La collezione Louis Vuitton Primavera/Estate 2016 è un’esplosione di hi-tech. La celebre maison francese si apre al digitale e vede sfilare in passerella un’eroina dei manga: sembra uscita direttamente dal videogioco cult degli adolescenti, “Mine Craft”, la guerriera futuristica che calca la passerella tra luci cibernetiche, giochi di neon e maxischermi.
Alla Fondazione Louis Vuitton la mirabile scenografia firmata Es Devlin, pluripremiata set designer britannica, ricorda le atmosfere di Matrix: una realtà fantascientifica viene ricreata sulla passerella, che accoglie principesse degli anime dai lunghi capelli rosa e dai diademi cibernetici. L’hi-tech si mixa al monogramma tipico della maison, per una collezione dalle suggestioni cyber-punk.
La pelle è protagonista, per top, minicappe, gilet: il monogramma della maison diviene must-have incontrastato, per nuove rivisitazioni futuriste.
Stratificazioni e stampe optical, il Giappone e Internet regnano nella collezione di Nicolas Ghesquière, che ha più volte sottolineato come la frontiera del digitale sia ormai una realtà consolidata entrata di diritto a far parte della nostra quotidianità. Bermuda e pantaloni, collier tribali e pelle declinata in chiave manga, tra chiodi rosa e tute, per una donna bionica.
La tecnologia è il fil-rouge della sfilata, a partire dalla colonna sonora, firmata Daft Punk e presa in prestito dal film “Tron Legacy”. Il logo LV ora è borchiato e digitalizzato, mixato ad altre fantasie, per inedite stampe patchwork, in un mood alla Blade Runner: tra 3D all over ed accessori che ricordano i meteoriti, con Louis Vuitton entriamo nel futuro della moda.
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