senza attirare un’attenzione non desiderata: grazie alla loro naturalezza un po’ mascolina, le conferiscono una certa forza, la equipaggiano per incontri che potrebbero dar luogo a conflitti. Però per la sera, quando la donna può scegliere con chi stare, Yves la rende seduttrice.”
Negli anni 1983-84, fu il primo stilista vivente cui veniva dedicata una retrospettiva al Metropolitan Museum of Art di New York.
Ed è proprio notizia degli ultimi giorni, che nell’autunno del 2017 a Parigi e Marrakech verranno aperti due musei dedicati al lavoro del designer. Cinquemila abiti di alta moda che racconteranno la storia della maison, diverse migliaia di schizzi disegnati durante la carriera del couturier, oltre quindicimila accessori e immagini recuperate dall’archivio della maison.
Il museo parigino sarà ospitato al civico 5 di Vanue Marceau, sede storica sartoria della maison ed attuale dimora della formazione di Pierre Bergé. Il museo di Marrakech sorgerà in rue Yves Saint Laurent, non distante dai giardini Majorelle.
Dalle parole di Diana Vreeland, direttrice all’epoca di Vogue America: “ Coco Chanel e Christian Dior erano giganti, ma Saint Laurent è un genio.”
Ispirazione bizantina per l’Alta Moda firmata Valentino
Le dee di Valentino incedono sicure e a piedi nudi, leggiadre e su petali di rosa e ranuncoli, su una passerella che racconta un passato fastoso e mai dimenticato.
Pierpaolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri si lasciano suggestionare dalle danzatrici predilette dallo stilista Mariano Fortuny y Mazadro (noto come Mariano Fortuny, figlio del celebre pittore catalano Mariano Fortuny y Marsal) per celebrare una donna che prende le sembianze di una straordinaria divinità greca. Dello stilista recuperano non solo l’estetica, ma anche le fogge di alcune eterei vestiti adorati dallo stilista spagnolo. Rivive così l’abito Delphos disegnato per la prima volta da Fortuny: leggero, dalla lunghezza totale e, soprattutto, plissettato.
La ricchezza dei ricami, una firma ormai certa nelle collezioni di Valentino, crea un ponte creativo tra l’Occidente moderno e l’Oriente bizantino; ed ecco come mirabili tuniche si fregiano di trame d’oro rivedendo in chiave odierna sfarzosi pannelli desunti, presumibilmente, dalla pittura parietale di “Teodora e il suo seguito” presenti all’interno della chiesa di San Vitale, a Ravenna.
Il broccato, recuperato dall’archivio Fortuny e lavorato sapientemente dalle mani abili degli artigiani in atelier, viene esaltato attraverso l’applicazione di effetti in 3D ottenuti da farfalle in volo e fiori sbocciati, che esaltano a loro volta la tramatura originale del tessuto.
Il fluttuare di abiti che librano nell’aria, trame di fili orditi con dovizia che appesantiscono i broccati delle tuniche, eleganti velluti che costruiscono affascinanti abiti peplo e i pavoni (simbolo di vita eterna nell’arte bizantina), conferiscono alla collezione un viaggio intrinseco di arte, sapere e lusso.
E mentre propizianti serpenti scivolano sui capi delle modelle, lussuosi calzari ci ricordano che l’Oriente e il suo folklore non sono mai stati così vicini come nella collezione Haute Couture primavera/estate 2016 di Chiuri e Piccioli per Valentino.