E’ famoso soprattutto per la fotografia “Ragazza afgana” incontrata nel 1984 nel campo profughi di Peshawar, ma Steve McCurry è forse uno dei fotoreporter statunitensi più apprezzati al mondo.
McCurry ha vissuto parte della sua lunga e florida carriera, ignaro del pericolo che le zone di guerra potevano, suo malgrado, offrirgli.
Ha fotografato conflitti internazionali come la guerra in Iran, Beirut, Cambogia ed ancora Afghanistan e la Guerra del Golfo, offrendo a testate giornalistiche di rilevanza internazionale come il National Geographic Magazine, reportage che si concentrano, soprattutto, sulla natura distruttiva che un conflitto determina prima nell’individuo e, successivamente, sui territori colpiti.
E’ stato insignito di alcuni premi come Magazine Photographer of the Year, assegnato dalla National Press Photographers’ Association e, per quattro anni consecutivi, il primo premio al concorso World Press Photo Contest. Ha vinto, inoltre. l’Olivier Rebbot Memorial Award per ben due volte.
La forza comunicatrice di Steve McCurry, è ora ad Otranto, con la mostra “Icons“che sarà possibile visitare dal 19 Giugno al 2 Ottobre 2016 presso il Castello Aragonese della città salentina.
In esposizione, 100 scatti della produzione del fotografo americano che mostrano la sensibilità acuta dell’autore delle immagini. Paesaggi devastati dall’odio e volti segnati dal terrore e dalla fame.
La mostra è arricchita da una audioguida in cui McCurry illustra la sua esposizione e racconta il ritrovamento, dopo diciassette anni di Sharbat Gula, la “Ragazza Afgana”, che ritrovò ormai matura: “La sua pelle è segnata, ora ci sono le rughe, ma lei è esattamente così straordinaria come lo era tanti anni fa“, disse dopo l’incontro.
La mostra è organizzata da Civita Mostre in collaborazione con SudEst57.
Il catalogo dell’esposizione è stato curato da Biba Giacchetti.
Per maggiori dettagli su “Icons” visitate il sito www.stevemccurryicons.it